©Tucson Velodrome, Inc.
Pista

Tucson inaugura il primo velodromo al mondo con superficie in alluminio

Il nuovo impianto da 250 metri in mezzo al deserto ha aperto il 12 novembre: introduce una soluzione costruttiva inedita per affrontare il caldo estremo dell’Arizona e sulla sostenibilità degli impianti

Il Tucson Velodrome ha aperto ufficialmente le porte il 12 novembre con una cerimonia sul rettilineo d’arrivo, segnando la nascita del primo velodromo al mondo costruito con una superficie in alluminio. Si tratta di un impianto olimpico da 250 metri con curve sopraelevate a 42 gradi, progettato dal canadese Peter Junek, che nella sua carriera ha firmato più di trenta piste in varie parti del mondo.

Un progetto pensato per il deserto

L’impianto sorge all’interno del Musselman Honda Circuit, un tracciato utilizzato per kart e attività motoristiche nel sud-est di Tucson. A portarlo avanti sono stati la Southern Arizona Kart Club e il gruppo proprietario Tucson Velodrome, Inc.

La scelta dell’alluminio rappresenta l’elemento più innovativo del progetto. Nella regione le temperature estive superano regolarmente i 37–38 °C e la superficie metallica è stata selezionata per garantire resistenza, minore deterioramento rispetto al calcestruzzo e utilizzo continuativo durante tutto l’anno. È un approccio mai adottato prima per un velodromo all’aperto.

©Tucson Velodrome via Fb
©Tucson Velodrome via Fb

Un impianto completo e pensato per gli atleti

Oltre alla pista, il nuovo velodromo dispone di tunnel di accesso sotterraneo, impianto di illuminazione, tribune e servizi e strutture di supporto, uno spazio interno utilizzabile anche per eventi, concerti e incontri.

Il progetto, finanziato con donazioni private per un costo complessivo di circa 5 milioni di dollari, rende Tucson una delle poche città statunitensi a ospitare un velodromo olimpico: nel paese sono solo cinque quelli da 250 metri.

Il giorno dell’inaugurazione, i primi ciclisti a provarlo hanno descritto la sensazione di guida come “molto fluida” e “unica per una pista a 42 gradi di inclinazione”.

©Tucson Velodrome, Inc.
Il velodromo in alluminio d Tucson ©Tucson Velodrome, Inc.

Le parole del costruttore

Peter Junek, l’ingegnere ceco-canadese ideatore del velodromo, ha espresso grande soddisfazione per la realizzazione del progetto: “Non ha buche, offre migliore aderenza, costa meno da costruire e… non ci sono schegge!”. Junek ha ricordato come il sogno di creare una pista in alluminio risalga al 2020, finalmente concretizzato con l’inaugurazione del velodromo di Tucson.

Il costruttore ha sottolineato l’esperienza positiva dei primi ciclisti che hanno provato la pista, tra cui Karl Baumgart, che ha definito la superficie “meravigliosamente fluida e veloce”. Junek ha inoltre precisato che, nonostante le alte temperature estive di Tucson, l’alluminio si riscalda meno di cemento, asfalto o acciaio, rendendo le sessioni di allenamento serali piacevoli e sicure grazie anche all’illuminazione installata.

Tra i vantaggi della nuova superficie, Junek ha citato la resistenza agli agenti atmosferici, la facilità di manutenzione, la durabilità e la riciclabilità, confermando che la pista risponde pienamente alle norme UCI e che il progetto potrebbe essere replicato con successo anche in altre città.
 

Un nuovo centro per il ciclismo in Arizona

Secondo Tucson Velodrome, Inc., la nuova struttura mira ad attirare in città atleti professionisti e olimpici per periodi di allenamento e competizioni, offrendo al contempo “un luogo controllato dove tutti i ciclisti potranno pedalare in sicurezza”.

Il velodromo sarà inoltre sede di programmi giovanili e scolastici con istruttori certificati, pensati per introdurre i più giovani al ciclismo su pista in un ambiente sicuro.

Con l’apertura del Tucson Velodrome, l’Arizona si candida a diventare un nuovo punto di riferimento per il ciclismo su pista negli Stati Uniti, grazie a un’infrastruttura unica e a un clima favorevole per l’attività all’aperto.
 

L'impatto ambientale

La scelta dell’alluminio come superficie del nuovo velodromo rappresenta una soluzione inedita, nata dall’esigenza di affrontare le temperature estreme dell’Arizona. Se la produzione del materiale resta la fase più energivora del progetto, la durabilità nel tempo, la ridotta necessità di manutenzione e l’elevata riciclabilità possono compensarne almeno in parte l’impronta ambientale complessiva.

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