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Caleb esce & Démare fino: tappa leggerissima

12.05.2022 18:58

Col successo di Palmi Arnaud diventa il francese plurivittorioso di sempre al Giro d'Italia. Battuti Ewan e Mark Cavendish al termine di una frazione sonnacchiosa, generale invariata. Menzione d'onore per il fuggitivo solitario Diego Rosa


Non siamo sicurissimi che il Giro d'Italia esca troppo bene dalla statistica rimbalzata dopo la seconda vittoria di fila di Arnaud Démare, e cioè che il corridore della Groupama-FDJ sia - con 7 affermazioni - il francese più vittorioso di sempre nella corsa rosa. Cioè, gliene bastano 7... segno che i transalpini non hanno poi storicamente preso troppo sul serio il Giro, sennò troveremmo quantomeno in doppia cifra qualche nome più blasonato del pur rispettabile Arnaud. Pas mal, direbbe ugualmente lui, anzi proprio l'ha detto, malcelando l'entusiasmo per questa doppietta che oltre a regalargli questa gioia in sé gli permette anche di allungare nella classifica a punti, da lui già conquistata due anni fa.

Oltre alla volata non è che ci sia tantissimo da descrivere di questa frazione vissuta lungamente sulla solitaria azione di Diego Rosa e disputata dalla gran parte dei corridori con un unico obiettivo: risparmiare ogni singola goccia d'energia fosse possibile tener da parte in vista di giornate più impegnative. Obiettivo abbondantemente centrato, diremmo.

La sesta tappa del Giro d'Italia 2022 era la Palmi-Scalea, 192 km praticamente tutti sul litorale tirrenico calabrese e praticamente tutti pianeggianti a parte una salitella verso l'aeroporto di Vibo Valentia nella prima parte e qualche strappettino nell'ultima. Il sole a picco e il mare accanto alla strada suggerivano l'idea di una giornata di vacanza più che di fatica, e in effetti il comportamento del gruppo è stato abbastanza conseguente. Nessuno che avesse voglia di andare in fuga, addirittura Pascal Eenkhoorn (Jumbo-Visma) e Bauke Mollema (Trek-Segafredo) hanno trovato pure lo spirito per trollare il gruppo, fingendo un attacco senza senso e prendendola poi a ridere.

Si è dovuto aspettare il km 32 per avere una vera azione, innescata da Diego Rosa (Eolo-Kometa) e rilanciata da... nessuno: sicché quel povero ragazzo si è trovato ad andarsene da solo, a misurarsi con quel po' di vento contrario che caratterizzava la tappa in quel momento (poi destinato a scemare) e con l'idea di dover pedalare per 160 km fino al traguardo. In vista dello sprint intermedio (senza abbuoni) di Vibo al km 40, ben tre Drone Hopper-Androni Giocattoli sono usciti dal plotone per permettere a Filippo Tagliani di transitare per secondo, lui che è interessato alla classifica dei traguardi volanti. Rosa a quel punto aveva già qualche minuto di vantaggio, un margine che sarebbe arrivato fino a 4'20" a 130 km dalla fine.

Poi i team dei velocisti (su tutti Lotto Soudal, Groupama-FDJ e Quick-Step Alpha Vinyl) hanno iniziato ad aumentare l'andatura (ma giusto di un paio di chilometri orari...) e il gap dal solitario battistrada ha iniziato a essere limato un po' per volta. Nulla da segnalare per chilometri e chilometri, tutto sommato anche il secondo traguardo volante di giornata, quello con abbuoni a Guardia Piemontese Marina (ai -45), non ha suscitato soverchio interesse nel plotone, sicché pure qui Tagliani ha avuto buon gioco nell'assicurarsi la seconda piazza alle spalle di un Rosa che ormai era giusto un minutino avanti al gruppo.

L'hanno tenuto lì ancora per qualche chilometro, proprio non volevano saperne, Thomas De Gendt (che orchestrava in quota Lotto l'intera operazione di ricucitura) e gli altri di andare a prendere il 33enne albese, il quale invece a quel punto non vedeva l'ora di essere ripreso. L'hanno tenuto a vista fino ai -28, quando infine la giocosa agonia del fuggitivo è finita anche qui tra grandi sorrisi. Una giornata di totale relax almeno fino a questo punto. Ai -20 una foratura di João Almeida (UAE Emirates) senza conseguenza alcuna, poi ai -10 l'andatura si è sensibilmente alzata.

I treni Intermarché-Wanty (per Biniam Girmay) e Israel-Premier Tech (per Giacomo Nizzolo) hanno monopolizzato la scena fino all'ultimo chilometro, quando sono invece emersi i Quick-Step e i Groupama. In particolare questi ultimi hanno preso con decisione la testa del plotone, mentre il trenino di Cavendish è stato spezzato ai 400 metri da uno scarto a destra di Davide Cimolai (Cofidis); Michael Mørkøv con Mark a ruota è stato bravissimo a riprendere piuttosto rapidamente la posizione lasciando il lato destro alla sortita dei DSM con Alberto Dainese pronto a lanciare Cees Bol. Pure Fernando Gaviria (UAE) ha optato a questo punto per quel lato, ma si è ritrovato a fare spallate pesanti con l'olandese e a tamponare il giovane italiano, senza innescare un ruzzolone (ed è già tanto), ma guadagnandosi per il secondo giorno di fila il diritto alla plateale bestemmia.

Ma torniamo sul lato sinistro, dove avveniva il grosso dell'azione. Ai 300 Jacopo Guarnieri (Groupama) pilotava Démare alle cui spalle era lotta di posizioni tra Phil Bauhaus (Bahrain-Victorious), Simone Consonni (Cofidis) e Biniam Girmay (Intermarché) destinato ad avere la meglio. Ai 200 metri Cavendish è scattato forte a centro strada con a ruota Caleb Ewan (Lotto), e Démare è partito verso le transenne a sinistra, lasciando al centro Guarnieri in rallentamento; proprio quest'ultimo è stato utile ostacolo (dal punto di vista di Arnaud) per frenare la rincorsa di Giacomo Nizzolo (Israel), dello stesso Bauhaus e pure di Girmay, che se lo sono trovato davanti.

L'eritreo ha provato a scartare a destra per prendere la scia di Cav-Ewan, ma ormai la carrozza era partita senza di lui. Caleb ha avuto buon gioco a superare Cannonball ai 100 metri, a questo punto il francese in maglia ciclamino sembrava aver perso l'attimo, e invece con una prodigiosa rimonta ha scartato ancora a destra, superando Cavendish, tenendo a bada Girmay che era sempre lì in zona, e andando ad affiancare Ewan per poi stroncarlo con un colpo di reni perfetto, grazie a cui ha potuto mettere quel centimetro di spazio tra la sua ruota e quella dell'australiano.

Démare-Ewan-Cavendish quindi, poi Girmay-Nizzolo-Bauhaus, quindi Andrea Vendrame (AG2R Citroën) è riuscito a superare in dirittura Consonni e la top ten è stata chiusa da Vincenzo Albanese (Eolo) ed Edward Theuns (Trek); piazzati italiani fuori dai 10 Sacha Modolo (Bardiani-CSF) 11esimo, il suo compagno Davide Gabburo 13esimo, Edoardo Affini (Jumbo) 14esimo e Filippo Tagliani 15esimo.

La generale è uguale a ieri e infatti la copincolliamo pari pari dall'articolo precedente: Juan Pedro López (Trek) è primo con 38" su Lennard Kämna (Bora-Hansgrohe), che un secondino l'ha recuperato al traguardo volante di Guardia Piemontese Marina, e poi 58" su Rein Taaramäe (Intermarché), 1'42" su Simon Yates (BikeExchange-Jayco), 1'47" su Mauri Vansevenant (Quick-Step), 1'55" su Wilco Kelderman (Bora), 1'58" su Almeida, 2' su Pello Bilbao (Bahrain), 2'04" su Richie Porte (INEOS), 2'06" su Romain Bardet (DSM) e Richard Carapaz (INEOS), 2'15" su Mikel Landa (Bahrain) e Thymen Arensman (DSM), 2'16" su Jai Hindley (Bora), 2'20" su Hugh Carthy (EF Education-EasyPost), 2'23" su Alejandro Valverde (Movistar), 2'27" su Lucas Hamilton (BikeExchange), 2'32" su Santiago Buitrago (Bahrain) e Giulio Ciccone (Trek), 2'37" su Domenico Pozzovivo (Intermarché).

Domani si cambia decisamente registro, la settima tappa sarà tutta un saliscendi lungo i 196 km tra Diamante e Potenza. Passo Colla, Monte Sirino, la durissima botta di Viggiano ai -60, e poi ancora La Sellata ai -25 e un paio di strappetti all'interno di Potenza, l'ultimo dei quali dritto verso il traguardo. Giornata da fuga senza dubbio, ma dietro si faranno anche giochi di classifica (e non è detto che i fuggitivi stessi non vengano alla lunga ripresi), per cui la frazione sarà da seguire con la massima attenzione.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!