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In Toscana Valgren si è ricordato come si vince

15.09.2021 17:01

A secco da tre anni e mezzo, il danese della EF ha conquistato in solitaria il Giro della Toscana. Podio per Alessandro De Marchi e Diego Ulissi, domani si replica con la Coppa Sabatini


È una classica storica del calendario italiano, da Girardengo e Binda a Bartali (5 vittorie) e Coppi, da Bitossi e De Vlaeminck a Moser e Baronchelli, il Giro della Toscana ha visto oggi appena la quattordicesima affermazione di un corridore straniero in 93 edizioni. A imporsi è stato Michael Valgren, e come succede per tutte le corse di questo periodo, chi ben si comporta si guadagna subito qualche stelletta per le griglie dei favoriti del Mondiale.

Il danese è uno che a volte sa vincere e pure bene, nel suo anno d'oro (il 2018) conquistò Het Nieuwsblad e Amstel, quest'ultima la corsa che l'aveva rivelato al grande pubblico due anni prima, quando aveva raccolto il secondo posto dopo un attacco a due con Enrico Gasparotto. A 29 anni MVA è pronto a riprendere certi discorsi lasciati a metà, del resto le due citate grandi vittorie del '18 restavano le ultime del suo palmarès prima di oggi: 3 anni e mezzo a secco per uno con le sue caratteristiche sono uno score difficilmente spiegabile.

Oggi Valgren è andato a segno in una corsa il cui faro era Diego Ulissi ma che presentava un percorso duro il giusto per produrre selezione, e in effetti la battaglia non è mancata e i team più importanti in gara (7 squadre World Tour sulle 18 partecipanti) si sono incaricati di fare la corsa, e uno di loro l'ha pure vinta. Con merito, va detto. Come meritato è il podio di Alessandro De Marchi (in maglia azzurra) e del citato Ulissi.

Partenza e arrivo a Pontedera, 191 km totali e due scalate al Monte Serra in programma, l'ultima con scollinamento ai -28 dal traguardo, il Giro della Toscana 2021 è partito con una fuga a 6 iniziata al km 11 e composta da Davide Bais (Eolo-Kometa), Valentino Ferron (TotalÉnergies), Marco Frapporti (Vini Zabù), Ángel Madrazo (Burgos-BH), Nicolas Nesi (D'Amico-UM Tools) ed Edoardo Martinelli (MG.Kvis VPM). Gli attaccanti hanno raggiunto immediatamente il loro vantaggio massimo, 4'17" al km 17, poi la EF Education-Nippo e la Bahrain-Victorious hanno lavorato per rimettere la fuga entro canoni più ridotti.

Il primo passaggio sul Serra, subito dopo metà gara, ha visto un'inevitabile selezione sia davanti che dietro: il drappello al comando si è drasticamente ridotto a una coppia, Bais e Ferron, ma ancor prima dello scollinamento (a 82 km dall'arrivo) i due sono stati ripresi dal gruppo, che a sua volta aveva perso tanti elementi tra cui il neocampione europeo Sonny Colbrelli, impegnato su un percorso evidentemente troppo duro per le sue caratteristiche: gli ultimi due chilometri del Serra presentavano infatti pendenze sostenute, anche in doppia cifra. In salita è stata la UAE-Emirates a tirare, tradendo così i propositi bellicosi di Diego Ulissi e Rafal Majka, capitani di giornata.

In discesa Rigoberto Urán (EF) ha ben pensato di proporre un allungo, e ha trovato l'immediato riscontro del compagno Sergio Higuita e di Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty); arrivati sul piano, i tre sono riusciti a mettere insieme addirittura 1'20" sul gruppo, dopodiché la Ineos Grenadiers, con Geraint Thomas nei panni del gregario, si è incaricata per annullare anche quest'azione: impresa completata a 38 km dalla fine, appena prima che iniziasse la seconda scalata al Serra, approcciata da una sessantina di uomini nel gruppo, dimezzatisi già sulle prime rampe della salita.

Il primo scatto sul Monte Serra è stato di Davide Villella (Movistar), seguito da Neilson Powless (EF) e Rafal Majka ai -36; in seconda battuta son rientrati Luca Wackermann (Eolo) e Jefferson Cepeda (Androni-Sidermec); un quintetto interessante, ma un Gianni Moscon in versione "tigre nel motore della nazionale" ha spinto a fondo e ha chiuso sugli attaccanti: la Ineos continuava a mettere la museruola a tutti. Villella allora ci ha riprovato a poco meno di 3 km dalla vetta ma non ha avuto spazio; a 2 km dal Gpm è scattato allora Powless, tampinato da Daniel Muñoz (Androni), ma meglio ancora hanno fatto Majka e Wackermann, che hanno superato la precedente coppia e si sono involati. Il polacco ha addirittura staccato l'italiano subito dopo lo scollinamento, ma poi ha dovuto subire il rientro e l'accelerata di Powless.

L'americano è stato comunque raggiunto ai -17 dall'avanguardia del gruppo, o meglio da quel che ne restava: dieci-quindici uomini destinati a giocarsi il successo. Naturalmente in una situazione del genere era prevedibile che un po' tutti provassero a sorprendere gli altri con uno scatto dalla media distanza, nel nostro caso l'azione buona è stata direttamente la prima, proposta da Michael Valgren (EF) a 13 km dalla fine.

Il danese ha subito preso margine, e conoscendolo si è presto capito che nessuno l'avrebbe più ripreso. Dietro Ulissi ha provato a rilanciare il ritmo su uno strappetto ai -11, a quel punto il gap era già vicino al mezzo minuto, e l'azione del toscano della UAE non ha risolto la questione. Valgren ha tenuto bene e a un certo punto ha avuto tutto il tempo e il modo per gestire il margine, salito oltre il minuto. Intanto dietro si verificavano altri rientri sul drappello Ulissi, ma ormai era tardi per riorganizzare un inseguimento felice. L'unica, per qualcuno, era provare l'azione da piazza d'onore: ci ha provato Alessandro De Marchi (Nazionale Italia) che è in effetti riuscito nell'intento partendo ai 3 km.

Michael Valgren mette quindi il proprio nome nell'albo d'oro del Giro della Toscana, al traguardo ha vinto con 1'13" su Alessandro De Marchi e 1'18" sul gruppetto regolato per il terzo posto da Diego Ulissi su Lorenzo Rota, Davide Villella, Marco Canola e Sergei Chernetskii (Gazprom-Rusvélo), Gianni Moscon, Sergio Higuita e Samuele Battistella (Astana-Premier Tech). Domani si replica in zona con la Coppa Sabatini a Peccioli, località da cui già oggi la corsa è transitata: saranno 210.8 km con un inizio in linea seguito da due circuiti concentrici culminanti con il classico arrivo in leggera salita di Via Mazzini.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!