Axel Laurance vince il Mondiale Under 23 di Glasgow 2023 © UCI
Ciclismo Giovanile

Mondiale U23, la Francia fa festa con Axel Laurance

Il transalpino si è imposto dopo una fuga di 150 km e un'azione solitaria di 27. Lorenzo Milesi tra i protagonisti di giornata (quinto), podio portoghese-slovacco con António Morgado e Martin Svrcek. Belgio grande sconfitto di giornata

12.08.2023 17:40

Dare il giusto peso al Mondiale di ciclismo Under 23 è facile: basta prendere l'albo d'oro e farsi due conti su quanti vincitori abbiano poi lasciato effettivamente il segno tra i grandi. Anzi non facciamo nomi, che è sempre antipatico, limitiamoci a contare le vittorie importanti da pro' da parte dei vincitori della corsa, dall'istituzione della categoria nel 1996 in poi: in totale (tra tutti e 26 gli iridati under) siamo a due Giri d'Italia (vinti da Ivan Basso) e tre Milano-Sanremo (Arnaud Démare e Matej Mohoric). Non che le cose cambino troppo se consideriamo pure gli altri medagliati: riusciamo ad aggiungere la Sanremo e la Roubaix di John Degenkolb, Giro+Liegi+Lombardia di Danilo Di Luca e il triplo Mondiale e la tripla Sanremo di Oscarito Freire.

Poi chiaramente - accanto a perfette meteore - non mancano corridori dignitosissimi, in quell'albo d'oro, ma la misura del peso del Mondiale Under 23 nel ciclismo professionistico per le corse di maggior rilevanza (GT, Monumento e Mondiali) dice già tutto. Ragion per cui ogni anno facciamo piuttosto fatica a prendere troppo sul serio questa prova iridata, che va considerata certo il massimo premio per la carriera giovanile (questo nessuno lo nega), ma niente di più. Sperare di intuire dalla prova iridata under gli sviluppi futuri di carriera dei suoi protagonisti è un esercizio più o meno simile a quello che un tempo facevano gli aruspici con le interiora degli animali.

Fatta la solita doverosa premessa di ogni anno, possiamo dire che il Mondiale Under 23 di Glasgow è stato non poco appassionante, incentrato totalmente su quest'azione partita lontanissimo, a circa 150 km dalla fine (e in totale se ne dovevano fare nemmen 170), un attacco che poteva sembrare kamikaze solo a chi non aveva guardato le precedenti prove disputate su questo circuito scozzese (e forse tra questi c'erano i belgi, grandi assenti nell'attacco e conseguentemente grandi sconfitti di giornata). Ecco perché intelligentissima è stata la mossa di Lorenzo Milesi, uno dei big azzurri, di inserirsi in quest'azione: non era scritto da nessuna parte che non andasse all'arrivo.

E in effetti all'arrivo c'è andata, certo supportata dagli sforzi di qualcuno che strada facendo è riuscito - con fatica - a inserirsi nel nucleo originario degli attaccanti, ma c'è andata. Peccato - per Milesi - che l'alloro l'abbia raccolto Axel Laurance, 22enne francese componente del team di sviluppo della Alpecin-Deceuninck, squadra che evidentemente con Glasgow ha un rapporto speciale (Mathieu van der Poel, per i due o tre che non lo sapessero, gareggia proprio col team belga.

Laurance è stato bravissimo a gestirsi per tutto il giorno, giovandosi anche del lavoro del compagno Antoine Huby, che nella prima parte dell'azione ha lavorato togliendo pressione al connazionale; e poi ancor più bravo a scattare a 27 chilometri dalla conclusione, appena entrati nel penultimo giro del circuito, e a pedalare serrato fino alla fine. A dargli una mano nell'impresa, il non compiutissimo accordo tra gli inseguitori: a furia di sentirsi dire che per vincere bisogna rischiare di perdere, qualcuno dietro ha rischiato al punto di perdere davvero, e ogni riferimento al portoghese António Morgado (secondo al traguardo con tanto di pugno di rabbia, a 2" dal primo) è ovviamente voluto. Comunque ognuno corre come può e vuole, nessuno vuol far le pulci al lusitano (primo del suo paese a centrare questo podio, peraltro).

Per Lorenzo Milesi il bilancio mondiale è quantomai lusinghiero, tra l'oro nella crono e il quinto posto oggi, al termine di una gara in cui il 21enne bergamasco è stato tra i protagonisti più costanti e propositivi. Il piazzamento - come avrete ben capito dall'elenco di sopra - è un dettaglio, più importante esserci e più importante ancora è il come ci si è stati. Si può dire in definitiva che l'azzurro è uno dei nomi più scintillanti a uscire da Glasgow 2023. Mica poco.

Mondiale su strada Under 23, la cronaca della corsa

168.4 km da Loch Lomond a Glasgow, giornata di pioggia intervallata giusto da qualche breve pausa, comunque un clima molto scottish per la penultima gara su strada della rassegna iridata, il Campionato del Mondo Under 23.

Dopo una caduta che ha coinvolto il britannico Oliver Rees e il ruandese Samuel Niyonkuru, il primo attacco è stato condotto dal neozelandese Logan Currie, poi ci ha provato il lussemburghese Mats Wenzel, che è stato ripreso ai -152 da una prima parte di un gruppo già attraversato da notevole elettricità, in una fase in cui Lorenzo Milesi, vincitore del titolo di categoria a cronometro, è stato tra i più attivi. In particolare ai -149 l'azzurro si è impegnato per rientrare su un gruppetto di fuggitivi che si era formato poco prima e che qui andiamo a elencare: con Lorenzo c'erano i francesi Antoine Huby e Axel Laurance, il britannico Jack Rootkin-Gray, il tedesco Moritz Kretschy, il norvegese Trym Brennsæter, l'emiratino Abdulla Jasim Al-Ali, lo statunitense Brody McDonald, il colombiano Jonathan Guatibonza e l'australiano Alastair Mackellar. Lo spagnolo Carlos Canal, il ceco Adam Seeman e il finlandese Axel Källberg si sono messi a inseguire uscendo pure loro dal plotone.

All'inizio della salita di Crow Road il primo drappello ha superato il minuto di vantaggio sul gruppo, e sia Al-Ali che Guatibonza hanno perso contatto, mentre sul terzetto inseguitore sono rientrati ai -137 il danese Carl-Frederik Bévort e l'olandese Pepijn Reinderink, a loro volta scattati dal gruppo, da cui continuavano le evasioni: l'irlandese Darren Rafferty, poi il portoghese António Morgado e l'algerino Abdelkrim Ferkous (subito neutralizzati). Praticamente mancava solo il Belgio, intanto che gli attaccanti guadagnavano a dismisura, portando a quasi 3' il margine sul gruppo.

Il secondo drappello, da cui aveva perso contatto Källberg e che intanto aveva raggiunto Al-Ali e Guatibonza, ha scollinato ai -132 con 1' abbondante di ritardo dai primi; il gruppo, coi belgi a suonare la riscossa, a 2'30". Qualche caduta sul bagnato (per fortuna senza conseguenze), quindi ai -125 è stato raggiunto Rafferty. Su impulso belga ma anche kazako il plotone ha rapidamente recuperato terreno, mentre ai -116 Al-Ali ha perso le ruote del secondo gruppetto, che comunque era destinato a venir raggiunto ai -108, subito dopo che una maxicaduta aveva coinvolto una decina di corridori tra cui il belga Gil Gelders e lo svizzero Fabian Weiss.

L'approdo a Glasgow e una fuga che non accenna a mollare

Si è approdati al circuito di Glasgow con 30" o poco più di margine per i battistrada e con un tentativo di contrattacco dello spagnolo Raúl García Pierna; ai -100 il primo passaggio dal traguardo vedeva i primi, che si erano sfilacciati su Montrose Street, con 50" su García Pierna e 1' sul gruppo, pure sfilacciato e tirato dall'Olanda. Il circuito ha invertito l'inerzia della corsa, perché i fuggitivi hanno ritrovato argomenti e invece il gruppo qualcuno l'ha perso. L'unica costante, le cadute che continuavano a punteggiare la corsa: di nuovo Gelders col kazako Nicolas Vinokurov, poi anche l'azzurro Dario Igor Belletta con l'olandese Casper van Uden e Al-Ali, quindi ai -87 Alessandro Romele.

Da dietro è uscito il britannico Max Walker che ai -86 ha raggiunto García, quindi subito dopo c'è stato il secondo transito dal traguardo, con 6 giri ancora da coprire e con distacchi di mezzo minuto abbondante e un minuto abbondante per la coppia intercalata e per il gruppo rispetto ai battistrada. Ai -82 da dietro è partito lo svizzero Fabio Christen, poi ci ha provato Reinderink, ma senza fare la differenza; quindi ai -77 sono stati ripresi García Pierna e Walker. Ci ha provato allora su uno strappetto lo spagnolo Iván Romeo, con più convinzione o forse più gambe di quelli che ci avevano tentato poco prima.

Ai -72 una scivolata di Huby sulla curva Narváez ha lasciato i battistrada in 7 a transitare per la terza volta sotto lo striscione d'arrivo con 29" su Romeo e 1'05" sul gruppo sempre più selezionato; tra l'altro sulla stessa curva di Huby è caduto malamente pure il belga Warre Vangheluwe. Ma i capitomboli non si contavano: un altro ai -70, proprio nelle prime posizioni, ne ha coinvolti quasi dieci, tra cui Nicolò Buratti e il francese Eddy Le Huitouze. Emergeva chiaramente la difficoltà di andare a chiudere su quella fuga. La quale peraltro trovava il rinforzo di Romeo, rientrato ai -65, mentre da dietro continuavano a esserci degli scatti piuttosto vacui (di nuovo Currie dai -65 ai -55) e movimenti più nervosi che efficaci di alcuni dei big, a partire dal belga Thibau Nys.

Proprio il figlio di Sven è andato dietro al francese Pierre Gautherat, che si è mosso (chissà perché, avendo davanti Laurance) ai -58, rintuzzato oltre che dal fiammingo anche dal ceco Pavel Bittner. L'effetto di tutto questo lavorio era che comunque il vantaggio dei primi, lungi dal decurtarsi, si sostanziava: 1'16" sul terzetto testè citato - che di lì a poco si sarebbe portato su Currie - e 1'21" sul gruppo al quarto passaggio ai -57, a 4 giri dalla fine. Sulla curva Narváez a 900 metri dal passaggio stavolta è scivolato il britannico Robert Donaldson.

La corsa entra nella fase decisiva

Arrivati al limite dei 50 km alla conclusione i rapporti di forza sono un po' cambiati, in favore degli inseguitori, i quali per cominciare hanno raggiunto ai -48 il quartetto intercalato, subito prima che lo statunitense Colby Simmons (fratello minore di Quinn) tentasse una sortita solitaria (che fa rima con velleitaria in questo caso). Ai -45 il gruppetto al comando si è rotto, con l'allungo di Kretschy e Rootkin-Gray, su cui sono riusciti a portarsi Laurance e Milesi, a formare un nuovo quartetto transitato ai -42.6 (3 giri dalla conclusione) con 13" sugli altri ex battistrada, 43" sullo slovacco Martin Svrcek (uscito da solo poco prima) e 50" sul resto del gruppo, composto da una ventina abbondante di unità: corsa a eliminazione in tutto e per tutto.

Ai -40 c'è stato un nuovo attacco di Morgado, intanto che Svrcek raggiungeva e staccava un Mackellar ormai dissipato. Lo slovacco si è quindi portato su Brennsæter, Romeo e McDonald; poi quest'ultimo s'è staccato ed è stato ripreso e superato da Morgado, mentre dietro il belga Alec Segaert tentava un affondo pesante ma marchiato dal sospetto che si fosse ormai fuori tempo massimo per andare a chiudere sui primi. Tra i quali, nel frattempo, Rootkin-Gray metteva a dura prova i compagni d'azione, in primis Kretschy.

Ai -35 Morgado ha chiuso sul secondo gruppetto, poi ai -33 Nys ha lanciato un nuovo contrattacco su cui Buratti ha manifestato problemi al cambio che gli hanno impedito di accodarsi. La tattica a tenaglia belga prevedeva che ci si muovesse a turno, ai -32 è andato ancora Segaert con Walker; ai -29 Pierna è uscito di nuovo da solo. A due giri dalla fine, ai -28.4, Milesi, Kretschy, Rootkin-Gray e Laurance sono transitati con 11" su Morgado, Brennsæter, Romeo e Svrcek, 19" su Segaert e Walker, 25" su García Pierna e 46" su un'altra quindicina di corridori che formavano quello che una volta si sarebbe potuto definire gruppo.

L'assolo finale di Axel Laurance

Era una sfida uno contro uno ormai, e Laurance ha preso in parola il concetto attaccando da solo ai -27 e causando con ciò un totale rivolgimento, con Rootkin-Gray unico a inseguirlo da vicino, Milesi e Kretschy raggiunti da Morgado e Svrcek, e Brennsæter e Romeo ripresi da Segaert e Walker, mentre il gruppetto Nys (in cui resisteva Davide De Pretto) si portava su García Pierna. Ai -21 il drappello Milesi ha raggiunto Rootkin-Gray ma c'era sempre il problema di andare a colmare quei venti secondi abbondanti vantati dal solitario Laurance.

Le forze erano quelle che erano, nel gruppetto Kretschy e Morgado faticavano notevolmente a tenere il ritmo degli altri tre, con Svrcek che in questa fase continuava a mettere tutti alla frusta; ma non c'era modo di dare continuità all'azione di inseguimento, a tutto vantaggio di Laurance, transitato all'ultimo passaggio ai -14.1 con 26" sul quintetto e 1'04" su Segaert-Walker-Romeo. In pratica l'orizzonte di Milesi e soci era quello di giocarsi le due medaglie residue, anche se nell'ultima tornata il francese al comando ha mostrato qualche crepa, perdendo diversi secondi nella prima parte del circuito.

Svrcek e Milesi hanno strappato ai -9, Rootkin-Gray ha riportato sotto gli altri, poi ai -8 su uno degli strappetti del percorso ancora l'azzurro ha piazzato uno scatto a cui ha risposto lo slovacco, con Morgado che ha riportato sotto anche Rootkin-Gray, mentre Kretschy - sempre in apnea - si è accodato più avanti. Tanta l'apnea che ai -5 il tedesco ha fatto la fagianatina grazie alla quale ha preso un piccolo vantaggio, ma Svrcek e Milesi non erano tanto d'accordo a lasciar andare così l'argento, sicché sono andati a chiudere ai -4.

Laurance era sempre davanti, certo non più con un margine di sicurezza, ma dietro veniva molto più facile passare il tempo a rallentarsi in faccia che organizzare una leale doppia fila; l'ultimo ostacolo per il francese era Montrose Street ai 1400 metri, qui Milesi ha forzato ancora e per un attimo ha staccato tutti, poi Svrcek si è accodato, poi anche Rootkin-Gray e Morgado ce l'hanno fatta: sarebbe stata volata per il podio.

Axel Laurance ha vinto con un residuo di vantaggio, appena 2" (ma aveva fatto l'ultima discesa sulle uova e poi aveva direttamente smesso di pedalare esultando sul rettilineo d'arrivo), alle sue spalle lo sprint ha premiato Morgado su Svrcek e Rootkin-Gray, con Milesi condannato al quinto posto e Kretschy sesto a 9"; a 1'01" sono arrivati Segaert e Romeo, a 1'03" Walker, a 1'41" Gautherat ha chiuso la top ten, il secondo italiano nell'ordine d'arrivo è stato De Pretto, 21esimo a 3'16".

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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!