Professionisti

La rubrica pensieRosa #3 – The Sho must go on

13.05.2019 19:35

Pillole di Giro 2019 in libertà: Viviani viene declassato e puntualmente il suo team manager brontola come solo lui sa fare; e poi la sfortuna Skyneos, quella del vento, e l'attitudine di Hatsuyama


I promossi della Vinci-Orbetello
Fernando Gaviria lo promuoviamo prima ancora che per la vittoria ereditata da Viviani per interposto intervento della giuria, e prima ancora che per la sua bella rimonta nel finale, per aver subito cercato il "cinque" di Elia dopo essere stato battuto sulla strada: un riconoscimento alla forza dell'avversario e un atto di pregevole fair-play. Promuoviamo anche Matteo Moschetti che si è trovato al centro della scena suo malgrado in quanto ostacolato da Viviani, ma che era lì a giocarsi la vittoria contro quel drappello di mostri sacri. E promuoviamo infine Giacomo Nizzolo, che ha messo nel mirino la maglia ciclamino, e nell'attesa di portare a termine il Giro mentre molti altri sprinter si ritireranno prima delle montagne, comincia a mettere qualche punto in cascina.

Per avere tutti i rimandati abbiamo aspettato il VAR
Viviani non può che essere rimandato dopo il clamoroso epilogo post-tappa che l'ha visto declassato senza pietà dopo una vittoria ottenuta sulla strada: una mazzata dal punto di vista del morale. Pollice verso anche per Caleb Ewan, che a Orbetello non è riuscito a sprintare a dovere ed è rimasto addirittura fuori dai 10. E giù anche Richard Carapaz, sfortunato a forare a 8 km dalla fine e poi arrivato al traguardo con 46" di ritardo dai migliori: si arrenderà a fare da gregario a Mikel Landa?

Show Hatsuyama
Si era beccato una breve tragica inquadratura nella crono del San Luca, quando senza pietà era stato inquadrato in un momento di difficoltà col cambio su un punto particolarmente duro della salita. E subito tutti a pensare: ora va fuori tempo massimo anche lui come il suo amico, connazionale e coéquipier Hiroki Nishimura. Invece non solo Sho Hatsuyama si è salvato in quel di Bologna: ma ha cominciato subito a covare propositi di rivalsa, per sé e per una nazione intera, che non si dica che il Giappone è un invitato di troppo al Giro 102. E allora oggi eccolo in fuga, tutto da solo, senza paura e senza pensieri, allo scoperto per due terzi di tappa. L'ultimo giapponese nella foresta mentre il resto del gruppo aveva già fatto pace e pensava nient'altro che alla volata...

Il Giro degli altri
Giulio Ciccone raccoglie altri tre punti e rafforza la sua leadership nella classifica dei Gpm, ora guida con 24 su Bidard (6) e Roglic (4); momenti turbolenti per definire la classifica a punti, poi dopo l'intervento della giuria è Fernando Gaviria a prendersi la ciclamino, 58 punti per lui, 50 per Ackermann, 49 per Démare e poi un gran buco. Cambio importante nella graduatoria dei giovani, Miguel Ángel López è sempre al comando, ma alle sue spalle paga dazio Geoghegan Hart, per cui ora a inseguire il colombiano abbiamo Hugh Carthy a 19" e Pavel Sivakov a 33". Tra le squadre sempre prima la Jumbo-Visma con 15" sulla Bahrain-Merida e 28" sull'Astana: già domani potrebbero esserci dei rivolgimenti interessanti in questa classifica.

Ventus interruptus
Noi che consideriamo la Gand-Wevelgem 2015 uno dei capisaldi del ciclismo del decennio, noi che al Mondiale di Doha siamo grati perché ci regalò due ore di endorfine purissime, noi che ogni volta che c'è un accenno di vento sulla corsa ci parte l'extrasistole da emozione, oggi abbiamo vissuto una giornata difficile, e il titoletto già spiega tutto: ogni volta che la direzione della corsa e quella del vento trovavano una consonanza adatta allo spettacolo, e una squadra accennava a tiracchiare per aprire il ventaglio, ecco che subito c'era una svolta, e le condizioni ideali per questo tipo di attacco venivano a cadere. E niente, a sventagliare ci si riproverà prima o poi; ma al terzo giorno mettiamo a referto la prima cocente delusione di questo Giro 2019.

La maglia di Viviani
Il nostro caro amico Elia ha proposto per il Giro 102 una maglia di campione italiano nuova di zecca: per la prima volta vediamo le strisce bianco-rosso-verdi in verticale, e non in orizzontale. In verticale proprio come sulla bandiera nazionale, e la novità onestamente ci piace molto, sia dal punto di vista simbolico (era ora che qualcuno uscisse da schemi consolidati e osasse una soluzione del genere!), sia da quello estetico, perché quella maglia è talmente particolare che ha tutte le carte in regola per restare un unicum nel settore delle memorabilia. Questo è poi il vero motivo per cui la giuria oggi l'ha declassato: non voleva che la ciclamino andasse a coprire quel bel tricolore.

Da Sky a Ineos il rapporto col Giro non cambia
Ci è voluta l'impresa del secolo di Chris Froome l'anno scorso per regalare alla Sky una gioia al Giro d'Italia, perché sennò il team inglese avrebbe continuato con la sua tradizione ipernegativa alla corsa rosa. C'è da dire che quest'anno, pur col cambio di sponsor e la rinominazione in Team Ineos, quella tradizione pare subito essere stata ripresa: il capitano designato Egan Bernal si è rotto a una settimana dal Giro e non ha preso il via; il vicecapitano designato, Gianni Moscon, è stato dirottato altrove a causa di una condizione insufficiente; in gara ci sono, con un occhio alla classifica, i giovani Tao Geoghegan Hart e Pavel Sivakov: il primo oggi è stato coinvolto nella caduta a 5 km dal traguardo e ha perso 1'28", rimbalzando quindi indietro nella generale dopo una buona crono sabato; Sivakov non ha avuto problemi, ma a questo punto fossimo in lui un paio di domande ce le faremmo...

Patrick Lefévère ci fa sempre sognare!
È uno dei nostri beniamini assoluti, e oggi lo aspettavamo al VARco, e in effetti il ragazzo è stato puntuale con se stesso: parliamo di Patrick Lefévère, team manager della Deceuninck-Quick Step, uno che ama lamentarsi di qualsiasi cosa, anche le più banali e imponderabili tra le umane occasionalità. Figurarsi quindi se poteva mai lasciarsi sfuggire l'opportunità di brontolare dopo il declassamento del suo Elia Viviani deciso dalla giuria del Giro a Orbetello: "Che decisione ridicola", ha twittato con tanto di hashtag al "GirodeItalia" (sic) e all'UCI. Naturalmente sapete benissimo che se il suo corridore fosse stato Moschetti e non Viviani, il vecchio Pat avrebbe applaudito a scena aperta l'interpretazione dei giudici: ma lui è fatto così, e se non fosse così lo ameremmo così tanto?
Notizia di esempio
Caso Samuel Sánchez, lo spagnolo riesce a dimostrare la buona fede e riceve la sanzione minima prevista
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!