
Leangel Linarez e quelle cinque mucche per sfondare in Europa
Campione panamericano nel 2024, il venezuelano è arrivato in Europa grazie ai sacrifici del padre agricoltore, che gli procurò i soldi per il viaggio vendendo cinque mucche.
Trentaduesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Juegos Bolivarianos, South East Asian Games, Vuelta Ciclista Internacional a Costa Rica e Leangel Linarez, da anni uno dei velocisti di riferimento nel calendario portoghese.
Le corse della settimana
Juegos Bolivarianos

In Perù è andata in scena la ventesima edizione dei Giochi Bolivariani, una competizione multisport riservata ai sei paesi bolivariani (Bolivia, Colombia, Ecuador, Panama, Perù e Venezuela), ma che, dal 2013, si è aperta anche ad altre nazioni. Nel ciclismo su strada erano previste le due prove classiche (cronometro individuale e corsa in linea) e, oltre ai sei paesi fondatori, al via erano presenti anche selezioni di Cile, Guatemala, Paraguay e Repubblica Dominicana.
Si è disputata prima la cronometro individuale, che vedeva al via soltanto otto atleti. Il campione uscente Walter Vargas (Team Medellín-EPM), grande favorito della vigilia, ha rispettato i pronostici e ha dominato la prova, rifilando 2’06” all’ecuadoriano Jonathan Caicedo (Petrolike) e 2’26” al cileno Hector Quintana (Plus Performance-ZEO Sport). Reduce dalla doppietta di tre anni fa, la Colombia non è riuscita a ripetersi perché l’altro rappresentante del paese, Anderson Arboleda (Orgullo Paisa), si è fermato al quarto posto, staccato di 2’34”. Ha deluso le attese il bronzo dell’ultima edizione, il panamense Christofer Jurado, che non è andato oltre il quinto posto, con un ritardo di ben 4’53”.
Il circuito della prova in linea era lungo 22 km e la sua unica asperità era uno strappo di 600 metri. Il fatto che le squadre fossero composte da soli quattro elementi ha reso difficile il controllo della corsa e il gruppo non è rimasto compatto. In due si sono giocati la vittoria in volata e lo sprinter venezuelano Leangel Linarez (Tavfer-Ovos Matinados) ha avuto facilmente ragione di uno scalatore come Jonathan Caicedo. Il cileno Francisco Kotsakis (Plus Performance-ZEO) ha conquistato la medaglia di bronzo, tagliando il traguardo con 27” di ritardo. Un terzetto, regolato allo sprint da Hector Quintana, è arrivato a 2’07”, mentre il grosso del gruppo ha pagato 6’11”.
South East Asian Games

Nei giorni scorsi, in diverse città della Thailandia, si sono disputati i South East Asian Games, delle piccole Olimpiadi riservate agli atleti dei paesi del Sud-est asiatico, che si svolgono con cadenza biennale.
In questa edizione sono state tre le prove dedicate al ciclismo su strada maschile: oltre alle classiche cronometro individuale (che rientrava nel programma dei Giochi dopo essere rimasta fuori nel 2023) e corsa in linea, infatti, era prevista una cronosquadre.
Ad aprire il programma è stata proprio la cronosquadre, caratterizzata da un percorso abbastanza duro. A far segnare il miglior tempo è stato il quartetto dell’Indonesia, composto da Aiman Cahyadi (Terengganu), Astnan Maulana (Nusantara-BYC), Muhammad Maulidan (Pontianak Wijaya) e Muhammad Syelhan (ASC Monsters Indonesia). La Thailandia, che schierava Thanakhan Chaiyasombat, Peerapol Chawchiangkwang, Noppachai Klahan (tutti e tre della Thailand) e Sarawut Sirironnachai, ha centrato il secondo posto a 1’04”. Sul terzo gradino del podio, con 2’41” di ritardo, è salito il quartetto delle Filippine, con al via Nash Lim (Factor), Ronald Oranza (Standard Insurance PHI) e la coppia della 7Eleven-Cliqq composta da Joseph Javiniar e Joshua Pascual.
Anche la cronometro individuale, lunga 41 km, presentava un percorso difficile e, infatti, la media del vincitore è stata di poco superiore ai 36 km/h. A imporsi è stato il favorito Peerapol Chawchiangkwang, che di fatto era il campione uscente (si era imposto l’ultima volta che la prova aveva fatto parte dei Giochi). Il thailandese ha battuto di 25” il laotiano Ariya Phounsavath (Roojai Insurance) e di 50” l’indonesiano Aiman Cahyadi, vincitore della prova nel 2019. Anche l’altro thailandese in gara è riuscito a mantenere il distacco sotto il minuto: Thanakhan Chaiyasombat, che si è dovuto accontentare del quarto posto, ha pagato 57” al suo compagno di squadra.
La prova in linea prevedeva un lunghissimo tratto pianeggiante e concentrava le difficoltà altimetriche negli ultimi 40 km. Gli ultimi 6 km erano i più impegnativi, con una pendenza media dell’8%. Tre uomini hanno fatto la differenza e si sono giocati la vittoria in uno sprint che ha premiato il campione nazionale thailandese Sarawut Sirironnachai. Il trentatreenne ha avuto la meglio piuttosto nettamente sull’indonesiano Muhammad Syelhan e sul vietnamita Lê Xuân Lộc Phạm. Alle spalle del trio di testa si sono piazzati i protagonisti della cronometro individuale: le posizioni dalla quarta alla settima, infatti, sono andate ad Ariya Phounsavath (a 17”), Thanakhan Chaiyasombat (a 36”), Aiman Cahyadi (a 39”) e Peerapol Chawchiangkwang (a 51”). È riuscito a restare sotto il minuto di ritardo anche il malese Ren Bao Tsen (St.George), ottavo a 56”.
Vuelta Ciclista Internacional a Costa Rica

La gara che ha chiuso il calendario UCI è stata la Vuelta Ciclista Internacional a Costa Rica, storica corsa a tappe, giunta quest’anno alla cinquantanovesima edizione. L’unica prova maschile del calendario UCI a disputarsi sul suolo costaricense ha visto quest’anno quindici squadre sfidarsi nei dieci giorni di gara: al via erano presenti quattro Continental, le selezioni nazionali di Costa Rica e Guatemala e nove formazioni dilettantistiche.
La prima tappa era molto breve e presentava una salita di 9 km poco dopo la metà del percorso. A sorpresa si è imposto il giovane Jexon Ledezma (Nazionale Costa Rica), protagonista di una splendida azione solitaria. Il ventunenne, ovviamente primo leader della corsa, ha tagliato il traguardo con 34” di margine su un quintetto, regolato in volata dall’esperto Daniel Bonilla (Colono Bikestation), uno dei favoriti per il successo finale, davanti a Leandro Varela (7C-Economy).
La seconda frazione iniziava con una salita di 15 km, ma poi proponeva soltanto discesa e pianura nel resto del percorso. Si trattava di una buona occasione per le ruote veloci, ma la scalata iniziale ha fatto male a tanti e davanti sono rimasti solo trentasei corridori (su novantacinque). Nonostante diversi attacchi, il gruppo di testa si è presentato compatto al traguardo e Jason Huertas (Manza Tè La Selva Scott) ha potuto festeggiare. Il ventisettenne si è imposto nettamente, davanti a Sebastian Brenes (Canel’s-Java) e Cristobal Baeza (Plus Performance-ZEO). Jexon Ledezma ha conservato la testa della classifica.
La terza tappa prevedeva diverse salite, anche se l’ultima, la cui cima era piazzata a 10 km dal traguardo, era la più facile. Tredici uomini hanno fatto la differenza e si sono giocati il successo in volata. A uscirne vincitore è stato Santiago Montenegro (Movistar Best PC), che ha avuto la meglio su Gabriel Rojas (Manza Tè La Selva Scott) e Alejandro Granados (Colono Bikestation), che aveva provato a sorprendere gli avversari partendo lungo. Daniel Bonilla, quarto, è passato in testa alla classifica.
La quarta frazione era una cronoscalata di circa 17 km, che, come prevedibile, si è rivelata molto importante in chiave classifica generale. Luis Daniel Oses (7C-Economy), vincitore della Vuelta a Costa Rica 2024, ha lanciato un messaggio ai rivali, dominando la prova. Il ventiquattrenne ha rifilato 34” al compagno di squadra Leandro Varela e 46” a Gabriel Rojas. Grazie al vantaggio accumulato nella prima giornata, Leandro Varela ha conquistato la maglia di leader, strappandola a Daniel Bonilla, che non è andato oltre il decimo posto, a 1’55” da Oses.
La quinta tappa era caratterizzata dalla scalata del Cerro de la Muerte, una salita con pendenze non durissime, ma lunghissima e con la cima situata a oltre 3300 metri di altitudine. Allo scollinamento, mancavano 45 km al traguardo, tutti in discesa. Tre uomini hanno staccato tutti Wilson Haro (Liv/Giant Toscana) ha fatto il colpaccio, battendo il duo della Colono Bikestation composto da Donovan Ramírez e Alejandro Granados. Luis Daniel Oses è passato in testa alla generale, davanti proprio a Granados.
La sesta frazione era probabilmente la più semplice in assoluto, con le principali asperità concentrate nella prima parte del percorso. Quattro uomini hanno messo nel sacco il gruppo, mantenendo pochi secondi di vantaggio e giocandosi la vittoria in volata. Nello sprint fra i battistrada è successo di tutto: Hector Quintana (Plus Performance-ZEO) è finito malamente a terra a causa di un problema meccanico, mentre José Pablo Sancho (Colono Bikestation) ha tagliato per primo il traguardo. Il diciannovenne, però, ha stretto vistosamente Sebastian Calderón (7C-Economy) contro le transenne ed è stato declassato al terzo posto. Calderón ha, così, potuto festeggiare la vittoria, davanti ad Alejandro Pita (Liv/Giant Toscana). In classifica non ci sono stati cambiamenti di rilievo.
La settima tappa era caratterizzata da una salita di 3 km (con pendenze comprese fra il 5 e il 6%), che si concludeva ai -6. È stata un’altra giornata buona per gli attaccanti, con ben undici uomini che si sono presentati compatti nel finale. Joseph Ramírez (Colono Bikestation) ha affrontato fortissimo le ultime due curve, sorprendendo i suoi avversari. Sebastian Brenes, il più veloce dei battistrada, non è riuscito a chiudere il buco e si è dovuto accontentare del secondo posto. Il podio di giornata è stato completato da Wessel Lange (Universe). Nella generale le prime posizioni sono rimaste invariate.
Nell’ottava frazione si scalava nuovamente il Cerro della Muerte, salendo quasi ininterrottamente nei primi 45 km di gara. Quattro uomini di alta classifica si sono avvantaggiati e hanno staccato nettamente tutti gli altri, rifilando oltre 5’ ai primi inseguitori. La volata per il successo ha premiato Luis Aguilar (7C-Economy), che si è messo alle spalle Alejandro Granados e Richard Huera (Movistar Best PC). Luis Daniel Oses era il quarto dei battistrada e ha tagliato il traguardo esultante per la vittoria del suo compagno di squadra: ovviamente il ventiquattrenne ha mantenuto senza difficoltà la maglia di leader.
La nona tappa era una delle più difficili: il finale, infatti, era caratterizzato da due salite molto dure. I primi due della classifica generale hanno fatto la differenza e si sono giocati la vittoria: al termine di una volata combattutissima, il cui esito è stato chiarito solo dal fotofinish, il leader Luis Daniel Oses è riuscito ad avere la meglio su Alejandro Granados. Al terzo posto, staccato di 21”, ha concluso Rodolfo Villalobos (Ciclo Café).
L’ultima frazione prevedeva il Circuito Presidente, classico finale della corsa nella capitale San José: si tratta di un anello di circa 10 km, da ripetere dieci volte, in cui è presente una salita di due chilometri. Dopo una corsa abbastanza anonima, Sebastián Moya (Manza Tè La Selva) ha colto l’ultima occasione utile per lasciare il segno anche in questa edizione (dopo quattro vittorie di tappa e due maglie degli scalatori nelle cinque partecipazioni precedenti). Il ventottenne ha staccato tutti e ha tagliato il traguardo con 47” su Joseph Ramírez e 49” su Derrick Chavarria (Momentum Racing-Gcs).
Luis Daniel Oses ha conquistato il successo finale, con 1’25” su Alejandro Granados, vincitore della classifica a punti e miglior giovane della corsa, e 4’31” su Luis Aguilar. Con due uomini sul podio, la 7C-Economy ha, prevedibilmente, vinto la graduatoria a squadre, mentre il re degli scalatori è stato Santiago Montenegro. C’è stata gloria anche per un belga: gli sprint intermedi, infatti, hanno premiato Niels Matthys (Team Flanders).
Il ritratto del mese: Leangel Linarez

Negli ultimi anni, Leangel Linarez si è distinto come uno dei principali velocisti del calendario portoghese e ha raccolto tanti buoni risultati nella corsa più prestigiosa, la Volta a Portugal. Quest’anno, però, la sua partecipazione alla Grandissima è stata tutt’altro che memorabile: il venezuelano, infatti, non è andato oltre il sessantunesimo posto del prologo e si è ritirato nel corso della sesta frazione. In terra lusitana ha fatto meglio alla Volta ao Alentejo, in cui ha ottenuto un terzo posto di tappa e in gare non UCI come la Prova de Abertura, in cui è salito sul gradino più basso del podio, e, soprattutto, la Clássica Viana do Castelo, che lo ha visto vincitore.
In questa stagione, il corridore della Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua si è tolto le maggiori soddisfazioni in Sudamerica: nella gara di casa, la Vuelta a Venezuela, ha vinto due tappe e ha ottenuto altrettanti secondi posti, mentre alla Vuelta del Uruguay, gara non UCI, si è imposto in tre occasioni. Linarez, però, ha fatto il colpaccio nel mese di dicembre, ai Giochi Bolivariani, con la medaglia di bronzo nell'inseguimento a squadre e, soprattutto, l'oro nella prova in linea: inseritosi nella fuga di giornata (mentre il leader del Venezuela Orluis Aular era rimasto nel gruppo principale), ha saputo rimanere al comando con Jonathan Caicedo, battendolo, poi, senza problemi in volata. Per il ventottenne, tra l’altro, non è stata la prima vittoria di peso con la maglia della nazionale: lo scorso anno, infatti, si era laureato campione panamericano.
Figlio di agricoltori, da piccolo Leangel Linarez sognava di diventare un giocatore di baseball. Si interessò al ciclismo seguendo l’esempio di un cugino e si iscrisse a una delle più importanti scuole di ciclismo venezuelane. Sin da giovanissimo mostrò interessanti doti da velocista e nel 2013, ancora prima di compiere sedici anni, conquistò il titolo nazionale degli juniores. Attivo anche su pista, nel 2015 tornò dai campionati venezuelani della disciplina con diverse medaglie, di cui una d’oro, nell’inseguimento a squadre.
Nella stagione successiva, la prima da under 23, fece il suo esordio in corse UCI, disputando le due principali gare del suo paese: la Vuelta al Táchira e la Vuelta a Venezuela. Non ottenne risultati di spessore, ritirandosi dalla prima e non andando oltre due diciassettesimi posti di tappa nella seconda, ma l’esperienza che fece, affrontando avversari molto più esperti e di livello decisamente superiore a quelli con cui si confrontava tra gli juniores, fu molto importante per la sua crescita.
Nel 2017 scelse, come molti suoi connazionali, di trasferirsi in Spagna, per provare a sfondare in Europa. Non aveva, però, abbastanza soldi per il viaggio: il padre decise di aiutarlo e vendette cinque mucche per racimolare il denaro necessario. Con la maglia della Cartucho.es-Magro, il giovane Leangel si dimostrò all’altezza della situazione e, dopo un breve periodo di ambientamento, riuscì a centrare diversi successi nel calendario dilettantistico iberico, confermando le sue ottime doti di sprinter.
Nella stagione successiva fu costretto a cambiare squadra per la chiusura della Cartucho.es-Magro. Rimase in Spagna e firmò con la Kuota-Construcciones Paulino. Il suo unico successo stagionale fu la Clásica de Santa Ana, corsa del calendario dilettantistico che aveva già vinto nel 2017. Non partecipò ad alcuna gara internazionale.
Nel 2019, sempre con la maglia della Kuota-Construcciones Paulino, il venezuelano riuscì a vincere ben sei corse, tutte nel calendario dilettantistico. Per la prima volta, non si impose solo in Spagna, ma conquistò una tappa del GP Jornal de Noticias, in Portogallo. Con questa vittoria, impressionò il manager della Continental portoghese Miranda-Mortágua, che decise di offrirgli un contratto da stagista per portarlo alla Volta a Portugal.
Nonostante una performance non esaltante, convinse la formazione lusitana a ingaggiarlo ufficialmente per la stagione successiva. Iniziò bene, con un secondo posto nella Prova Abertura, ma, come tutti, fu stoppato dallo scoppio della pandemia. Dopo la ripresa delle gare, partecipò nuovamente alla Volta a Portugal e, a differenza dell’anno precedente, riuscì a centrare un secondo e due terzi posti di tappa, battagliando negli sprint con corridori con esperienze nel WorldTour come Dan McLay e Riccardo Minali.
Nel 2021 la squadra cambiò nome in Tavfer-Measindot e Linarez rimase uno degli uomini di punta. Visse, però, una stagione molto difficile: contrasse una forma aggressiva di covid e, anche una volta guarito, non riuscì a trovare una forma accettabile, rimanendo anche fuori dalla selezione per la Volta a Portugal. Si tolse un’unica soddisfazione nel mese di dicembre, quando vinse una corsa dilettantistica spagnola, la Carrera del Pavo-Ciempozuelos.
Una volta recuperata la condizione, nella stagione seguente partì subito forte, vincendo la Prova de Abertura, prima gara del calendario nazionale portoghese. In seguito conquistò anche la prima vittoria internazionale in carriera, aggiudicandosi la terza tappa della Volta ao Alentejo. Centrò anche la medaglia di bronzo nell’inseguimento a squadre ai Giochi Bolivariani, ma fu costretto a saltare nuovamente la Volta a Portugal, a causa di un infortunio. Tornato in gara, fu bronzo anche nella prova in linea dei Giochi Sudamericani, vinta dal suo connazionale Orluis Aular.
Il 2023 fu una stagione importante: vinse ben cinque corse, tutte facenti parte del calendario internazionale. Ancora una volta si tolse grandi soddisfazioni alla Volta ao Alentejo, in cui conquistò due successi di tappa. Il momento clou della stagione tornò a essere la Volta a Portugal e il venezuelano rispose presente, imponendosi in due frazioni e indossando per un giorno la maglia di leader. In seguito timbrò ancora una volta il cartellino in Brasile, dove vinse il Grand Tour de Ciclismo de SC.
Lo scorso anno non è riuscito a ripetersi alla Volta a Portugal, in cui non è andato oltre un quinto posto parziale, ma ha vissuto, comunque, una stagione molto positiva. Si è aggiudicato, infatti, un’altra tappa della Volta ao Alentejo e ha conquistato il titolo panamericano. Nella prova continentale non si è imposto in volata, ma ha anticipato il gruppo di 3”, con un attacco da finisseur che ha sorpreso tutti. A fine stagione si è fatto valere anche nel calendario nazionale portoghese, imponendosi in due tappe del GP Jornal de Noticias, e si è guadagnato la prima partecipazione ai Campionati del Mondo.
Nel 2026 Leangel Linarez rimarrà alla Tavfer-Ovos Matinados, di cui ormai può essere considerato la bandiera. Ovviamente, per il momento, il suo calendario non è noto, ma è facile pensare che, ancora una volta, sarà protagonista delle corse lusitane, con la Volta a Portugal come obiettivo principale. Con la maglia della nazionale, invece, potrebbe disputare i Campionati Panamericani (se il percorso sarà buono per lui), sognando, magari, una nuova partecipazione iridata.
