
Van Aert sulla questione biglietto: "Pagare 5 euro per una gara non è tradire i fan"
Il belga si rivela favorevole all'introduzione di un sistema che permette ai tifosi di assistere agli eventi soltanto pagando un ticket d'ingresso
Wout van Aert vuole far pagare un biglietto ai tifosi del ciclismo. O meglio, il belga ha parlato sulla questione, come riportato dal sito De Tijd, e ha rivelato come, secondo il suo parere, un sistema simile sia fondamentale per sostenere il mondo professionistico.
Ma quali sono state le sue parole precise sull'argomento del corridore del team Visma - Lease a Bike? Scopriamole insieme.
Wout van Aert e la possibilità di far pagare un biglietto ai tifosi: “Non mi sembra un tradimento”
Il 31enne da sempre è uno dei ciclisti più amati del peloton per il suo spirito combattivo e le sue imprese, sia nel ciclismo su strada che nel ciclocross. Ora, le sue dichiarazioni potrebbero far storcere la bocca a qualcuno; eppure, sembra che il suo ragionamento non faccia una piega.

Il nativo di Herentals è stato schietto e diretto nel suo intervento a De Tijd: «Se richiedi un biglietto da 5 euro per assistere a una corsa, non vuol dire che il ciclismo non sia più uno sport ”per il popolo". Nel ciclocross questa è la prassi è mi sembra sia la cosa più “per il popolo” che esista nel nostro mondo».
Secondo Van Aert, l'attuale modello del ciclismo potrebbe non dare le giuste garanzie economiche a diversi team. Per questo motivo, il belga ha detto: «Penso che la possibile fragilità economica sarebbe un problema molto meno grave se, oltre alle entrate derivanti dalle sponsorizzazioni, ci fossero anche entrate provenienti dallo sport stesso. Per esempio, potrebbero arrivare dai diritti televisivi ad altro, come i biglietti d'ingresso venduti ai tifosi».
Il paragone del corridore
Wout ha anche fatto un paragone con il modo in cui altri sport gestiscono le finanze per garantire che tutti ricevano aiuto economico. Nel dettaglio, Van Aert ha portato come esempio le lega professionistica di basket americano: “Quando vedo come l'NBA gestisce queste cose mi meraviglio: la Lega ha il controllo sulle finanze ma le squadre ricevono comunque ciò che gli spetta. Penso che il ciclismo possa imparare molto da questo”.
Dunque, per il 31enne la proposta di un biglietto d'ingresso non sarebbe la “soluzione magica” per aiutare i team in difficoltà, ma dovrebbe essere parte di un sistema più complesso per creare un mondo che si sostenga finanziariamente, senza dover dipendere troppo dagli sponsor esterni.
Infine, il rouleur, che si preparerà alla prossima stagione con le gare invernali di ciclocross, ha concluso: «Correggetemi se sbaglio, ma gare importanti come il Giro delle Fiandre o il Tour de France vivono in simbiosi con team e corridori dal punto di vista del successo e della rilevanza mediatica. Eppure, dal punto di vista economico, come squadra noi non riceviamo nemmeno un compenso che copra il costo di partecipazione. Penso che questo dovrebbe essere il minimo in un nuovo sistema. Dovremmo dividere ”la torta" in modo più equo».
