Alessia Vigilia e Silvia Persico nelle fasi finali della Mixed Relay Team Time Trial ©UAE Team ADQ-SprintCycling
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Svizzera puntuale come un orologio, per l'Italia la fortuna è sempre in ritardo

Nella Mixed Team Relay si confermano campioni gli elvetici, nonostante una scivolata di Reusser. Per l'Italia, quinta all'arrivo, è fatale un problema meccanico a Silvia Persico: gli azzurri erano secondi dopo la prima tornata

08.08.2023 17:14

E' la formazione elvetica la prima a confermare l'oro nella breve storia della Mixed Relay Team Time Trial della rassegna mondiale di Glasgow, giunta alla quarta edizione. Già alla partenza la Svizzera sembrava difficilmente battibile schierando al via la stessa formazione dello scorso anno, ovvero Stefan Bissegger, Stefan Küng, Mauro Schmid, Elise Chabbey, Nicole Koller e Marlen Reusser: solo una caduta di quest'ultima ai -13 dalla fine ha rischiato di compromettere il successo finale, giunto comunque per sette secondi sulla Francia (Bruno Armirail, Remi Cavagna, Bryan Coquard, Audrey Cordon-Ragot, Cédrine Kerbaol e Juliette Labous il sestetto transalpino) e per 51" sulla Germania (Miguel Heidemann, Jannik Steimle, Max Walscheid, Ricarda Bauernfeind, Lisa Klein e Franziska Koch).

Il percorso prevedeva due tornate da 20 km ciascuna, su un percorso per lunghi tratti simile al circuito della prova su strada di domenica, compreso lo strappo di Montrose Street. Al termine della prima il trio maschile (o duo, visto che il tempo era preso sul secondo), passava idealmente il testimone al trio femminile.

Al via diciotto nazionali alla caccia del titolo: scelte strategiche per l'Italia del ct Marco Velo, che come previsto alla partenza per Glasgow ha lasciato a riposo Filippo Ganna e schierato Manlio Moro, Alberto Bettiol e Mattia Cattaneo tra gli uomini e Letizia Paternoster, Silvia Persico e Alessia Vigilia tra le donne. Soprese anche tra le olandesi: della formazione orange che era stata vincitrice quattro anni fa in Yorkshire hanno preso il via oggi solo Jos Van Emden e Riejanne Markus. All'annunciato forfait di Annemiek Van Vleuten (protagonista l'anno scorso di una terribile caduta dove si fratturò un gomito) e Demi Vollering si è aggiunto quello last minute di Lorena Wiebes, sostituita proprio da Markus. 

Nella frazione maschile si è distinta subito, come da pronostico, la Svizzera, avanti per diciannove secondi al cambio proprio sugli azzurri. Per l'Italia il contributo di Manlio Moro, previsto per circa 13 km, dura solo la metà: il friulano ha ceduto già al km 7 lasciando soli Cattaneo e Bettiol, ma quest'ultimo ha mostrato, oltre a una gamba notevole, una gran familiarità con le curve e gli strappi di Glasgow, tanto che il bergamasco ha spesso faticato a tenergli la ruota. Dietro agli azzurri a 5" si è piazzata la Francia. Da segnalare le cadute di Daan Hoole tra gli olandesi, Luke Plapp tra gli australiani e Josh Charlton, che ha dovuto addirittura ritirarsi, tra i britannici.

Non è partito sotto i migliori auspici il terzetto delle azzurre, che hanno rinunciato a Vittoria Guazzini e Marta Cavalli, entrambe non al meglio: anche Letizia Paternoster ha dovuto rialzarsi dopo soli sette km a causa di un problema alla ruota. Sono rimaste Silvia Persico e Alessia Vigilia: la medaglia non sembrava impossibile, ma ai -9 un problema al cambio ha rallentato la bergamasca, che ha provato a più riprese a tirare calci col tacco per far scendere la catena sul pignone più duro, col risultato di farla incastrare del tutto, e ha dovuto attendere l'ammiraglia per il cambio bici. I freddi conti parlano di 35" persi per le azzurre: da mangiarsi le mani, visto che il cronometro finale segnerà 7" dal quarto posto (Gran Bretagna), e 29" dal bronzo (Germania). L'oro, come detto, è andato alla Svizzera, che però è stata più forte della sfortuna: le elvetiche hanno avuto la lucidità di aspettare Marlen Reusser, scivolata ai -13 dal traguardo, e di concludere comunque al primo posto con il secondo parziale di giornata nella frazione femminile: il primo infatti è stato quello delle atlete della Francia, poi seconda nell'ordine di arrivo finale. Le transalpine sono state coloro che hanno pagato il minor distacco dai colleghi maschi (solo 2'24" la differenza).

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