Mathias Breghnøj © Olympia's Tour
Mondo Continental

Un altro di quelli che hanno anteposto lo studio al ciclismo...

Mathias Breghnøj ha vinto l'Olympia's Tour, storica corsa giovanile, ma non è più tanto giovane... e ha più di un motivo valido. Focus sulla portoghese Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua; e che pasticcio al campionato argentino!

31.03.2023 21:49

Ottavo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Olympia’s Tour, Volta ao Alentejo, GP Goriska & Vipava Valley, GP Adria Mobil, Syedra Ancient City, Mathias Bregnhøj e Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua.

Le corse della settimana

Olympia’s Tour

Jesse Kramer, Lars Boven, Mathias Bregnhøj e Jack Rootkin-Gray, vincitori delle maglie dell'Olympia's Tour 2023 © Olympia's Tour

La scorsa settimana nei Paesi Bassi si è disputato l’Olympia’s Tour, che, nonostante un percorso senza troppe difficoltà altimetriche, è una corsa tradizionalmente molto avvincente. Quest’anno ventuno Continental e quattro formazioni dilettantistiche locali si sono date battaglia per cinque giorni. La gara si è aperta con una cronometro di 9 km, ovvero due giri del circuito di Assen, tappa abituale di MotoGP e Superbike. In una prova condizionata dal maltempo Per Strand Hagenes (Jumbo-Visma Development) ha fatto registrare il miglior tempo, con 1” di vantaggio su Vlad van Mechelen (DSM Development), mentre al terzo posto si è piazzato Joshua Giddings (Lotto Dstny Development), staccato di 4”.

Già il secondo giorno la classifica è stata completamente rivoluzionata: nonostante un percorso sulla carta molto semplice, vento e strade strette hanno reso la corsa molto selettiva e solo sette corridori si sono giocati il successo in volata. Joren Bloem (TDT-Unibet) ha lanciato lo sprint da lontano, ma è stato saltato proprio negli ultimi metri da Max Kroonen (VolkerWessels), che è andato così a conquistare la sua prima vittoria UCI. Il podio di giornata è stato completato da Lars Boven (Jumbo-Visma Development), mentre Emil Vinjebo (Leopard TOGT), sesto, è andato a conquistare la maglia di leader. Hagenes ha perso 39” dai primi ed è scivolato al tredicesimo posto in classifica.

Nonostante il ritorno del maltempo, la terza frazione si è rivelata, invece, molto meno selettiva e sono stati circa sessanta i corridori giunti nel primo gruppo: ad imporsi, in una volata senza storia, è stato Erlend Blikra, professionista della Uno-X, ma qui in gara con la formazione Continental. Il corridore norvegese ha avuto ragione di Coen Vermeltfoort (VolkerWessels) e Martijn Budding (TDT-Unibet). La volata è stata scongiurata nella quarta tappa: il gruppo è stato battuto dall’azione di Magnus Bak Klaris (Restaurant Suri-Carl Ras) e Enzo Leijnse (DSM Development), con quest’ultimo che ha staccato il compagno di fuga nel finale, precedendolo di 5” sul traguardo. A 49” Mārtiņš Pluto (ABLOC) ha regolato agevolmente una trentina di uomini nella volata per il terzo posto e non ha nascosto la delusione per un’occasione sfumata.

L’ultima tappa era la più impegnativa, con tanti strappi, tra cui il Cauberg, disseminati lungo il percorso. Sei corridori hanno fatto la differenza e si sono giocati la vittoria: l’esperto Bert-Jan Lindeman ha provato a sorprendere gli avversari, ma ha finito per tirare loro la volata. Jesse Kramer (Jumbo-Visma Development) è stato il più veloce e ha costretto il fratello d’arte Martin Pedersen (Restaurant Suri-Carl Ras) e Frank van den Broek (ABLOC) ad accontentarsi delle piazze d’onore. Vinjebo ha perso oltre un minuto ed è scivolato al quinto posto in classifica, ma la Leopard TOGT è caduta in piedi, dato che a portarsi a casa la corsa è stato un altro corridore della formazione danese: Mathias Bregnhøj, che ha potuto così festeggiare la prima vittoria UCI in carriera. Sul podio con il ventisettenne, vincitore anche della graduatoria degli scalatori, sono saliti Liam Slock, in gara con la Lotto Dstny Development, ma sotto contratto con il ramo Pro del team, staccato di 14”, e Kramer di 22”. La Jumbo-Visma Development si è dimostrata ancora una volta molto solida e ha fatto incetta di classifiche secondarie: Kramer si è preso la maglia di miglior giovane, Boven si è imposto nella graduatoria a punti e il team giallonero è stato la migliore squadra.

Volta ao Alentejo

Orluis Aular, vincitore della Volta ao Alentejo 2023 © Volta ao Alentejo

In Portogallo è andata in scena la quarantesima edizione della Volta ao Alentejo, corsa a tappe di cinque giorni priva della cronometro risultata spesso decisiva negli ultimi anni. Al via c’erano le stesse diciassette squadre che avevano disputato la Classica da Arrabida pochi giorni prima, con l’aggiunta della Burgos-BH. La prima tappa, che prevedeva un arrivo in leggera salita, si è conclusa con uno sprint di gruppo e ha premiato il giovane statunitense Luke Lamperti (Trinity) che, pilotato alla perfezione da Max Walker, poi terzo, ha battuto abbastanza agevolmente Cyril Barthe (Burgos-BH). Anche la seconda frazione è stata decisa da un volatone generale e, questa volta, è stato dominio sudamericano: si è imposto il venezuelano Leangel Linarez (Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua), che ha preceduto piuttosto nettamente il connazionale Orluis Aular (Caja Rural-Seguros RGA), il colombiano Santiago Mesa (ABTF Betão - Feirense) e l’argentino Tomas Contte (Aviludo-Louletano).

Pure nella terza tappa la volata di gruppo sembrava scontata, ma Francisco Guerreiro (Efapel) e Cyril Barthe hanno attaccato poco prima del cartello dell’ultimo chilometro, riuscendo a distanziare il gruppo. I due hanno resistito al rientro del plotone e il francese ha avuto ragione del rivale in volata, conquistando anche la maglia di leader della classifica generale. Il gruppo, in forte rimonta e classificato con lo stesso tempo dei due attaccanti, è stato regolato da Aular. La quarta frazione era la più impegnativa e, come da pronostico, è stata decisiva per l’esito della corsa. Cinque corridori si sono dimostrati superiori agli avversari e sono arrivati a giocarsi la tappa: Adrián Bustamante (Kelly/Simoldes/UDO) ha attaccato prima dell’ultima curva ed ha resistito sul breve rettilineo finale in lastricato alla rimonta di Aular. In terza posizione ha chiuso Alex Molenaar (Electro Hiper Europa), mentre Giovanni Carboni (Kern Pharma) e Mauricio Moreira (Glassdrive Q8 Anicolor) sono stati cronometrati con 2” di ritardo. Barthe ha chiuso ad oltre 2’ ed ha dovuto cedere la maglia gialla ad Aular.

L’ultima tappa era piuttosto semplice e non ha creato scossoni in classifica: a vincere è stato ancora una volta Linarez, probabilmente il miglior velocista in gara, che ha preceduto senza troppe difficoltà il solito Aular e il tedesco Pirmin Eisenbarth (Bike Aid). La generale ha ovviamente premiato Aular che, grazie a quattro podi in cinque tappe, si è aggiudicato anche la classifica a punti. Sul podio sono saliti i protagonisti della tappa regina Bustamante e Molenaar, entrambi giunti a 17”, mentre Moreira e Carboni hanno chiuso subito dietro, con un ritardo di 30”. Max Walker, sesto a 1’01” è stato il miglior giovane, mentre Pedro Silva (Glassdrive Q8 Anicolor) ha conquistato la maglia riservata agli scalatori. Orluis Aular si è dimostrato ancora una volta l’assoluto padrone delle corse portoghesi di marzo, completando la doppietta Classica da Arrabida-Volta ao Alentejo per il secondo anno consecutivo. Da segnalare che la Rádio Popular-Paredes-Boavista, Continental lusitana attiva da quasi 40 anni, non ha partecipato alle due corse di casa perché è stata sospesa per 30 giorni dall’UCI a causa dei casi di doping che hanno coinvolto João Benta e Daniel Freitas. Il primo, che aveva lasciato la squadra alla fine del 2021, è stato sospeso per violazioni del passaporto biologico, mentre il secondo è stato fermato nell’ambito dell’inchiesta “Prova Limpa” alla vigilia dell’ultima Volta a Portugal.

GP Goriska & Vipava Valley e GP Adria Mobil

Tilen Finkst vince il GP Adria Mobil 2023 © GP Adria Mobil-Sportida

La scorsa settimana si è corso anche il GP Goriska & Vipava Valley, gara dal percorso ondulato con partenza e arrivo a Nova Gorica, in Slovenia, che ha visto trionfare lo scorso anno il croato Fran Miholjević, oggi professionista alla Bahrain-Victorious. Le squadre al via erano ben 29: un ProTeam (la Green Project-Bardiani), ventidue Continental e sei formazioni dilettantistiche. Il grande protagonista di giornata è stato Alex Tolio (Green Project-Bardiani): a lungo in fuga insieme a Matthew King (XSpeed United) e Gregor Matija Černe (meblo-JOGI), il corridore veneto ha staccato i compagni di avventura a poco più di 20 km dal traguardo e ha proseguito in solitaria, ma il suo sogno di conquistare il successo si è infranto in cima all’ultimo strappo, a meno di 2 km dall’arrivo.

Adam Ťoupalík (Elkov-Kasper) ha forzato il ritmo in discesa e ha guadagnato qualche metro su tutti gli avversari: al termine della picchiata, il corridore ceco ha deciso di tirare dritto ed è riuscito a tenere dietro gli inseguitori, conservando un margine di 2”, nonostante il disperato tentativo di Tilen Finkšt, che aveva lanciato una volata lunghissima. Il corridore dell’Adria Mobil è stato superato negli ultimi metri da Filippo Fiorelli (Green Project-Bardiani), ma è riuscito comunque a salvare la terza posizione. Tanto rammarico per un inesauribile Tolio, che, dopo aver visto la vittoria sfuggirgli dalle mani ad un passo dal traguardo, ha dovuto accontentarsi di finire ai piedi del podio, quarto. Per i colori azzurri sono arrivati buoni risultati anche da un altro corridore della Green Project-Bardiani, Filippo Magli, giunto settimo a 10”, e da Giovanni Bortoluzzi (Friuli ASD), decimo a 15”. 

Sempre in Slovenia, si è disputato il GP Adria Mobil, corsa con partenza e arrivo a Novo Mesto, che si è conclusa con una volata di gruppo per sei volte nelle prime sette edizioni. Al via ventisei squadre: la Green Project-Bardiani, venti Continental, quattro formazioni dilettantistiche e una selezione nazionale bulgara. Quindici corridori hanno provato a movimentare la corsa, guadagnando fino a circa 2’ sul gruppo, ma, come spesso accade in gruppi di fuggitivi così numerosi, l’accordo è venuto meno troppo presto e l’azione si è conclusa a poco meno di 25 km dal traguardo. Dopo il ricongiungimento ci sono stati diversi attacchi, ma nessuno ha avuto l’esito sperato e il gruppo ha iniziato a prepararsi per la volata. La Green Project-Bardiani ha preso in mano l’iniziativa per favorire lo sprint di Luca Colnaghi, ma non tutto è andato per il verso giusto e il corridore lombardo si è trovato al vento già ai -450 metri e ha finito per favorire i rivali.

Sul rettilineo finale, in leggera salita, è uscito di prepotenza Tilen Finkšt, che ha riportato l’Adria Mobil al successo nella propria corsa dopo le vittorie di Marko Kump nel 2015 e nel 2019. In seconda posizione si è piazzato Filippo Fortin (Maloja Pushbikers), al quarto podio in carriera in una gara che evidentemente gli si adatta alla perfezione. Il podio è stato completato da Colnaghi, che è riuscito a salvare il terzo posto dalla rimonta di Viktor Potočki (Ljubljana Gusto Santic). Altri tre italiani hanno concluso la corsa nella top ten: Riccardo Perani (Gallina Ecotek) ha chiuso in settima posizione, appena davanti ad Alessio Menghini (Solme-Olmo), mentre Alessio Portello (Q36.5 Continental) ha terminato la prova in decima posizione. Dopo tre corse in otto giorni bisognerà ora aspettare circa due mesi per rivedere una corsa UCI in Slovenia.

Syedra Ancient City

Il Giro di Turchia è stato rinviato ad ottobre per permettere al paese di riprendersi dalle conseguenze del terremoto, ma alcune corse minori, che richiedono un’organizzazione meno elaborata, continuano a disputarsi e lo scorso weekend è andata in scena la prima edizione della Syedra Ancient City, che prevedeva un impegnativo finale in cima ad una salita di 3 km con una pendenza media superiore al 10%. Oltre alle quattro Continental locali, si sono schierate al via la China Glory, una selezione nazionale greca e diverse formazioni dilettantistiche. A dominare la corsa è stata la Nazionale Greca, che ha lanciato all’attacco solitario Polychronis Tzortzakis e ha gestito la situazione nel gruppo inseguitore. Il trentaquattrenne si è presentato ai piedi della salita finale con oltre 2’ di vantaggio e ha potuto gestire abbastanza tranquillamente la rimonta dello scalatore canadese James Piccoli (China Glory), che ha chiuso secondo con 47” di ritardo. A completare il trionfo ellenico ci hanno pensato Periklis Ilias, terzo a 2’09” e Georgios Bouglas, quarto a 2’21”. Da segnalare il ritorno alle corse, al sesto posto, del russo Savva Novikov, che, dopo un biennio privo di soddisfazioni tra i professionisti in maglia Kern Pharma, non era stato confermato per problemi di salute.

Campionati Nazionali Argentina e Cile

Il podio del Campionato Argentino a cronometro 2023 © SEP San Juan

Dopo Colombia, Ecuador e Uruguay, altri due paesi sudamericani hanno assegnato i titoli nazionali.

In Cile la cronometro non ha riservato sorprese: José Luis Rodríguez (SwiftCarbon) si è imposto per la quinta volta in carriera, dimostrandosi ancora una volta fuori portata per tutti gli avversari. Juan Cristobal Lira (Papa John’s) ha chiuso al secondo posto, staccato di 2’02”, con Alejandro Lovera a completare il podio a 2’07”. In realtà Héctor Quintana è arrivato a soli 10” da Rodríguez, ma il ventenne gareggiava nella categoria under 23 e non gli avrebbe comunque strappato il titolo. Il corridore della SwiftCarbon ha cercato di ripetersi nella prova in linea, ma ha dovuto accontentarsi del terzo posto. Il successo è andato a Manuel Lira (Papa John’s), che ha preceduto Joaquín Corvalan. Il biker Martin Vidaurre, molto atteso dopo la vittoria alla Vuelta del Porvenir San Luis, non è andato oltre la sesta posizione, mentre Carlos Oyarzún (Aviludo-Louletano), unico corridore cileno in attività ad aver corso tra i professionisti, non ha preso parte ai Campionati Nazionali perché impegnato alla Volta ao Alentejo.

In Argentina continua a brillare la stella di Sergio Fredes, che, dopo aver sfiorato il successo alla Vuelta del Porvenir San Luis, ha dominato la cronometro dei campionati nazionali, rifilando 1’04” a Juan Pablo Dotti (SEP San Juan) e 1’59” a Leonardo Cobarrubia (SEP San Juan). I tre sono stati anche i protagonisti dell’azione decisiva nella prova in linea, prima di essere mandati fuori dal percorso a causa di un incredibile errore dell’organizzazione. Finiti in strade aperte al traffico in un orario in cui il vicino stadio era preso d’assalto dai tifosi per via di una partita, i battistrada hanno proseguito la corsa nonostante i rischi e Fredes ha staccato i rivali tagliando per primo il traguardo. Dopo quasi due ore di attesa, gli organizzatori hanno deciso di proclamare due campioni nazionali: oltre a Fredes, il primo all’arrivo, è stato premiato anche Alejandro Duran (Chimbas te Quiero), il migliore fra coloro che hanno seguito il percorso di gara previsto, mentre Cobarrubia e Dotti sono stati classificati rispettivamente in seconda e terza posizione. Sergio Fredes chiude, quindi, i Campionati Nazionali facendo doppietta, risultato incredibile per un corridore che a trentun anni non ha mai corso a livello Continental.

Le Continental fra i big

Le corse italiane della scorsa settimana hanno dato ampio spazio alle Continental, ma i risultati non sono stati particolarmente brillanti. Alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali hanno partecipato le italiane Beltrami TSA, General Store-Essegibi, Mg.K Vis-Colors for Peace, Technipes #inEmiliaRomagna e Work Service-Vitalcare, la colombiana GW Shimano-Sidermec e la rumena Sofer Savini Due. Gli unici risultati degni di nota, però, sono arrivati dai corridori della Jumbo-Visma Development in prestito al ramo WorldTour: i neerlandesi hanno ottenuto dei quarti posti di tappa con Loe Van Belle e Johannes Staune-Mittet, con quest’ultimo che si è piazzato al quindicesimo posto in classifica generale, poco dietro il compagno di squadra Tijmen Graat, undicesimo. Le squadre di terza divisione invitate non hanno ottenuto alcuna top ten di tappa e il migliore nella generale è stato Alessandro Bisolti (GW Shimano-Sidermec), ventinovesimo con oltre 9’ di ritardo. 

Le cinque Continental italiane presenti alla Coppi e Bartali hanno disputato anche il GP Industria & Artigianato insieme a Biesse-Carrera e Colpack-Ballan. Anche a Larciano, però, i risultati sono stati un po’deludenti: nessuna delle formazioni di terza divisione è riuscita a piazzare uomini fra i diciassette che si sono giocati la corsa. Alla fine il migliore è stato Sergio Meris (Colpack-Ballan), ventunesimo a poco più di 3’, che ha preceduto di pochissimo Giacomo Villa (Biesse-Carrera), ventiduesimo. Nello stesso gruppo ha chiuso anche Thomas Pesenti (Beltrami TSA), ventinovesimo.

Situazione diversa in Francia, con le Continental che si sono ben comportate alla Roue Tourangelle. Al via erano presenti le quattro formazioni locali (esclusa la Groupama-FDJ Continental, data la presenza del team WorldTour), la belga Tarteletto-Isorex e la canadese Ecoflo Chronos. Tutte le compagini di terza divisione, ad eccezione della Nice Métropole Côte d'Azur, hanno piazzato almeno un corridore nel gruppo di quaranta che si è giocato la corsa. Alla fine il migliore è stato l’ex B&B Hotels Pierre Barbier (CIC U Nantes Atlantique), che è riuscito a chiudere terzo, centrando un podio importantissimo per la sua squadra. Bene anche Timothy Dupont (Tarteletto-Isorex), sesto.

Il corridore della settimana: Mathias Bregnhøj

Mathias Breghnøj, vincitore dell'Olympia's Tour 2023 © Olympia's Tour

Dopo gli ottimi risultati al Tour des Alpes Maritimes et du Var, in cui era stato il miglior corridore Continental con una top ten di tappa e l’undicesimo posto in classifica generale, Mathias Bregnhøj ha ottenuto la sua prima vittoria a livello UCI, conquistando la classifica generale dell’Olympia’s Tour. A ventisette anni, il corridore danese continua a migliorare le proprie prestazioni e, nonostante un’età abbastanza avanzata per il ciclismo di questi anni, il sogno di approdare tra i professionisti potrebbe diventare realtà.

Contrariamente a tanti suoi connazionali che fanno cose fenomenali nelle categorie inferiori, senza riuscire a confermarsi tra i “grandi”, Bregnhøj non ha fatto sfracelli nelle categorie giovanili, continuando a crescere gradualmente senza grandi exploit. Non ha ottenuto successi di rilievo da junior e nel primo anno da under 23 disputò un discreto campionato nazionale, in cui chiuse nel gruppo principale. Nel 2015 passò alla Odder CK, in cui fu compagno di squadra di Jonas Vingegaard, e iniziò a farsi notare con qualche top ten in gare dilettantistiche locali. L’anno successivo si trasferì all’Herning CK, continuando il percorso di crescita, ma senza riuscire ad alzare le braccia al cielo. 

Nel 2017, per l’ultimo anno da under 23, arrivò la possibilità di esordire nella categoria Continental con la maglia della BHS-Almeborg-Bornholm. I risultati non furono eccezionali, ma il corridore danese poté fare esperienza in corse di livello superiore a quelle a cui era abituato: nella corsa più importante dell’anno, il PostNord Danmark Rundt, si mise in luce con diversi tentativi di attacco. Confermato dal team, l’anno successivo sfiorò il successo alla Ringenloppet, una corsa dilettantistica svedese, in cui fu battuto soltanto dal compagno di squadra Jeppe Klein Jensen. Nel 2019 i risultati di Bregnhøj migliorarono: si impose in una corsa dilettantistica, la Hedensted Integolobet, e riuscì a fare una buona classifica al PostNord Danmark Rundt, che chiuse in sedicesima posizione. L’anno successivo iniziò bene la stagione, con il diciassettesimo posto al Tour of Antalya, prima che la pandemia fermasse tutto. Al ritorno alle corse in estate, vinse una tappa della Randers Bike Week, corsa dilettantistica, e chiuse in decima posizione il campionato nazionale a cronometro. Nel 2021 non riuscì a fare classifica al PostNord Danmark Rundt, ma fece bene in un’altra gara .Pro, il Tour of Norway, che chiuse al diciottesimo posto. 

A fine anno decise, dopo cinque stagioni alla BHS, di cambiare squadra e passò alla Riwal. Nel nuovo team il rendimento del corridore danese in gare UCI è cresciuto molto: ha fatto grandi cose nelle gare norvegesi, chiudendo al terzo posto il Sundvolden GP e terminando nei primi dieci anche il Ringerike GP, il Lillehammer GP e il Gylne Gutuer. Ha chiuso in top ten anche il Circuit des Ardennes, mentre è arrivato nei primi venti in corse di livello superiore come il Tour of Norway e il PostDanmark Rundt. Quest’anno, dopo la fusione tra la Riwal e i lussemburghesi della Leopard che ha portato alla formazione della Leopard TOGT, i vertici della squadra hanno deciso di confermarlo e lui sta dimostrando di meritare ampiamente la fiducia. La squadra ha l’ambizione di salire nella categoria Pro nel 2024 e c’è da scommettere che, se il progetto andrà in porto, il ventisettenne sarà pronto a recitare un ruolo importante.

Mathias Bregnhøj si dedica al ciclismo a tempo pieno solo da poco: lo scorso anno, infatti, ha completato il suo percorso di laurea in Nutrizione e Salute, sfruttando la sua conoscenza del mondo ciclistico per concentrarsi in particolare sul ruolo dell’alimentazione nello sport. Oltre a portare avanti gli studi universitari, negli anni scorsi il corridore danese ha anche lavorato come spedizioniere e ha fatto il commesso in un negozio di biciclette di Odense, come rivela lui stesso sul suo profilo LinkedIn. Se da ciclista part-time è riuscito a diventare uno dei corridori più interessanti del panorama Continental, il ventisettenne potrebbe davvero crescere molto dedicandosi alla bici a tempo pieno.

La squadra della settimana: Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua

La Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua alla Volta ao Alentejo 2023 © Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua

Quello del ciclismo portoghese è un micromondo molto particolare, in cui tutte le Continental locali hanno lo stesso grande obiettivo: la Volta a Portugal. Nonostante la Volta ao Algarve abbia da anni un livello più alto, il fascino e il prestigio della Grandissima sono ancora (e probabilmente saranno sempre) superiori per le formazioni di casa e la Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua non fa eccezione. Acquisita la licenza Continental con il nome di Miranda-Mortágua nel 2018, la compagine lusitana ha accolto il nuovo sponsor principale nel 2021, ma nello stesso anno ha dovuto fare i conti con la morte, a causa di un cancro, del team manager e proprietario Pedro Silva. A sostituirlo nella direzione sportiva è stato chiamato lo spagnolo Gustavo César Veloso, fresco di ritiro dopo una carriera ultraventennale che lo ha visto trionfare in due edizioni della Volta a Portugal.

Contrariamente alle altre squadre portoghesi, la Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua ha sempre dato molto spazio al reparto velocisti, contando in passato su corridori come Francisco Campos, Daniel Freitas e Iúri Leitão. Dallo scorso anno la squadra ha deciso di puntare tutto sulle ruote veloci e ha lasciato partire Tiago Antunes, Gaspar Gonçalves e Joaquim Silva, i migliori scalatori del roster, senza rimpiazzarli. I risultati hanno dato ragione alla nuova politica, dato che nel 2022, nonostante l’infortunio del velocista di riferimento Leangel Linarez, la Tavfer ha vinto due tappe alla Volta a Portugal con lo sprinter di scorta, João Matias. Ad oggi tutte le sette vittorie ottenute dal team in corse UCI sono state ottenute dai velocisti.

Per il 2023 la squadra può contare su un roster composto da undici uomini. Il leader designato è Leangel Linarez, vincitore di due tappe nella recente Volta ao Alentejo, corsa in cui aveva ottenuto un successo parziale anche nel 2022. Il venezuelano si è rivelato alla Volta a Portugal 2020, in cui ottenne tre podi di tappa, battagliando con corridori decisamente più noti come Dan McLay e Riccardo Minali. Lo scorso anno ha conquistato anche la medaglia di bronzo nella prova in linea dei Giochi Sudamericani.

Importante vagone del treno per gli sprint, João Matias è il corridore designato a fare le volate in assenza di Linarez. L’anno scorso ha interpretato alla grande il ruolo di velocista, vincendo due tappe alla Volta a Portugal e tornando al successo in gare UCI a quattro anni di distanza dalla prima e unica volta. Da anni membro della nazionale di ciclismo su pista, nel 2021 è stato argento europeo nell’Eliminazione.

António Barbio è stato uno dei principali artefici dei successi di Matias, interpretando alla grande il ruolo di pesce-pilota. Il ventinovenne, che nel 2017 ottenne un successo di tappa alla Volta a Portugal con una lunga fuga solitaria, ha una storia particolare: alla fine del 2019 aveva annunciato il ritiro, ma lo scorso anno ha deciso di fare rientro in gruppo, dimostrando di essere in grado di fare ottime cose. Il corridore portoghese ha vissuto la sua prima esperienza nel mondo Continental in Italia: nel 2013, infatti, ha corso con la Ceramica Flaminia-Fondriest.

L’esperto Bruno Silva è uno degli habitué delle fughe delle corse lusitane, cosa che lo ha reso molto noto in patria, anche se non ha mai ottenuto vittorie a livello UCI. La sua propensione all’attacco, però, gli ha permesso di aggiudicarsi per ben due volte la classifica dei GPM della Grandissima. A trentaquattro anni è di gran lunga il corridore meno giovane della squadra e la sua esperienza è fondamentale per la crescita dei giovani.

Dopo la partenza di tutti i migliori scalatori alla fine del 2021, lo spagnolo Ángel Sánchez si è ritrovato ad essere il corridore di riferimento del team in salita. Lo scorso anno ha disputato una buona Volta a Portugal, in cui ha unito al lavoro per Matias una buona resistenza in salita, che gli ha permesso di concludere la corsa al tredicesimo posto. Ancora a secco di vittorie UCI, in carriera ha disputato una stagione tra i professionisti con la maglia della W52-FC Porto.

Un’esperienza tra i professionisti, con la maglia della Manzana Postobon, l’ha fatta anche il colombiano Nicolas Saenz. È uno scalatore, ma lo scorso anno non è stato schierato al via della Volta a Portugal, a dimostrazione del fatto che la squadra aveva deciso di puntare tutto sulle volate. Nel 2018 è stato tredicesimo al Giro d’Italia Under 23, ma da allora non sembra aver fatto quel salto di qualità che gli servirebbe per affermarsi tra i professionisti.

Nell’ultima edizione della Volta a Portugal, la Tavfer ha dato fiducia a tre gregari: Gonçalo Amado, Gonçalo Carvalho e Rui Carvalho, tutti e tre ancora a secco di successi UCI in carriera. Amado, 29 anni, è un buon passista ed è uno dei vagoni del treno per le volate. Gonçalo Carvalho, 25 anni, è invece più forte in salita e in carriera ha chiuso per tre volte la Volta a Portugal tra il diciassettesimo e il ventiduesimo posto. Rui Carvalho, 27 anni, sembrava essere molto promettente nei primi anni di carriera, ma dopo una squalifica per doping subita nel 2015, che lo ha privato di un successo di tappa alla Volta a Portugal do Futuro, non è tornato il corridore di prima.

Chiudono l’organico il ventiquattrenne Francisco Morais, che dopo due stagioni in cui ha corso poco, è stato molto utilizzato nella prima parte del 2023, e il diciottenne Rafael Barbas che, nonostante la giovanissima età, è già riuscito a portare a termine una corsa professionistica come O Gran Camiño.

Dopo la brillante Volta ao Alentejo, la Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua sarà probabilmente costretta a fermarsi per un po’ a livello UCI, dato che le Continental portoghesi sono solite correre quasi esclusivamente in patria e la prossima corsa in programma su territorio lusitano sarà GP Beiras e Serra da Estrela a fine maggio.

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