Ricarda Bauernfeind lanciata verso il successo di tappa ad Albi © Canyon//SRAM Racing - Thomas Maheux
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Bauernfeind fiorisce, per Vollering strizza e penalità

Ricarda vince con una splendida azione personale la quinta tappa del Tour de France e si conferma una delle migliori giovani del panorama. Demi fora ed esagera col dietromacchina: la giuria le toglie 20" in classifica

27.07.2023 18:49

Quasi tre mesi fa, nel corso della Vuelta Femenina, il (sempre più) grande pubblico del ciclismo femminile imparò un po' a conoscere Ricarda Bauernfeind, una poco-più-che-ventenne tedesca che, tra un Mirador e un Covadonga, fece - in proporzioni ridotte, ma comunque significative - quello che Gaia Realini faceva a un livello di un gradino più elevato, finendo col chiudere la corsa spagnola al quinto posto della generale. Niente male per una ragazza appena arrivata nel ciclismo di vertice dopo essersi fatta le ossa nella formazione development della Canyon.

Nel 2022 Ricarda aveva messo insieme una serie mai finita di piazzamenti e vittorie nelle gare di seconda fascia o in quelle per le Under, conquistando tra le altre cose i due titoli nazionali di categoria e riuscendo a raggiungere il podio in due gare impegnative come la Ruta del Sol e il Tour des Pyrénées delle grandi.

Ed eccola oggi che, facendo leva sulle sue sempre più evidenti doti di scalatrice, a 23 anni compiuti il primo aprile si conquista un posto al solleone nella corsa più importante al mondo. Quel che non le era riuscito alla Vuelta, la giovane Bauernfeind è riuscita a realizzarlo al Tour de France, vincendo una tappa con una splendida azione solitaria, brillando per carisma e personalità e piazzando il proprio nome, nell'ambito di una formazione che schiera tra le altre gente come Kasia Niewiadoma, Elise Chabbey e Soraya Paladin, nella top ten della generale. Il tutto ancor prima che, sabato, si affrontino quei Pirenei da cui a questo punto tanto ci attendiamo per la grimpeur tedesca. Come dire che la scalata alla generale per Ricarda è lungi dall'essere terminata.

Chi invece oggi ha vissuto una giornata abbastanza da dimenticare è stata la SD Worx. Il giovedì della squadra olandese è cominciato male col ritiro di Lorena Wiebes, reduce da una notte tormentata e da un virus spietato che le ha tolto la possibilità di aumentare il personale bottino dopo il successo nella terza tappa. Nel finale, poi, l'inseguimento alla solitaria Bauernfeind ha evidenziato una certa scollatura nel team, con Marlen Reusser che si è ritrovata a staccare le compagne sull'ultima discesa, risultando di fatto piuttosto pleonastica nel gioco di squadra che avrebbe potuto portare Lotte Kopecky (confermatissima in giallo) a bissare lei il successo d'apertura.

Ma quel che è peggio, oggi si contano 20" di penalità sul groppone di Demi Vollering, che dopo una foratura che aveva richiesto un sin troppo prolungato intervento dell'ammiraglia, si è ritrovata a dover inseguire il gruppo delle big già piuttosto selezionato e lanciato a forte andatura. La cosa che viene naturale fare in questi casi è un dietromacchina, ma Demi si è un po' fatta prendere la mano e ha sfruttato la scia più del lecito, o perlomeno più di quanto la giuria fosse disposta a perdonare. Detto fatto, 20" scontati in classifica per la co-favorita (con Annemiek van Vleuten) della corsa.

In altri contesti avremmo detto che tutto sommato la cosa avrebbe potuto essere gestita meglio dalla SD Worx: con un paio di compagne a scortare Vollering e diverse salitelle ancora da fare, il terreno per recuperare non sarebbe mancato alla fuoriclasse di Pijnacker. Ma lei se lo ricorda bene quel che le capitò alla Vuelta, con Van Vleuten che la attaccò in una pausa pipì, per cui è comprensibile che non sia andata tanto per il sottile; in fondo venti secondi per una come lei sono poco più che il battito d'ali di una farfalla; farsi invece mettere un'altra volta nel sacco dalla rivale avrebbe rappresentato un grave smacco, oltre che un colpo forse difficile da digerire in chiave maglia gialla.

Tour de France Femmes 2023, la cronaca della quinta tappa

La quinta tappa del Tour de France Femmes 2023, da Onet-le-Château ad Albi per 126.1 km, si preannunciava come una frazione piuttosto interlocutoria, e invece… Si è partiti con la non partenza di Lorena Wiebes (SD Worx), candidata al successo sia oggi che domani ma messa ko da problemi intestinali. La tappa è partita forte, e ne ha fatto le spese Évita Muzic (FDJ-Suez), punta da un insetto e poi arresasi a problemi di stomaco pure lei: era la quattordicesima della generale, si è ritirata.

Una prima fuga a 11 ha movimentato la prima parte della frazione, con un margine massimo di 1'; le 11 erano Paula Patiño (Movistar), Mischa Bredewold (SD Worx), Amber Kraak (Jumbo-Visma), Olivia Baril (UAE ADQ), Loes Adegeest (FDJ), Justine Ghekiere (AG Insurance-Soudal Quick-Step), Claire Steels (Israel Premier Tech Roland), Hannah Ludwig (Uno-X), Clara Koppenburg (Cofidis), Ella Wyllie (Lifeplus Wahoo) e Clara Emond (Arkéa). Nella prima parte della tappa non sono state poche le atlete che hanno perso contatto dal gruppo principale: tra le 30 (circa) attardate anche Elisa Balsamo (Lidl-Trek).

In questa fase della corsa Demi Vollering (SD Worx) ha avuto una noia meccanica che le ha fatto perdere qualche decina di secondi; per rientrare, la fuoriclasse neerlandese ha fatto un po' troppo dietromacchina, chiamando la giuria ad alzare un sopracciglio.

I resti del plotone (un'ottantina di unità, compresa la rientrata Demi) hanno annullato la fuga sulla Côte de Najac ai -53, e lungo la scalata il gruppo si è ulteriormente selezionato; tra le 40 superstiti la vincitrice di ieri Yara Kastelijn (Fenix-Deceuninck) ha preso i punti Gpm strappando virtualmente la maglia a pois a Anouska Koster (Uno-X), rimasta attardata così come (per fare un nome di grido) Marianne Vos (Jumbo).

Sulla Côte de Laguépie (vetta ai -41) Marta Cavalli (FDJ) ha dovuto fare i conti con una foratura dopo un'accidentale escursione sulla banchina fuori strada, intanto Kastelijn ha preso altri 3 punti Gpm, dopodiché, lungo la rampa verso il Gpm con abbuoni di Castelfadèze (posto ai -36), abbiamo registrato gli allunghi di Riejanne Markus (Jumbo), ancora Steels e Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing), e poi ai -36 quello - più deciso - di Ricarda Bauernfeind (Canyon), a cui la solita Steels è riuscita ad accodarsi.

La tedesca è transitata per prima al Pont Bonus dei -35 dopo aver staccato l'atleta della Israel proprio in cima (terza, quindi con 2" di abbuono, la capitana AG Insurance Ashleigh Moolman), dopodiché la 23enne nata a Ingolstadt ha proceduto tutta sola in discesa, provando ad amministrare 20"; la SD Worx con Marlen Reusser operava per riportare tutto sotto controllo, ma Ricarda, prendendosi qualche rischio, è riuscita nel frangente ad aumentare il margine, sostanziandolo poi sulla successiva Côte de Monestiés, arrivando a superare il minuto e mezzo di vantaggio ai -25.

A quel punto la strada in salita tendeva a finire, e il terreno si metteva tutto dalla parte delle inseguitrici, tra le quali ancora Reusser si accollava la gran parte del lavoro sporco. Ma qui Bauernfeind ha forse sorpreso tutte, esibendo una capacità gestionale da veterana che le ha permesso di perdere sì terreno, ma in maniera consapevole e graduale, e di conservare abbastanza secondi da potersi godere fino in fondo un finale in cui il giovanile entusiasmo pedalava di fatto al posto suo.

Alle spalle di Ricarda, Reusser faceva addirittura il buco sull'ultima discesa (ai -5, quando la battistrada aveva ancora più di mezzo minuto), seguita dalla sola Liane Lippert (Movistar), che poi si è ritrovata a dover tirare tutto lei nel finale, dato che l'elvetica si è resa conto di non servire alla causa comune nella posizione in cui s'era messa. Se non altro Marlen ha strappato un secondo posto di tappa, a 22" dalla felicissima vincitrice, mentre il gruppo delle migliori è arrivato a 32", regolato da Lotte Kopecky (SD Worx) davanti a Paladin, con Elisa Longo Borghini (Lidl) capace di centrare la terza top ten in cinque tappe (nona oggi).

La classifica cambia un po' volto per la retrocessione di Vollering, la quale perde cinque posizioni e scende dalla seconda alla settima, a 1'03" dalla compagna Lotte; grazie ai 2" del traguardo volante Ashleigh Moolman stacca il gruppetto inseguitore ed è ora seconda da sola, mentre il gioco dei piazzamenti favorisce Longo Borghini, terza con lo stesso tempo di Katarzyna Niewiadoma (Canyon) e Annemiek van Vleuten (Movistar), ovvero 51" dalla prima. Ricarda Bauernfeind irrompe in nona posizione (dalla 18esima) a 1'38" da Lotte. Domani la sesta tappa sarà un sostanziale piattone di 122.1 km da Albi a Blagnac. Le velociste del gruppo - assente la Wiebes - hanno un'occasione d'oro per rendere il proprio Tour de France Femmes 2023 indimenticabile.

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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!