Marta Cavalli in maglia gialla di leader del Tour des Pyrénées © FDJ-Suez
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Tour des Pyrénées, annullata d'imperio la terza tappa: la sicurezza non è negoziabile

L'UCI, chiamata in causa da una lettera del CPA, interviene ponendo fine al braccio di ferro tra atlete (che in gran parte non volevano partire) e organizzatori. Per il ciclismo tutto un messaggio importantissimo

11.06.2023 12:40

Doveva concludersi oggi, ma il CIC-Tour Féminin International des Pyrénées 2023 è già finito. Ieri, o stamattina se preferiamo. Ieri dal punto di vista sportivo, con la vittoria di Marta Cavalli che in cima a Hautacam si è presa la tappa e la maglia gialla di leader di una classifica destinata a restare cristallizzata al risultato di ieri. Stamattina dal punto di vista politico, con un braccio di ferro che è andato avanti diverse ore prima che l'UCI intervenisse a sancire una decisione forse senza precedenti (o se ce ne sono, sono molto pochi): l'ultima frazione della corsa francese non si disputerà, ufficialmente - stando a quanto l'Unione Ciclistica Internazionale ha comunicato via social - “per preservare la sicurezza delle cicliste”.

Piccolo riassunto delle puntate precedenti. La prima tappa della corsa si è disputata venerdì in condizioni di sicurezza francamente imbarazzanti, con auto estranee (anche in movimento, anche in senso contrario alla carovana) sul percorso di gara, con una moltitudine di varchi aperti, ovvero non presidiati, ai lati della carreggiata (e quindi potenzialmente pericolosissimi) e con ulteriori ostacoli (automezzi parcheggiati ovunque, persino persone che attraversavano la strada un secondo prima del passaggio della corsa).

Alla luce di tutto ciò, le atlete del gruppo ieri hanno ottenuto che i primi 26 chilometri della seconda tappa venissero neutralizzati, ma poi si sono fermate direttamente dopo che la corsa era effettivamente partita: per convincerle sono bastati altri 15 chilometri di gara in cui le problematiche del giorno prima persistevano. Dopo lo stop la corsa è ripartita, autonomamente neutralizzata dal plotone fino ai piedi della scalata finale verso Hautacam (chilometro prima, chilometro dopo: non è stato in effetti chiaro il momento in cui si potevano riprendere le "ostilità" e ciò ha causato alcuni malumori tra le corritrici).

A questo punto, giunti alla mattinata di oggi, alcune squadre hanno annunciato che non avrebbero preso il via per la terza tappa, in particolare e tra le altre Jumbo-Visma, Israel Premier Tech Roland, Human Powered Health, Bizkaia-Durango. Non solo: le atlete hanno chiesto l'intervento del CPA, il sindacato internazionale dei corridori, il quale di prima mattina ha prodotto una lettera sottoposta alla direttrice della corsa, l'ex ciclista Marion Clignet, al presidente della giuria Laurent Idelot, alla rappresentante dei team Jolien D'Hoore e ovviamente al presidente UCI David Lappartient.

Nella lettera il presidente del CPA, Adam Hansen, ha riportato le criticità rilevate dalle atlete in gara, e ha precisato che le atlete di 17 dei 24 team in gara avevano votato ieri sera perché la corsa non andasse avanti. Tra i team manager delle stesse squadre, il numero di quelli favorevoli a interrompere il Tour des Pyrénées scendeva a 9. Secondo quanto riferito da Hansen, il motivo per cui diversi team manager erano interessati a concludere regolarmente la corsa erano i punti UCI destinati a essere conquistati. Da parte sua, l'organizzazione era pronta a far disputare la terza tappa se anche solo tre squadre vi avessero preso parte.

Non solo: Hansen ha riferito che secondo gli organizzatori la seconda tappa si sarebbe disputata ieri senza problematiche lungo il percorso, fatto smentito dalle immagini di gara circolate durante la diretta televisiva. Tutto ciò considerato, il CPA ha chiesto all'UCI di riconoscere i punti e i premi a chi di dovere nel caso la corsa oggi non dovesse disputarsi in seguito alla libera scelta delle corritrici. “Crediamo fermamente che una corsa ciclistica non valga al punto da mettere in pericolo le vite delle cicliste” si legge in un passaggio della lettera.

Fatto sta che l'UCI ha tagliato la testa al toro stabilendo che la terza tappa del CIC-Tour Féminin International des Pyrénées 2023, in programma oggi sui 126 km tra Nay e Bosdarros, non si disputerà per ragioni di sicurezza. Le classifiche della corsa restano quelle assunte al termine della frazione di ieri, con la già menzionata vittoria di Marta Cavalli nella generale.

Per il ciclismo femminile un messaggio importantissimo: la sicurezza è molto più importante dei punti UCI e non è comunque negoziabile, nemmeno se il costo da pagare è il rischio che una corsa (in questo caso giovane, appena alla seconda edizione e - aggiungiamo - con buone potenzialità) debba essere destinata a sparire in futuro. Il sottotesto del messaggio lanciato oggi dalle cicliste e dal sindacato è che gli standard che vanno garantiti in campo femminile non devono in nulla essere inferiori a quelli degli uomini.

E secondo noi oggi è un bel giorno per il ciclismo tutto.

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Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!