Professionisti

Jakobsen spegne tre candeline sulla Vuelta

31.08.2021 17:38

Nel giorno del 25esimo compleanno, Fabio inanella la terza affermazione battendo Meeus e un volitivo Trentin. Dainese e Minali in top ten, Ciccone si ritira per una caduta. Eiking sempre in rosso, domani Covadonga


In questa Vuelta di rinascita per lui, Fabio Jakobsen non poteva perdere l'occasione per festeggiare in maniera speciale il compleanno, ricorrente oggi per la 25esima volta. E allora ha aggiunto una terza perla alla collezione che si porterà a casa dalla partecipazione alla corsa iberica. E dire che strada facendo qualcuno ha provato a metterlo in scacco, segnatamente Matteo Trentin con la sua UAE-Emirates, e per un tratto Jakobsen si è effettivamente ritrovato staccato e obbligato a inseguire, col determinante aiuto dei suoi compagni della Deceuninck-Quick Step che gli hanno permesso di rientrare in gruppo, risalirlo e ritrovarsi nelle condizioni di poter sprintare, facendo certo un po' da sé nel finale (il suo treno aveva speso tutto prima), ma sbrogliando brillantemente la matassa. Del resto è il più veloce in gara alla Vuelta, dategli trenta centimetri di pertugio e lui esploderà tutta la sua potenza.

Troppa per gli avversari, per un Jordi Meeus che comunque esibisce una bella crescita, e il citato Trentin che inanella un altro ottimo piazzamento (terzo) manifestando anche una crescita di condizione interessante in ottica Nazionale. Di contro, per il drappello italiano in corsa si registra la dolorosa defezione di Giulio Ciccone, che ancora una volta non riesce a completare un GT da capitano; certo per sfortuna, ma questo fattore sposta ancora in avanti il momento in cui il ragazzo guarderà in faccia i propri limiti e scoprirà tutti i margini di cui può disporre sulle tre settimane: ci riproverà al prossimo Giro magari.

Cronaca di tappa. Si è ripartiti dopo il riposo dalla 16esima tappa della Vuelta a España 2021, Laredo-Santa Cruz de Besana, percorso sostanzialmente piatto ma irto di trabocchetti in forma di strappetti sparsi qua e là lungo i 180 km del tracciato. La corsa è iniziata subito con una disdetta: a causa di una caduta dopo 4 km, Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) ha dovuto abbandonare la Vuelta afflitto da problemi al ginocchio picchiato (nonostante abbia provato comunque a proseguire dopo il capitombolo); come l'abruzzese, anche Rudy Molard (Groupama-FDJ) e Sep Vanmarcke (Israel Start-Up Nation) hanno dovuto ritirarsi, sempre per i postumi della maxicaduta nella quale - tra i tanti altri - erano stati coinvolti anche Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits) ed Enric Mas (Movistar).

Appena dopo il megacrash, al km 6 ha preso forma quella che sarebbe stata la fuga del giorno: in movimento Stan Dewulf (AG2R Citroën), Mikel Bizkarra (Euskaltel-Euskadi), Dimitri Claeys (Qhubeka NextHash) e Quinn Simmons (Trek); a loro si è presto aggiunto Jetse Bol (Burgos-BH); il gruppo, dominato dai team dei velocisti (su tutti la Deceuninck-Quick Step ma anche DSM e Groupama), non ha lasciato il minimo spago all'azione dei cinque, tenuti al massimo nei dintorni dei due minuti di margine (2'20" è stato il vantaggio massimo dei battistrada, toccato in un paio di occasioni).

Con la fuga vicina, sulla salitella più impegnativa di giornata, l'Alto de Hijas (valevole pure come Gpm di 3a a 74 km dalla fine), era naturale che qualcuno da dietro provasse qualche diversivo. Si è mossa la Lotto Soudal, che ha lanciato Harm Vanhoucke con Maxim Van Gils a supporto. Per tutta risposta, dal plotone sono usciti pure Ander Okamika e Ángel Madrazo della Burgos, Xabier Mikel Azparren della Euskaltel e Gianluca Brambilla della Trek. Altrettanto naturale era che il gruppo non avrebbe più di tanto lasciato fare, e infatti è andato a chiudere, ma dei contrattaccanti uno è riuscito a riportarsi tutto solo sulla fuga: Vanhoucke, bravissimo a finalizzare il lavoro di coppia sulla salita.

Il margine, che in salita era nettamente calato, è risalito fino a quasi 2', quando, ai -57, un nuovo schema tattico è andato in scena: la UAE-Emirates di Matteo Trentin ha di colpo imposto un'accelerazione netta su un altro degli strappetti del percorso. La frustata degli UAE ha spezzato il gruppo, e dietro è rimasto un pesce grosso come Fabio Jakobsen, ovvero proprio il favorito di giornata. È partita allora un'appassionante fase di inseguimento, con i Deceuninck che dietro spingevano a tutta per permettere il rientro del loro velocista (nonché maglia verde della Vuelta), e davanti gli UAE che provavano a respingere il rientro degli attardati. Ad ogni buon conto, ai -48 Jakobsen e i suoi sono riusciti a chiudere il buco e a riguadagnare rapidamente le prime posizioni del gruppo. A quel punto la fuga era a meno di mezzo minuto, e lì sarebbe rimasta ancora a lungo, nonostante un estemporaneo quanto breve tentativo solitario di Bizkarra ai -54.

Ai -14 un'accelerazione tra i battistrada ha fatto staccare Vanhoucke, poi ai -12 Bol ha tentato di proseguire da solo, più avanti è stato raggiunto da Dewulf e Claeys, ma il gruppo era ormai lì; da dietro è uscito in contropiede Andreas Kron (Lotto). Ai -10 Dewulf è scattato dal terzetto di testa ed è rimasto solo per 5.5 km, fino ai -4.5 quando è stato ripreso dal gruppo tirato dai Groupama di Arnaud Démare. Non mancava qualche leggero saliscendi su strade tortuose nel finale e ciò ha spinto anche gli uomini di classifica a voler stare nelle prime posizioni; ai 3 km è passata a tirare la Bora-Hansgrohe, ai -2 si è palesata davanti la Deceuninck, all'ultimo km erano i Bora ad aver ripreso la testa, pronti a lanciare Jordi Meeus.

Dopo un'accelerata di Alexander Krieger (Alpecin-Fenix), il 23enne belga è in effetti partito ai 200 metri, sull'ultima curva a destra, e Matteo Trentin ha provato a propria volta un anticipo per vie interne, mentre Jakobsen si trovava imbottigliato tra il trentino, Meeus e le transenne. Ciò non ha impedito all'olandese di emergere prepotente a centro strada, passando in mezzo ai due avversari e relegandoli al secondo (Meeus) e al terzo posto (Trentin). Quarto posto per Michael Matthews (BikeExchange) e quinto per Alberto Dainese (DSM), top ten completata da Jon Aberasturi (Caja Rural-Seguros RGA), Rui Oliveira (UAE), Riccardo Milani (Intermarché-Wanty), Antonio Soto (Euskaltel) e Clément Venturini (AG2R).

La classifica è invariata, a parte l'uscita di scena di Ciccone che era 12esimo: Odd Christian Eiking (Intermarché) ha 54" su Guillaume Martin e 1'36" su Primoz Roglic (Jumbo-Visma); seguono a 2'11" Enric Mas, a 3'04" Miguel Ángel López (Movistar), a 3'35" Jack Haig (Bahrain-Victorious), a 4'21" Egan Bernal (Ineos Grenadiers), a 4'34" Adam Yates (Ineos), a 4'59" Sepp Kuss (Jumbo), a 5'31" Felix Grossschartner (Bora), a 6'04" Aleksandr Vlasov (Astana-Premier Tech), a 6'47" Gino Mäder (Bahrain), a 7'07" Louis Meintjes (Intermarché) e a 7'11" David De La Cruz (UAE).

Domani con la 17esima tappa si giunge a uno snodo importante della Vuelta a España 2021: la Unquera-Lagos de Covadonga (185.8 km) si concluderà, guarda un po', ai Lagos de Covadonga, salita tra le più celebri della corsa spagnola coi suoi 10 km tra il 9 e il 16% di pendenza (poi nel finale si annacqua con due chilometri contenenti diverse contropendenze); ci saranno altri tre Gpm sparsi lungo il percorso, l'Altu de Hortigueru al km 37 e un doppio passaggio per La Collada Llomena ai -98 e ai -56. Ma naturalmente tutti i discorsi di classifica saranno delegati all'ascesa finale.
Notizia di esempio
Roglic è il re e la Vuelta è il suo regno
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!