Giro d'Italia

Il Giro che verrà: prima settimana su e giù dagli Appennini

Nuovo episodio della presentazione a puntate del percorso del Giro: vediamo oggi la prima settimana, che di fatto presenta una sola tappa semplice in mezzo a 5 tappe appenniniche

Continua il nostro avvicinamento al 2026 scandito dal percorso del prossimo Giro d'Italia. La puntata di oggi della rubrica è dedicata al rientro in Italia e alla prima settimana con cui si risalirà lo stivale. Cinque giornate molto esigenti, che con un po' di fortuna potrebbero essere divertenti da seguire: se escludiamo la tappa di Napoli, comunque animata da un circuito mosso nel finale, tutte le frazioni presentano salite appenniniche importanti più o meno vicine al traguardo che chiederanno a tutto il gruppo grande concentrazione. Peraltro in un percorso che propone delle Alpi più dolci del solito e con una cronometro di 40 km piatta come un biliardo alle porte, gli scalatori più puri potrebbero già avere interesse a fare confusione. La tipologia delle tappe varia dalla volata a gruppo ristretto (Cosenza) al tappone d'altri tempi (con riferimento non tanto alla difficoltà quanto ai 246 km verso il Blockhaus), passando per le ripide coste fermane.

 

Le tappe nel dettagio

martedì 12 maggio - 4a tappa: Catanzaro - Cosenza (144 km)

Altimetria 4a tappa

L'avvio all'insù è solo uno scherzetto, che oltre i 3.5 km al 4% verso Marcellinara offre lo sguardo sui successivi 70 km di pianura. Tuttavia quella che sulla carta è segnata come frazione di bassa difficoltà, propone uno scherzo ben più pesante quando si entra nelle fasi finali: Cosenza è circondata da montagne ed era inevitabile che non si potesse arrivare qui in pianura. Non si è scelta peraltro nemmeno la strada più agevole per valicare, probabilmente perché chiudere la galleria sotto la Crocetta creava problemi per il traffico. E quindi ecco la lunga ascesa a Cozzo Tunno, uno dei tanti versanti che portano appunto al passo della Crocetta, salita vera di circa 14.5 km al 6%, seppur senza nessun passaggio particolarmente cattivo. Certo non si muoveranno uomini di classifica, ma per il successo di tappa la battaglia potrebbe essere interessante, nonostante nel finale si sia scelto di allungare un po' il brodo per consentire a qualche velocista di rientrare. Spezza in due la discesa (veloce, ma a tratti adatta anch'essa a far confusione) la contropendenza di Gesuiti (circa 1.2 km al 5%). Si giunge in fondovalle a poco più di 20 km dall'arrivo, pochi per organizzarsi; attenzione anche alla pendenza lieve ma sensibile verso il traguardo: gli ultimi 3 km hanno una media del 2% e sfavoriscono ulteriormente i velocisti più puri.

 

mercoledì 13 maggio - 5a tappa: Praia a Mare - Potenza (204 km)

Altimetria 5a tappa

Se quella del giorno prima era una tappa per velocisti con tradimento, questo è un vero assaggio di alta montagna, che si corre sulle stesse strade della tappa potentina del 2022. Il percorso è nel suo complesso molto più agevole, ma la salita chiave, la Montagna Grande di Viggiano, risulta leggermente più vicina al traguardo. Pensare che qualche big voglia attaccare equivale forse a sognare, ma certo è che la classifica è ancora tutta da scrivere e non ci sarà molto margine per lasciare spazio ad attaccanti (al contrario del 2022, quando l'Etna aveva già setacciato gli uomini di classifica). Dopo una quindicina di km di falsopiano potrebbe regalare un bell'avvio di corsa la salita al Valico di Prestieri: in tutto sono circa 13.5 km al 5%, ma i primi 7 km sono piuttosto cattivi (media poco sotto il 7% e qualche passaggio in doppia cifra). Segue la salita del Bosco Difesa (circa 7.5 km al 3.7%), dopo la quale di rimane in fondovalle per 90 km, con il ritmo spezzato dalla salitella a Francavilla in Sinni (2.5 km al 3%), lievi ondulazioni e la salita verso la Diga del Pertusillo (circa 3 km al 4%). La fase calda della tappa è aperta dalla salita verso il centro di Viggiano (5.5 km al 5.5%) preambolo alla durissima ascesa alla Montagna Grande che segue appena 3 km dopo: 6.6 km al 9.1%, ma piuttosto irregolari, con punte fino al 15%. In vetta mancano 50 km all'arrivo, mai pianeggianti: una strada tortuosa e zeppa di contropendenze porta a Pierfaone, quindi inizia una discesa di quasi 20 km (tecnica nei primi 13) con cui si arriva alle porte di Potenza. Il finale è lo stesso del 2022: si sale prima in città con 2.3 km al 5.8% (ma un passaggio molto ripido all'inizio) scollinando a meno di 5 km dall'arrivo, quindi discesa e arrivo di nuovo all'insù (ultimi 350 metri all'8%, max 13%).

Dettaglio salita

 

giovedì 14 maggio - 6a tappa: Paestum - Napoli (161 km)

Altimetria 6a tappa

Unica volata propriamente detta di queste prime tappe italiane, comunque decisamente complicata. Nei primi 140 km l'unica difficoltà è la facile ascesa che consente di valicare a Cava de' Tirreni (2.5 km al 4.5%) i rilievi della penisola sorrentina. Quella che fino a qui sembra una comunissima tappa per velocisti si complica con il circuito finale di 23 km: una prima lieve ascesa attraversa Posillipo in sampietrini (circa 4 km al 2.3%), quindi dopo 5 km pianeggianti lo strappo di Fuorigrotta (2 km al 6.2%) offre il trampolino a chi vuole inventarsi qualcosa; non per niente segue al GPM una discesa insidiosa che termina ad appena 3 km dall'arrivo.

 

venerdì 15 maggio - 7a tappa: Formia - Blockhaus (246 km)

Altimetria 7a tappa

Tappa che sa di antico, tanto per le strade percorse, quanto per il chilometraggio. Sia chiaro: che possa essere una tappa in cui si pisola fino agli ultimi 15 km è più che verosimile, ma sul piano di cosa è il ciclismo su strada, una tappa di simile chilometraggio è sempre ben accolta. In avvio si sale per 8 km (media 3.3%) fino alla Cantoniera di Itri. Quindi si torna sul mare per costeggiarlo con lieve ondulazioni ritransitando da Formia. Il lungo avvio pianeggiante è spezzato da una salitella presso Ausonia e poi da quella alla galleria dell'Annunziata Lunga (4.5 km al 4.4%). Le vere montagne arrivano salendo a Rionero Sannitico dalla strada a scorrimento veloce (13.5 km al 4.8%), seguita poi dalla classica ascesa a Roccaraso dalla strada vecchia (7 km al 6.4%, max 11%). Da qui ci si dirige direttamente verso Roccamorice, valicando la Forchetta (qui detta Serra Malvone, 1.7 km all'8.1%) e poi il Passo San Leonardo (10 km divisi in 4 km al 5% e 1.8 km al 4%). Dopo quasi 20 km di discesa, un paio di salitelle anticipano l'impennata finale verso il Blockhaus di 13.6 km all'8.4% con il tratto centrale di circa 10 km in doppia cifra (max 14%).

Dettaglio salita

 

sabato 16 maggio - 8a tappa: Chieti - Fermo (159 km)

Altimetria 8a tappa

Tappa di muri in versione soft che comunque può regalare spettacolo. Tranne lievi ondulazioni in avvio, i primi 100 km sono sostanzialmente pianeggianti. A Cupra Marittima si sale nell'entroterra fino a Montefiore d'Aso (9.1 km al 3.8%) e Monterubbiano (4.7 km al 5.8%), prima di raggiungere Fermo: qui in successione si sale a Rione Murato (3.3 km al 4.9%) e a Tirassegno, il primo vero muro di 700 metri all'11%, con punte al 20%, a 25 km dall'arrivo. Si incontra adesso una fase più agevole di 14 km per arrivare a Lido di Fermo, dove inizia la salita a Capodarco, la stessa dello storico GP U23, di 2.6 km al 6.3%, con il breve muro al 18% nel finale. Subito a seguire si raggiunge Fermo da uno dei due durissimi muri: non è chiaro dalle cartine ufficiali se si salirà  da Via Reputolo o dal Calderaro, ma in ogni caso entrambi sarebbero di circa 800 metri con punte superiori al 20%. Raggiunto il centro, si percorre 1 km pressoché pianeggiante, prima degli ultimi 1400 metri di salita (media 6%, max 10%) con alcuni metri in lastricato.

 

domenica 17 maggio - 9a tappa: Cervia - Corno alle Scale (184 km)

Altimetria 9a tappa

La prima settimana si chiude con un secondo arrivo in salita, stavolta praticamente unipuerto. Il lungo attraversamento della Romagna fino alle porte di Bologna è completamente pianeggiante. Si vira verso l'Appennino a San Lazzero di Savena per affrontare più avanti la salita delle Ganzole da est (3.2 km al 5.2%) seguita da ripida discesa. Niente di rilevante visto che servono altri 40 km di fondovalle prima di arrivare ai piedi della salita finale, divisa fra la prima ascesa di Querciola (11.2 km al 4.4%, ma con muro centrale a Gaggio Montano di 2 km al 10%) e dalla salita vera e propria che inizia subito dopo di 12.8 km al 6.1% fino a Corno alle Scale. Anche in questo caso, falsopiani e brevi discese alterano molto il valore della pendenza media: sono gli ultimi 5.5 km a rimanere stabilmente impegnativi (media 8.2%), impennando soprattutto dai -3 km alla flamme rouge (max 14%).

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Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.