Tour de France, 9a tappa: il vulcano si riaccende
Il tanto atteso ritorno del Puy de Dôme è ormai alle porte; le dure pendenze degli ultimi km porrano nuovamente faccia a faccia Vingegaard e Pogačar; si giocheranno anche la tappa?
Dopo un paio di tappe più tranquille, domani vivremo una giornata cruciale negli equilibri del Tour. Potremo goderci il più gradito ritorno di questa Grande Boucle: il Puy de Dôme, salita durissima ma isolata, che com'è giusto che sia catalizzerà l'attenzione di questa tappa. Va detto che non sarà un unipuerto vero e proprio, perché nei 182.4 km che portano da Saint-Léonard-de-Noblat al vulcano c'è ben poca pianura, per un totale di circa 3000 metri di dislivello (quasi 2000 vengono accumulati nei saliscendi che precedono l'ascesa al Puy). Ad ogni modo si tratterà di una lunga attesa per l'arrampicata finale, visto che le salite poste nella fase di avvicinamento non sono tremende: si segnalano quella al traguardo volante del Lac de Vassivière (circa 9 km al 3.5%) e quelle ai GPM della Côte de Felletin (2.1 km al 5.2%), della Côte de Pontcharraud (1.8 km al 4.6%) e della Côte de Pontaumur (3.3 km al 5.3%), oltre ad un tratto di circa 9 km al 3% che termina a monte del Col de la Nugère.
Tutto ciò sarà il preambolo degli ultimi 13.3 km; nel complesso la salita ha una pendenza media del 7.7%, ma è divisa in due tronconi: prima si sale per 5.5 km al 7.2% fino a La Baraque, quindi la strada diventa poco più di un falsopiano per quasi 3 km; la strada impenna nuovamente poco prima dei -5, con gli ultimi 4 km costantemente in doppia cifra (11.8% di media). Una salita così concepita regalerà dei discreti fuochi d'artificio, tuttavia i distacchi potrebbero essere abbastanza risicati, considerando che alla fine tutto esploderà soltanto in questi ultimi 4 km, peraltro privi di tratti più semplici in cui rilanciare la velocità e dilatare i divari.
Fari puntati su…
Chissà come mai, nomineremo per primi Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) attesi ad un nuovo duello faccia a faccia, una sorta di spareggio dopo le mazzate che si sono dati a vicenda sui Pirenei. In ogni caso è giusto riconoscere il merito anche di chi dopo di loro potrebbe far bene. Si parte senza dubbio con Jai Hindley (BORA-hansgrohe) 3° in classifica, che nonostante il grande sforzo fatto verso Laruns si è egregiamente difeso il giorno seguente, mollando sul Tourmalet, ma salendo l'ultima ascesa poco più piano dello sloveno ma più forte del danese, facendo sì che il distacco restasse contenuto; con lui c'erano anche Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers) e Simon Yates (Team Jayco AlUla), anche se quest'ultimo dovrà fare i conti con la caduta di oggi, apparentemente non grave, ma comunque da non sottovalutare. Se qui ci stava la lotta per il podio, alcune decine di secondi dopo sono arrivati i pretendenti al resto della top10, con Adam Yates (UAE Team Emirates), Romain Bardet (Team dsm - firmenich), David Gaudu (Groupama - FDJ) e Thom Pidcock (INEOS Grenadiers). Sempre fuori dalla top10 i capitani della Bahrain - Victorious, che difficilmente potranno rilanciarsi su un arrivo in salita secco come quello di domani; piuttosto dobbiamo attenderceli all'attacco sulle Alpi.
Ci sono anche nomi interessanti fuori-classifica, che potrebbero giocarsi il successo se il gruppo facesse andare via la fuga, o magari anche approfittando di un poco probabile stallo tra i big. Primo fra tutti Felix Gall ( AG2R Citroën Team) rimasto vicino ai primi anche mercoledì dopo la fuga di martedì, che potrebbe anche sperare di riprendersi la maglia a pois nel testa a testa con Neilson Powless (EF Education-EasyPost). Poi potremmo rivedere in fuga corridori come Giulio Ciccone (Lidl-Trek) o anche Julian Alaphilippe (Soudal - Quick Step).
Tour de France 2023, gli orari della nona tappa
La partenza ufficiale è prevista alle 13:45 e la tappa dovrebbe terminare tra le 18:00 e le 18:30. Sarà trasmessa in tv sia in chiaro su Rai 2 (dalle 14:45 proalle 18:30), sia su Eurosport, Discovery+ e GCN+ (dalle 13:00 alle 19:15).