Jambaljamts Sainbayar con il trofeo di secondo classificato del Tour of Thailand © Terengganu Polygon
Mondo Continental

Sainbayar, dalla remota Mongolia col sogno del professionismo

Tra i tanti personaggi prodotti dal recente Tour of Thailand c'è anche il corridore della Terengganu Polygon. Focus sulla Leopard TOGT, sempre più protagonista, e sulle corse .2 della settimana

12.04.2023 13:09

Decimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Tour of Thailand, Circuit des Ardennes, il sogno di Jambaljamts Sainbayar di portare la Mongolia tra i professionisti e la Leopard TOGT, che continua a stupire.

Le corse della settimana

The Princess Maha Chakri Sirindhorns Cup Tour of Thailand

La Roojai Online Insurance festeggia la vittoria di Batsaikhan al Tour of Thailand ©Roojai Cycling

In Asia si è disputato il Tour of Thailand, che ha raggiunto il non invidiabile record di prima corsa di categoria 1 dell’anno a non avere al via né Pro Teams né squadre WorldTour: la start list era limitata, infatti, a nove Continental e sei selezioni nazionali asiatiche. Il percorso non era particolarmente impegnativo e ci si aspettava che la terza frazione, l’unica a prevedere una salita nel finale, fosse quella decisiva, ma le cose sono andate diversamente. 

A dare un’impronta determinante alla classifica generale è stata la prima tappa, che ha visto diciotto corridori attuare la più classica delle fughe-bidone. Sfruttando la presenza nel gruppo di testa del più quotato compagno di squadra Valentin Midey, Tegsh-bayar Batsaikhan (Roojai Online Insurance) ha sferrato il suo attacco e i suoi rivali hanno alzato bandiera bianca. Il corridore mongolo ha tagliato il traguardo con 36” di vantaggio su Yuma Koishi (JCL Team Ukyo) e 38” sugli altri fuggitivi, regolati in volata dall’indonesiano della Kelapa Geding Bikers Terry Kusuma, in gara con la nazionale del suo paese. Il gruppo ha tagliato il traguardo a 12’25”, un distacco troppo elevato per pensare di rientrare nella lotta per la vittoria finale. 

Anche la seconda frazione si è chiusa con un arrivo in solitaria: a sfuggire al controllo del gruppo è stato Dylan Sunderland (St.George), un corridore che in carriera può vantare un’esperienza biennale nel WorldTour. A 1’47” dall’australiano, il gruppo è stato regolato da un brillante Kusuma, che ha preceduto Raymond Kreder (JCL Team Ukyo). Nella terza tappa è ancora una volta andata in porto una fuga e si è imposto nuovamente un corridore con un passato tra i professionisti: l’ex Gazprom Anton Kuzmin (Almaty Astana Motors) ha staccato i suoi compagni di avventura nel finale e si è imposto in solitaria, con 57” su Jang Kyung-Gu (Nazionale Corea del Sud) e 5’03” su Park Keon Woo (LX). 

La quarta frazione ha avuto un epilogo diverso dalle precedenti e si è conclusa con una volata di gruppo: a vincere è stato il sempre più sorprendente Terry Kusuma, bravissimo a precedere due corridori sicuramente più noti come Lucas Carstensen (Roojai Online Insurance) e Raymond Kreder. Anche la quinta tappa sembrava destinata sulla carta ad un arrivo allo sprint, ma ancora una volta un corridore ha scompaginato i piani del gruppo. Il coreano Jang Kyung-Gu, già secondo due giorni prima, ha resistito al rientro degli avversari e ha mantenuto un margine di 42” sul gruppo, regolato da Cameron Ivory (St.George) davanti a Carstensen. 

L’ultima frazione della corsa thailandese si è conclusa con una volata di gruppo, che ha visto prevalere Mohd Hariff Saleh (Terengganu Polygon). Nel suo sprint, però, il corridore malese ha vistosamente cambiato traiettoria per ostacolare la rimonta di Raymond Kreder ed è stato declassato all’ultimo posto del gruppo. A vincere è stato quindi Sarawut Sirironnachai (Thailand), che è riuscito proprio alla fine a riscattare un’edizione non esaltante per i corridori di casa. Alle spalle del trentenne thailandese si sono piazzati lo stesso Kreder e Patompob Phonarjthan (Nazionale Thailandia). 

La classifica generale ha regalato una storica doppietta alla Mongolia, con il vincitore della prima tappa Batsaikhan che ha preceduto di 42” Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Polygon) e di 43” Yuma Koishi. Terry Kusuma, che prima del via non era mai arrivato nei primi cinque in nessuna corsa UCI, ha coronato la miglior corsa della carriera, imponendosi nella graduatoria a punti e in quella riservata ai migliori corridori del Sud-est asiatico, mentre la maglia di miglior scalatore è andata a Jang Kyung-Gu.

Circuit des Ardennes

Il podio finale del Circuit des Ardennes © Circuit des Ardennes - Florent Grandjean

In Francia è andato in scena il Circuit des Ardennes, corsa a tappe di quattro giorni che vedeva al via venti Continental, cinque formazioni dilettantistiche francesi e una selezione nazionale italiana. La prima frazione, la più semplice altimetricamente, si è conclusa con una volata di gruppo. La Alpecin-Deceuninck Development ha preso l’iniziativa nel finale e Axel Laurance ha finalizzato al meglio il lavoro dei compagni, andando a conquistare il primo successo stagionale. Alle sue spalle si è piazzato il suo compagno di squadra Henri Uhlig, mentre terzo ha chiuso Cooper Johnson (Hagens Berman Axeon). 

La seconda tappa presentava un gran numero di strappi negli ultimi 50 km. L’azione decisiva è nata ai -40, quando quattro uomini sono evasi dal gruppo e si sono riportati rapidamente sui fuggitivi della prima ora, staccandoli, poi, nei chilometri successivi. A 5 km dal traguardo Jordi Warlop (Soudal-Quick Step Devo) ha dovuto abbandonare le speranze di successo a causa di una foratura e poco dopo Mathias Bregnhøj (Leopard TOGT) ha sferrato l’attacco vincente. Sul traguardo di Gruyères, il corridore danese si è presentato da solo, con un vantaggio di 4” sul campione nazionale ceco Matěj Zahálka (Elkov-Kasper) e Alec Segaert, tesserato per Lotto Dstny, ma in gara con il ramo Development. Laurance ha chiuso a 46” e ha dovuto cedere la testa della classifica al vincitore di tappa. 

La terza frazione prevedeva un percorso con diverse asperità e l’ultimo km in pendenza. A giocarsi la tappa è arrivato un gruppo abbastanza numeroso e sulla rampa finale Thibaud Gruel (Groupama-FDJ Continental) è stato il più forte, con Rémi Capron (VC Villefranche Beaujolais) e António Morgado (Hagens Berman Axeon) che sono riusciti a tenergli la ruota, ma non hanno avuto la forza per provare a superarlo. Gruel ha provato a ripetersi nell’ultima tappa, ma ha dovuto arrendersi al fotofinish a Luke Lamperti (Trinity Racing). Alberto Bruttomesso, corridore del Team Friuli in gara con la nazionale italiana, ha chiuso al terzo posto. 

La classifica finale ha ricalcato l’ordine d’arrivo della seconda tappa, con Mathias Bregnhøj vincitore con 8” di vantaggio su Matěj Zahálka. Alec Segaert non ha preso il via dell’ultima frazione perché malato e così a salire sul terzo gradino del podio, con 33” di ritardo, è stato Thibaud Gruel, che si è portato a casa anche la classifica a punti, quella dei giovani e quella riservata ai corridori francesi. La graduatoria degli scalatori ha visto prevalere il ceco Michael Kukrle (Felbermayr-Simplon Wels), mentre Magnus Brynsrud (Uno-X Dare Development) ha vinto il premio della combattività. Francesco Busatto (Circus-ReUz) ha tenuto alti i colori azzurri con il sesto posto finale a 48” dal vincitore. 

Le Continental tra i big

Un raggiante Léo Danès con la maglia a pois del Région Pays de la Loire Tour © CIC U Nantes Atlantique

Settimana abbastanza positiva per le formazioni di terza divisione impegnate in gare di livello superiore in Francia.

Al Région Pays de la Loire Tour, nuova denominazione dello storico Circuit de la Sarthe, erano presenti le quattro Continental transalpine (esclusa come sempre la Groupama-FDJ Continental per via della presenza in corsa del team WorldTour) e i risultati sono stati ottimi. Pierre Barbier (CIC U Nantes Atlantique) è stato terzo nella seconda tappa e Jérémy Leveau (Go Sport – Roubaix Lille Métropole) è riuscito ad eguagliarlo nell’ultima frazione. Lo stesso Leveau ha chiuso quarto in classifica, mancando il podio per soli 2”. Nella generale hanno fatto molto bene anche Romain Cardis (St.Michel-Mavic-Auber 93) e Nolann Mahoudo (CIC U Nantes Atlantique), che hanno concluso rispettivamente al decimo e al tredicesimo posto. Soddisfazione anche per Léo Danès (CIC U Nantes Atlantique), che si è aggiudicato la graduatoria riservata agli scalatori.

Le quattro Continental transalpine hanno preso parte, insieme alla belga Tarteletto-Isorex, anche alla Paris-Camembert, ma non sono riuscite ad inserire nessuno nell’attacco di otto uomini che ha deciso la corsa. Il giovane danese Rasmus Søjberg Pedersen (CIC U Nantes Atlantique) ha comunque chiuso la corsa al nono posto, confermandosi un prospetto molto interessante.

Alla Freccia del Brabante, in Belgio, non era presente nessuna Continental.

Il corridore della settimana: Jambaljamts Sainbayar

Jambaljamts Sainbayar al recente Tour of Thailand © Tour of Thailand

Da diversi anni Jambaljamts Sainbayar è il corridore simbolo della Mongolia e, nonostante il connazionale Tegsh-bayar Batsaikhan lo abbia battuto nel recente Tour of Thailand, le gerarchie non sono cambiate. Il sogno del ventiseienne è quello di diventare il primo corridore del suo paese ad approdare tra i professionisti, ma non sarà facile, visto che, kazaki a parte, gli asiatici che hanno lasciato il segno nelle corse più prestigiose sono stati pochi e c’è sempre un po’ di diffidenza verso nazioni “nuove”.

Jambaljamts Sainbayar iniziò a correre in bici a quindici anni con la squadra della sua scuola e nel 2014 entrò nel giro della nazionale mongola junior. Partecipò ai Campionati Asiatici su strada e ai Campionati del Mondo su pista di categoria, facendo esperienza in vista del salto tra gli under 23. L’anno successivo partecipò al Tour of Iran, la prima corsa UCI della sua carriera, portandolo a termine. Nel 2016 ripeté l’esperienza, migliorando i propri risultati, nonostante una concorrenza di livello superiore, e chiuse al quarto posto la prova in linea dei campionati nazionali.

Nel 2017 disputò alcune gare in Cina con una formazione dilettantistica locale, la TJ-Sport Panda, e, nel mese di novembre fu ingaggiato da una formazione Continental, la RTS-Monton, con cui disputò il Tour of Quanzhou Bay. Confermato dalla compagine taiwanese anche per la stagione successiva, partecipò alla sua prima gara .HC, il Tour of Hainan, ma si tolse le maggiori soddisfazioni nelle gare riservate agli under 23. All’ultimo anno nella categoria, si laureò campione nazionale, conquistò la medaglia di bronzo nella prova in linea dei Campionati Asiatici e prese parte ai Campionati del Mondo. 

In seguito alla chiusura della RTS, il corridore mongolo faticò a trovare squadra per il 2019 e ci riuscì solo nel mese di maggio, quando firmò con la Ferei. Riuscì a ripagare la fiducia della formazione ucraina con un doppio podio ai campionati nazionali e una serie di buoni risultati nelle corse cinesi: vinse la classifica a punti del Tour of Xingtai, chiuse al settimo posto il Tour of China I e all’ottavo il Tour of Fuzhou, in cui conquistò il suo primo successo UCI, aggiudicandosi la sesta tappa.

Nel 2020 avrebbe dovuto proseguire la sua avventura nella Ferei-CCN, che nel frattempo aveva preso la licenza bielorussa, ma, dopo essersi imposto in una corsa dilettantistica in Thailandia, il Tour of Phuket, Sainbayar corse solo i campionati nazionali (senza brillare più di tanto) a causa dello scoppio della pandemia.

Dopo una stagione così travagliata, il corridore nativo di Ulan Bator si ritrovò appiedato, ma nel mese di maggio trovò casa alla Terengganu, una delle migliori squadre asiatiche. Schierato nelle gare turche di luglio, inanellò una serie di risultati di alto livello: vinse il Kahramanmaraş GP, chiuse al secondo posto il Germenica GP, il GP Erciyes-Mimar Sinan e il GP Kayseri e al quarto il GP Develi. Queste prestazioni gli valsero la convocazione per i Campionati del Mondo in Belgio. Sainbayar non portò a termine la prova, ma si mise in luce entrando nella fuga di giornata, dimostrando così che anche la Mongolia poteva avere un posto nel ciclismo. La sua stagione si chiuse alla grande, con la vittoria nel Tour of Thailand a dicembre.

Nel 2022, confermato dalla formazione malese, il corridore mongolo si è laureato campione nazionale a cronometro e si è aggiudicato il GP Develi e una tappa del Tour of Sakarya, poi chiuso al secondo posto. Oltre alle tre vittorie ha ottenuto un altissimo numero di piazzamenti, tra cui spiccano sicuramente la medaglia di bronzo nella prova in linea dei Campionati Asiatici e il nono posto nella classifica generale del Tour de Langkawi, corsa di categoria Pro. Per la seconda volta consecutiva, inoltre, ha partecipato ai Campionati del Mondo, ma anche in questa occasione non ha portato a termine la corsa.

Nella stagione in corso, prima del già citato secondo posto al Tour of Thailand, il corridore della Terengganu Polygon si è fatto notare al Saudi Tour, che ha chiuso con un buon diciassettesimo posto di fronte agli squadroni WorldTour.

In attesa di capire se riuscirà a passare professionista, Jambaljamts Sainbayar insegue un altro obiettivo: la partecipazione alle Olimpiadi. La crescita del movimento nazionale potrebbe portare la Mongolia a qualificarsi e, in quel caso, sfruttando le sue caratteristiche di corridore completo, il ventiseienne sarebbe sicuramente l’uomo più indicato a rappresentarla a Parigi.

La squadra della settimana: Leopard TOGT

I corridori della Leopard TOGT in allenamento © Leopard TOGT

Nel 2012, in seguito alla fusione fra due squadre WorldTour, la Leopard-Trek e la RadioShack, fu creata una Continental, chiamata Leopard-Trek CT, che aveva il doppio scopo di fungere da vivaio per la formazione WorldTour e di agevolare lo sviluppo del ciclismo locale. Dopo due anni, l’uscita di Trek dal progetto sancì di fatto la fine della collaborazione con la RadioShack, ma la compagine lussemburghese continuò l’attività, dimostrando una buona solidità societaria e concentrandosi principalmente sui giovani, pur senza disdegnare la possibilità di ingaggiare corridori un po’ più esperti.

Alla fine del 2020, dopo un biennio da ProTeam, la Riwal-Securitas annunciò il ritorno tra le Continental a causa di problemi economici, derivati anche dalla perdita del secondo sponsor. Nonostante il passo indietro, i vertici della formazione danese spiegarono che si trattava solo di una soluzione provvisoria in attesa di tempi migliori.

Alla fine dello scorso anno la Leopard e la Riwal hanno annunciato la fusione, con gli obiettivi di affermarsi immediatamente come una delle migliori Continental del mondo e di salire nella categoria superiore al più presto. La squadra, che ora si chiama Leopard TOGT, ha preso la licenza danese e ha sicuramente iniziato con il piede giusto: sono già quattro, infatti, le vittorie UCI in corse .2, mentre nelle corse di categorie superiori sono arrivate già diverse top ten.

Il roster 2023 è composto da diciassette corridori e tre di loro sono stati protagonisti dello speciale sul corridore della settimana di Mondo Continental: si tratta dei due tedeschi, il pistard Tim Torn Teutenberg (leggi qui) e l’ex B&B Hotels Miguel Heidemann (leggi qui), e del fresco vincitore del Circuit des Ardennes, il danese Mathias Bregnhøj (leggi qui).

Degli altri quattordici, solo uno non è né danese né lussemburghese: si tratta del neerlandese Nick Van Der Lijke, l’unico corridore del team ad avere più di trent’anni. Il classe 1991 corse nelle categorie superiori dal 2014 al 2020, con le maglie di Belkin, LottoNL, Roompot e Riwal, senza mai riuscire ad esplodere davvero dopo un’esperienza molto promettente da under 23. Nel 2021 rimase nella formazione danese e conquistò la classifica finale della Kreiz Breizh Elites, che si era già aggiudicato nel 2013. Curiosamente negli otto anni intercorsi tra i due successi non ha vinto nessuna corsa. A fine stagione annunciò il ritiro per gestire una paninoteca insieme alla moglie. Il suo business extraciclistico non è decollato, anche a causa di problemi di salute della signora, e già lo scorso anno era tornato a disputare qualche gara dilettantistica, prima del rientro a tempo pieno di quest’anno.

La parte danese del team conta otto corridori: oltre a Bregnhøj, i più noti sono senz’altro Andreas Stokbro ed Emil Vinjebo, che vantano in carriera esperienze nel WorldTour. 

Stokbro è un velocista, che ha vinto il Giro delle Fiandre under 23 nel 2019 ed ha corso nella massima categoria nel biennio 2020-2021 con NTT e Qhubeka. La sua avventura nella formazione sudafricana non è stata indimenticabile e lo scorso anno aveva cercato il riscatto al Team Coop, riuscendo a trovare una buona continuità di risultati. In questa stagione ha vinto il GP Ville de Lillers, dimostrando di non essere un semplice sprinter, ma di avere anche il coraggio di attaccare.

Anche Vinjebo, uomo da classiche, ha corso con la Qhubeka nel 2021 e anch’egli non ricorderà con particolare emozione la sua avventura WorldTour. I migliori risultati li ha ottenuti in Francia: lì ha conquistato il suo unico successo UCI, una tappa al Tour du Loire et Cher 2018, mentre nella stagione successiva è stato terzo al Tro-Bro Léon e quarto alla Drôme Classic.

I giovani Tobias Hansen e Robin Skivild sono arrivati in squadra quest’anno dopo aver condiviso un’esperienza biennale alla Uno-X Dare Development. Il primo ha vinto una tappa al Baltic Chain Tour 2022, mentre il secondo è ancora alla ricerca del primo successo in carriera. Nel prossimo anno e mezzo entrambi dovrebbero dare la precedenza alla pista, in vista delle Olimpiadi di Parigi. Tutti e due, infatti, fanno parte del quartetto danese dell’Inseguimento a Squadre che ha vinto le prime due prove della Coppa delle Nazioni.

Il venticinquenne Mads Østergaard Kristensen si è già messo in luce quest’anno con una fuga a Le Samyn e un attacco (senza esito) all’ultimo km della Ster Van Zwolle. Negli ultimi tre anni ha corso con il Team ColoQuick e ha ottenuto i suoi migliori risultati nel 2021, quando vinse il GP Herning e fu secondo alla Rent Liv Løbet Skive. Nello stesso anno fu sfortunato protagonista di una tappa del Giro di Danimarca: riuscì a centrare la fuga buona, ma allo sprint fu vittima di un salto di catena e dovette accontentarsi del sesto posto.

Gli altri due danesi non hanno ancora ottenuto grandi risultati: Oliver Knudsen ha corso nel VC Mendrisio nel 2021, disputando diverse gare nel nostro paese, tra cui il Giro d’Italia under 23. Lo scorso anno è tornato in patria con la Restaurant Suri-Carl Ras e quest’anno è passato alla Leopard TOGT; Kasper Søgaard, invece, è stato confermato dopo aver corso lo scorso anno nella Riwal, con cui ha disputato gare importanti come lo ZLM Tour e il Tour Luxembourg.

Tra i sei corridori lussemburghesi del team spicca sicuramente Colin Heiderscheid. Buon velocista, nel 2018 si piazzò al terzo posto in una volata di gruppo del Tour de l’Avenir, convincendo la Leopard a puntare su di lui. Negli ultimi quattro anni ha ottenuto diversi buoni piazzamenti prima del sorprendente titolo nazionale dello scorso anno.

Loïc Bettendorff è l’unico corridore ad aver corso sia nella Leopard (2020-2021) che nella Riwal (2022) prima della fusione di quest’anno. Nel 2021 fu terzo nel campionato nazionale, battuto solo in volata da Kevin Geniets e Jempy Drucker, due corridori con tutt’altra esperienza internazionale. È il campione nazionale under 23 in carica.

Anche Mats Wenzel è campione nazionale under 23 in carica, ma nel ciclocross. Lo scorso anno si è ben comportato al Tour de l’Avenir, chiuso al diciannovesimo posto, con due top ten di tappa, mentre quest’anno è stato quarto nella prima tappa del Circuit des Ardennes.

Promette molto bene anche Tom Paquet, che ha dato continuità all’ottimo dodicesimo posto dei Campionati Europei under 23 2021 con il settimo posto ottenuto alla Flèche du Sud 2022. Quest’anno, invece, è ancora a caccia del colpo di pedale giusto. 

La colonia lussemburghese è completata da Cedric Pries, alla Leopard dal 2020, che quest’anno ha ottenuto il miglior risultato in carriera con l’ottavo posto alla Ster van Zwolle, e il giovanissimo Mil Morang, campione nazionale lo scorso anno tra gli juniores.

La Leopard TOGT tornerà in gara venerdì alla Classic Grand Besançon Doubs per continuare a stupire.

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