Ion Izagirre si lancia verso l'abbraccio del popolo navarro al termine del GP Miguel Indurain 2023
Professionisti

A Ion Izagirre oggi potevano solo prendere il numero di targa

Il basco ha vinto il GP Miguel Indurain battendo Sergio Higuita. Terzo posto per Mattias Skjelmose, nei dieci anche Christian Scaroni. Carapaz-Chaves-Soler, molto rumore per nulla

01.04.2023 16:40

34 anni compiuti a inizio febbraio, 16 vittorie in carriera prima di oggi, l'ultima delle quali quasi un anno fa, in conclusione di Giro dei Paesi Baschi (conquistò la frazione finale e sfiorò pure la generale), questo pomeriggio Ion Izagirre ha ripetuto quanto fece nel 2016, ovvero vincere il GP Miguel Indurain (e curiosamente, come allora, battendo un colombiano di nome Sergio e il cui cognome inizia per H: sette anni fa fu Henao lo sconfitto, oggi è toccato a Higuita). Izagirre, al 13esimo anno da professionista, ha proprio nel Giro dei Paesi Baschi in partenza lunedì l'obiettivo centrale di una stagione che per il resto lo vedrà cacciare qualche fuga buona - non sappiamo ancora se al Giro, al Tour o alla Vuelta.

Piccoli ma importanti segnali li ha lanciati - in chiave Italia - Christian Scaroni. Niente di sconvolgente, ma una presenza costante tra i migliori che il 25enne bresciano sta esibendo, quest'anno, con una certa continuità: dopo quelle nella prima tappa della Coppi e Bartali e nel GP Larciano, oggi il corridore dell'Astana Qazaqstan ha centrato la terza top ten in dieci giorni. L'anno scorso vinse ben due tappe all'Adriatica Ionica Race, in questo 2023 l'obiettivo è salire di livello per una vittoria di maggior prestigio.

Partenza e arrivo a Estella (e tre passaggi intermedi al termine di giri di differenti circuiti), 203.2 km complessivi pieni di saliscendi baschi, il Gran Premio Miguel Indurain 2023 si è disputato oggi in una mutevole giornata primaverile: la pioggia, il nuvolo, poi il sole. In mezzo, la fuga, partita dopo 22 km e composta da quattro uomini, ovvero Alessandro Fancellu (Eolo-Kometa), che continua a lavorare per assicurarsi un posto nell'"8" che andrà in gara al Giro d'Italia, e con lui Xavier Cañellas (Electro Hiper Europa), Mikel Bizkarra (Euskaltel-Euskadi) e Matyas Kopecky (Novo Nordisk). 4' di vantaggio per il quartetto, poi la disgregazione è iniziata sull'Alto de Arradia, quando a 72 km dalla fine proprio Fancellu ha perso contatto, imitato poco dopo da Kopecky; poi sull'Alto Guirguillano è Bizkarra ha staccato Cañellas, ma a 62 dalla fine, anche il basco è stato raggiunto dal gruppo tirato forte dalla EF Education-EasyPost.

La squadra di Richard Carapaz ed Esteban Chaves ha impedito di fatto altre azioni per quasi 30 km, poi ai -35, sullo strappetto dell'Alto de Muru, si è mosso Javier Romo (Astana Qazaqstan), ma la sua azione è sfumata nel giro di 5 km e sul successivo Alto Ibarra il plotone, con i Movistar in prima fila, è rientrato ai -30, poco prima del terzo passaggio dalla linea d'arrivo, dove è transitato, pur sfilacciatissimo, un gruppo ancora molto affollato. Ma subito dopo ci ha pensato l'Alto de Irache a dare una bella setacciata, sempre sul ritmo EF, ora con l'aiuto della UAE Emirates; sulla salita si è mosso Nelson Oliveria (Movistar) ai -24.5, chiamando la reazione del più anziano in gara, Luis León Sánchez (Astana).

La coppia ha girato anche bene ma gli EF hanno annullato anche quest'azione, chiudendo ai -13 quando si era già sulle rampe dell'Alto de Eraul (che svettava ai -9.9). Pareva che il team rosa (con Odd Christian Eiking) stesse lavorando per Carapaz, il quale però ha tardato a intervenire, e allora ai -12 è scattato Ion Izagirre (Cofidis), ma Marco Soler (UAE) ha riportato tutti sotto; a questo punto è partito in contropiede Chaves, contrato dallo stesso Izagirre e da Sergio Higuita (Bora-Hansgrohe). Il basco ha insistito nel proprio forcing e infine ai -11 si è mosso su di lui l'atteso campione nazionale ecuadoriano, ma confermando di non avere la gamba migliore, tanto che alla fine è rimbalzato.

Su Izagirre è allora rientrato ai -10.4 Higuita, i due hanno scollinato insieme con pochi secondi su Felix Gall (AG2R Citroën) che è stato presto reintegrato dai resti del gruppo. La coppia di testa si è trovata a gestire una decina di secondi; sull'Alto de Muru il più attivo dietro è stato ancora Soler, ma gli inseguitori non hanno trovato una maniera organizzata di riavvicinare i battistrada; l'ultima asperità della giornata era, di nuovo, l'Alto Ibarra, su cui Izagirre, aizzato dal pubblico di casa, ha dato tutto per staccare il piccolo colombiano, finché non ci è riuscito a due chilometri dalla conclusione. Nel gruppetto inseguitore emergeva invece Mattias Skjelmose Jensen (Trek-Segafredo).

Tre-quattro secondi sono bastati al 34enne della Cofidis per tenere a distanza Higuita e vincere il suo secondo GP Miguel Indurain in carriera con 2" su Higuita, 13" su Skjelmose e 19" su Andreas Kron (Lotto Dstny) e Roger Adrià (Kern Pharma); dopo una discreta presenza sulle ultime salite di giornata, Christian Scaroni (Astana) è riuscito a ritagliarsi un posticino nei 10, esattamente decimo a 32"; 34" il ritardo di Carapaz e Chavez, rimasti decisamente con un pugno di mosche dopo il gran lavoro della squadra. Ancora più indietro Marc Soler.

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