Mathieu van der Poel stravince la E3 Saxo Classic
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Van der Poel è tremendo, che trionfo alla E3. Van Aert cade, insegue e poi si piega

Il campione del mondo incendia la classica di Harelbeke già sul Taaienberg e poi se ne va da solo sul Paterberg. WVA cerca la rimonta ma alla fine è terzo dietro Stuyven

22.03.2024 18:08

La settimana lunga che porta alla Ronde van Vlaanderen inizia con la sua versione ridotta, la E3 Saxo Classic. La classica di Harelbeke viene da un'edizione 2023 probabilmente irripetibile, risolta da una volata a tre tra Wout van Aert, Mathieu van der Poel e Tadej Pogačar, l'unico a mancare all'appello quest'anno. A tenere banco è dunque il primo confronto stagionali tra i due storici rivali, che si risolve a oltre quaranta chilometri dall'arrivo, sui quattrocento metri del Paterberg, dove è iniziata la cavalcata trionfale del fuoriclasse della Alpecin-Deceuninck. 

Van der Poel aveva già incendiato la corsa a oltre ottanta dall'arrivo sul Taaienberg, uno dei suoi muri preferiti, forzando Van Aert a giocare più di rimessa, fino a indurlo a un momento di scarsa lucidità che gli è costata la corsa, con la caduta proprio sul Paterberg. A nulla è il valso il lungo inseguimento a fisarmonica dei chilometri successivi, dove un coriaceo Van Aert ha dato tutto per cercare di riaprire tutto, ma è stato respinto con perdite fino al terzo posto finale.

Anche quest'anno la E3 è stata una dall'enorme valore tecnico e sportivo, non si possono nascondere le pessime scelte comunicative dell'organizzazione, indipendente da Flanders Classic o altri grandi gruppi (e che attraversa difficolta finanziare, che hanno costretto a cancellare la corsa femminile dopo appena due anni). Anche quest'anno si è distinta per una campagna promozionale francamente irricevibile nei contenuti, su cui vi invitiamo a fare quantomeno una riflessione. 

E3 Saxo Classic 2024, la cronaca della gara

In una prima ora corsa a oltre 51 di media, il primo evento significativo è una caduta nelle fasi iniziali, in cui il Team Visma Lease a Bike perde subito Per Strand Hagenes, costretto al ritiro insieme a Christophe Noppe (Cofidis), Alexander Krieger (Tudor Pro Cycling) e Clément Russo (Groupama-FDJ). Coinvolti anche due potenziali protagonisti come Dylan van Baarle e Alberto Bettiol, entrambi estromessi dai giochi.

La fuga si forma dopo oltre cinquanta chilometri corsi full gas: i primi a sganciarsi sono Lorenzo Milesi (Movistar Team), Emil Herzog (Bora-Hansgrohe) e Jannik Steimle (Q36.5 Pro Cycling), a cui si aggiungono poco dopo anche Mathis Le Berre (Arkéa B&B Hotels) e Niklas Märkl (Team dsm-firmenich PostNL). Poco dopo si accoda anche un altro gruppetto di contrattaccanti, dove la Movistar è ancora presente con Rémi Cavagna, insieme a Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobilty), Ivo Oliveira (UAE Team Emirates), Jelle Vermoote (Bingoal WB) e Sander De Pestel (Decathlon Ag2r La Mondiale). 

È una giornata molto belga anche per le condizioni meteo, e deve dunque esserlo anche nell'interpretazione tattica del gruppo. Con la fuga a circa quattro minuti, la tensione inizia a salire nell'accoppiata Knokteberg-Hotondberg, a poco più di novanta dall'arrivo: anche la maglia iridata si fa subito vedere nelle prime posizioni, prima che Gianni Moscon dia una prima tirata di collo generale, portando davanti Julian Alaphilippe e allungando la fila.

Via alle danze sul Taaienberg

Tocca però alla Lidl-Trek alzare l'andatura in vista del Taaienberg, dove l'anno scorso la corsa era esplosa. Il leadout di Alex Kirsch nei primi metri del Taaienberg lancia Jasper Stuyven, ma alla sua ruota c'è già Van der Poel pronto a usarlo come trampolino per la sua prima rasoiata di giornata, a ottanta chilometri dall'arrivo. Nessuno riesce a rispondere direttamente al cambio di ritmo di MVDP, con Van Aert e i due Trek già a rincorrere dopo il tratto più ripido. Ai tre si accoda anche Matteo Trentin e poi il grosso del gruppo, e a quel punto Mathieu capisce di non poter insistere in solitaria e desiste. A chiudere il buco è uno scatenato Mads Pedersen, che anche per tutti i chilometri successivi cercherà in tutti i modi di avvantaggiarsi.

Il danese risponde prima a un'accelerazione di Julian Alaphilippe e poi sfrutta la situazione per provare ad allungare da solo. A chiudere sarà ancora Van der Poel, che prima si accoda a un allungo di Tim Wellens e poi rinforza notevolmente. A chiudere su di lui è prima Matteo Jorgenson e poi solo in un secondo momento Van Aert, insieme a Jhonatan Narvaez, Biniam Girmay e via via tutti gli altri, in un gruppo di circa trenta unità che rimane costantemente allungato ma non si spezza mai del tutto.

Dopo le accelerazioni più importanti, Mathieu e Wout tendono poi a rifiatare nelle retrovie in qualche frangente, sempre tenendosi d'occhio ma lasciando spazio a qualche tentativo di anticiparli. I due tornano tornano però alla carica sullo Stationberg, quando Van der Poel sfrutta un'accelerazione di Oier Lazkano per provare un altro allungo. Van Aert resta incollato alla sua ruota ma non rinforza l'azione, favorendo così il rientro da dietro e una nuova fase di studio. In questa fase vengono ripresi i primi reduci dalla fuga, che per qualche chilometro riescono a dare una mano ai compagni che arrivano da dietro: Cavagna diventa quindi un appoggio per Lazkano, che rientra sul gruppo di testa insieme a Jorgenson, mentre Oliveira aiuta Nils Politt a tornare davanti insieme a Stefan Küng.

Paterberg decisivo

Dietro la Lidl-Trek ha ancora quattro uomini per andare a ricucire, e a quel punto Lazkano prova l'ultima carta in solitaria, tenendo una manciata di secondi di margine sul gruppetto dei migliori, sempre più ridotto. Il campione nazionale spagnolo punta ad anticipare prima che arrivi il Paterberg, dove Van der Poel ha già pronta la sua quinta cartuccia di giornata. Tutti lo sanno, e Van Aert meglio di tutti, e cercano di portarsi alla sua ruota. Il momento più concitato è però fatale per il belga, che tocca l'erba e il cordolo e finisce per terra, mentre il campione del mondo si toglie di ruota Narvaez e Lazkano e si invola in solitaria.

Il vantaggio di MVDP sale subito oltre i venti secondi, mentre Van Aert risale quello che rimane del gruppo inseguitore e cercare di limitare i danni insieme a Jorgenson. Sull'Oude Kwaremont WVA sa di non poter più indugiare e se ne va da solo, cercando di recuperare quello che aveva perso con la caduta sul Paterberg. 

Sulla cima del Kwaremont Van Aert ha ancora 29" da recuperare, ma nel raggio di appena cinque chilometri il distacco è più che dimezzato. Sul passo i valori sembrano ribaltarsi, Van der Poel mostra qualche segnale di difficoltà e Van Aert prende coraggio, soprattutto quando il rivale di sempre rientra nel suo campo visivo. Sul muro di Karnemelkbeekstraat Mathieu torna a macinare e riguadagna qualche secondo, ma Wout non si scompone e continua a insistere nel suo inseguimento, che sembra sempre meno disperato.

La resa di Wout, il trionfo di Mathieu

È uno svolgimento già visto più e più volte soprattutto negli ultimi anni della rivalità tra i due, anche più nel ciclocross che nelle loro sfide più strada: Van der Poel è il più forte sugli strappi più ripidi, Van Aert deve buttare giù la testa, limitare i danni e cercare di tornare sotto di passo. La caduta sul Paterberg ha estremizzato e reso ancora più drammatico l'inseguimento, e si capisce subito che questi chilometri verranno ricordati come un altro dei momenti chiave di questo infinito duello, ravvicinato o a distanza che sia.

Una corsa a inseguire per Wout van Aert ©Team Visma Lease a Bike
Una corsa a inseguire per Wout van Aert ©Team Visma Lease a Bike

La forbice da qui in avanti torna però ad allargarsi inesorabilmente: arrivati sul Tigenberg, l'ultimo muro di giornata, il vantaggio di MVDP è tornato a trentacinque secondi, quando i chilometri rimasti sono poco più di venti. L'azione di Van Aert si fa sempre più pesante, mentre Mathieu ha ritrovato il passo giusto per completare una vittoria in solitaria che mai si era vista in questa corsa da così lontano.

Ai -12.5 il distacco tocca per la prima volta il minuto, e a quel punto c'è più distanza tra primo e secondo che tra il secondo e il gruppetto che si sta giocando il podio. Alle spalle di Van Aert sono rimasti in cinque, tutti già ampiamente protagonisti nelle fasi cruciali della corsa: Jorgenson, Wellens, Narvaez, Girmay e Stuyven. Il primo a perdere contatto è l'eritreo della Intermarché-Wanty, che ai -7 non riesce a rispondere a un'accelerazione di Wellens, ma ha dato comunque segnali incoraggianti, dopo che nel 2023 non era mai stato così competitivo in corse così dure.

A quel punto i cinque mettono nel mirino anche Van Aert, e Stuyven riesce ad andare a riprenderlo con una bella sparata qualche chilometro dopo. Ai -4.5 il belga raggiunge il connazionale e va a prendersi di forza un posto sul podio, mentre Jorgenson non riesce a rispondere direttamente, per poi tentare di tornare in corsa con uno scatto ai -2, ma senza successo. 

Prima di pensare alla lotta per i piazzamenti, bisogna però celebrare il campione del mondo, che arriva in solitaria ad Harelbeke. La corsa non vale come un mondiale o una classica monumento, ma questa E3 Classic è di diritto una delle vittorie più impressionanti della carriera di Mathieu van der Poel, che arriva in trionfo con un minuto e mezzo di vantaggio. Probabilmente è ancora presto per scomodare lo score di Tom Boonen del 2012, ma quel che è certo è che MVDP inizia la sua campagna del nord con una dimostrazione di superiorità senza appello, anche considerando tutti i se e tutti i ma che la caduta di Van Aertù si porta dietro.

Alla fine il secondo posto se lo prende Stuyven, con Van Aert che non accenna nemmeno la volata e si ferma al terzo posto, mentre Wellens riprende Jorgenson nel finale e arriva quarto, con Narvaez sesto. Da segnalare anche la notevole prestazione di squadra della Lidl-Trek, che con Toms Skujiņš, Alex Kirsch e Pedersen riesce a piazzare altri tre uomini nei primi undici, e il nono posto di Vincenzo Albanese, che all'esordio in una grande classica del nord si è disimpegnato come un veterano, cogliendo un piazzamento molto interessante in vista delle prossime gare.

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