Michele Dancelli in maglia Scic, con cui ha corso dal 1971 al 1973 © Ninni Ardizzone
Professionisti

Addio a Michele Dancelli, l'eroe della Milano-Sanremo 1970

Il corridore bresciano aveva 83 anni. Nel suo palmarès anche 11 tappe al Giro d'Italia, un successo parziale al Tour de France, una Freccia Vallone e due bronzi ai Mondiali

19.12.2025 00:44

Non tutti i corridori della sua epoca possono esibire una bacheca così ricca di allori. Eppure, Michele Dancelli - scomparso in una casa di riposo di Castenedolo (Brescia) all'età di 83 anni - è stato un protagonista meno appariscente di altri campioni e campionissimi degli anni Sessanta e Settanta. 

L'addio a Michele Dancelli

Sarebbe ingeneroso, però, relegare il lombardo ai margini del ciclismo che conta. Sì, perché Dancelli ha raccolto tanto in 11 anni di professionismo, a cominciare dalla Milano-Sanremo 1970. Erano gli anni della legione straniera sulle strade della Classicissima di primavera, preclusa agli italiani per 17 anni. L'erede di Loretto Petrucci - lo sprinter toscano che andò a segno per due edizioni consecutive all'alba degli anni Cinquanta - fu proprio il corridore della Molteni, che trionfò il 19 marzo 1970 al termine di una lunghissima fuga da lontano: all'attacco con altri 17 uomini a poco meno di 200 km dall'arrivo, Dancelli spiccò il volo dopo un traguardo volante posizionato ai -70, seguendo la scia del suo compagno di squadra Carlo Chiappano. Nessuno riuscì a seguirlo: l'atleta della Molteni vinse per distacco sull'olandese Gerben Karstens e sul belga Eric Leman. 

Il giorno più bello della carriera, senza tema di smentita. Non l'unico, però: Dancelli conquistò la ribalta internazionale alla Freccia Vallone del 1966, quando vinse in maglia di campione italiano davanti a Lucien Aimar e Rudy Altig. La positività a un controllo antidoping persuase la Federazione ciclistica belga a revocargli la vittoria, ma alla fine il suo nome è rimasto nell'albo d'oro della Fleche. Dancelli riscattò questo incidente di percorso con una serie di vittorie di prestigio: 11 tappe al Giro d'Italia - la prima delle quali sulle strade di casa nel 1964 - il blitz al Tour de France 1969, dove si aggiudicò il traguardo di Thonon-les-Bains - due edizioni del Giro dell'Emilia (1965 e 1967), due titoli nazionali in linea (1965 e 1966) e due medaglie di bronzo ai campionati del mondo di Imola (1968) e Zolder (1969).

michele-dancelli
Michele Dancelli (1942-2025) © Sito Internet Federazione ciclistica italiana

Un poker di successi nella corsa rosa prima dell'incidente che compromise la sua carriera

Il 1970 è stato l'annus mirabilis di Dancelli: non solo il trionfo (e le lacrime) in Via Roma, ma anche quattro vittorie di tappa nella corsa rosa dominata da Eddy Merckx: blitz solitario a Francavilla al Mare dopo un'azione da lontano, acuto allo sprint a Faenza, colpo da finisseur a Casciana Terme e, infine, la scalata vincente alla Marmolada. Niente male per un corridore che era sbarcato tra i grandi con la fama di velocista puro…

All'apice della carriera, però, Dancelli fu vittima di un gravissimo incidente: una caduta alla Tirreno-Adriatico del 1971 gli costò la frattura del femore sinistro. L'inizio di un rapido declino che lo portò ad abbandonare l'agonismo nel 1974 dopo aver collezionato più di 50 successi. Niente male per un uomo che aveva scoperto le corse dopo essere stato un muratore. A conferma che, di quando in quando, anche la classe operaia poteva salire in paradiso e sedersi in prima fila.

Ai figli Renzo, Liana e Miguelito le condoglianze della direzione e della redazione di Cicloweb

Il Giro che verrà: prima settimana su e giù dagli Appennini
Fem van Empel lascia la Visma Lease a Bike e si ferma nuovamente
Carmine Marino

Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre '23.