Professionisti

Démare fa ben più che lo Stretto necessario

11.05.2022 18:38

Giro, vittoria in volata per Arnaud su Gaviria, Nizzolo e Ballerini. Classifica quasi immutata, Almeida guadagna una posizione grazie a un abbuono intermedio. E alla fine la scena se la prende Nibali con l'annuncio del ritiro


Una tappa in cui è successo anche tanto per essere una semplice frazione da velocisti, in cui c'è stata una lunga battaglia animata dal team di Mathieu Van der Poel (come sbagliarsi?) e che si è conclusa col ritorno al successo di Arnaud Démare, che al Giro d'Italia vantava già cinque vittorie ottenute tra 2019 e 2020 (due anni fa vinse proprio sulle stesse strade di oggi, si arrivava a Villafranca Tirrena) e che con questa prima affermazione stagionale si è preso pure la maglia ciclamino... e tutto questo è stato poi messo in ombra dall'annuncio che Vincenzo Nibali ha fatto al termine, nella sua Messina, ai microfoni Rai: si ritirerà a fine stagione, questa è la sua ultima corsa rosa, e insomma un'avventura meravigliosamente indimenticabile volge al termine. Non che la notizia ci sorprenda oltremodo, non fosse stato quest'anno sarebbe stato magari il prossimo, di sicuro avevamo già da tempo metabolizzato il fatto che il meglio dello Squalo fosse già alle spalle, ma certo sentire l'annuncio direttamente dalla sua voce ha fatto un certo effetto. Con gratitudine immensa per tutto quello che Vincenzo ci ha regalato, rinviamo ad altri approfondimenti e articoli (non solo oggi) la cosa e torniamo direttamente alla cronaca della tappa.

La Catania-Messina di 174 km, quinta tappa del Giro d'Italia 2022, nasceva per sorridere ai velocisti, ma qualcuno in gruppo non ha avuto la stessa simpatia nei confronti della categoria, come vedremo. Si è partiti in maniera canonica, una fuga a 5 avviatasi dopo un paio di chilometri e animata da alcuni soliti noti: gli immancabili Filippo Tagliani e Mattia Bais (Drone Hopper-Androni Giocattoli), sempre presenti nelle fughe delle tappe più altimetricamente abbordabili, sono stati oggi affiancati da Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF), Jaakko Hänninen (AG2R Citroën) e Mirco Maestri (Eolo-Kometa). Il vantaggio massimo è stato raggiunto subito (km 12) e non è stato così corposo (3'40"), il gruppo non ha lasciato spazio e anzi sulla Portella Mandrazzi, 20 km di agile salita svettante al km 75, ha aumentato a dismisura l'andatura per via di un forcing dell'Alpecin-Fenix di Mathieu Van der Poel. Il chiaro obiettivo era quello di far staccare un po' di velocisti puri, il risultato è stato anche di abbattere il vantaggio degli stessi fuggitivi.

E certo, alcuni sprinter hanno perso contatto dai migliori: per primo Caleb Ewan (Lotto Soudal), poi anche Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl) e successivamente anche Arnaud Démare (Groupama-FDJ), Phil Bauhaus (Bahrain-Victorious), Sacha Modolo (Bardiani) e Davide Cimolai (Cofidis). Questi ultimi sono però rientrati già in discesa, a 65 km dalla fine, subito dopo che il gruppo aveva ripreso i 4 fuggitivi superstiti (Tagliani si era rialzato dopo il Gpm).

Il braccio di ferro tra il grosso del plotone (in cui spingevano anche Israel-Premier Tech, Trek-Segafredo e Intermarché-Wanty) e gli staccati è proseguito finché questi ultimi non si sono arresi: in particolare, Ewan era già troppo arretrato per sperare di riavvicinarsi, ma Cavendish - che doveva recuperare meno di due minuti, per un po' ci ha provato, supportato da quasi tutti i suoi compagni di squadra. A meno di 40 km dalla fine Cannonball si è comunque rialzato pure lui.

Ai -37 João Almeida (UAE Emirates) è transitato secondo alle spalle di Ben Swift (INEOS Grenadiers) al traguardo volante di Villafranca Tirrena e si è così assicurato 2" di abbuono; dal gruppo arrivava invece la notizia del ritiro di Filippo Fiorelli (Bardiani). Non è più successo molto fino alla volata, in vista della quale i vari treni si sono avvicendati fino alla fine, con la Alpecin un po' lunga (in testa dai -3 ai -2), quindi DSM e poi Cofidis a guidare fino ai 700 metri.

Il treno Groupama ci ha messo un po' per mettersi bene sui binari, Jacopo Guarnieri era rimasto intruppato dietro e non ha potuto dare il proprio contributo, ma ciò non ha impedito a Démare di chiudere in bellezza una giornata che a un certo punto si era messa male per lui. Arnaud ha preso il centro della strada ed è subito parso avere una marcia in più rispetto a tutti gli altri. Fernando Gaviria (UAE), destinato a far secondo, di marce ne aveva invece almeno un paio in meno a causa di un problema al cambio che gli ha impedito di esprimere il massimo rapporto e ha accolto la piazza d'onore con un plateale moto di rabbia.

Al terzo posto ha chiuso Giacomo Nizzolo (Israel) davanti a Davide Ballerini, unico Quick-Step rimasto nel primo gruppo insieme all'uomo di classifica Mauri Vansevenant. Biniam Girmay (Intermarché) è giunto quinto, poi Bauhaus, Alberto Dainese (DSM), Natnael Tesfatsion (Drone Hopper), Edward Theuns (Trek) e Simone Consonni (Cofidis). La classifica è quasi uguale a ieri, a parte c'è solo la posizione guadagnata da Almeida grazie all'abbuono. Nel dettaglio: Juan Pedro López (Trek) è primo con 39" su Lennard Kämna (Bora-Hansgrohe), 58" su Rein Taaramäe (Intermarché), 1'42" su Simon Yates (BikeExchange-Jayco), 1'47" su Vansevenant, 1'55" su Wilco Kelderman (Bora), 1'58" su Almeida, 2' su Pello Bilbao (Bahrain), 2'04" su Richie Porte (INEOS), 2'06" su Romain Bardet (DSM) e Richard Carapaz (INEOS), 2'15" su Mikel Landa (Bahrain) e Thymen Arensman (DSM), 2'16" su Jai Hindley (Bora), 2'18" su Santiago Buitrago (Bahrain), 2'20" su Hugh Carthy (EF Education-EasyPost), 2'23" su Alejandro Valverde (Movistar), 2'27" su Lucas Hamilton (BikeExchange), 2'32" su Giulio Ciccone (Trek), 2'37" su Domenico Pozzovivo (Intermarché).

La tappa di domani sarà ancor più facile di quella odierna, si torna in continente con la Palmi-Scalea, sesta frazione del Giro 105. 192 km totali, una salitella all'inizio e poi praticamente più nulla fino al volatone. Costeggiando il mare per tutta la giornata, l'unica possibilità di diversioni sarebbe stata data dal vento, qualora ci fosse stato. Ma le previsioni lo danno praticamente assente sul percorso calabrese.
Notizia di esempio
Nibali e Ciccone: i due "fari" azzurri per le corse a tappe
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!