L'arrivo dei partecipanti alla Fléche in piazza San Pietro © Audax randonneur Italia
Cicloturismo

Tutte le strade portano a Roma: la Flèche Giubileo e il Raduno ARI

Un fine settimana intenso che ha trasformato la Capitale nel cuore del mondo randonnée. Ciclisti da tutt’Italia in sella per 24 ore non stop, spirito di squadra e una comunità sempre più viva

23.06.2025 07:45

È stato un fine settimana speciale per il mondo delle randonnée italiane. Tra venerdì 20 e domenica 22 giugno si sono tenuti due eventi di grande significato: la Flèche Giubileo, organizzata dall’Asd CRC Cicli Roma Club, e il Raduno della Nazionale Italiana ARI, culminato con l’assemblea dei soci presso l’Hotel Capannelle di Roma.

La Flèche Giubileo: una formula diversa, lo stesso spirito

I quasi cento ciclisti iscritti alla Flèche Giubileo – suddivisi in una ventina di squadre da 3 a 5 componenti – sono partiti da diverse città italiane per raggiungere un obiettivo comune: Piazza San Pietro. La formula, mutuata dalla tradizione francese della Flèche Vélocio, è una delle più originali nel panorama randonneur: squadre autonome nel percorso, obbligo di pedalare insieme per 24 ore, con l’obiettivo di coprire almeno 360 chilometri e raggiungere un punto d’incontro comune.

Per questa edizione italiana, l’Audax Club Parisien, l’organizzazione internazionale che regola il mondo delle randonnée, ha concesso una deroga alla regola che fissa la manifestazione nel weekend di Pasqua, permettendo lo svolgimento straordinario in occasione del Giubileo e del raduno nazionale. «Abbiamo voluto celebrare il Giubileo alla maniera randagia, con un arrivo simbolico nella Città Eterna – spiega Mino Repossini, presidente di ARI –. Roma è una città immensa, complicata, ma anche affascinante. Organizzare qui è stata una sfida, ma la risposta è stata positiva e ne è valsa la pena». Secondo Repossini, infatti, nonostante questa iniziativa non assegnasse punti per il Master Audax - la challenge che sostituisce il campionato italiano randonnée - la Flèche ha raccolto un buon successo di partecipazione, a testimonianza della voglia di condividere un’esperienza diversa, fondata sulla collaborazione, sulla strada, e sull’amicizia tra ciclisti. «In Francia questa manifestazione è una tradizione consolidata – continua Repossini –. In Italia siamo ancora agli inizi, ma questa seconda edizione è stata un ulteriore passo avanti per rafforzare questa formula».

La creatività del mondo randagio © ARI Audax Randonneur Italia
La creatività del mondo randagio © ARI Audax Randonneur Italia

Una percorso di 360 chilometri da percorrere in 24 ore non stop

Più che una prova contro il tempo, la Fléche Giubileo è stata un inno alla lentezza condivisa e alla bellezza del viaggio. E questa edizione italiana, organizzata con grande dedizione dalla Asd CRC Cicli Roma Club, lo ha dimostrato chiaramente fin dalle comunicazioni ufficiali di Marina Dionisi, che ha voluto ricordare a tutti i capitani di squadra il senso più autentico della manifestazione: “Non è una corsa contro il cronometro. Godete delle bellezze del nostro meraviglioso Paese, fermatevi a fare foto, a mangiare e siate una cosa sola con i vostri compagni di viaggio. Voglio vedervi arrivare tutti con il sorriso e uniti. Benché tutti esperti mi raccomando prudenza durante la notte, fate in modo di non lasciarvi alle spalle, neanche per pochi metri, i vostri compagni di viaggio. Vi preghiamo di comunicarci, anche durante la notte, qualsiasi eventuale inconveniente che dovreste avere. Grazie a tutti.».”

Un messaggio che ha accompagnato idealmente i ciclisti lungo le 24 ore di strada, insieme a una serie di istruzioni pratiche, chiare e ben organizzate, che hanno scandito l’intera avventura. Ogni squadra aveva l’obbligo di comunicare i propri spostamenti in tempo reale: foto di gruppo, posizione GPS e screenshot del navigatore da inviare via WhatsApp ai referenti dell’organizzazione, sia alla partenza sia a ogni checkpoint lungo il tragitto. Un’ulteriore verifica era prevista obbligatoriamente alla 22ª e alla 24ª ora di marcia.

Se da un lato si trattava di un sistema di controllo pensato per la sicurezza e l’omologazione del brevetto, dall’altro queste tappe documentate hanno finito per raccontare un’Italia pedalata e vissuta nella sua versione più vera: fatta di borghi attraversati all’alba, di paesaggi fotografati con le luci del tramonto e di squadre che, pur partite da angoli lontani del Paese, hanno trovato a Roma un punto d’incontro e di comunione.

L'arrivo dei partecipanti alla Fléche in piazza San Pietro © Audax randonneur Italia
L'arrivo dei partecipanti alla Fléche in piazza San Pietro © Audax randonneur Italia

Lo sciopero dei treni non ferma lo spirito randagio

Nemmeno lo sciopero dei treni indetto per venerdì è riuscito a fermare la Flèche Giubileo. Alcuni partecipanti si sono organizzati anticipando la partenza, altri hanno cercato percorsi alternativi per raggiungere il punto d’incontro con la propria squadra. È il caso di Pietro, esperto randonneur di Chiavari, che a causa della cancellazione del treno per Pisa ha deciso di partire direttamente in bici, aggiungendo oltre 120 chilometri al percorso ufficiale. Un gesto che racconta bene la determinazione e l’adattabilità del mondo randonnée, dove la strada è parte della sfida, non un ostacolo.

Raduno nazionale e assemblea dei soci

A completare il weekend, domenica 22 si è svolto il raduno della Nazionale Italiana randonneur con l’Assemblea dei Soci ARI. Tra i punti all’ordine del giorno, l’approvazione del bilancio annuale – «molto positivo, a testimonianza della continua crescita del movimento randonnée in Italia» – e una riflessione sul futuro.

«Questa crescita ci impone un salto di qualità – sottolinea Repossini –. Anche per questo abbiamo voluto un evento organizzato in una città importante come Roma e in una sede prestigiosa come l’Hotel Capannelle, per offrire ai partecipanti un contesto accogliente e curato».

Roma, nonostante le difficoltà legate al traffico e alla logistica, è stata dunque lo scenario ideale per unire simbolicamente tutti i randagi d’Italia sotto un’unica bandiera, quella della passione per la bicicletta e della condivisione. Per un weekend, davvero, tutte le strade hanno portato a Roma.

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Umberto Bettarini
Milanese di nascita, calabrese per vocazione. Dopo la sua prima randonnée, ha scelto la famosa “pillola rossa” per scoprire quanto è profonda la tana del Bianconiglio ed è rimasto intrappolato in una grave forma di dannazione ciclistica