
Il futuro del ciclismo italiano passa anche da Davide Donati
Dopo un ottimo 2024, il giovane bresciano sta continuando a progredire ed è diventato il primo classe 2005 italiano a vincere una corsa professionistica, grazie al successo di tappa al Tour de Wallonie
Ventiduesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Visegrad 4 Bicycle Road Race GP Poland, Memoriał Andrzeja Trochanowskiego, Dookoła Mazowsza, Puchar MON, GP de la ville de Pérenchies, Campionati Nazionali iraniani e Davide Donati, il più giovane italiano a vincere una corsa professionistica.
Le corse della settimana
Visegrad 4 Bicycle Race - GP Poland

A una settimana dal Visegrad 4 Kerekparverseny e dal GP Slovakia, si sono concluse le gare del circuito Visegrad 4 Bicycle Race con il GP Poland. Quest’anno le corse sono state solo tre perché il GP Czech Republic è stato annullato.
Il percorso di gara era caratterizzato da sei giri di un circuito di circa ventisette chilometri, in cui erano presenti due strappi non lunghi, ma abbastanza impegnativi. Al via si sono schierate ventisei squadre: quattordici Continental, nove formazioni dilettantistiche, una selezione nazionale e due rappresentative regionali.
Un primo momento decisivo si è verificato nel corso del quarto giro, quando si è avvantaggiato un gruppo di ventiquattro uomini. Nel drappello di testa c’è stata collaborazione per poco più di un giro e poi sono ricominciati gli scatti. Si sono, quindi, avvantaggiati otto corridori, che sono riusciti a resistere fino alla fine, arrivando a lottare per la vittoria allo sprint.
La ATT Investments si è giocata bene le sue carte e Norbert Banaszek ha potuto festeggiare il successo. L’ex campione nazionale polacco ha avuto la meglio sul sorprendente norvegese Sverre Litlere (NCF Region Vest) e su Hubert Grygowski (Mazowsze Serce Polski), che ha confermato il buon feeling con la corsa, dopo il quinto posto del 2024. Nonostante avesse tirato la volata al compagno di squadra, Marcin Budziński (ATT Investments) è riuscito comunque a chiudere ai piedi del podio, appena davanti al fratello gemello Tomasz (Voster ATS), ancora protagonista della gara dopo il secondo posto della scorsa edizione.
Dopo un secondo e un decimo posto nelle prime due prove, a János Pelikán (United Shipping) è bastato concludere la corsa polacca in ventottesima posizione per aggiudicarsi la classifica delle Visegrad 4 Bicycle Race.
Memoriał Andrzeja Trochanowskiego, Dookoła Mazowsza e Puchar MON

Oltre al GP Poland del circuito Visegrad 4 Bicycle Race, in Polonia si sono disputate nei giorni scorsi anche altre corse: il Memoriał Andrzeja Trochanowskiego, la Dookoła Mazowsza e la Puchar MON. Ventotto squadre hanno preso parte alla prima gara: diciassette Continental, dieci formazioni dilettantistiche e una selezione nazionale. Nelle altre due prove si è aggiunta un’altra compagine di terza divisione, la Atom 6-Decca, e sono cambiate alcune delle formazioni dilettantistiche locali.
Il percorso del Memoriał Andrzeja Trochanowskiego era composto da otto giri di un circuito di 16 km, senza particolari difficoltà altimetriche, e da un secondo circuito completamente pianeggiante, lungo poco più di 3 km. Rispetto all’anno scorso, dunque, era molto più semplice e la volata sembrava di gran lunga l’ipotesi più probabile.
Nella parte iniziale, alcune squadre hanno cercato di sfruttare il forte vento per aprire dei ventagli, ma il gruppo è rimasto compatto. Sono, quindi, andati in fuga tre corridori, con il plotone che li ha controllati senza troppi problemi, lasciando loro un vantaggio massimo di circa 2 minuti. Ripresi gli attaccanti, ci si è preparati per la volata di gruppo e la ATT Investments ha preso in mano la situazione.
Norbert Banaszek ha lanciato perfettamente Marceli Bogusławski, che è riuscito a vincere abbastanza agevolmente. Rotem Tene e Lars Rouffaer (Diftar) si sono accontentati delle piazze d’onore, mentre ai piedi del podio hanno chiuso l’ex professionista Álex Jaime (CT GIANT Store Assen) ed Eskil Huiting (Metec-SOLARWATT).
Le quattro tappe della sessantottesima edizione della Dookoła Mazowsza, iniziata il giorno seguente, avevano tutte un profilo simile, senza particolari difficoltà altimetriche, ma la prima era in assoluto la più semplice. La volata di gruppo era abbastanza scontata, ma i pronostici sono stati sovvertiti. Quattro uomini sono riusciti a sorprendere il plotone, anticipandolo sul traguardo di 9”. Tobias Nolde (Benotti Berthold), il più noto fra i battistrada, ha avuto lo spunto migliore e si è messo alle spalle Patryk Dabski (LUKS Trójka Piaseczno) e Christian Gorm Albrechtsen (CeramicSpeed Aros), conquistando anche la prima maglia di leader.
Nella seconda frazione, leggermente più impegnativa della prima, il plotone non si è fatto sorprendere e nessuno ha evitato lo sprint. Šimon Vaníček (ATT Investments), già vincitore della volata di gruppo del giorno precedente (valida per il quinto posto), è stato ancora una volta il più veloce e ha centrato, così, la prima vittoria internazionale in carriera. Il venticinquenne, che è passato anche in testa alla classifica generale, ha battuto Roy Hoogendoorn (Metec-SOLARWATT) e Lars Rouffaer.
La terza tappa era più facile della precedente e un profilo molto simile alla prima. Il gruppo non si è fatto sorprendere ed è stata volata. È arrivata la prima vittoria polacca, grazie al giovane Michał Pomorski (Mazowsze Serce Polski). Il ventunenne, al primo successo UCI in carriera, ha avuto la meglio sul leader Šimon Vaníček e sul connazionale Radosław Frątczak (Voster ATS).
Anche il profilo dell’ultima frazione, pur più ondulato rispetto a quello della giornata precedente, era molto adatto alle ruote veloci. Come da pronostico tutto si è deciso con uno sprint di gruppo, che ha premiato Radosław Frątczak. Il ventiduenne, alla terza affermazione stagionale, ha superato Bartłomiej Proć (Run & Race-Wibatech) e lo spagnolo Álex Jaime, che sembra tornato a un buon livello dopo la mancata conferma da parte della Kern Pharma.
Šimon Vaníček ha conquistato il successo finale (e la classifica degli sprint intermedi), con 13” di vantaggio su Radosław Frątczak e Tobias Nolde. Come lo scorso anno, Michał Pomorski ha vinto il titolo di miglior giovane, mentre la graduatoria a squadre ha premiato la Benotti Berthold.
Terminata la corsa a tappe, è stato il turno della Puchar MON, corsa di un giorno giunta alla sessantatreesima edizione. L’altimetria non si discostava troppo da quelle delle quattro tappe della Dookoła Mazowsza. Il percorso prevedeva cinque giri di un circuito di trentuno chilometri, quasi del tutto privo di difficoltà altimetriche e, nel finale, un tratto in linea di circa cinque chilometri che conduceva al traguardo. Ci si aspettava, quindi, un nuovo sprint di gruppo, con protagonisti gli stessi corridori che si erano fatti notare nei giorni precedenti, e i pronostici sono stati rispettati, anche se sono emersi nomi diversi dai quelli dei grandi favoriti.
A differenza dell’edizione del 2024, quando due corridori misero nel sacco il gruppo, questa volta, infatti, c’è stato il volatone generale. A uscirne vincitore è stato Bartłomiej Proć, reduce da una Dookoła Mazowsza decisamente meno esaltante rispetto a quella dello scorso anno, che lo aveva visto aggiudicarsi il successo finale. Il venticinquenne, da diversi anni protagonista nelle corse polacche, ha centrato la prima vittoria stagionale, precedendo sul traguardo Lars Rouffaer e Radosław Frątczak. Il ceco Tomáš Bárta (Epronex-Hungary), ex professionista della Caja Rural-Seguros RGA, si è dovuto accontentare di un piazzamento ai piedi del podio, appena davanti allo sloveno Marcel Gladek (Factor).
GP de la ville de Pérenchies

Nel weekend si è disputata anche la quarantottesima edizione del GP de la ville de Pérenchies, corsa di un giorno francese che fa parte del calendario UCI dal 2005. Quest’anno si sono schierate al via sei Continental e nove formazioni dilettantistiche, per un totale di sole quindici squadre, ben cinque in meno rispetto allo scorso anno.
Il percorso prevedeva un circuito intorno alla città di Pérenchies: i primi sei giri lunghi 12 km, non presentavano particolari difficoltà, mentre nelle altre sette tornate, la lunghezza è stata aumentata a 15 km, con l’inserimento di un settore di pavé.
L’azione decisiva è nata a 111 km dal traguardo, quando un gruppo di undici uomini ha preso vantaggio. All’inseguimento dei battistrada si sono mossi altri dieci corridori, che sono rimasti sempre abbastanza vicini ai primi. Quando il ricongiungimento sembrava a un passo, a poco più di 40 km dall’arrivo, su un tratto in pavé c’è stata un’accelerazione nel gruppo di testa, che si è ridotto a cinque unità, respingendo il tentativo di rimonta degli inseguitori. Ai -16 un terzetto è rientrato sulla testa della corsa e davanti si è rotto l’accordo, cosa che ha permesso ad altri uomini di riportarsi al comando. L'ultimo punto di svolta della corsa si è concretizzato ai -6, quando cinque dei battistrada hanno attaccato, staccando definitivamente gli ex compagni di fuga.
Visto il poco accordo da parte degli inseguitori, i battistrada si sono studiati a lungo in vista della volata: il crossista Toon Vandebosch (Alpecin-Deceuninck Development) si è dimostrato il più forte e ha festeggiato la prima vittoria internazionale su strada. Il ventiseienne si è regalato un brivido, esultando un po’ troppo presto e rischiando di essere beffato da Keije Solen (Wanty-Nippo-ReUz). L’estone Rait Ärm (Van Rysel-Roubaix) ha completato il podio davanti a Marius Macé (SCO Dijon-Matériel-Velo.com) e Reef Roberts (Groupama-FDJ Continentale).
Campionati Nazionali Iran

Quando si sono disputati i campionati nazionali in quasi tutto il mondo, l’Iran era alle prese con una difficile situazione politica. Superato il momento più critico, anche il paese asiatico ha potuto incoronare i suoi campioni.
La prima gara è stata la prova in linea, che ha regalato una grande sorpresa: a vincere in solitaria è stato, infatti, Aidin Aliyari, un venticinquenne che corre tra i dilettanti e che non aveva grossi risultati a livello UCI. Al secondo posto si è piazzato Ali Labib Shotorban, il corridore che ha rappresentato l’Iran ai Giochi Olimpici di Parigi. Il podio è stato completato dal quarantatreenne Mehdi Sohrabi (Tommi’s Radltankstelle), che nel 2012 aveva corso nel WorldTour con la Lotto.
Il giorno successivo è andata in scena la cronometro e, in questo caso, i pronostici sono stati rispettati: per la terza volta consecutiva (la quarta in carriera) si è imposto Saeid Safarzadeh (Tianyoude Hotel), che da diversi anni è il miglior corridore del paese. Staccato di 17”, Behnam Ariyan (Tommi’s Radltankstelle) si è piazzato al secondo posto, salendo sul podio della prova per la nona edizione consecutiva. Il vincitore della gara in linea Aidin Aliyari ha confermato l’ottimo stato di forma, salendo sul terzo gradino del podio a 28”. Cinque volte vincitore, Hossein Askari non è andato oltre la quarta posizione: a cinquant’anni, forse, inizia a sentire il peso dell’età.
Le Continental tra i big

Tre Continental hanno partecipato al trittico di gare spagnole composto da Clàssica Terres de l’Ebre, Prueba Villafranca Ordizia e Vuelta a Castilla y Leon: la locale Illes Balears Arabay, la filippina Victoria Sports e la cinese Pingtan International Tourism Island. Doppia apparizione per la malese Terengganu, la neerlandese Universe (Ebre + Ordizia), la statunitense Skyline (Ebre + Castilla) e la messicana Petrolike (Ordizia + Castilla). Una presenza, invece, per la guamaniana EuroCyclingTrips-CCN (Ebre) e le portoghesi FEIRENSE-BEECELER (Ordizia) e Tavfer-Ovos Matinados (Castilla). Il miglior risultato in assoluto è stato ottenuto dalla Pingtan International Tourism Island, che ha centrato un ottimo nono posto alla Prueba Villafranca Ordizia, grazie a Vlas Shichkin. Il russo è stato il miglior rappresentante del ciclismo di terza divisione anche alla Vuelta a Castilla y Leon, in cui ha chiuso ventunesimo. La Terengganu ha fatto nettamente meglio delle formazioni di pari livello alla Clàssica Terres de l’Ebre: il migliore della compagine malese è stato Stefan de Bod, ventiquattresimo.
Solo la Tarteletto-Isorex ha preso parte al Tour de Wallonie. La formazione belga ha centrato il trentesimo posto in classifica con Lennert Teugels, mentre il miglior piazzamento di tappa è stato il sesto di Gianni Marchand nell’ultima frazione. Nella terza giornata è arrivato il miglior risultato parziale di un rappresentante del ciclismo di terza divisione: Davide Donati, corridore della Red Bull-BORA Rookies in gara con il ramo WorldTour del team, è riuscito addirittura a vincere.
Tra le ultime novità di ciclomercato spicca il passaggio del campione nazionale greco Nikiforos Arvanitou dai dilettanti della Novapor al Team United Shipping, Continental ungherese. Da segnalare anche il cambio di formazione di Vladimir Mulagaleyev: il kazako ha lasciato l’Almaty e si è trasferito in Cina, alla Giant. Il marocchino Nasser Eddine Maatougui, invece, è tornato a livello UCI dopo due anni di assenza, accasandosi alla Agadir Vélo Propulsion.
Il ritratto della settimana: Davide Donati

Che Davide Donati sia uno dei prospetti più interessanti del ciclismo italiano non lo scopriamo certo oggi. Dopo ottimi risultati tra gli juniores, ha disputato un primo anno da under 23 di altissimo livello e ha si è guadagnato, così, un posto nella Red Bull-BORA-hansgrohe Rookies, vivaio del WorldTeam tedesco. Il corridore bresciano ha dimostrato di meritare la fiducia di una struttura tanto importante e ha conquistato una tappa al Tour de Wallonie, corsa di categoria ProSeries. Con questo successo è diventato il primo italiano nato nel 2005 a vincere una corsa professionistica; il dato assume ancora maggiore importanza, se si considera che nessun 2003 e 2004 del nostro paese ha ancora vinto tra i grandi.
In Vallonia, il ventenne ha vinto una volata di gruppo, mettendosi alle spalle Milan Fretin, uno dei velocisti emergenti del gruppo, ma ha già dimostrato di non essere un semplice sprinter. Quest’anno, infatti, si è laureato campione italiano under 23 a cronometro e si è piazzato secondo nell’ultima tappa della Settimana Internazionale Coppi e Bartali, regolando un gruppo ristretto a una ventina di uomini alle spalle del fuggitivo Jay Vine. Il quinto posto alla Boucle de l’Artois, invece, è arrivato dopo essere entrato in una fuga. L’altro piazzamento di rilievo del suo 2025, la quarta posizione nella frazione inaugurale della Coppi e Bartali, si è concretizzato al termine di una volata di gruppo.
Davide Donati si avvicinò al ciclismo per caso: giocava a calcio, quando lesse un annuncio che invitava i più giovani a provare per gioco una mountain bike e si innamorò subito delle due ruote. Da giovanissimo si destreggiava con successo fra ciclocross, mountain bike e strada: sulle ruote grasse si è tolto le maggiori soddisfazioni da allievo. Al primo anno da junior si confermò, dimostrando di essere tra i migliori italiani della sua fascia d’età: vinse anche la Gimondibike, una prova internazionale.
Nel mentre intensificò la sua attività su strada e riuscì a salire sul secondo gradino del podio nella cronometro dei Campionati Italiani. Visti i grandi progressi nella principale disciplina del ciclismo, al secondo anno tra gli juniores, mise un po’ da parte la MTB e la scelta diede i suoi frutti: il bresciano confermò il secondo posto nella cronometro dei Campionati Italiani e si guadagnò la convocazione per i Campionati del Mondo. Vinse, inoltre, tre corse internazionali: una tappa dell’Ain Bugey Valromey Tour, il Trofeo Comune di Vertova e la prestigiosa Chrono des Nations junior.
Dopo essersi affermato come uno dei migliori juniores italiani, ha ricevuto diverse offerte per la prima stagione da under 23 e ha scelto di firmare con la Biesse-Carrera. Ha scelto di concentrarsi solo sulla strada, abbandonando la Mountain bike, e ha dimostrato di non aver subìto il salto di categoria e, dopo l’esordio UCI in una corsa impegnativa e di alto livello come il Trofeo Laigueglia, ha immediatamente centrato risultati interessanti come l’ottavo posto alla Popolarissima e il secondo al Giro del Belvedere, prima di trovare la prima vittoria importante al Gran Premio della Liberazione. In seguito non ha più trovato la vittoria a livello internazionale, ma si è comunque ben comportato al Tour de la Mirabelle (ottavo nella generale, con un terzo e un quarto di tappa) e al Giro del Medio Brenta (decimo) e ha partecipato a diverse corse di caratura superiore.
Quest’anno, dopo il passaggio al vivaio della Red Bull-BORA-hansgrohe, Davide Donati sta continuando a fare progressi e i risultati stanno lì a testimoniarlo. Al momento non si sa ancora quali saranno le sue prossime gare, ma, dopo l’ottima figura al Tour de Wallonie, non è da scartare l’ipotesi di vederlo di nuovo in prestito alla prima squadra.