Mark Padun e Lachlan Morton, protagonisti di bei gesti di solidarietà nei confronti dei giovani ucraini © EF Education-EasyPost
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Lachlan Morton, Mark Padun e l'impegno solidale per l'Ucraina

La beneficenza dei due corridori della EF Education-EasyPost: l'australiano ha raccolto 300mila euro con una pedalata da Monaco a Varsavia, l'ucraino ha donato tredici bici Cannondale ad altrettanti giovani ciclisti ucraini rifugiati in Polonia

02.11.2022 23:21

Da quando, alla fine di febbraio, la Russia ha invaso l’Ucraina, dando un scossa repentina all’escalation della crisi tra i due stati dell’Europa Orientale, il termine “rifugiato” è tristemente tornato di moda e la sua valenza negativa sì è vieppiù accresciuta tra sorpresa e sgomento, dal momento che ci sembrava assurdo che nel 2022 si potesse parlare ancora di rifugiati europei, per guerre esplose nel Vecchio Continente. In molti sono tornati col pensiero alle crisi yugoslave ed albanesi dei primi anni ’90 del secolo scorso.

Le iniziative di solidarietà per accogliere e venire incontro alle genti ucraine fuggite dal proprio paese tra gli stati limitrofi come Polonia, Germania e Repubblica Ceca, si sono moltiplicate ed anche il ciclismo si è reso protagonista di alcune lodevoli iniziative, l'ultima delle quali realizzata da due ciclisti della EF Education-EasyPost.

Prima Lachlan Morton ha percorso in bici 1000 km da Monaco di Baviera fino ai confini con l’Ucraina, raccogliendo nel tragitto la consistente somma di quasi 300 mila euro da devolvere ai rifugiati. In seconda battuta Mark Padun, ciclista ucraino a sua volta costretto ad abbandonare nel 2014 la sua patria quando iniziavano ad innescarsi le prime avvisaglie di crisi, si è recato a Varsavia, proprio insieme al ciclista australiano suo compagno di squadra, e ha donato a tredici ragazzi ucraini appassionati di ciclismo ed accolti nella capitale polacca dopo essere fuggiti dall’Ucraina, altrettante bici Cannondale nuove di zecca con cui poter pedalare spensierati nella speranza di poter tornare al più presto nella terra natia. Mai come questa volta il ciclismo ha unito, ha curato, ha dato speranza.

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