Valentino Sciotti, presidente di Fantini Wines
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La risposta di Sciotti al nostro appello: "La squadra non ha nulla a che fare con il genocidio"

Con il garbo che lo contraddistingue, l'imprenditore abruzzese ha risposto oggi alle domande che domenica, nel consueto video-editoriale, Marco Grassi gli aveva posto

"Valentino Sciotti, contento di associare il tuo nome a un marchio d'infamia?": era questo il titolo scelto da Marco Grassi, per il proprio video-editoriale di domenica scorsa. Destinatario l'imprenditore abruzzese del vino, fondatore e CEO di Fantini Wines by Fantini Group, azienda leader del settore e da tante stagioni presente, a vario titolo, come sponsor di diverse squadre. Oltre alla Solution Tech - Vini Fantini, il marchio è presente sulle divise della Intermarchè-Wanty e, come Cantina Fantini, sulle maglie della Free Palestine - Premier Tech. Proprio su questa presenza, si è fondato l'editoriale del direttore di Cicloweb.

Il video-commento di Marco Grassi

La risposta di Valentino Sciotti

Questa mattina, in calce al video pubblicato su Youtube, è arrivata la risposta di Valentino Sciotti, come sempre garbata e puntuale. La riportiamo anche qui di seguito, in attesa di organizzare un confronto video nei prossimi giorni.

Ciao Marco,

Mi hai mandato un messaggio al quale avrei risposto volentieri anche prima che lo pubblicavi, perchè io non ho mai problemi a dare la mia versione di ogni cosa che possa interessare di ciò che io o la mia azienda facciamo.

Non sei il primo a chiedermi se rispettare un contratto fatto con il team sia la cosa giusta o meno ed anche a te, do la stessa risposta che ho dato ad altri.

Parli ad un imprenditore (apolitico da sempre) di un problema politico e gli chiedi di intervenire in una situazione drammatica che riguarda altri Paesi sui quali non ha alcun potere di intervento. Forse è il caso di farti presente che vivi in un Paese dove nessuno dei principali partiti politici ha sentito la necessità di interrompere le relazioni diplomatiche con il Paese a cui ti riferisci. Nel nostro Paese, si importano ed esportano merci da Israele, forse tu stesso quando mangi un pompelmo oppure un avocado, neanche sai da dove viene e che magari stai finanziando produttori di quel Paese. Allora di fronte al silenzio verso chi può fare qualcosa di concreto, ti rivolgi a chi non ha alcun potere in merito.

Non ti pare un po assurdo? Io onestamente non ho tutte le tue certezze sull'origine di questo bagno di sangue, perchè, per quanto ne so io, tutto è partito da un genocidio, questa volta non collegato ad una guerra ma, perpetuato contro donne, bambini e giovani, che non facevano nulla di male e neanche possedevano armi. Nessuno di loro è morto in azione di guerra, sono stati sgozzati, violentati e sequestrati solo perchè facenti parte di una razza.

Questa precisazione era fortemente necessaria per riportare la situazione in un alveo di correttezza di informazione ma, senza per questo giustificare un solo bimbo o donna morti in Gaza, perchè un solo morto è troppo ed un solo colpo sparato, è un abominio verso l'umanità. Vado ora alla mia sponsorizzazione e ti informo che il team non è sponsorizzato dal governo israeliano (ZERO Euri) ma, gli sponsor principali, sono (loro sì) dei mecenati ebrei, eccetto uno minoritario, nessun altro nato e vissuto in Israele, che potendo godere di patrimoni importantissimi ed avendo la passione del ciclismo, hanno deciso di fondare un team dandogli il nome del Paese dove sono custodite le origini della loro razza.

Il team è stato fondato nel 2015, in epoca molto lontana dai problemi odierni e fin dal primo anno si è distinto per il fatto che era una vera e propria multinazionale del ciclismo, dove hanno trovato casa ciclisti di tutte le nazionalità, razze e religioni, sono arrivati ad avere ciclisti di 15 nazionalità nello stesso anno ed a tesserare anche un ciclista palestinese, che ha dovuto desistere per le minacce di morte rivolte a lui ed alla sua famiglia.

Onestamente quando sono stato invitato a pranzo dal proprietario del team che mi ha esposto il suo progetto, ho chiesto come si poneva il team riguardo a situazioni di discriminazione ed a posizione politica dello stesso, ricevendo le prove convincenti di come si muovevano riguardo ai miei dubbi iniziali.

Quando ho accettato la sponsorizzazione, ho avuto modo di verificare personalmente la correttezza del Team riguardo a possibili discriminazioni o ingerenze politiche.

Negli anni ho avuto modo di sostenere, nel mio piccolo, progetti di solidarietà del team, rivolti quasi sempre a vantaggio della comunità musulmana, come quando il Sig. Sylvan a sue spese, ha pagato un volo speciale per recuperare ragazze e ragazzi, ciclisti Afgani, che erano stati abbandonati a morte sicura dalla fuga precipitosa degli americani ed alleati dal Paese. Sylvan ha parlato personalmente con politici di vari Paesi per far dare ospitalità a questi ragazzi ed anche la mia regione ne ha ospitati un buon numero nel nostro capoluogo.

Noi come azienda ci siamo fatti carico delle prime necessità, manifestate prima che la macchina pubblica si mettesse in azione ed ancora oggi, io sono in costante contatto con alcuni di questi ragazze e ragazzi, che sono stati assieme a me ospiti del team in occasione del Giro d'Abruzzo 2024.

Sempre lo stesso Team, ha lanciato un grandissimo progetto benefico per creare il team nazionale femminile del Ruanda (tutte ragazze musulmane) alle quali è stato costruito un mini villaggio, dove vivono, studiano, lavorano e si allenano.

Per il resto della popolazione del villaggio è stato creato il "The Field of Dream", un circuito asfaltato dove si possono tutti allenare in sicurezza, nell'unico tratto asfaltato della zona e con bici offerte dalla Fantini.

Potrei continuare ad elencare ciò che il team fa per il sociale e per lo sport, non posso invece rispondere di ciò che non fa per la politica, perchè lo sport è al di sopra ed al di fuori della politica e lo avevano capito già i nostri antenati lontani, che avevano messo lo sport così al di sopra di tutto, da interrompere anche le guerre per far svolgere le olimpiadi.

Oggi invece mi pare che si voglia usare lo sport per sopperire ciò che la politica e la società non riescono a fare.

Mi devi scusare ma noi, piccoli ed in quanto tali insignificanti, in questo mondo di violenze, non possiamo sopperire alle mancanze di chi ha il potere.

Io vendo i miei vini in tutti i Paesi che li chiedono e non mi metto a discriminare alcun popolo per gli errori/orrori dei loro politici.

Nel nostro piccolo lo scorso anno, alla fiera Prowein di Dusseldorf, abbiamo fatto, con grande gioia, sedere a cena nello stesso tavolo i nostri importatori di Russia, Ukraina e Bielorussia. Questi sono i soli piccoli gesti che noi possiamo fare, le sanzioni le devono imporre altre entità e non noi.

Voi stessi dovete rivolgere i vostri giusti appelli a quelle altre entità e non a noi che ci limitiamo a rispettare dei contratti pluriennali sottoscritti in epoca non sospetta, per un esercizio sportivo, che è perfettamente in linea con i principi di pacifica convivenza tra i popoli.

Il giorno in cui Fantini sarà in grado di fermare una guerra nel mondo, in qualunque luogo e tra qualsiasi etnia o gruppo religioso, stai certo che lo faremo senza che nessuno ce lo chieda, perchè certi principi, noi li abbiamo nel DNA e li manifestiamo con atti concreti, che se vuoi posso anche elencarti, senza sentire la necessità di gesti di facciata, che non portano alcun miglioramento alla vita di chi soffre ma, potrebbero solo rivelarsi formidabili spot pubblicitari a fini commerciali.

Spero di essere riuscito a soddisfare la tua richiesta e resto a tua completa disposizione per ogni approfondimento.

Valentino Sciotti

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Nonostante tutto, il ciclismo è la mia unica passione.