Primoz Roglic davanti a Jonas Vingegaard al traguardo dell'Angliru © Vuelta a España-SprintCycling
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Il rilancio di Roglic, il chip di Vingegaard, l'all in di Kuss

Altra giornata di dominio Jumbo-Visma alla Vuelta: sull'Angliru tocca a Primoz vincere davanti a Jonas. Sepp perde contatto dai compagni ma riesce a salvare la maglia rossa per soli 8"

13.09.2023 18:20

Partiamo dal presupposto che Primoz Roglic ci crede ancora, con poco più di un minuto da recuperare in classifica. E se ci crede lui, figurarsi Jonas Vingegaard, per il quale il terreno da riguadagnare si conta su un respiro profondo di appena otto secondi. Il problema, per l'uno e per l'altro, è piuttosto di natura etica: togliere la vittoria al compagno(ne) Sepp Kuss, come se lo potrebbero perdonare, l'uno e l'altro? (A patto di riuscire a staccare l'americano a cui vogliono tanto bene, s'intende).

Il fatto è che l'Angliru, odierna sede d'arrivo della Vuelta 2023, non ha dirim… direm… risolto la questione, diciamo. Primoz e Jonas sono arrivati insieme; Sepp ha sì perso terreno, ma non al punto da cedere al danese la maglia rossa. Toccherà, ai due inseguitori, attaccare un'altra volta il gregario per una volta capoclasse. Onestamente però non riusciamo a prevedere se, nel loro linguaggio delle prossime tappe, “attaccare” si coniugherà semplicemente come s'è coniugato oggi sull'Angliru, ovvero che uno di loro alzi il ritmo fino a quote asfissianti per tutti (Kuss compreso: è quello che ha fatto oggi Roglic); oppure se si coniugherà come l'ha interpretato ieri Vingegaard, che sulla rampa di Bejes è proprio scattato di netto a 4 km dall'arrivo.

Va detto che le pendenze dell'Angliru non permettevano eccessivi scatti, ma domani per esempio c'è un Puerto de la Cruz de Linares che si presta a molteplici variazioni sul tema. E sì, perché tra 24 ore avremo un altro arrivo in quota, che non sarà lo spauracchio di oggi ma che può continuare a causare dissesti. Francamente il romanzo di questa Vuelta continua a rimbalzare da un giorno all'altro con immutato pathos: chi la spunterà fra i tre? Posto che gli altri sono ormai abbondantemente fuori causa, ma non già da oggi.

Tributati tutti i dovuti onori alla Jumbo-Visma, una menzione speciale se la merita un Remco Evenepoel che ha cercato ancora una volta la via della fuga, con insistenza e anche con tanta convinzione. Se la Bahrain-Victorious non avesse deciso di alzare il livello dello scontro già sull'Alto del Cordal, magari il campione nazionale belga avrebbe collezionato un altro bel traguardo, invece i piani di Mikel Landa (risalito in classifica fino al quinto posto) e dei suoi hanno decisamente cozzato con quelli del 23enne di Aalst.

All'ennesimo sballo esagerato della JV fa da contraltare la giornata no della UAE Emirates, che ha provato con Marc Soler da lontano (ma alla lunga lo spagnolo è tornato indietro pesantemente) e poi non ha avuto in Juan Ayuso una punta all'altezza di cotanti avversari. Il giovane barcellonese è sempre quarto, ma non si vede come possa scalare il podio se non con uno svenimento improvviso di uno dei primi tre. Semmai, dovrà guardarsi le spalle da un Landa che ha adocchiato un'altra medaglia di legno da aggiungere alla collezione (ne ha già due al Tour e una al Giro, una alla Vuelta dovrebbe metterla in saccoccia prima di chiudere la carriera) e non vorrà certo farsi sfuggire l'occasione.

Vuelta a España 2023, la cronaca della 17esima tappa

Da Ribadesella all'Angliru erano 124.4 i chilometri che componevano la diciassettesima tappa della Vuelta a España 2023. Frazione breve e decisiva, quindi era logico pensare che si partisse abbastanza forte. Per mettere tutti d'accordo, a muoversi è stato direttamente Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step), che ieri aveva riposato e quindi aveva del gas di riserva da dare. Una prima mossa, con altri, rientrata; una seconda, annullata pure questa. Allora era il caso di provare la strategia-bis, sicché la Soudal ha fatto partire a 100 km dalla fine Mattia Cattaneo, a cui si sono accodati Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), Larry Warbasse (AG2R Citroën), Romain Combaud e Chris Hamilton (DSM-Firmenich).

Alcuni hanno provato a inseguire il gruppetto, e tra i vari di nuovo Remco, con Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) e Jonas Koch (Bora-Hansgrohe), ma ancora una volta il gruppo ha annullato. Solo al quarto tentativo, Evenepoel è riuscito ad andarsene, con Jorge Arcas (Movistar) e Paul Ourselin (TotalEnergies), rientrando dapprima su un gruppetto di intercalati mossosi poco prima e composto da Geoffrey Bouchard (AG2R), Kévin Ledanois (Arkéa Samsic) e Jarrad Drizners (Lotto Dstny), e infine, ai -75, sui battistrada.

E qui non si è aspettato troppo a dare un primo scossone, con la coppia Soudal che ha fatto staccare Combaud, Hamilton, Arcas, Ourselin, Bouchard e Ledanois: una gran setacciata, e non erano ancora arrivate le salite vere; ai -70, su un altro strappetto, anche Warbasse e Drizners sono stati fatti fuori; quanto a Germani, lui è saltato a 4 km dalla vetta del primo colle di giornata, l'Alto de la Colladiella, ai - 52.

Negli stessi frangenti dal gruppo partiva Marc Soler (UAE Emirates), intenzionato a tentare un colpo alternativo (o forse pedina da giocare dalla squadra nell'ottica di un più ampio disegno); il gruppo, tirato dalla Jumbo-Visma, era a oltre 2' dalla coppia di testa, e lo spagnolo ha provato la magata di rientrare sui due Soudal, dopo aver via via raggiunto e staccato i vari intercalati.

Al Gpm dei -48 Evenepoel e Cattaneo avevano 52" su Soler e 2'25" sul gruppo; in discesa Germani ed Eduardo Sepúlveda (Lotto), che era in giro già da diversi chilometri all'inseguimento dei primi, sono rientrati su Soler, ma il problema per loro è stato che nel fondovalle i battistrada hanno riguadagnato terreno, distanziando al contempo il plotone. E quando si è approcciato l'Alto del Cordal, Remco è rimasto solo, dopo aver ringraziato Cattaneo che si staccava ai -27 dopo aver tanto lavorato per il capitano. In quel momento il solitario leader della corsa aveva 1'50" su Soler (che aveva ristaccato gli altri due) e 2'50" sul gruppo.

A questo punto la Bahrain-Victorious ha rilevato la Jumbo, aumentando l'andatura in salita (con un lungo e ottimo lavoro in particolare di Antonio Tiberi) e selezionando il plotone; al contempo, riavvicinando e poi raggiungendo Soler (ai -20, subito dopo il Gpm) e finendo col mettere nel mirino pure Evenepoel, il quale - consapevole di aver quantomeno intascato l'obiettivo minimo di fare bottino pieno sui primi due Gpm di giornata (20 punti ottimi per la maglia a pois già detenuta dal fuoriclasse di Aalst) - ha cominciato l'Alto de Angliru ai -12.5 con 1'30" di margine.

Ai -11 Soler si è staccato dal drappello sempre più ridotto della maglia rossa (tirava ancora Tiberi), ai -7 all'inizio del tratto duro Evenepoel aveva ancora un minutino, mentre da dietro è scattato Lennert van Eetvelt (Lotto), ma solo per un attimo, approfittando di un calo di ritmo di Tiberi il quale infatti di lì a poco ha ceduto il testimone a Damiano Caruso. Sulla trenata del siciliano la selezione si è fatta più netta: streghe per Aleksandr Vlasov (Bora).

Ai -6 è partito Romain Bardet (DSM), inseguito subito da Wout Poels (Bahrain); ai -5.6 è stato raggiunto Evenepoel e contestualmente Bardet è ripartito; non più di una decina di unità nel gruppetto alle spalle del francese; ripreso ancora Bardet, anche per Juan Ayuso (UAE) la luce s'è spenticchiata, sicché ai -5 nel drappello di testa avevamo Poels (che tirava) coi compagni Mikel Landa e Santiago Buitrago; gli Jumbo (Sepp Kuss, Jonas Vingegaard e Primoz Roglic); e, solo soletto, Enric Mas (Movistar), che però non aveva ancora grande decorrenza, e infatti ha mollato ai -4.7.

Ai -4 il trenino, ormai avvolto nella tipica nebbia dell'Angliru, ha perso il vagone Buitrago; ai -3 Roglic ha messo la ruota davanti, allungando via via e chiamando una reazione di Landa che ha riportato sotto Kuss e Vingegaard nel giro di 500 metri; il problema per il basco è che arrivato a un passo da Primoz s'è staccato lui, lasciando i tre Jumbo al comando; intanto Cian Uijtdebroeks (Bora), crescendo durante la scalata, raggiungeva e superava Mas, a oltre mezzo minuto dai primi; più indietro un Ayuso in grande difficoltà, abbandonato al proprio destino anche dal compagno João Almeida.

Ai 2 km, mentre Roglic continuava a spingere, Kuss ha perso contatto. Fine dei sogni per l'americano? No, perché dopo un momento di affanno, Sepp è stato raggiunto da Landa, e per lui è stata una manna dal cielo: dando tutto quello che aveva, si è appiccicato all'iberico che gli ha fatto un ritmo utile per salvare quei pochissimi secondi che gli bastavano per difendere il simbolo del primato.

E sì, perché intanto Primoz non faceva sconti, spingendo con a ruota Vingegaard (mai un cambio al compagno), il quale era partito con un gap di 29" da Kuss ed era proprio lì lì per spodestarlo, se non fosse per l'appunto intervenuto il fattore Landa a lanciare un salvagente al ragazzone venuto dal Colorado e che oggi compiva tra le altre cose 29 anni.

E allora Roglic ha vinto la sua tappa, e sono due dopo Xorret de Catí; Vingegaard senza muovere un sopracciglio ha fatto secondo; Kuss è riuscito a sopravanzare Landa conquistando quattro preziosi secondi d'abbuono per il terzo posto (19" il ritardo all'arrivo per i due); a 44" è arrivato Poels, a 58" il solito recuperatore di crediti João (gran finale il suo), a 1'20" Uijtdebroeks e Buitrago, a 1'42" Ayuso che nel finale ha addirittura superato Mas (1'43"). Per la cronaca, Evenepoel ha chiuso a 8'24".

La generale: Vingegaard ormai incombe in maniera seriosissima, ma Kuss tiene la roja un giorno di più, e comunque bisognerà togliergliela. 8" soltanto tra i due, Roglic sale a 1'08" di distacco, poi il vuoto: 4' per Ayuso, 4'16" per Landa (due posizioni guadagnate!), 4'30" per Mas, 6'43" per Uijtdebroeks (+2 pure per lui) e via via gli altri; Soler esce malamente dalla top ten, scivolando dal sesto al 13esimo posto (18'45" il suo ritardo al traguardo).

E domani come la interpretiamo questa 18esima tappa della Vuelta a España 2023? la Pola de Allande-La Cruz de Linares misura 178.9 km e prevede una doppia scalata alla salita dell'arrivo, 8 km molto duri nella prima metà, poi spianatelle ma comunque fino in cima bisognerà spingerci. Allo stato attuale ci pare impossibile (o comunque non consigliabile) esprimere pronostici di sorta. Vingo dice che amerebbe veder vincere la Vuelta a Sepp. Dobbiamo credergli?

Vuelta a España 2023, risultati e classifiche della 17esima tappa

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"Spero davvero che Kuss vinca questa Vuelta a España"
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!