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Questo è il Quintana che ci piace

15.06.2018 16:03

Splendida azione di Nairo nella 7a tappa del Tour de Suisse: attacca a 27 km dall'arrivo e vince ad Arosa. Richie Porte resta leader


In una giornata da favola per il ciclismo colombiano, iniziata con i successi dei giovani al Giro d'Italia Under23 e proseguita con Rigoberto Urán vittorioso in Slovenia, non poteva mancare anche la zampata di colui che probabilmente è il corridore più rappresentativo del movimento sudamericano: Nairo Quintana è infatti tornato ad alzare le braccia al cielo nella settima del Tour de Suisse ritrovando una vittoria che gli mancava da più di anno, dalla tappa del Blockhaus al Giro d'Italia 2017 a cui aveva fatto seguito la sconfitta da Dumoulin e poi un Tour de France molto al di sotto delle aspettative e che gli aveva attirato addosso molte critiche.

In questa stagione 2018 Nairo Quintana ha deciso di puntare tutto sul Tour de France e la vittoria odierna, ottenuta oltretutto con un'azione estremamente spettacolare, non può che far ben sperare in vista del grande obiettivo del mese di luglio, soprattutto dopo che ieri Richie Porte si era tolto di ruota il colombiano facendo riemergere qualche dubbio tra gli addetti ai lavori. E bisogna anche dire che questo Giro di Svizzera sta aiutando anche Eusebio Unzué a stabilire le gerarchie in casa Movistar: è vero, Valverde non sta correndo qui, ma al momento tra Quintana e Landa è senza dubbio il colombiano a farsi preferire.

Fuga numerosa con Kangert come meglio posizionato
Il clou di questa settima tappa del Tour de Suisse era la lunghissima salita finale verso Arosa, circa 28 chilometri complessivi, che però si divideva in prima parte abbastanza impegnativa, poi un lungo falsopiano ed infine di nuovo salita dura negli ultimi cinque chilometri: per il resto lungo questi 170.5 chilometri c'erano un po' di sali scendi subito dopo la partenza da Atzmännig e poi tanta pianura prima appunto del finale già descritto. E proprio in avvio, approfittando di un tratto in salita, in testa alla corsa si è formata una maxifuga di 29 corridori: tra loro c'erano Michael Matthews, Greg Van Avermaet, Tanel Kangert, Jan Polanc, Gorka Izagirre, Igor Antón e gli italiani Osca Gatto ed Enrico Battaglin.

Per la BMC Racing Team si è venuta quindi a creare un'altra situazione non proprio ideale perché nel gruppo di testa c'era l'estone Tanel Kangert che in classifica partiva questa mattina con 1'59" di ritardo rispetto a Richie Porte: nei primi cinquanta chilometri di gara gli uomini in maglia rossonera hanno quindi lavorato per tenere la fuga sotto ai due minuti, per non dare al corridore dell'Astana neanche la soddisfazione della leadership virtuale. Ma se ieri la BMC aveva dovuto fare tutto da sola, oggi dopo metà percorso è arrivato l'aiuto della Movistar: ad un certo punto i compagni di Porte hanno deciso di cambiare i propri piani e lasciar andare la fuga fino a tre minuti e mezzo per stanare chi voleva puntare o al podio o alla vittoria di tappa.

Quintana attacco all'inizio della salita
A 28 chilometri dall'arrivo, quando è iniziata la prima parte della lunga ascesa verso il traguardo di Arosa, la differenza tra il gruppo di fuggitivi ed il plotone principale con la maglia gialla era di due minuti: davanti il primo a muoversi è stato il basco Igor Antón della Dimension Data che ha accelerato l'andatura creando i primi buchi tra i fuggitivi, ma lo scatto vero e proprio è stato quello di Joe Dombrowski (EF Education First) che è rimasto da solo al comando inseguito da una decina di altri superstiti.

L'azione in testa alla corsa, però, è stata oscurata ben presto dallo scatto di Nairo Quintana che si è lanciato all'attacco già dalle prime rampe di salita più dura nonostante all'arrivo mancassero 27 chilometri. L'allungo del colombiano della Movistar ha sorpreso tutti gli altri uomini di classifica: Jakob Fuglsang ha provato a seguirlo senza farcela, Richie Porte invece ha perso l'attimo e poi si è messo ad inseguire assieme a Steven Kruijswijk e ancora Fuglsang, ma oggi il tasmaniano della BMC è apparso molto meno brillante rispetto a ieri e ci ha messo quasi un chilometro per andare a chiudere il buco da Quintana.

Il secondo scatto è quello buono
Dopo il suo primo scatto Nairo Quintana è stato ripreso dagli altri uomini di alta classifica ed a quel punto si poteva pensare che tutto sarebbe stato rimandato agli ultimi chilometri di tappa: e invece Quintana ha attaccato di nuovo e stavolta nessuno ha anche solo provato a seguirlo. Quintana ha iniziato a recuperare uno dopo l'altro tutti gli uomini che si staccavano dalla fuga e ai meno 23 chilometri ha trovato per strada il compagno di squadra Victor De La Parte che lo ha scortato per alcuni chilometri; situazione simile per Richie Porte che in salita ha sfruttato il lavoro di Tejay Van Garderen e poi si è dovuto aggrappare al lavoro di Greg Van Avermaet per non far scappare via Quintana.

Nel tratto di falsopiano Nairo Quintana, ormai rientrato sulla testa della corsa, ha dovuto fare tutto da solo visto che nessuno degli ex fuggitivi poteva dargli una mano, dietro invece era Van Avermaet a tirare ad a tenere coperta la maglia gialla Richie Porte: in questa frasi i due gruppi viaggiavano praticamente alla stessa velocità ed il gap è rimasto fisso attorno ai 40", un distacco che considerando anche l'abbuono avrebbe potuto permettere a Nairo Quintana di puntare a conquistare sia la tappa che la testa della classifica. A 14 chilometri del gruppo di Richie Porte c'è stato un tentativo di allungo da parte di Mikel Landa, un'azione di brevissima durata ma che non si è capito molto bene che scopo avesse, forse quello di creare un po' di scompiglio e far staccare Van Avermaet.

Quintana resiste a Porte e Fuglsang
Lungo tutta la scalata Nairo Quintana ha gestito ottimamente le proprie energie sapendo che dare tutto sul falsopiano poteva significare piantarsi poi nel finale dove le pendenze erano più impegnative: ai meno 10 chilometri il capitano della Movistar aveva ancora 40" di vantaggio, ai meno 7 la differenza era scesa a 25" e poi appena la strada si è nuovamente impennata Greg Van Avermaet ha fatto un'ultima decisa accelerazione in funzione di Richie Porte. Intanto Nairo Quintana era riuscito a liberarsi di chi ancora era con lui: François Bidard e Gregor Mühlberger sono stati gli ultimi ad arrendersi, ma nel frattempo da dietro Richie Porte stava avvicinandosi tanto da essere segnalato a soli 10" ai meno tre chilometri.

Ma, come detto, Nairo Quintana ha saputo gestirsi benissimo e ha avuto la forza di aumentare il ritmo, mentre le gambe di Richie Porte si sono via via ingolfate, forse anche per colpa dell'ultima accelerazione troppo violenta di Van Avermaet, poco abituato a fare quel genere di lavori: e così il colombiano è tornato a guadagnare, Porte era stato ripreso da Fuglsang, al gran premio della montagna a 1100 metri dal traguardo il distacco era salito a 20" ed poi al traguardo, con il danese dell'Astana che si è preso ancora l'abbuono per il secondo posto, sono stati ventidue i secondi guadagnati dalla stella sudamericana della Movistar. A 38" sono arrivati Gregor Mühlberger, Wilco Kelderman, Enric Mas e Igor Anton, ritardo di 50" per Steven Kruijswijk e Mikel Landa; chiude invece più indietro a 2'08" Diego Ulissi.

Porte resta ancora in maglia gialla
A due tappe dalla conclusione di questo Giro di Svizzera, Richie Porte resta comunque in maglia gialla e con tutti i favori del pronostico: Nairo Quintana è secondo a 17" dall'australiano della BMC, a 52" c'è Wilco Kelderman, a 53" Enric Mas, a 1'13" Sam Oomen, a 1'28" Jakob Fuglsang, a 1'31" Mikel Landa, a 1'37" Steven Kruijswijk, a 1'48" Simon Spilak e 2'26" Bauke Mollema.

Domani si correrà in circuito a Bellinzona, una tappa breve (123.8 chilometri) e leggermente ondulata, ma che sulla carta non dovrebbe creare differenze tra gli uomini di classifica; anzi, potrebbero essere proprio i velocisti in gara a dire la loro. Domenica invece c'è il gran finale con la cronometro individuale, sempre a Bellinzona, lunga 34.1 chilometri: difficile de Porte si faccia spaventare da Quintana, l'olandese Kelderman però andrà tenuto d'occhio.
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