Christophe Laporte vince il Campionato Europeo 2023 © Getty Images
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Laporte nelle stelle, Van Aert nelle stalle

Il francese vince il Campionato Europeo davanti a Wout e Kooij, tutti compagni nella Jumbo-Visma. De Lie nel finale riapre i giochi, poi mancano le forze per superare Christophe. Italia sfortunata con Ganna coinvolto in una caduta

24.09.2023 17:04

Continua ad arricchirsi di successi pesanti il palmarès di Christophe Laporte, che ormai in questi anni ha elevato il proprio status da velocista resistente a temibile uomo da classiche, a suon di vittorie e super-prestazioni. Il titolo europeo conseguito oggi non deve affatto stupire, Laporte ha dimostrato di essere perfettamente capace di azioni del genere, di saper vincere anche se i tuoi avversari sono Wout Van Aert e Mads Pedersen, di saper conservare 10" di vantaggio in solitaria anche se ad inseguirti ci sono 8 passisti affamati di vittoria. Il ciclismo francese non starà vivendo il proprio periodo di massimo splendore, ma nell'attesa che maturino i gioiellini Grégoire e Martinez, è Christophe Laporte l'uomo simbolo dei cugini d'oltralpe da due anni a questa parte.

Scendendo di un gradino il podio finale troviamo il solito Wout Van Aert. Già, solito perché in questo 2023 abbiamo fatto l'abitudine a trovarlo nel ruolo di piazzato eccellente, ma purtroppo poco vincente. Come suo solito, Wout si è presentato all'appuntamento in buona forma, nonostante un malanno l'avesse un po' debilitato nei giorni scorsi, ma l'amaro in bocca che lascia questo secondo posto è davvero grande. L'enorme lavoro di Arnaud De Lie, sacrificatosi per la causa, di riportare sotto al francese il proprio capitano è risultato completamente vano, anche perché il Belgio è stata la nazione che più di tutte ha controllato la corsa per centinaia di chilometri. Quello che è passato nella sua testa nelle decine di metri che lo separavano dalla maglia a stelle non lo sapremo mai, ma anche stavolta a Wout è mancato un piccolo passo, un paio di pedalate per raggiungere la gloria, anche oggi Wout ha quasi vinto. Quei quasi che cominciano ad accumularsi pesantemente sulla carriera di un campione. 

Presentare il percorso di questo Campionato Europeo è davvero cosa semplice: la lunghezza complessiva sfiora i 200 chilometri, con la partenza posta ad Assen. Dopo 110 chilometri completamente pianeggianti, raggiunta la località di Wijster, si imbocca per la prima volta il pavé “artificiale” del Col du Vam (400 metri al 4.2% ma con punte in doppia cifra) e si entra nel circuito finale di 14 km, da ripetere 7 volte. L'arrivo è posto proprio in cima al Col du Vam, collinetta costruita per coprire una discarica e trasformata in “luna park” per i ciclisti neerlandesi. Passiamo dunque alla cronaca, perché come prevedibile i tentativi di formazione della fuga iniziano subito dopo il via ufficiale, ma le ostilità non durano a lungo.

Dopo soli 5 km e pochi infatti parte la fuga di giornata, composta da soli 5 uomini, ma di buona qualità: all’attacco ci sono il fresco campione a cronometro Joshua Tarling (Gran Bretagna), Stefan Bissegger (Svizzera), Mathias Vacek (Rep. Ceca), Rory Townsend (Irlanda) e Norman Vahtra (Estonia). A nulla servono gli sforzi della Francia per inserire un proprio uomo in fuga: il Belgio decide che la composizione va bene così. Visti gli ottimi passisti presenti in testa alla corsa, il gruppo concede loro un margine massimo di soli 2’10”, con l’inseguimento che viene gestito dalle formazioni più attese, ovvero lo stesso Belgio e la Danimarca. Le strade neerlandesi che attraversano piccoli paesini e viali alberati lasciano spazio ogni tanto ad alcuni tratti esposti al vento in cui il nervosismo aumenta.

A 115 km dal traguardo una brutta caduta a centro gruppo coinvolge un gran numero di corridori, costringendone alcuni al ritiro, tra cui Bauke Mollema (Paesi Bassi). Il plotone ne esce inevitabilmente spezzettato, e ignorando ogni forma di fair play Belgio, Francia e Danimarca ne approfittano per alzare il ritmo e rendere più difficile il rientro degli attardati, tra cui c’è anche Filippo Ganna (Italia). Nel frattempo i battistrada hanno sempre meno vantaggio, e riescono ad imboccare il primo passaggio sul Col du Vam con soli 20” di vantaggio, mentre dietro si scatena la lotta per le posizioni. Il Belgio non sbaglia i calcoli e mette in fila tutti sul saliscendi che caratterizza questo insolito arrivo, in cui il posizionamento è cruciale. La sensazione è che tutto il circuito finale venga interpretato come momento di respiro tra un Col du Vam a l’altro, ed infatti Vacek e Bissegger (gli unici superstiti dell’attacco) tornano a guadagnare terreno. 

Si entra così nei 50 km senza che nulla di significativo sia successo e con un gruppo forte di un’ottantina di unità e tutti i favoriti ancora in gioco, tra cui un affaticato Arnaud Démare (Francia). Escono quindi dal gruppo Tilen Finkst (Slovenia) e Dusan Rajovic (Serbia), ripresi durante il quarto passaggio dal traguardo, mentre si segnalano timidi tentativi da parte di uomini di Germania e Francia. Cominciano a farsi vedere anche gli azzurri, che favoriscono diversi tentativi prima di imboccare la quinta ascesa, e poi si portano in testa al gruppo in blocco riprendendo gli ultimi fuggitivi e impostando un’altissima andatura. Il forcing dell’Italia prepara l’allungo di Filippo Ganna sul Vamberg, alla sua ruota si incolla Wout Van Aert (Belgio), poi Mads Pedersen (Danimarca) e via via tutti gli altri. Ganna non riesce a fare il vuoto, ma il gruppetto ora è molto selezionato. 

Una caduta causata da Kim Heiduk (Germania) lo coinvolge però poco dopo, proprio mentre in testa si forma un drappello di super-favoriti, tra cui Van Aert, Pedersen, Arnaud De Lie (Belgio), Christope Laporte (Francia), John Degenkolb (Germania) e Olav Kooij (Paesi Bassi). L’Italia si trova così improvvisamente ad inseguire i 10 di testa, ma gli azzurri non sanno di avere Ganna che pochi metri dietro che prova anch’egli a rientrare. Si rischia però di giocare per un piazzamento, perché ai -15km i battistrada hanno ben 35” di vantaggio, ed infatti davanti iniziano i giochi tattici. Terminata la penultima salita, Laporte coglie un attimo di incertezza e se ne va in solitaria, mentre dietro l’inseguimento tarda a partire, con il francese che prova a scappare verso il titolo. 

Comincia così l’ultima rampa, Laporte conserva 10” di vantaggio sul drappello dei big. Dietro si giocano il tutto per tutto: De Lie si sacrifica per Van Aert, insieme a loro rimane solo Kooij; parte la volata in salita, Laporte ora è vicinissimo. Van Aert riesce a rientrare sul francese negli ultimi metri con una grande sparata, Kooij lo segue, ma sul più bello sia al belga che all’olandese mancano le forze per superare il compagno di squadra, che vince così il campionato europeo. Giù dal podio De Lie e Teunissen completano la top5. Matteo Trentin è 14esimo, primo degli azzurri.

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