Giro d'Italia

Giro d'Italia 2025 - 19a tappa: già riparte la rumba

La seconda delle tappe regine di questo Giro è un toboga di salite e discese lunghissime, che ci consegnerà le prime sentenze definitive. Il percorso, le nostre previsioni, orari e appuntamenti tv

29.05.2025 18:55

Una delle tappe regine a 5 stelle del Giro d'Italia 2025 è già alle spalle, le altre due arrivano adesso. La 19a tappa è quella valdostana, la più breve delle tre, ma per certi versi la più spettacolare. Quasi 5000 metri di dislivello in 166 km, con partenza praticamente già in salita: infatti dopo appena 4 km, inizia la salita di Croce Serra, che è la più facile delle 5 (11.2 km al 4.6%) ma presenta comunque un primo strappo di 1.8 km all'8% e punte fino al 15%. La discesa su Borgofranco d'Ivrea è seguita da 25 km pianeggianti, gli unici di tutta la tappa, in cui a qualcuno converrà che la fuga vada via, ma a qualcun altro potrebbe interessare tenere la corsa aperta per creare il caos sulla successiva salita, che invece è la più dura: il Col Tzecore, di complessivi 15.8 km al 7.7%, nei quali spicca un tratto di 2.3 km al 12% (max 15%). In vetta mancano ancora 99 km, è vero, ma le salite sono da qui in poi sono quasi perfettamente incatenate, tutte con pendenze esigenti ma non terribili, perfette per scavare ampi distacchi nell'ultima settimana. Al termine della discesa si incontrano due salitelle per raggiungere Saint-Vincent (1.5 km al 3%) e Chatillon (1 km al 5%), che impegnano il gruppo prima di imboccare il Col du Saint-Pantaléon: in tutto sono 16.5 km al 7.2% (max 12%), ma la pendenza media è abbassata da un paio di tratti in falsopiano; i primi 8 km hanno infatti una media superiore all'8%, gli ultimi 2 km addirittura quasi del 9%. Segue il Col de Joux, leggermente più regolare e pedalabile, misurato formalmente in 15.1 km al 6.9% (max 12%), anche se la strada inizia a salire già prima (in tutto 16.5 km) per attraversare di nuovo Saint-Vincent, dove si incontra il Red Bull KM, appunto, in salita e poco dopo una breve impennata al 14%. Con questa salita si entra in Val d'Ayas, dove si deve ancora affrontare l'ultima ascesa verso Antagnod, che di fatto inizia 1 km dopo l'imbocco ufficiale, risultando quindi di 8.3 km al 5%: la strada sale a gradoni, con un primo strappo impegnativo prima di Corbet (1.5 km quasi al 7%) e poi una punta all'11% all'inizio dell'ultimo tratto di 3.5 km al 6.6%. Rimangono appena 5 km e la discesa termina subito prima della flamme rouge; la strada sale di nuovo al 3% (pure con sanpietrini) fino agli ultimi 500 metri, che invece sono pianeggianti. In una tappa così, non lo abbiamo ancora detto, attenzione anche alle discese, tutte esigenti e ottime per scavare i distacchi che non si riescono a fare in salita.

 

Le salite del giorno

Come ogni giorno vi proponiamo il dettaglio tutte le salite: per questa frazione li abbiamo realizzati interamente basandoci sulle tracce di Strava. Interessante soprattutto scoprire il tratto in salita che precede l'imbocco ufficiale del Col de Joux, forse la salita decisiva di questa tappa.

Dettaglio salite
Dettaglio salite

 

Gli ultimi km

Dettaglio ultimi km

 

Fari puntati su…

Cercare di prevedere cosa può accadere in una tappa del genere è complicatissimo, non per niente questa parte delle nostre anteprime si occupa di "puntare i fari" sui corridori più interessanti senza pretendere di avere la sfera di cristallo. Ma a parte questo maniavantismo non richiesto, una cosa è certa: sarà una tappa a tutta dall'inizio alla fine. Questo ce lo suggerisce da una parte la conformazione della tappa, che ha già una salita di 11 km subito dopo il via, dall'altra il dato statistico sulle tappe corse fin qui, che hanno sempre visto movimenti dei big anche molto lontano dal traguardo dove solo i più romantici speravano succedesse qualcosa.

Ecco che la fuga durerà tanta fatica ad uscire e oggi più che in qualunque altra tappa potrebbe entrare un uomo di classifica direttamente nel tentativo buono, tattica che consentì a Jay Hindley di prendere la maglia gialla sui Pirenei due anni fa. Un'operazione simile potrebbe avere senso per chi è fuori dalla top10 e vuole rientrarci, ad esempio Davide Piganzoli (Team Polti VisitMalta), Thomas Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team) e Max Poole (Team Picnic PostNL); ma anche per chi si trova in top10 ma non si accontenta della posizione in cui si trova ed ha comunque un distacco notevole dalla rosa: è il caso di Egan Bernal (INEOS Grenadiers), che in questo o in un altro modo cercherà di attaccare di nuovo, soprattutto se la gamba ritornasse quella precedente alla caduta di martedì.

In una posizione simile si trova Giulio Pellizzari (Red Bull - BORA - hansgrohe) che mercoledì è sembrato molto volenteroso, vuoi per cercare un successo di tappa, vuoi per nobilitare ulteriormente la sua classifica. Una giornata come questa appare più adatta alle sue caratteristiche, perché le salite sono lunghe e adatte ad essere fatte di passe. Inoltre Giulio ha dimostrato di andare molto forte in discesa, staccando prima il gruppo maglia rosa e poi anche Carapaz dopo averlo raggiunto, venendo giù dal Mortirolo. In una tappa che nel finale propone pochissima pianura tra una salita e l'altra, provare ad attaccare in discesa per imboccare la successiva salita in vantaggio, magari anche trovando una testa di ponte che può tenerti coperto per qualche km, appare una mossa estremamente vantaggiosa, soprattutto per uno come Giulio che non sembra avere un cambio di ritmo eccezionale e che martedì ha staccato tutti proprio partendo per primo e salendo di passo.

Se Giulio lo abbiamo visto avvantaggiarsi senza seguirne passo passo la discesa, possiamo invece dire con certezza che Isaac del Toro (UAE Team Emirates - XRG) nel finale verso Bormio, come detto da Romain Bardet, più che scendere bene ha scelto di prendersi qualche rischio di troppo. Tant'è che invece giù dal Mortirolo, dove la strada è ben più stretta e la pendenza maggiore, è rimasto buono buono insieme agli altri, attendendo il rientro dei propri gregari. Indipendentemente da cosa potrà fare in discesa, sicuramente per lui appare più sensato correre sulle ruote: un corridore così esplosivo trae vantaggio da una corsa narcotizzata, che gli consente di fare una fiammata sull'ultima ascesa per provare a guadagnare ulteriori secondi sugli avversari.

Al contrario Richard Carapaz (EF Education - EasyPost) ha tutto l'interesse che la corsa esca impegnativa, in modo da poter attaccare sul Col de Joux e sperare di staccare Del Toro abbastanza distante dal traguardo per potergli sfilare la maglia rosa. L'ecuadoriano in ogni caso non ha bisogno di muoversi troppo in anticipo dovendo recuperare soltanto 41", ma forse aspettare l'ultima salita potrebbe non bastare per i motivi che dicevamo prima.

In tutto questo non dobbiamo dimenticarci di Simon Yates (Team Visma | Lease a Bike), Derek Gee (Free Palestine - Premier Tech) e Damiano Caruso (Bahrain - Victorious), sui quali è più difficile al momento capire le forze a disposizione e di conseguenza anche quale sia la tattica migliore da adottare. Per il britannico la strategia potrebbe essere analoga a quella di Carapaz, anche se rispetto all'ecuadoriano appare molto meno un corridore di fondo e forse potrebbe sperare in un andamento meno combattuto. Gee e Caruso hanno invece un distacco un po' più importante e forse devono muoversi prima se vogliono migliorare la propria posizione. Caruso come nel 2021 potrebbe approfittare di Pello Bilbao per attaccare in discesa, magari seguito da Pellizzari con il quale potrebbe nascere un'alleanza tutta azzurra. Gee è solo al suo secondo Grande Giro corso in classifica e potrebbe anche correre di rimesse per difendere la posizione, magari sperando nella crisi di qualcuno per salire sul podio passivamente. Tuttavia in una vita precedente ce lo ricordiamo estremamente battagliero, proprio al Giro peraltro, per entrare nelle fughe e cercare i successi di tappa, quindi l'attitudine ci sarebbe.

Non si può escludere a priori che la fuga abbia quel tanto di spazio da potersi almeno giocare il successo di tappa come avvenuto martedì. Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team) ha già matematicamente vinto la classifica degli scalatori: in queste due tappe rimangono 227 punti da conquistare e lui ne ha 194 di vantaggio sul compagno Christian Scaroni; il terzo è Manuele Tarozzi (VF Group - Bardiani CSF - Faizanè), che invece è indietro di 289 punti. Questi ultimi due corridori li vedremo quasi certamente in fuga, sia per mantenere il podio in questa classifica (che porta punti nel ranking alle rispettive squadre), sia per cercare di nuovo il successo di tappa. Scaroni forse partirà però in appoggio di Fortunato concentrandosi sui punti GPM.

Non mancano nomi di scalatori fuori classifica che potrebbero cercare il successo di tappa: abbiamo già visto in azione Nairo Quintana (Movistar Team), Louis Meintjes (Intermarché - Wanty), Wout Poels (XDS Astana Team), Chris Harper (Team Jayco AlUla) e Wilco Kelderman (Team Visma | Lease a Bike). La tappa è veramente tosta, ma chissà che anche Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike) non possa cercare di vincere, visto che le salite sono piuttosto regolari e adatte al belga. Ad ogni modo i due Visma potrebbero muoversi come potenziali appoggi per Yates, sacrificando le ambizioni personali.

Citiamo infine i nomi di altri azzurri che potrebbero essere in fuga e raccogliere un bel risultato: Andrea Vendrame (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Filippo Zana (Team Jayco AlUla), Gianmarco Garofoli (Soudal Quick-Step), Marco Frigo (Free Palestine - Premier Tech) e Davide Formolo (Movistar Team)

 

Giro d'Italia 2025, gli orari della diciannovesima tappa

La partenza ufficiale verrà data alle 12:30, con arrivo previsto come sempre tra le 17:00 e le 17:30. La tappa sarà trasmessa in tv sia dai canali in chiaro Rai (su Rai Sport dalle 11:30 alle 14:00, poi su Rai 2 dalle 14:00 alle 17:50), sia su Eurosport/Discovery+ (dalle 12:00 alle 17:45).

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Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.