
Giro d'Italia: le pagelle dall'A(rkéa) alla V(F) Group
Un bilancio dei risultati raggiunti dalle squadre protagoniste del primo grande giro della stagione 2025
Il Giro d'Italia 2025 ha portato con sé scoperte, sorprese, conferme e delusioni, delle quali si potrà parlare a lungo in attesa del secondo grande giro della stagione, il Tour de France. Qui vi proponiamo una breve panoramica e una valutazione (con voto!) delle ventitré squadre che hanno preso parte alla Corsa Rosa, per riempire con le parole l'inevitabile nostalgia che sorge ogni volta che finisce il Giro.
Alpecin Deceuninck: 7-
In un giro poco amico dei velocisti, Kaden Groves è riuscito a trovare comunque una vittoria (tappa 6), due secondi e due quinti posti. Attivo anche nelle fughe, si è messo in mostra soprattutto sugli sterrati della tappa 9, dove ha cercato di favorire il compagno Quinten Hermans: per il belga due fughe, ma un Giro piuttosto sottotono. Gli altri cercano spesso di evadere nelle tappe miste, ma senza particolare fortuna: solo Edward Planckaert centra un terzo posto nella tappa 18, mentre Timo Kielich si ritrova senza volerlo in mezzo al surplace di Del Toro e Carapaz sulla discesa dal Colle delle Finestre.

Arkéa B&B-Hotels: 6-
La squadra bretone non brilla, nonostante l'importantissimo secondo posto di Alessandro Verre sul Sestrière. Il lucano coglie la migliore occasione di un Giro vissuto dai suoi compagni principalmente in fuga (due per il neo prof Giosuè Epis), complice anche un Luca Mozzato non in grande condizione, ma piazzato nelle tappe 6 e 21.

Bahrain-Victorious: 7-
Partito con entusiasmo e determinazione, fino alla caduta nella tappa 14 Antonio Tiberi si era difeso bene in classifica generale, centrando anche diversi risultati utili nelle prime due settimane di corsa, patendo però - contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettati - nelle due cronometro. Andato fuori gioco il ciociaro, sono ancora una volta le spalle di Damiano Caruso ad accogliere il peso del miglior risultato in classifica per un italiano al Giro: classe e costanza di rendimento, per il trentasettenne ragusano, sempre in top10 nelle tappe che contano. È apparso invece un po' appannato Pello Bilbao, spesso in fuga nell’ultima settimana, ma senza risultati. Un quinto (tappa 3) e un secondo posto per Edoardo Zambanini - a tanto così dal battere l'indomabile Pedersen a Matera - un paio di piazzamenti per lo sprinter Matevž Govekar (tappe 6 e 12). Onesto gregariato e una fuga nella quale scollina primo il Mortirolo, concludendo decimo, per il debuttante Afonso Eulalio.

Cofidis: 5-
Formazione costruita attorno al velocista Milan Fretin, che centra un buon secondo posto nella tappa 6 e un sesto posto nella tappa 12, per poi ritirarsi all’inizio della terza settimana. Dopo la vittoria di tappa dello scorso anno, però, i giallo-rossi raccolgono solo le due top10 di Stefano Oldani (tappe 3 e 14) e la prima maglia azzurra con Sylvain Moniquet. Per il resto, non pervenuti.

Decathlon AG2R La Mondiale: 7+
Continua il momento magico di Nicolas Prodhomme, che impreziosisce la sua carriera con la splendida vittoria in solitaria nella tappa 19. Se le prestazioni in volata di Sam Bennett sono state piuttosto deludenti nonostante l'ottimo treno (sesto nella tappa 4, poi sempre fuori dai dieci), negli sprint più duri si piazzano gli specialisti Dorian Godon (quinto nella tappa 13) e Andrea Vendrame (settimo nella tappa 3), che farà bene anche dalla fuga (sesto nella tappa 8). Dries De Bondt si ritaglia un ruolo da antagonista, correndo un Giro alla garibaldina: sei tappe in fuga (con un sesto posto nella tappa 18) e innumerevoli piazzamenti nei traguardi volanti contestati a Mads Pedersen, gli valgono il primo posto nella speciale classifica finale dedicata agli sprint intermedi.

EF Education-EasyPost: 8
La squadra statunitense fa quello che può per aiutare in salita Richard Carapaz, ancora una volta perfetto nei panni dell'underdog, un po' meno quando i favori del pronostico sono tutti su di lui. Vero detonatore del Giro, l'ecuadoriano conquista brillantemente la tappa 11, dimostrando di essere un serio contenente per la vittoria finale con l'attacco e il quarto posto sul San Valentino. La squadra ha il grande merito di essere riuscita a isolare Isaac Del Toro sul Colle delle Finestre, ma una volta arrivato il terzo incomodo Simon Yates, Carapaz non ha gestito al meglio un situazione bloccata, finendo in quello stesso impasse che gli aveva invece permesso di vincere il Giro d'Italia 2019. Rimane, in ogni caso, un importantissimo terzo posto in generale, oltre che il successo di Kasper Asgreen nella tappa 14: vittoria non banale, per un corridore che ha fatto di questi colpi da maestro la caratteristica della sua carriera.

Free Palestine: 7-
Squadra tutta per Derek Gee, che ripaga la fiducia con un quarto posto in classifica generale e la sensazione di aver fatto il massimo possibile. Non al top nei primi dieci giorni di Giro, si riprende giusto in tempo per dei buoni piazzamenti nelle frazioni decisive. Deuteragonista di rilievo nella tappa 20, ha fatto, per l'appunto, ciò che poteva. Un Marco Frigo in versione gregario coglie comunque un buon ottavo posto nella cronometro della tappa 10, mentre sa di incompiutezza l’unico piazzamento di Corbin Strong (secondo nella tappa 3) in una corsa che presentava diversi traguardi adatti al puncheur neozelandese.
Groupama-FDJ: 4 ½
Il capitano David Gaudu vede sin da subito sgonfiarsi le sue velleità di classifica, tra prestazioni decisamente deludenti e fughe che non vanno mai in porto e che, anzi, lo vedono tra i primi a staccarsi. La squadra centra comunque dei discreti piazzamenti con le proprie “bandiere” Rèmy Rochas (quarto nella tappa 13, quinto nella tappa 20) e Quentin Pacher (settimo nella tappa 5). Gli altri si buttano spesso in fuga, con un paio di piazzamenti nei quindici per Kevin Geniets (tappe 5 e 9) e Lorenzo Germani (tappa 3).

INEOS Grenadiers: 7+
I britannici si presentano in un’inedita veste di attaccanti, cercando nelle prime due settimane di far avvantaggiare in ogni modo un Egan Bernal che ha poi inevitabilmente sofferto le tappe più dure. Il colombiano centra comunque un settimo posto in classifica generale, il suo miglior piazzamento dal terribile incidente del gennaio 2022. Grandi protagonisti – nel bene e nel male – nella tappa delle strade bianche, l’obiettivo di tenere in classifica anche Thymen Arensman si scontra con le difficoltà dell’olandese: mai brillante nella prima settimana, in ripresa nella seconda, naufragato nella terza. La vittoria di tappa è comunque arrivata quasi subito, grazie alla cronometro spaziale di Joshua Tarling a Tirana. Super favorito per la successiva prova contro il tempo, il gallese non si ripete nella tappa 10, comparendo poi in fuga prima della caduta che lo ha costretto al ritiro nella tappa 16. Segnaliamo anche i due piazzamenti in volata (ottavo e terzo) di Ben Turner.

Intermarché Wanty: 4 ½
L’unico momento brillante per la formazione belga è il quarto posto di Francesco Busatto nella prima tappa, premiato con la prima maglia bianca per il veneto. Complice una caduta di massa nella tappa 6, la squadra risulterà poi quasi inesistente: Louis Meintjes va in fuga nelle tappe 17 e 19 ma non si piazza oltre il quattordicesimo posto; praticamente invisibile in volata Gerben Thijssen, che sfiora solo la top10 nella tappa 12. In fuga, ma senza guizzi o risultati, Taco van der Hoorn, Simone Petilli e Kevin Colleoni.

Lidl-Trek: 9 ½
Assoluti protagonisti del Giro d’Italia 2025: controllano la corsa per i leader Mads Pedersene e Giulio Ciccone nelle prime due settimane, poi sempre in fuga dopo la sfortunatissima caduta dell'abruzzese nella tappa 15. La presenza di Pedersen è stata determinante praticamente in ogni tappa - al di là delle quattro vinte dal danese - e coronata dall’aver indossato la prima maglia rosa e dall’aver vestito la maglia ciclamino dal primo all’ultimo giorno di corsa. Gli uomini della formazione statunitense si sono mossi come un vero collettivo (encomiabile il lavoro di Mathias Vacek, Jacopo Mosca e Patrick Konrad), centrando però anche ottimi risultati individuali, come i due successi per i gregari Daan Hoole (tappa 10) e Carlos Verona (tappa 15), quest’ultimo arrivato proprio dopo il ritiro di Ciccone. Si potrebbe speculare a lungo sul risultato che Giulio avrebbe potuto ottenere in generale, ma preferiamo non farlo: restano comunque due bei terzi posti nelle tappe 9 e 11 e un quinto posto nella tappa 7 di un Giro di segno comunque positivo, grazie al lavoro per Pedersen e la presenza dimostrata nei momenti cruciali.

Movistar: 6 ½
La squadra spagnola non ruba l’occhio con le proprie prestazioni in salita; ciononostante chiude il suo Giro d’Italia con l’ottavo posto in classifica generale e due ottavi posti come miglior piazzamento per Einer Rubio, decimo anche a Champoluc. Per il resto, Nairo Quintana è praticamente invisibile, solo un sesto posto in tre fughe per Jefferson Alveiro Cepeda nella tappa 16. La vera differenza arriva dagli sprint di Orluis Aular: il venezuelano mette in fila un’impressionante serie di risultati, con due terzi posti nelle tappe albanesi, due quarti nelle tappe 6 e 14, poi ottavo e nono nelle tappe 21 e 13. Tra i più attivi in fuga anche Lorenzo Milesi, piazzato appena fuori dalla top10 nella cronometro della tappa 10.

Q36.5 Cycling Team: 5
Matteo Moschetti salva in corner il proprio Giro con la terza piazza nella tappa 21 dopo un nono e un decimo posto che non hanno dato la misura della qualità dello sprinter meneghino: peccato per la volata irregolare nella tappa 7, che gli è valsa la retrocessione e un cartellino giallo. Xabier Azparren fa spesso il lavoro sporco in testa al gruppo, beccandosi un sacco di minutaggio tv, e riuscendo anche a ritagliarsi un decimo posto nella tappa 10. Decisamente poco riuscito l’esperimento classifica generale per Tom Pidcock: nonostante i buoni piazzamenti per lui nelle prime due settimane, il britannico soffre le cronometro e perde costantemente dai migliori nelle tappe decisive, concludendo sedicesimo in GC ma a 46’ da Simon Yates. Non è arrivata nemmeno la vittoria che ci si sarebbe potuti attendere a Siena, dove si è messa di mezzo la sfortuna, o che sarebbe certamente arrivata se avesse deciso di giocare diversamente le sue carte: sarà per la prossima?

RedBull-BORA-hansgrohe: 7+
Giro in chiaroscuro per la squadra austrotedesca, condizionata dalle cadute e dalla forma altalenante dei suoi uomini più importanti. Primož Roglič veste per due giorni la maglia rosa grazie al dominio delle due cronometro - nelle quali è sempre stato il migliore degli uomini di classifica - rischiando anche di soffiare la vittoria a Tarling nella tappa 2. Ma da qualche parte era scritto che questo non fosse il suo Giro: lo sloveno è stato costretto al ritiro da quattro cadute, delle quali solo una è imputabile a lui. Dallo sconforto per la perdita del favorito principale per la Corsa Rosa sono comunque scaturiti due lampi: la vittoria di Nico Denz nella tappa 18 e l'ottima prestazione in classifica di Giulio Pellizzari. Il marchigiano, promosso da gregario-angelo custode di Roglič a uomo di classifica in grado di centrare un terzo posto nella tappa 16 e un ottimo sesto posto in GC, sembra già proiettato verso un futuro radioso di sfide in salita col coetaneo (e amico) Isaac Del Toro. Molto al di sotto delle aspettative il resto dei nomi grossi della squadra: Jai Hindley fuori per una caduta, ininfluente l'apporto di Dani Martinez.

Soudal Quick-Step: 6-
Sfortunatissimi, perdono subito il capitano Mikel Landa, mentre diversi altri corridori rimangono vittime di cadute nel corso delle tre settimane. Il Wolfpack, però, non si perde d’animo e si ritaglia comunque un ruolo da protagonista grazie all’eclettica composizione della sua squadra. A cronometro, arrivano il terzo e il nono posto di Ethan Hayter nelle tappe 10 e 2; in volata, i piazzamenti del giovanissimo Paul Magnier (il migliore nella tappa 6, terzo) e del suo ultimo uomo Luke Lamperti (quinto nella tappa 21). Per il Tricolore brilla soprattutto Gianmarco Garofoli: già undicesimo nella tappa 3, si rivede nella seconda parte del Giro con due bellissimi piazzamenti nelle tappe 15 (settimo) e 20 (quarto). Anche Mattia Cattaneo, dopo una partenza così così e un quarto posto nella cronometro della tappa 10, è piuttosto attivo nell’ultima settimana, centrando quattro fughe in sei giorni, ma senza risultati di rilievo.
Team Jayco AlUla: 7½
Naufragata anche in questo caso la possibile classifica generale di Chris Harper, gli uomini della squadra australiana si rifanno con due belle vittorie di tappa per Lucas Plapp e lo stesso Harper, maturate entrambe dalla fuga in frazioni per nulla scontate. Quella di Harper, poi è stata impreziosita dalla conquista della Cima Coppi del Giro d'Italia 2025. Qualche piazzamento anche per gli azzurri all'attacco - Davide De Pretto ottavo nella tappa 18, Filippo Zana sesto nella tappa 15.

Team PicNic-PostNL: 7
Con una XDS-Astana all'arrembaggio e un disperato bisogno di punti UCI, la squadra olandese accoglie come manna dal cielo la splendida vittoria di Casper van Uden nella tappa 4, ancor più perché maturata contro pochi nomi, ma di un certo calibro; l'olandese coglie anche un buon secondo posto nella tappa 12. Altrettanto rilevante è stata l'undicesima posizione in generale di Max Poole: non il più brillante in salita, ma veloce sui traguardi impegnativi e regolarmente piazzato, anche se non nelle zone nobili delle classifiche di tappa. L'ultimo Giro d'Italia di Romain Bardet non si chiude, purtroppo, con una vittoria: il trentaquattrenne francese ci prova più volte dalla fuga, dovendosi accontentare di un secondo (tappa 17), un quarto (tappa 15) e un nono posto (tappa 8). La condizione sembra in crescita per il gran finale sulle strade del Delfinato. Poco appariscenti gli altri, con due piazzamenti per Gijs Leemreize (nono nella tappa 16) e Alex Edmonson (quinto nella tappa 18), entrambi dalla fuga.

Team Polti-VisitMalta: 5½
La squadra di Basso e Contador cerca di conciliare la propria prerogativa di attacco con le possibilità in classifica di Davide Piganzoli. Tante le fughe in cui entrano Alessandro Tonelli e Mattia Bais, ma è Mirco Maestri il solo a piazzarsi, con un sesto posto nella tappa 14 e una seconda piazza nella tappa 18. Anche sul fronte volate, Giovanni Lonardi non va oltre il quinto posto nella tappa 6 (pur chiudendo la top10 della tappa 21). Piganzoli riceve supporto entro i limiti della squadra, poi deve vedersela da solo: il valtellinese, dopo un decimo posto nella difficile tappa inaugurale, sembra sempre arrancare, chiudendo la corsa in quattordicesima posizione nella classifica generale a 27' da Simon Yates. Non un risultato entusiasmante, certo, ma il margine sul quale lavorare c'è: soprattutto se, come si vocifera, Piga sarà presto ingaggiato da una squadra World Tour.

Team Visma-Lease a Bike: 9+
La prima settimana sembrava partita con tutti i presupposti per l'ennesimo psicodramma in casa Visma: la ruota, però, ha iniziato a girare proprio grazie a Wout van Aert, che con la memorabile vittoria a Siena ha scacciato i demoni suoi e con essi quelli della squadra. Da lì si sblocca il Giro del belga che, pur non riuscendo a vincere un'altra tappa, dimostra ancora una volta quanto il valore di una prestazione vada oltre il risultato individuale. È sua l'azione che decide il Giro d'Italia 2025, complemento fondamentale al Colle delle Finestre della redenzione di Simon Yates. Era la storia più ciclisticamente romantica che si potesse immaginare in questo Giro: il britannico chiude un cerchio iniziato sette anni fa, dimostrando una calma e una maturità - oltre che un discreto coraggio - figlie dell'iniezione di fiducia data dal cambio di casacca avvenuto questo inverno. Olav Kooij è l'unico velocista puro a ripetersi sulle strade della Corsa Rosa (successi arrivati nelle tappe 12 e 21), pilotato da un funambolico Van Aert e da uno straordinario Edoardo Affini. Il resto della squadra è solido e spesso all'attacco: forse meno appariscenti della Lidl-Trek come collettivo, ma altrettanto efficaci.

Tudor Pro Cycling: 5½
Dopo un Tour des Alpes nel quale aveva mostrato una gamba atomica, Michael Storer chiude in decima posizione la generale di un Giro d’Italia che non l’ha visto mai veramente protagonista. Attardato sugli sterrati della tappa 9, dopo un timido attacco nella tappa 16 (conclusa in settima piazza), l’australiano ha ricorso per tutta la terza settimana. Anche la squadra non brilla, a parte un secondo posto dalla fuga per Florian Stork nella tappa 15: due piazzamenti per Maikel Zijlaard nelle volate e due decimi posti per Yannis Voisard (tappa 16) e Larry Warbasse (tappa 18). In pendant con la divisa della squadra svizzera, la maglia nera va ad Alexander Krieger.
UAE Team Emirates: 8-
Gli emiratini sono partiti con la squadra più forte e attrezzata per la salita di questo Giro d'Italia, dimostrandolo con ripetute prove di forza collettiva alle quali si aggiungono gli scintillanti assoli della rivelazione della Corsa Rosa, Isaac Del Toro. Undici maglie rosa per lui, vincitore della maglia bianca finale e della tappa 17, oltre che autore di innumerevoli piazzamenti e dominatore delle volate in salita, nelle quali spesso si è dovuto guardare alle spalle alla ricerca - vana - dei suoi avversari. Il suo unico momento di debolezza manifesta è stato sulla salita di San Valentino (tappa 16), mentre rimane ancora oscura la ragione per la quale abbia perso un Giro che poteva sembrare già vinto: tattica o mancanza di gambe? Ai posteri etc etc. Il messicano è comunque l'unico a beneficiare della dicotomia con il capitano designato Juan Ayuso, vittima un po' della sfortuna, un po' dell'incerto sostegno ricevuto dalla squadra. Bella la vittoria a Tagliacozzo per lo spagnolo, poi penalizzato da una discutibile gestione tattica nella tappa degli sterrati, dove Ayuso cade senza colpe e viene poi progressivamente messo da parte dalle performance del giovane compagno di squadra. Per lui un mesto ritiro (tappa 19) dopo la puntura di un calabrone: forse un presagio?

VF Group Bardini CSF Faizanè: 6+
Ben sei fughe per Manuele Tarozzi, che conquista il primo posto nelle classifiche dei punti fuga che dell’esotico Red Bull KM. Gli uomini dei Reverberi non si sono, però, limitati a mettere in mostra la maglia: diversi i piazzamenti, con le volate di Filippo Fiorelli (due ottavi posti nelle tappe 3 e 15; quinto nella tappa 5) ed Enrico Zanoncello (decimo nella tappa 4, nono nella 21). Due volte nei dieci Martin Marcellusi (in volata nella tappa 7, dalla fuga nella tappa 20): il romano si è difeso sul Colle delle Finestre e si è ritrovato in carrozza sul trenino, con locomotiva Wout van Aert, che ha scortato Simon Yates verso il Sestrière. Quarto Filippo Magli dalla fuga nella tappa 18, decimo posto per lo sfortunato Alessio Martinelli (ritirato per una brutta caduta nella tappa 16) nell'ottava frazione.

XDS-Astana: 9-
Mattatori, assieme alla Lidl-Trek, del Giro d'Italia 2025. La squadra sino-kazaka si conferma ancora sulla cresta dell'onda di entusiasmo che ha caratterizzato la prima parte della stagione. Dai suoi ranghi viene l'unica vittoria italiana nella Corsa Rosa, quella di Christian Scaroni, in tandem con Lorenzo Fortunato (tappa 16). A parti invertite, i due italiani monopolizzano la classifica dei GPM, praticamente dominata dal miglior Fortunato visto in strada dalla vittoria sullo Zoncolan (Giro 2021). Sempre pronti a infilarsi nella fuga buona di giornata, i “celestini” mettono a segno diversi piazzamenti nelle tappe miste (Conci, Scaroni e Ulissi) e di montagna (Fortunato), ma anche nelle volate (Kanter). Il clou è la maglia rosa, portata purtroppo solo per un giorno, di Diego Ulissi: un omaggio alla sua carriera, certo, ma il segno tangibile di una squadra che ha interpretato il suo Giro d'Italia non avendo paura di porsi grandi obiettivi. Raggiungendoli.
