Nibali gregario, Ciccone promette, MVDP sorprende
Le pagelle del Lombardia: Bennett si risveglia dal sogno sul più bello, Ulissi mai così bene nelle Monumento, per Aru bocciatura senza appello
Jakob Fuglsang - 10
Non sentiva la gamba, praticamente, tanto è vero che si è permesso di osare anche più del lecito, decidendo di non avvalersi fino in fondo del prezioso supporto del compagno Vlasov. Ma quando uno sta così bene è meno portato a fare calcoli: sua la sparata decisiva sul Civiglio, con la quale ha disastrato l'intera Trek; suo lo schiaffone in pieno volto a Bennett sul San Fermo, grazie al quale si è involato a centrare la seconda Monumento in solitaria in due anni, dopo la Liegi del 2019. Un palmarès che si arricchisce di peso specifico, per il primo danese a iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro del Giro di Lombardia.
George Bennett - 8.5
Dopo il successo al Gran Piemonte era uno degli uomini nel mirino delle attenzioni, e non ha tradito le attese, nel solco della grandissima estate Jumbo-Visma. Andare a segno in una delle classiche leggendarie del ciclismo sarebbe stato un sogno, ma purtroppo per lui ha dovuto aprire gli occhi improvvisamente e amaramente a pochi chilometri dalla fine, quando gli sono mancate le forze per andare dietro al definitivo assalto di Fuglsang. Un secondo posto che comunque lo proietta in una nuova dimensione, dopodiché lo ritroveremo al Tour a trenare in montagna.
Aleksandr Vlasov - 8.5
Dal 107esimo di un anno fa al terzo di quest'anno: il 24enne russo conferma la grande maturazione che aveva già annunciato con la recente vittoria alla Mont Ventoux Dénivelé Challenge, e oggi con Fuglsang ha messo Bennett nella tenaglia Astana. Il suo capitano a un certo punto ha deciso di far da solo, lui ha salvato le energie per difendere il prezioso podio dal ritorno di Mollema. Lo aspettiamo con fiducia al Giro.
Bauke Mollema - 6
Il numero 1 sul dorsale ha avuto un suo peso, tanto che la Trek-Segafredo, trovatasi in superiorità numerica nel momento topico della corsa, si è messa al suo servizio. Il campione uscente ha sfornato una prestazione certo non malvagia, ma lontana da quella del 2019. Nulla ha potuto sullo scatto di Fuglsang sul Civiglio, dopodiché ha riordinato le idee e malgrado qualche sbavatura in discesa ha chiuso il suo impegno con un piazzamento ai piedi del podio.
Giulio Ciccone - 7
Meglio dei suoi compagni in cima a Sormano, ma esattamente come gli altri Trek nulla ha potuto sull'attacco di Fuglsang sul Civiglio. Dopodiché si è messo al servizio di Bauke Mollema, provando a rilanciare le carte dell'olandese e chiudendo con un quinto posto che per lui è un ottimo punto di partenza, oltre a rappresentare il miglior risultato di un italiano nell'ordine d'arrivo odierno.
Vincenzo Nibali - 6
Atteso come grande protagonista, ha tenuto bene fino a 50 metri dalla vetta del Muro, dove ha mostrato un po' la corda. Sulla successiva discesa ha forzato il ritmo mettendo pressione sugli avversari (su Evenepoel in particolare), ma quando sul Civiglio si è messo a tirare il trenino dei Trek si è capito che non era lui l'uomo deputato a giocarsela. Fatta la sua trenata, a 19 km dal traguardo si è fatto da parte: Fuglsang era appena scattato, e con lui la corsa volava via. Alla fine comunque un dignitoso sesto al traguardo.
Diego Ulissi - 6.5
Di gran lunga la miglior prestazione per il livornese in una Monumento: coi migliori sul Muro di Sormano, poi a inseguire nel resto di gara ma senza perdere di vista l'occasione per una top ten. Brillantemente centrata, in una prestazione over 200 che ha pochi precedenti nella carriera di Diego.
Mathieu van der Poel - 6.5
Diversi chili più pesante di tutti i pochi avversari con cui si è trovato a condividere la fatica del Muro di Sormano; anche logico che a un certo punto perdesse contatto. In discesa ha fatto il diavolo e ha recuperato diversi uomini, portandosi a tiro dei primi. Ma non ha chiuso quando avrebbe dovuto, è rimasto nella terra di mezzo, ha poi aspettato quelli dietro. Una prestazione discreta se pensiamo all'oggi (una top ten al Lombardia per un corridore del genere non lo butti mai via), ottima se la rapportiamo a un futuro possibile.
Dries Devenyns - 7.5
Un grande lavoro di finalizzazione del lavoro della Deceuninck, tra Ghisallo e Colma ha ridotto lui da solo il gruppo a una trentina scarsa di unità, apparecchiando la tavola per la portata più attesa della giornata. Quella che non sarebbe più arrivata.
Remco Evenepoel - s.v.
Non sapremo mai dove aveva intenzione di attaccare, di sicuro aveva in mente grandi cose. Ma sulla picchiata da Sormano è finito giù da un ponte, evidenziando qualche limite nell'esercizio della discesa. Per fortuna ha portato a casa la pellaccia. Avrà molte altre occasioni per ritentare l'assalto al Lombardia.
James Piccoli - 6.5
In rappresentanza degli 11 fuggitivi del mattino (o del primo pomeriggio se preferite), partiti con ardimento ma scontratisi contro la voglia della Deceuninck-Quick Step di far corsa dura. Risultato, ripresi già sul Ghisallo, a poco meno di 70 km dalla fine. Il canadese della Israel Start-Up Nation, in quanto ultimo a venire raggiunto, si merita la citazione.
Fabio Aru - 4
Di meno non abbiamo cuore di affibbiargli. Ma farsi staccare da 100 corridori sul Ghisallo dice che la sua involuzione è una condizione perdurante, perseverante, perturbante.