Donne Élite

Golpe Borghesi, restaurato l'ordine... d'arrivo

08.07.2019 14:49

Fuga a segno e prima vittoria italiana nella quarta tappa del Giro Rosa: Quagliotto esulta ma Letizia la supera al fotofinish. Niewiadoma sempre in rosa


L'ultima vittoria italiana sulle strade del Giro Rosa risaliva esattamente a due anni fa: l'8 luglio del 2017 Marta Bastianelli trionfava in volata nella nona tappa sul traguardo di Polla e apriva il nuovo capitolo della sua carriera che l'ha portata ai grandi successi delle ultime due stagioni, poi da quel momento c'è stato il digiuno totale della passata edizione quando tutte le tappe finirono in mani straniere. Oggi quest'astinenza di successi nella più prestigiosa gara di casa è finalmente terminata grazie a Letizia Borghesi, 20enne trentina di Cles che ha concluso nel migliore dei modi una fuga da lontano: per lei si tratta della prima vittoria in carriera in una corsa UCI ed esulta anche tutta l'Aromitalia-Basso Bikes-Vaiano di Stefano Giugni che proprio nel decimo anno di attività come squadra élite registrata all'UCI può festeggiare la vittoria di gran lunga più prestigiosa della propria storia.

Ma bisogna evidenziare come la vittoria di Letizia Borghesi sia arrivata anche in seguito al clamoroso errore di Nadia Quagliotto che evidentemente non aveva avuto tempo per imparare dal terribile finale di ieri di Lucy Kennedy: sul traguardo di Carate Brianza era stata proprio la 22enne trevigiana della Alé Cipollini ad esultare per prima credendo di aver ottenuto lei stessa la prima vittoria UCI in carriera, ma alla sua destra c'è stato il colpo di reni vincente di Letizia Borghesi che ha trovato il tempismo giusto per effettuare il sorpasso proprio sulla linea. Sono sicuramente errori che possono capitare anche ai migliori nell'arco di una carriera (vi ricordate di Zabel?), ma è decisamente insolito vederli per due giorni consecutivi nella stessa corsa a tappe.

Tanti attacchi, si sganciano tre italiane
Sulla carta questa quarta tappa del Giro Rosa poteva rappresentare la prima occasione per le velociste in gara, ma i 101 chilometri da Lissone a Carate Brianza erano tutt'altro che pianeggianti: il grande caldo e la fatica accumulata nei giorni precedenti hanno quindi fatto sì che in gruppo ci fossero ben poche squadre interessate a tenere la corsa sotto controllo e dopo una decina di chilometri sono iniziati i tentativi per portare via una fuga. Al chilometro 20 è stata l'ex campionessa francese Aude Biannic (Movistar) a provare un'azione solitaria che le ha permesso di prendere 15" di vantaggio, salvo poi essere raggiunta da un plotone lanciato a grandissima velocità.

Anche atlete del calibro dell'ex iridata Chantal Blaak o della francese Audrey Cordon hanno provato senza successo ad andare in fuga e così si è arrivati a 65 chilometri dall'arrivo con il gruppo ancora compatto. È stato a quel punto che, approfittando di un attimo di rilassamento del plotone, hanno attaccato Chiara Perini (BePink) e Letizia Borghesi (Aromitalia-Vaiano) che in men che non si dica hanno preso 40" di vantaggio: una fuga con due atlete molto giovani e già con un certo ritardo in classifica generale stava benissimo alle big del gruppo che quindi hanno lasciato fare e non si sono scomposte neanche quando sulla testa della corsa è rientrata anche la trevigiana Nadia Quagliotto (Alé Cipollini), seconda l'anno scorso nella classifica della maglia bianca e trentaseiesima nella generale questa mattina con 3'35" di ritardo dalla maglia rosa di Katarzyna Niewiadoma.

Quagliotto sogna la rosa, poi si lotta per la tappa
Con il passare dei chilometri Borghesi, Perini e Quagliotto hanno acquisito una consapevolezza sempre maggiore di potercela farcela anche perché il plotone continuava con suo ritmo tranquillo e regolare: il vantaggio è quindi cresciuto sempre di più ed a circa 25 chilometri dall'arrivo ha toccato un massimo di 4'45". A quel punto il terzetto di testa aveva praticamente chiuso i giochi per la vittoria di tappa, ma in corsa si è aperta una nuova partita per la maglia rosa: con quel vantaggio, infatti, Nadia Quagliotto era la leader virtuale del Giro Rosa per più di un minuto e la Canyon-SRAM di Katarzyna Niewiadoma, così come il Team Sunweb della maglia bianca Juliette Labous, non aveva intenzione di lasciare anche il simbolo del primato.

Negli ultimi 20 chilometri l'accelerazione del plotone è stata veemente ed il distacco ha iniziato a crollare molto rapidamente: in un primo momento Quagliotto sembrava la più generosa tra le tre fuggitive proprio per il sogno di poter indossare la maglia rosa, poi negli ultimi 10 chilometri è tornata una collaborazione più regolare anche di Borghesi e Perini anche perché il trio di testa non poteva permettersi di sprecare un'occasione del genere con stupidi giochini tattici. Solamente negli ultimi 2 chilometri, quando il distacco era ancora troppo grande per poter essere annullato in tempo, davanti hanno rallentato per guardarsi, studiarsi e mettersi in difficoltà anche dal punto di vista psicologica.

Colpo di reni perfetto per Letizia Borghesi
Nell'ultimo chilometro la velocità di Borghesi, Perini e Quagliotto è scesa tantissimo, poi è stata proprio quest'ultima a rompere gli indugi a circa 250 metri dall'arrivo lanciando una volata lunghissima. La 22enne trevigiana della Alé Cipollini ha preso un margine di un paio di metri, ma Letizia Borghesi è stata bravissima ad usarla come punto d'appoggio per poi provare a dare tutto negli ultimi 50 metri: Nadia Quagliotto si è quindi tradita da sola e sentendosi sicura della vittoria ha smesso di pedalare con un attimo di anticipo, ha alzato un braccio in segno di esultanza ed è stata infilzata dal colpo di reni perfetto dell'atleta dell'Aromitalia. Per avere il responso ufficiale c'è voluto il fotofinish che ha messo in evidenza il vantaggio minimo di Borghesi proprio in corrispondenza della linea d'arrivo, quando mezzo metro prima probabilmente sarebbe ancora stata dietro.

Chiara Perini non è riuscita ad insidiare le due rivali ma è tornata a casa con un comunque ottimo terzo posto per lei e per la sua BePink. Il gruppo principale è arrivato al traguardo attardato di 42": la volata per la quarta posizione è stata vinta da Marianne Vos che consolida il primato nella classifica a punti, poi quinto posto per la canadese Leah Kirchmann, sesto per Soraya Paladin, settimo per Annemiek van Vleuten e ottavo per Ilaria Sanguineti. In classifica generale è rimasto tutto invariato con Katarzyna Niewiadoma in rosa con 20" di vantaggio su Cecilie Uttrup Ludwig.

Domani arrivo in salita alla Diga di Cancano
Domani nella quinta tappa ci sarà la possibilità di rivoluzionare la classifica generale: sarebbe dovuto essere il gran giorno dell'arrivo in salita sul Passo Gavia, ma a causa di una frana gli organizzatori sono stati costretti a modificare il tracciato che sarà comunque impegnativo con l'arrivo in salita alla Diga di Cancano. L'atleta da tenere maggiormente d'occhio sarà la campionessa uscente Annemiek van Vleuten, apparsa molto brillante in questi giorni e che conosce bene le strade su cui si snoderà la tappa: la leader della Mitchelton-Scott viene spesso ad allenarsi in Italia nella zona di Livigno e potrebbe avere un piccolo vantaggio sulle rivali.
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