Professionisti

La rubrica pensieRosa #1 - Lecce in Serie A!

11.05.2019 20:48

Pillole di Giro 2019 in libertà: una crono anticlimatica, Ciccone in azzurro, il pubblico del San Luca, Nishimura fuori tempo massimo, gli scambi pepati tra i big. E non solo...


I promossi della crono del San Luca
Come fai a non voler bene a Nibali? Come fai a non temere Roglic? (E come fai a non chiederti se Primoz terrà così fino a Verona?). Come fai a non sorprenderti del numerone di López? Come fai a non apprezzare l'afflato anticonformista che anima Yates? Abbiamo citato i quattro principali promossi della giornata. Che poi sono i primi quattro della generale (nell'ordine Primoz-Simon-Vincenzo-Miguel Ángel). Il quinto è già nella pillola qui sotto.

Più che bocciati, diciamo che ci son dei rimandati
Il quinto, ovvero Tom Dumoulin: sappiamo per certo che sarà protagonista fino alla fine, certo da uno come lui ti aspetteresti sempre che possa spaccare il mondo in una crono come quella bolognese. Si rifarà. E si rifarà senz'altro Mikel Landa, uno che oggi ha pagato un conto salato, oltre un minuto da Roglic. Ancor peggio è andato Ilnur Zakarin, ma non è una novità: un diesel come lui emergerà comunque nella terza settimana. Se non cade dal letto.

Polemichine tutto pepe
Simon Yates aveva roboato: "Dovranno tutti temere me" (non esattamente in questi termini); Vincenzo Nibali all'arrivo del San Luca ribatte: "Vediamo cosa farà dopo aver detto che ce la dobbiamo fare sotto". Parte subito bene il Giro dei duelli verbali. Tom Nonhopelisullalingua Dumoulin non cala il carico da 11, ma la butta sul ridere: "Ci sono già passato, è un'esperienza che fortifica" (il farsela sotto, intendendo). Sì sì, ci divertiremo parecchio in questi 21 giorni!

Il Giro degli altri: Ciccone in azzurro!
Altri nel senso di classifiche diverse da quella rosa: Giulio Ciccone si becca la copertina perché è quello che ci mette meno per fare la scalata del San Luca, 6'02" alla faccia dei 6'05" di Roglic e dei 6'07" di Yates. Sicché la maglia azzurra dei Gpm per oggi va a lui. La classifica a punti è uguale all'ordine d'arrivo, per oggi nulla quaestio. La maglia bianca di miglior giovane è invece già nei domini di Miguel Ángel López (che l'aveva vinta pure nel 2018); 7" per lui su Tao Geoghegan Hart e Laurens De Plus. Tra i team si fa preferire tutto sommato la Bahrain-Merida (Nibali 3, Caruso 10, Pozzovivo 19) sulla Jumbo-Visma (Roglic 1, De Plus 8, Van Emden 35) e sull'Astana (López 4, Bilbao 11, Cataldo 25).

Il clima e l'anticlimax
Una pratica da "manuale del non-si-fa del thrilling": la gente si fida delle previsioni meteo, tutti i capitani (meno uno) decidono di partire in avvio di cronometro, per cui abbiamo un avvio di adrenalina intensissima, poi tutto inevitabilmente scema. Sì, manca ancora Yates (il "meno uno" di cui sopra), ma reggere 3 ore di pathos da solo sarebbe un'impresa anche superiore al tenere nella terza settimana.

Lecce-Spezia
Sì, in effetti la concomitanza era di quelle che fanno tremare i polsi: un supermatch di serie B in diretta su Rai2 ancora alle 17, mentre tutti i ciclomani aspettano ansiosi di vedere le prime pedalate del Giro. È la conferma che ci vuole anche fortuna nelle cose: immaginiamo Auro Bulbarelli che deve distribuire, tempo fa, canali e dirette, e pensa "beh, la tappa del Giro vedrà i più forti tutti in gara dopo le 19... ci stiamo comodi a mandare il calcio fino alle 17". Invece quello che non ti aspetti (vedi pillola precedente): i big gareggiano subito, Lecce-Spezia li mette in ombra, il ciclotelefruitore Rai protesta, perché neanche per la finale di Champions League si sarebbe perso la prima battaglia Dumoulin-Nibali-Roglic, figurarsi il dover fare zapping nevrotico compulsivo per un anonimo (non risulta che i tifosi delle due simpatiche squadre provinciali rappresentino una folla oceanica) match di seconda divisione. Gli si può dar torto, a quel povero ciclotelefruitore?

Il pubblico delle grandi occasioni, almeno per un po'
A chi era sulle rampe (sotto il porticato) del San Luca poco importava della diretta tv: poteva godersi live uno spettacolo sublime. E al contempo offrire a chi guardava da casa un secondo spettacolo sublime: vederli traboccare, intorno ai ciclisti, eppure mantenersi corretti ed educati anche quando si trovavano al di qua delle transenne, ci ha fatto una carezza al cuore. Poi però il sole è andato giù, il pathos pure, e anche un bel po' di quel pubblico: vedere la rampa svuotarsi via via ci ha invece deturpato l'anima.

Partire è un po' morire
Può un Giro d'Italia durare appena 8 km? 8 km di sofferenza totale, e poi ti rimandano a casa. C'è di che deprimersi per almeno sei mesi. Speriamo che Hiroki Nishimura non si abbatta, anche se la mazzata per lui è pesante: fuori tempo massimo nella crono d'apertura della corsa rosa, un'onta che prima di lui in un GT era toccata solo al belga Fons De Wolf al Tour del 1985 (ma aveva sbagliato orario di partenza!); se gli organizzatori avessero registrato la frazione come prologo e non come tappa, il giapponese della Nippo-Fantini non sarebbe stato escluso (nei prologhi non c'è il tempo massimo). Invece così non è stato; Nishimura oggi ha accusato un ritardo superiore ai 4' (che era il tempo limite), per la precisione 4'32", e mestamente lascia i compagni in 7. L'unica speranza per lui è che un Sylvester Stallone si innamori di questa melodrammatica storia di sport e ne tragga magari un film. Hiroki Balboa.
Notizia di esempio
Al CCC Tour esulta l'esperto Paterski. Settimo Burchio, nono Mosca
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!