
Ayuso non ha perso La Magia, vittoria in fuga alla Vuelta
La spagnolo si riscatta sulla salita di Huesca, terza vittoria di fila per UAE. Træen arriva con i migliori e tiene la maglia rossa
Non avrà fatto sparire le critiche, ma sicuramente Juan Ayuso si è tolto un bel po' di sassolini dalle scarpe. Dopo i minuti persi ieri e le dichiarazioni particolari del post tappa, lo spagnolo si prende subito quello che gli era rimasto da prendere in questa Vuelta, vincendo dalla fuga sull'arrivo in salita di Huesca La Magia.
Le sue intenzioni erano chiare fin dalla primissima salita di giornata, quando si era avventurato in solitaria per diversi chilometri, ma probabilmente anche da prima. Senza le gambe, la preparazione e (soprattutto?) la testa per stare attaccato alla classifica generale, Ayuso si è preso la libertà per una giornata all'attacco, centrando il primo successo spagnolo in questa Vuelta e il suo primo in carriera nel Grand Tour di casa. Dopo la cronosquadre e la fuga di Jay Vine, è anche la terza tappa consecutiva vinta dal UAE Team Emirates, che oltre ad accumulare successi oggi ha anche provato a infastidire il leader virtuale Jonas Vingegaard, ancora piuttosto sulla difensiva.
La Vuelta 2025, la cronaca della settima tappa
Dopo l'arrivo di ieri a Pal si riparte ancora da Andorra, ma spostandosi subito in Catalunya in un tratto iniziale di falsopiano verso La Seu d'Urgell. Dopo meno di venti chilometri si inizia a salire il Port del Cantó (24.9 km al 4.4%), con la prima parte subito all'8%. Fin dalle rampe iniziali inizia a muoversi Juan Ayuso, che prova a rendersi protagonista in un modo diverso dopo essere uscito di classifica ieri.
Lo spagnolo del UAE Team Emirates se ne va da solo e mantiene a lungo una ventina di secondi di vantaggio sul gruppo allungato. Dietro Torstein Træen (Bahrain-Victorious) si porta nelle prime posizioni per marcare chi può insidiare la sua maglia rossa, a cominciare da Ben O'Connor (Team Jayco AlUla). Servono il solito Jay Vine (UAE Team Emirates) e un brillante Mads Pedersen (Lidl-Trek) per portare via la fuga il gruppetto giusto, che rientra su Ayuso dopo lo scollinamento.
In fuga ci sono anche Sean Quinn (EF Education-EasyPost), Damien Howson (Q36.5 Pro Cycling Team), Harold Tejada (XDS Astana Team), Brieuc Rolland (Groupama-FDJ), Kevin Vermaerke (Team Picnic PostNL), Eduardo Sepúlveda (Lotto), Joel Nicolau (Caja Rural-Seguros RGA), Marco Frigo (Free Palestine) e Raúl García Pierna (Arkéa B&B Hotels). Lo spagnolo è il più vicino in classifica generale, a 4'57" dal leader, e la Bahrain può controllare e lasciare andare fino a quattro minuti.

Vine si prende lo sprint al gpm di seconda categoria del Puerto de la Creu de Perves, rafforzando il suo vantaggio nella classifica scalatori. In cima al successivo Coll de l'Espina, l'australiano prova invece ad anticipare, con una mossa simile a quella che l'ha portato alla vittoria di ieri. Quinn e Frigo non si fanno sorprendere e chiudono subito, e dopo lo scollinamento i dodici davanti sono di nuovo tutti insieme. La situazione è favorevole soprattutto a Pedersen, che va a prendersi indisturbato i punti allo sprint intermedio di Benasque.
La maglia verde si stacca subito all'inizio della salita finale di Cerler, mentre Vine si mette a disposizione del compagno di squadra. Ayuso attacca subito, a 11 chilometri dalla vetta, e sullo scatto riesce subito a guadagnare metri. Frigo riesce a rientrare del suo ritmo, ma dopo un altro chilometro e mezzo di collaborazione viene nuovamente distanziato. Lo spagnolo se ne va da solo, guadagna subito trenta secondi e continua a spingere su una salita molto irregolare. García Pierna va a riprendere l'italiano, ma non riesce mai a ridurre il distacco.
Con la lotta in fuga già risolta l'attenzione va a quello che succede nel gruppo maglia rossa, che inizia l'ultima salita con tre minuti di ritardo e Victor Campenaerts a tirare. Dopo i primi chilometri in mano alla Visma Lease a Bike, ai -5 arriva davanti Marc Soler, che prepara il terreno per l'accelerazione di João Almeida. Sulla ruota del portoghese si portano solamente Jonas Vingegaard e Giulio Ciccone, mentre Egan Bernal non riesce a chiudere il buco. Più brillante invece Sepp Kuss, che una volta calato il ritmo davanti prova anche a ripartire, ma ai -3 i migliori sono di nuovo tutti insieme.
La maglia rossa fa ancora parte di un gruppo ancora nutrito dopo aver superato il tratto più duro, con Matteo Jorgenson che si mette davanti a controllare. Nell'ultimo chilometro Soler riesce a guadagnare cinque secondi, ma per la generale è sostanzialmente un nulla di fatto. La copertina è tutta per Juan Ayuso, che arriva in solitaria e con inequivocabile esultanza polemica, con gli indici a tappare le orecchie. Frigo arriva secondo a 1'15", per il suo terzo podio di tappa in carriera in un Grande Giro.
Træen resta in rosso con 2'33" su Vingegaard e distacchi invariati tra i migliori. Perde un altro minuto Mikel Landa, arrivato insieme a Santiago Buitrago, mentre Antonio Tiberi e David Gaudu arrivano a 14'51" ed escono definitivamente di classifica.