Il Giro che verrà: la seconda settimana e i primi due snodi
Prosegue la presentazione a pezzi del percorso del Giro: ci occupiamo della seconda settimana di corsa, stretta fra la lunga cronometro e la prima tappa alpina, ma con molte altre insidie
Il 2026 è sempre più vicino, perciò noi proseguiamo nell'analisi del percorso del prossimo Giro d'Italia. La puntata di oggi della rubrica è dedicata alla seconda settimana, dove spiccano due giornate fondamentali come la lunga cronometro in Versilia e la prima tappa sulle Alpi in Val d'Aosta. Dopo il tour de force che ha visto nella prima settimana avvicendarsi tappe mediamente lunghe, di cui alcune lunghissime, qui i chilometraggi si riducono, ma sul piano altimetrico il canovaccio non cambia: escludendo il biliardo con cui si arriverà a Milano di domenica, tutte le frazioni sono movimentate in modo più o meno consistente. Analizziamo le tappe come siamo soliti fare, offrendovi anche un paio di profili autoprodotti delle salite decisive.
Le tappe nel dettagio
martedì 19 maggio - 10a tappa: Viareggio - Massa (Cronometro individuale - 40.2 km)

Giornata campale del Giro: se è vero che nell'insieme non è un Giro particolarmente equilibrato, è pur vero che una cronometro completamente pianeggiante di 40 km è un elemento di forte rottura, un tipo di prova su cui gli attuali uomini di classifica non si sono praticamente mai cimentati. La prova sarà per specialisti puri, visto che oltre ad essere liscia come la lama di un rasoio, sarà composta di lunghissimi rettilinei: una quindicina di curve complica i 15 km, poi si resta sul lungo mare per quasi 20 km senza incontrare un ostacolo; negli ultimi 6 km soltanto 3 curve ed un'inversione spezzano il ritmo di una prova in cui si possono scavare ampi distacchi. Attenzione anche al vento.
mercoledì 20 maggio - 11a tappa: Porcari - Chiavari (178 km)

Frazione molto nervosa, che forse non offre sufficienti difficoltà a smuovere la classifica, ma dove anche i big dovranno ugualmente tenere gli occhi aperti. I primi 75 km sono fondamentalmente pianeggianti, spezzati solo dal falsopiano con cui si risale la Val Freddana fino alla lieve ascesa di Montemagno (3 km al 2.8%). Dopo Sarzana inaugura il toboga la salita di Arcola e Baccano (2.3 km al 5.6%; primi 1.1 km all'8.2%, max 13%) con discesa stretta e tecnica. È solo un antipasto, seguito dal più semplice attraversamento di La Spezia (8 km pianeggianti), che precede l'intensa seconda metà di corsa. Dopo un primo tratto di lieve ascesa, si incontra La Foce (2.6 km al 6.8%, max 10%), subito seguita dalla salita di Trezzo (2 km al 7.2%, max 11%) e dal Passo del Termine (7 km al 5.1%, max 10%). Una discesa ripida e molto tecnica piomba su Levanto prima di salire l'asperità più esigente, il Valico Guaitarola (9.8 km al 6.3%, max 10%). In vetta si incontrano 6.5 km in altopiano di cui gli ultimi 2.5 in lieve ascesa (media 1.8%) fino al Passo del Bracco. Inizia quindi un'altra discesa molto insidiosa fino a Sestri Lavante, dove mancheranno ancora 24 km all'arrivo. Ma le difficoltà non sono finite: dopo 8 km pianeggianti, a Lavagna si sale il San Bartolomeo (5.6 km al 5.9%; rampa finale di 1 km al 9%, max 12%) con scollinamento ad appena 9 km dal traguardo. La discesa, ancora una volta tecnica, termina quando ne mancano soltanto 4.
giovedì 21 maggio - 12a tappa: Imperia - Novi Ligure (177 km)

Frazione per velocisti, ma tutta da interpretare, non solo per l'attraversamento dell'Appennino. L'avvio in salita non deve spaventare: dopo 10 km di fondovalle a salire, bastano 3 km al 5.1% per raggiungere la galleria che supera più in basso il Colle San Bartolomeo. Dopo 25 km di fondovalle a favore si raggiunge Albenga e da qui si resta lungo mare fino ad Albissola. È la seconda metà di gara ad offrire qualche spunto, a partire dal pur semplice Colle del Giovo (5 km di falsopiano seguiti dalla salita vera e propria di 7.8 km al 5%, max 9%); le cose si fanno più interessanti quando si capisce che senza incontrare una vera discesa, si raggiunge Sassello (500 mt al 4%) e si imbocca presto la salita a Bric Berton (5.6 km al 6%, con rampa di 1 km al 9% vicino alla vetta) che a qualche velocista può risultare indigesta. I 54 km che dalla vetta mancano per arrivare a Novi Ligure teoricamente lasciano aperta la possibilità di rientrare, ma il percorso nervoso complica le cose. Innanzitutto in vetta la strada resta a lungo sul crinale, incontrando prima della discesa almeno altri due tratti di vera salita; poi appunto arriva la discesa con alcuni tratti tecnici. Un tratto di 18 km in fondovalle è l'unico realmente semplice che favorisce l'inseguimento, perché giunti a Capriata d'Orba si sale in paese (1.4 km al 5.7%, con muretto iniziale di 800 metri, max 15%), prima pendenza di un tratto costantemente ondulato: si segnalano strappi a Giora (500 metri al 6%), Francavilla Bisio (due brevi rampe di 200 e 300 metri) e Pasturana (500 metri all'8%). Quest'ultimo trovandosi ad appena 7.5 km dal traguardo può comunque essere fonte di ulteriore confusione, soprattutto se la fuga arrivasse a giocarsi il successo. Sarà quasi tutta pianura, eccetto una breve discesa per entrare nel centro di Novi Ligure, fino al traguardo, posto dopo un unico rettilineo di quasi 4 km in lieve pendenza (media 1%).
venerdì 22 maggio - 13a tappa: Alessandria - Verbania (186 km)

Frazione più semplice da interpretare, ma decisamente più complicata nel finale. Le leggerissime ondulazioni dei primi 40 km nel Monferrato non spaventano nessuno e i successivi 100 sono di fatto un lungo tratto pianeggiante, spezzato dalla discesa che picchia su Arona. Qui i motori inizieranno a scaldarsi, perché costeggiando il Lago Maggiore, pur restando in pianura, il tracciato meno lineare combinato all'attesa delle salite più importanti faranno crescere la tensione. La prima rampa verso Bieno (2.4 km al 5.7%, max 10%) non spaventa molto, ma sarà importante nel determinare la posizione di ingresso sull'ascesa conclusiva di Ungiasca (4.7 km al 7.1%), più arcigna ma anche più stretta: come vedete nel dettaglio da noi proposto dopo un primo tratto di 500 metri di salita, si incontra quasi 1 km di falsopiano prima del tratto più duro con punte fino al 12%. 1300 metri pianeggianti precedono la discesa, piuttosto complicata, che termina a soli 6.5 km dall'arrivo. Qualche curva anima il finale pressoché pianeggiante e agevola gli attaccanti nel scomparire dalla vista degli inseguitori.

sabato 23 maggio - 14a tappa: Aosta - Pila (133 km)

Prima frazione da 5 stelle di difficoltà, anche se in verità non tremendamente dura, tanto per il chilometraggio ridotto quanto per l'assenza di ascese veramente impegnative. Si parte praticamente subito in salita con i 20 km al 5.4% verso Saint-Barthélémy, ascesa in verità molto irregolare, che include sia tratti di lieve discesa che rampe fino al 12%. Una discesa lunga ed insidiosa porta a Nus, dopo la quale il gruppo può respirare per 10 km scarsi, prima di salire in Valpelline, con un primo tratto di 3.5 km al 5.5% fino a Closellinaz, un secondo di 1.5 km al 5% fino a Roisan, quinda l'ascesa al GPM di Doues di 5.5 km al 6.5% (ultimi 3 km all'8.3%, max 12%). La successiva discesa, spezzata da alcuni tratti da pedalare, porta all'imbocco del tratto determinante della corsa, con pendenze leggermente più cattive alla giusta distanza dal traguardo per tentare i primi assalti: l'accoppiata delle salite a Lin Noir (7.5 km all'8%, max 12%) e Verrogne (5.6 km al 7%, max 10%) separate da 4 km di falsopiano a scendere. Si scollina a 41 km dall'arrivo, di cui 15 sono di discesa tecnica, ottima per ampliare il distacco (o accorciarlo, in base alla necessità). Soltanto 9 km separano la discesa dalla successiva salita, peraltro non pianeggianti, ma mossi e con alcuni tratti di vera discesa che accorciano le distanze. A incutere un po' di paura e suggerire di attendere il finale ci pensa però un'ascesa finale molto lunga, certo non ripidissima, di 16.5 km al 7.1% (nel dettaglio qui sotto nel profilo da noi realizzato). Come spesso succede, se uno scalatore fosse in netto ritardo per la cronometro ed altri intoppi, allora niente vieta di attaccare prima, magari appoggiandosi a un compagno in avanscoperta; con una classifica corta la salita finale basta ad un testa a testa per capire se la sfida è equilibrata o qualcuno è in grado di sbaragliare la concorrenza

domenica 24 maggio - 15a tappa: Voghera - Milano (136 km)

La seconda settimane si chiude con il biliardo di questo Giro d'Italia. Poco da dire su una frazione che finalmente accontenterà i velocisti puri in tutto e per tutto, per la prima volta in questo Giro se si esclude la frazione di apertura. Il circuito finale riproduce in tono minare il concetto dei finali parigini: l'arrivo è posto in Corso Sempione, da percorrere andate e ritorno con l'Arco della Pace a fare da punto di fuga di inquadrature prospettiche che possiamo immaginarci già adesso.
