Jonas Vingegaard supera Remco Evenepoel nel finale della cronoscalata al Peyragudes al Tour 2025 ©James Startt
Giro d'Italia

Giro d'Italia, chi ci sarà nel 2026? Le prime certezze e i dubbi di Evenepoel e Vingegaard

Il percorso alleggerito è un chiaro invito ai due big. Attesi Pellizzari, Ciccone e Nys. Chi riempirà quest'anno lo spazio lasciato dall'assenza di Pogačar?

Dopo la presentazione di lunedì, cominciano ad arrivare le prime conferme e i rumors sui big dell'edizione del Giro d'Italia 2026, per la classifica e per le tappe. Il percorso del Giro 109, presentato lunedì, è stato alleggerito rispetto ai piani iniziali: meno dislivello, meno tappe di alta montagna o senza respiro e una struttura più “umana” per agevolare il compito a chi vorrà fare classifica sia al Giro che al Tour. RCS spera così di convincere Jonas Vingegaard e Remco Evenepoel a presentarsi al via in Bulgaria, costruendo una corsa che possa attrarre entrambi: salite selettive ma non estenuanti per il danese, una cronometro lunga e piatta per il belga.

La planimetria del Giro d'Italia 2026 ©giroditalia.it
La planimetria del Giro d'Italia 2026 ©giroditalia.it

Il gioco degli incastri tra i big

Simon Yates, detentore del Trofeo Senza Fine, lunedì ha lasciato intendere che gli piacerebbe tornare, ma la sua dichiarazione aveva il tono della circostanza: molto dipenderà proprio dalla decisione di Vingegaard, perché in caso di arrivo del danese la Visma-Lease a Bike potrebbe cambiare la distribuzione dei propri capitani tra Giro e Vuelta. Evenepoel, passato alla Red Bull-Bora-Hansgrohe, ha “riaperto la porta” al Giro proprio dopo aver visto la cronometro di 40 km, un elemento che può avere un peso nella definizione dei suoi piani per il 2026.

Jonas Vingegaard supera Remco Evenepoel nel finale della cronoscalata al Peyragudes al Tour 2025 © ASO / Billy Ceusters
Jonas Vingegaard supera Remco Evenepoel nel finale della cronoscalata al Peyragudes al Tour 2025 © ASO / Billy Ceusters

L'assenza di Tadej Pogačar la prima certezza

Intanto Tadej Pogačar, vincitore nel 2024, non rientra nei calcoli: la prima parte della sua stagione sarà dedicata alle classiche, con l’obiettivo di completare la collezione di Monumento con Milano-Sanremo e Parigi-Roubaix entrambe già sfiorate in questa stagione, per poi concentrarsi sulla caccia al quinto Tour consecutivo. Così la domanda rimane aperta: se non arriveranno Vingegaard ed Evenepoel, chi saranno le vedette del Giro 2026?

I nomi più grossi non sono ancora collocati sulla scacchiera: se l’obiettivo dichiarato di RCS è quello di costruire un confronto tra “grandi campioni”, la realtà delle scelte dei team sembra muoversi su binari più cauti. La Visma-Lease a Bike, per esempio, non ha ancora sciolto le riserve: la presenza o meno di Vingegaard in Bulgaria ridefinirà automaticamente la ripartizione dei capitani. Se il danese punterà davvero alla doppietta, Simon Yates verrebbe schierato quasi certamente come capitano alla Vuelta, rinunciando probabilmente al posto al Giro. Se invece Vingegaard sceglierà un avvicinamento tradizionale al Tour, allora la porta del bis per l’inglese rimarrà spalancata.

Simon Yates al termine della ventesima tappa del Giro 2025
Simon Yates al termine della ventesima tappa del Giro 2025 © Team Visma | Lease a Bike

La sovrabbondanza in casa Red Bull

In casa Red Bull-Bora-Hansgrohe il discorso non è meno intricato. Evenepoel ha ammesso che il Giro rientra nei suoi piani possibili, e come detto la crono di 40 km sembra cucita su misura per lui. Il belga e il nuovo staff tecnico stanno valutando due strade: un blocco di classiche in primavera o, appunto, un ritorno al Giro come trampolino verso il Tour. La scelta dipenderà dalla percezione della “fattibilità” del doppio impegno, ma anche dalla fiducia che Evenepoel ripone nell'abbordabilità del tracciato. A quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport l'unico nome sicuro dovrebbe essere quello dell'enfant du pays Giulio Pellizzari: l'ottava tappa arriverà nelle Marche, pronte ad accogliere il loro beniamino, che però difficilmente partirà con i gradi di capitano. Anche dovesse mancare Evenepoel infatti, con lui dovrebbe esserci uno tra Florian Lipowitz, terzo all'ultimo Tour de France, o ancora Jay Hindley, già vincitore nel 2022 e capitano all'ultima Vuelta a España, e infine Primož Roglič, vincitore nel 2023, che però sembra il nome meno probabile, al netto delle sue attitudini contro il tempo, perché ha già detto che preferirebbe concentrarsi o sul Tour o sulla Vuelta a España.

Giulio Pellizzari vince la diciassettesima tappa della Vuelta a España  2025 © AS / Tim de Waele / Getty Images
Giulio Pellizzari vince la diciassettesima tappa della Vuelta a España  2025 © AS / Tim de Waele / Getty Images

Del Toro in cerca di rivincita?

Attorno ai grandi nomi si muove un ecosistema di corridori che potrebbero approfittare delle loro decisioni. Isaac del Toro, rivelazione del 2025 e beffato da Yates sul Colle delle Finestre, sarebbe lo scalatore più atteso se UAE Emirates-XRG decidesse di affidargli la leadership piena. Resta da capire se accanto a lui non possa coesistere João Almeida, secondo all'ultima Vuelta a España, che sarebbe molto adatto a un percorso del genere (anche lui ha ottime doti a cronometro), o se uno dei due non verrà preservato per la Vuelta.

Ciccone presente, ma non per la classifica

Anche in casa Lidl-Trek non mancano uomini da GC da distribuire: nelle intenzioni del team ci sarebbe il ritorno di Mattias Skjelmose, con Juan Ayuso dirottato sul Tour de France, che parte dalla sua città natale. Giulio Ciccone ha già detto che ha in programma di essere al via di entrambi i GT, ma non come uomo di classifica, poiché ha definitivamente rinunciato a questo status dopo l'ennesimo crollo nel finale dell'ultima Vuelta.

Giulio Ciccone durante la tredicesima tappa della Vuelta a España 2025 ©Zac Williams
Giulio Ciccone durante la tredicesima tappa della Vuelta a España 2025 ©Zac Williams

Nebbia sulla INEOS, situazione più chiara in casa Decathlon

Per quanto riguarda la INEOS Grenadiers del nuovo corso (o ri-corso) di Dave Brailsford, le certezze sono talmente poche che non è ancora definito il roster del team britannico, a cui più volte è stato associato il nome di Derek Gee, ma senza conferme dalle parti: se la trattativa dovesse realizzarsi quello del canadese sarebbe un nome adattissimo a questo percorso. Più difficile che Filippo Ganna scelga di preferire la corsa rosa al Tour con una sola cronometro a sua disposizione: il piemontese potrebbe voler riscattare l'effimera partecipazione alla Grande Boucle di quest'anno e potrebbe essere utile nella cronosquadre di inizio Tour.

Notizie più concrete vengono dal fronte Decathlon CMA CGM: il nuovo acquisto Gregor Mühlberger ha dichiarato a RadSport che si aspetta di supportare il ​​suo connazionale Felix Gall nel prossimo Giro d'Italia: se ne deduce che che la squadra farà altre scelte per il Tour de France, probabilmente stringendosi intorno al nuovo velocista Olav Kooij, mentre resta un'incognita su quando avverrà l'esordio di Paul Seixas in un Grande Giro.


Classicomani e sprinter

Sul fronte delle classiche e dei cacciatori di tappe, il 2026 promette una partecipazione più ricca rispetto agli ultimi anni. La seconda tappa in Bulgaria è perfetta per un puncheur come Thibau Nys (Lidl Trek), che secondo Ciro Scognamiglio potrebbe debuttare al Giro proprio nel 2026. Lidl-Trek sta valutando un assetto ambizioso: Nys per i finali esplosivi e Mattias Skjelmose per la classifica generale, con il nodo-Mads Pedersen ancora da sciogliere. Il percorso offre molte volate e anche qualche traguardo intermedio “alla Pedersen”, ma per il danese implicherebbe saltare il Tour per la seconda volta consecutiva, lasciando di nuovo campo libero a Jonathan Milan sulle strade francesi. Non una decisione semplice.

Lo stesso discorso vale per altri big delle tappe miste. Mathieu van der Poel potrebbe essere tentato da un Giro ricco di giornate da attaccante, ma si tratta di una suggestione che difficilmente si concretizzerà, visto che non sembra che RCS si sia mossa per incoraggiare la sua presenza, mentre Wout van Aert, reduce da anni complessi, non ha ancora annunciato programmi, ma pare arduo possa tornare al Giro d'Italia per il secondo anno consecutivo, specialmente se nei suoi piani dovessero rientrare sia il Tour de France che il Mondiale. Dietro di loro una generazione nuova scalpita: Matthew Brennan, Paul Magnier e Tibor del Grosso, corridori che adorano finali mossi e discese tecniche, elementi molto presenti nel disegno 2026, sono i candidati ideali alla corsa rosa nei roster delle rispettive squadre. 

Il percorso, intanto, resta lì: adattato, alleggerito, calibrato nei suoi punti chiave. Una corsa “umana”, come l’ha definita Vegni, pensata per invogliare i big a prendersi il rischio della doppietta, come già fu due anni fa per Pogačar. È una strategia che mescola diplomazia e pragmatismo, nell’anno in cui il Tour 2026 è disegnato per contenere gli attacchi del Campione del Mondo nelle prime due settimane. E proprio la scelta dello sloveno, che punterà deciso su Sanremo e Roubaix prima di cercare la quinta maglia gialla della carriera, lascia uno spazio enorme: chi avrà il coraggio di riempirlo?

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