Jasper Philipsen festeggia, Olav Kooij è comunque contento del podio, Yves Lampaert si prepara mentalmente al processo © Classic Brugge-De Panne
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Che cantonata, Lampaert! Philipsen ringrazia e porta a casa

Disastro tattico di Yves che nella Brugge-De Panne dissolve la superiorità della Soudal-Quick Step dando il la all'azione che avrebbe portato alla vittoria di Jasper su Olav Kooij. Davide Ballerini super gregario

22.03.2023 17:50

Nel seguire le fasi finali della Classic Brugge-De Panne 2023 avevamo in mente l'immagine del povero Yves Lampaert crocifisso in sala mensa, empatizzavamo con lui e con le turbolenze che covava nei pensieri, e tremavamo all'idea di quello che gli avrebbe poi detto (o fatto?) il suo patron Patrick Lefevere nel presumibilmente burrascoso dopocorsa. In fondo il buon Yves, che con questa corsa ha pure un suo personale feeling (l'ha vinta nel 2020) non aveva fatto altro che togliere le castagne dal fuoco a uno Jasper Philipsen, polverizzando al contempo la tattica di squadra della Soudal-Quick Step, la quale si ritrovava con una confortante superiorità numerica nel drappello che andava a giocarsi la corsa ma si è vista frantumata dall'ideona di Lampaert: una sferzata improvvisa a 17 km dal traguardo per fare non si sa bene cosa.

Il risultato l'abbiamo visto: a rispondergli un paio di velocisti avversari (Jasper Philipsen e Olav Kooij) e un onesto comprimario (Frederik Frison), ma nessuno dei suoi. Quelli, tra una madonza e l'altra, erano dietro a tirare dopo essere stati presi di sorpresa dal colpo di testa del compagno, mentre lui veniva ovviamente obbligato a non collaborare davanti. Comunque è bastato il lavoro degli altri tre a portare a dama l'azione, con la volata che ha premiato un sempre più consistente Philipsen davanti a un sempre più vanaertiano (nel senso del secondo posto assicurato) Kooij. Quanto a Lampaert, ne risentiremo presto parlare: se non nella cronaca nera delle Fiandre (ha pur sempre determinato uno dei peggiori rovesci della storia recente del team, e Patrick è un nonnino particolarmente incazzoso), tra Harelbeke e Wevelgem, dove nel weekend proverà a farsi immediatamente perdonare con una vittoria di peso. Vedremo se ci riuscirà, non sarà certo facile.

Classic Brugge-De Panne 2023, la cronaca della gara

Ma vediamo nel dettaglio quanto accaduto oggi. 211 km da Brugge a De Panne per la 47esima edizione della corsa che era partita come una Tre Giorni ed rimasta una semiclassica da ruote veloci. Le quali però - soprattutto in caso di maltempo, come oggi - devono svenarsi per provare ad alzare le braccia sotto lo striscione d'arrivo. Al km 5 è partito un attacco a 4 con Mathis Le Berre (Arkéa Samsic), Louis Bendixen (Uno-X), Jens Reynders (Israel-Premier Tech) e Milan Fretin (Flanders-Baloise) su cui poi al km 13 sono rientrati Jonas Rutsch (EF Education-EasyPost), Johan Meens e Louis Blouwe (Bingoal WB); il gruppo a questo punto era già oltre il minuto di ritardo, ma la giornata non sarebbe filata liscia, della serie che i frazionamenti nel plotone sono iniziati già dopo 20 km. Il vantaggio massimo dei sette battistrada ha raggiunto i 2'30" dopo 45 km (a 166 dalla fine), e di lì a poco si è segnalato il ritiro di Sam Bennett (Bora-Hansgrohe), uno dei possibili protagonisti, vincitore di questa corsa due anni fa.

Concluso il tratto in linea, al primo passaggio da De Panne (e a tre giri - 48 km e spiccioli l'uno - dalla fine) il margine dei primi era sceso a un minutino, quindi Meens e Blouwe hanno gettato la spugna; quest'ultimo si è proprio ritirato ai -129, così come Albert Torres (Movistar) in seguito a una caduta. Tra le altre vittime di ruzzoloni in questa fase di gara, Mark Cavendish (Astana Qazaqstan). Ai -103 i cinque fuggitivi superstiti sono stati raggiunti da una prima parte del gruppo (i frazionamenti erano continuati a manifestarsi per tutto il tempo), e di lì a poco si son potuti contare oltre 30 componenti in questo drappellone, tra i quali (ne citiamo alcuni) c'erano Davide Ballerini e Yves Lampaert (Soudal-Quick Step), Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), Edward Theuns (Trek-Segafredo), Tim van Dijke (Jumbo-Visma), Phil Bauhaus (Bahrain-Victorious), Max Walscheid e Simone Consonni (Cofidis), Luca Mozzato (Arkéa), Soren Waerenskjold (Uno-X), Caleb Ewan (Lotto Dstny). Un minuto il vantaggio di questi uomini sulla seconda parte del plotone, pioggia e vento a sferzare la corsa e a incentivare l'entropia.

Ai -79 una foratura ha fermato Ballerini, il secondo gruppo era tirato in particolare dalla Jumbo che si sentiva poco rappresentata davanti, e dalla Groupama-FDJ che direttamente mancava nel primo plotone. L'impeto di queste formazioni ha permesso agli inseguitori di riprendere i primi ai -68. Giusto qualche chilometro di pausa, poi son riprese le grandi manovre, con Alpecin e UAE Emirates a lavorare - di concerto col vento laterale - per portar via un nuovo maxidrappello, composto in questo caso da 18 personalità variamente rilevanti, e stavolta facciamo l'elenco completo: Fabio Jakobsen, Ballerini, Lampaert e Bert van Lerberghe (Soudal), Dylan Groenewegen (Jayco AlUla), Philipsen col compagno Jonas Rickaert, Jonas Koch (Bora), Marijn van den Berg (EF), Pascal Ackermann e Juan Sebastián Molano (UAE), Arnaud Démare  e Bram Welten (Groupama), Olav Kooij (Jumbo), Frederik Frison e Cecric Beullens (Lotto), Stian Fredheim (Uno-X) e di nuovo Consonni, Mozzato e Theuns. 20 in tutto.

Ai -48 l'ultimo passaggio dal traguardo sanciva 45" di un crescente vantaggio per i primi, dietro lavoravano in particolare Movistar e DSM. Ai -44 contemporaneamente scivolata di Mozzato e foratura di Welten, staccati irrimediabilmente entrambi; intanto Ballerini continuava a spingere e a risultare determinante nel far aumentare il margine dei battistrada, che ai -39 sarebbe arrivato a un minuto e mezzo. Non sono mancate tra l'altro le situazioni in cui si sono prodotti frazionamenti nel primo gruppo, del resto il vento sempre presente favoriva tali dinamiche.

Si susseguivano intanto le noie meccaniche tra i battistrada: ai -37 ha forato Philipsen, ai -35 la stessa cosa è capitata a Molano e poco dopo ancora a Van den Berg, ai -31 è stata la volta di Koch ma bene o male tutti son riusciti a rientrare mentre ai -33 si superava la soglia dei due minuti di vantaggio sul gruppo. Corsa più che indirizzata, insomma.

Ai -19 ha forato Lampaert, pure lui è rapidamente rientrato e non solo, è andato avanti a dare una sferzata che ha causato in prima istanza lo staccarsi di Ackermann ai -16. L'assist di Lampaert è stato colto da Philipsen, che ha subito rilanciato l'idea, e da Kooij; di tutti gli altri, solo Frison ha trovato lì per lì la gambe per riprendere il terzetto: aggancio riusciti ai -14.5. Nel secondo gruppetto per un po' Démare ha tirato, poi ha tirato… i remi in barca. Si son guardati (intanto Consonni si staccava), e i quattro battistrada son volati a 20" di vantaggio. Impescrutabile la mossa di Lampaert, che si è ritrovato circondato da ruote veloci (perlomeno Philipsen e Kooij), dopodiché gli avranno sfondato i timpani via radio sicché si è messo in disparte nel quartetto mentre i suoi compagni (pure Jakobsen!) cominciavano a tirare dietro. Ma era un po' tardi, recuperare 25" (tendenti ai 30) già non era facile.

Ci hanno comunque provato, all'ultimo passaggio dal drittone nella steppa di De Moeren ai -9 Ballerini ci ha dato dentro di brutto facendo danni: staccati Koch e Theuns, poi pure Démare e ancora Molano e Groenewegen. Di tutti questi, solo Molano è riuscito a rientrare sul sempre più esiguo gruppo; Démare e Groenewegen si sono accodati per un attimo ma poi di nuovo rimbalzati (insieme a Van Lerberghe, che perdeva a propria volta contatto) ai -6.

Tra i battistrada Lampaert era l'uomo più tenuto d'occhio, visto che l'unica speranza che aveva di evitare le ire del team manager Patrick Lefevere era di anticipare, ma non ci ha comunque pensato. Ci ha provato Frison ai 900 metri, ma ha fatto il solletico. Quanto a Lampaert, credeva evidentemente di avere le massime chance su una volata lunga, e infatti si è lanciato ai 250 metri, ma Philipsen e Kooij non gli hanno lasciato scampo. Vittoria per Jasper davanti a Olav (al quarto secondo posto stagionale), terzo un tiratissimo (in volto) Yves, quarto, un po' distanziato, il rassegnato Frison. Jakobsen non s'è consolato proprio per nulla col quinto posto nella volata dei battuti, a una ventina di secondi dai primi; Ballerini, a 31", ha portato a casa l'undicesimo posto. Oltre alla consapevolezza di essere stato il migliore dei suoi, sotto la pioggia di De Panne.

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Criterium du Dauphiné 2023 - Analisi del percorso
Un losangelino a Longiano: bravo Quinn!
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!