Juan Ayuso ha ottenuto la sua seconda vittoria di tappa alla Vuelta di Spagna © Profilo X La Vuelta/SprintCycling
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Vuelta, Juan Ayuso continua a vedere bianconero: 2° successo personale a Los Corrales

Il catalano della UAE Emirates-XRG scatta sull'ultima salita in compagnia di Romo per poi batterlo in volata. 3° Rolland. Giornata di quiete in gruppo alla vigilia dell'Angliru

04.09.2025 22:31

La separazione dalla UAE Emirates-XRG è stata dolorosa e carica di veleni. Eppure, Juan Ayuso si è concesso un'altra giornata di gloria sulle strade della Vuelta, aggiudicandosi la tappa di Los Corrales del Buelna al termine di una lunga e numerosissima fuga, condivisa con altri 51 uomini. Il 22enne spagnolo ha atteso la Collada de Brenes, posizionata a poco più di 20 km dal traguardo, per portare il suo attacco. Gli ha tenuto testa il solo Javier Romo, poi sconfitto in una volata a due che non ha avuto storia. Podio di giornata (con qualche rimpianto) per Brieuc Rolland. Niente o quasi da segnalare tra i big, che hanno scelto la linea della prudenza in vista dell'attesissimo redde rationem sull'Angliru. 

La cronaca della 12ª tappa della Vuelta di Spagna

La seconda parte della Vuelta a España 2025 inizia dalla Cantabria: i 142,3 km della 12ª frazione (Laredo-Los Corrales del Buelna) si attaglia alle caratteristiche dei cacciatori di traguardi, che pedaleranno su un percorso particolarmente movimentato, sul quale sarà quasi impossibile tenere la corsa chiusa. Dopo aver affrontato un primo tratto avaro di spunti, i corridori affronteranno il Puerto de Alisas, un 2ª categoria di 8600 metri al 5,8% di media, posizionato al km 41. Qualche timido saliscendi precede il piatto forte della giornata: la Collada de Brenes (1ª categoria, 7,4 km al 7,9% medio). La salita si presenta subito impegnativa: il primo chilometro sale al 10% per poi toccare il 16%. Strada sempre arcigna anche nella parte centrale, in cui si oscilla tra il 9% e il 10%. Gli ultimi 2000 metri sono meno impegnativi, ma non scherzano: pendenze tra il 6% e il 7%. Doppiata la cima del Brenes, altri 22,9 km tutt'altro che scontati - con una discesa particolarmente tecnica - prima di raggiungere il traguardo.

Andatura sostenutissima fin dal via, dove si forma il primo embrione della maxifuga che scandirà l'intera tappa: in azione l'australiano Kelland O'Brien (Jayco-AlUla), i belgi Jasper De Buyst (Lotto), ALec Segaert (Lotto) e Luca Van Boven (Intermarché-Wanty), i britannici Bjorn Koerdt (PicNic PostNL), James Shaw (EF EasyPost) e Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers), i danesi Søren Kragh Andersen (Lidl-Trek) e Mads Pedersen (Lidl), il francese Brieuc Rolland (Groupama-FDJ), il polacco Michał Kwiatkowski (INEOS), gli spagnoli Carlos Canal (Movistar), David De La Cruz (Q36.5), Jesús Herrada (Cofidis), Joel Nicolau (Caja Rural-Seguros RGA) e Marc Soler (UAE Emirates-XRG), lo svizzero Stefan Küng (Groupama) e il tedesco Michael Hessmann (Movistar). Lungo il Puerto de Alisas, la compagnia si allargherà ulteriormente con l'ingresso scaglionato di altri uomini. Eccoli: l'australiano Damien Howson (Q36.5), i belgi Victor Campenaerts (Visma-Lease a Bike) e Louis Vervaeke (Soudal Quick-Step), il britannico Finaly Pickering (Bahrain Victorious), il colombiano Santiago Buitrago (Bahrain), i francesi Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale), Julien Bernard (Lidl) e Victor Guernalec (Arkéa-B&B Hotels), l'irlandese Eddie Dunbar (Jayco), gli italiani Lorenzo Fortunato (XDS-Astana), Gianmarco Garofoli (Soudal) e Fausto Masnada (XDS-Astana), l'olandese Jardi Christiaan van der Lee (EF), gli spagnoli Mario Aparicio (Burgos Burpellet-BH), Juan Ayuso (UAE Emirates-XRG), Abel Balderstone (Caja Rural), Pablo Castrillo (Movistar), Jaume Guardeño (Caja Rural), Javier Romo (Movistar), lo svizzero Fabio Christen (Q36.5) e il tedesco Nico Denz (Red Bull-BORA-Hansgrohe). E non è ancora finita, perché altri 14 uomini si uniranno alla testa della corsa: l'argentino Eduardo Sepúlveda (Lotto), l'australiano Christopher Hamilton (PicNic), i belgi Lars Craps (Lotto) e Mauri Vansevenant (Soudal), i francesi Rudy Molard (Groupama) e Louis Rouland (Arkéa), l'italiano Giovanni Aleotti (Red Bull), l'olandese Gijs Lemreeize (PicNic), lo sloveno Gal Glivar (Alpecin-Deceuninck), gli spagnoli Markel Beloki (EF), Iván García Cortina (Movistar), Mikel Landa (Soudal) e Sergio Samitier (Cofidis) e lo statunitense Sean Quinn (EF). Totale: 52 corridori. Che, dopo aver battagliato nella parte centrale della tappa per guadagnare terreno, sfonderanno il muro dei 3' sul gruppo della maglia rossa, il danese Jonas Vingegaard (Visma), in vista degli ultimi 60 chilometri. Le distanze si amplieranno ulteriormente nel finale, quando i fuggitivi arriveranno a guadagnare un massimo di 5'20". 

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Stefan Küng, Mads Pedersen, Magnus Sheffield, Michał Kwiatkowski e Marc Soler in fuga nella 12ª tappa della Vuelta di Spagna © Profilo X La Vuelta

I corridori al comando procedono senza scosse fino ai -62, quando Cortina approfitta di un breve strappo per anticipare le mosse dei favoriti. Un'azione generosa ma comunque vana: dopo aver viaggiato per una quindicina di chilometri con un margine simbolico (circa 20") sul resto dei fuggitivi, pilotati dai corridori della Lidl-Trek, Cortina sarà ripreso a 52 km dalla fine. I Movistar provano a rilanciare l'azione con Romo, sul quale si riporta subito Pedersen, che annullerà un'effimera stoccata di Küng.

Lo sprint intermedio di Barrios offre alla maglia verde il destro per sorprendere gli altri compagni di viaggio, ma senza successo. Poco più avanti, ci provano con più costrutto Guernalec, Hessmann, Pickering, Rolland, Shaw e Sheffield, che si presenteranno ai piedi della Collada de Brenes con 40" circa di margine sui resti del gruppo inseguitore. Dopo aver lasciato ai giallorossi il compito di fare l'andatura, il testimone passa nelle mani degli UAE, che impongono la prima selezione tra gli inseguitori, ormai ridotti a una decina di unità. Nel frattempo, Shaw si è avvantaggiato sugli altri contrattaccanti: a ruota del britannico si portano Rolland e Pickering. Fatica più o meno inutile: ai -26 dalla linea bianca, Soler lancia la progressione di Ayuso, sul quale si riporta il connazionale Romo. Poco più indietro, invece, Rolland e Pickering, che perderà poi contatto dal francese di casa Groupama. A circa mezzo minuto, infine, un sestetto con Balderstone, Beloki, Castrillo, Dunbar, Landa e Soler.

I due spagnoli consolidano il loro margine in discesa tanto su Rolland - indietro di 16" ai -13 - quanto sugli altri inseguitori, sui quali si riporteranno anche Campenaerts e Pedersen, attardati di 53". A questo punto, l'affare è ristretto ad Ayuso e Romo, che giungeranno appaiati a Los Corrales del Buelna. E volata sia: Romo lancia lo sprint ai 250 metri, ma il catalano lo scavalca facilmente e conquista il suo 2° successo personale (l'ottavo del 2025, il 16° della carriera) alla Vuelta. 3° Rolland (a 13"), poi Campenaerts, Pedersen, Denz, Howson, Buitrago, Beloki e Castrillo. A 6'22" il gruppo con tutti gli uomini di classifica.

Vingegaard sempre in maglia rossa con 50" sul portoghese João Almeida (UAE Emirates) e 56" sul britannico Tom Pidcock (Q36.5). A seguire il norvegese Torstein Træen (Bahrain, a 1'06"), l'austriaco Felix Gall (Decathlon, a 2'17") e Armirail (a 2'23"). L'italiano Giulio Ciccone (Lidl) occupa la nona casella della classifica con un ritardo di 2'33" da Vingegaard. 10° il connazionale Giulio Pellizzari (Red Bull, a 2'44"). 

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L'Angliru per la sentenza definitiva?

La Vuelta si prepara ad affrontare le due tappe più attese dell'ottantesima edizione. Il dittico inizierà venerdì con l'arrivo sulla «salita più dura di Spagna»: l'Alto de Angliru (categoria especial, 12,4 km al 9,7%). Tuttavia, il menu della 13ª tappa non si esaurirà sulla montagna delle Asturie: se i primi 140 chilometri di corsa - che scatterà da Cabezón de la Sal - scivoleranno via come un sorso d'acqua, lo scenario cambierà del tutto con la prima delle tre salite in programma nei 62 km conclusivi: l'Alto La Mozqueta (1ª categoria, 6300 metri con una pendenza media dell'8,4% e un massimo del 12%). Più discesa che pianura lungo il cammino che conduce all'Alto del Cordal, un altro GPM di 1ª categoria che misura appena 5,5 km (pendenza media dell'8,4%) ma particolarmente severi: dopo aver doppiato un settore al 13%, gli ultimi 2000 metri salgono costantemente all'11%, toccando il 14% a poco più di un chilometro dalla vetta. Infine, il gigante asturiano, subito esigente: i primi 4 chilometri sfiorano subito la doppia cifra. Poi, dopo un tratto di alleggerimento, la strada si fa sempre più esigente (pendenze comprese tra l'11% e il 15,8%), toccando addirittura il 23% ai -3 dalla cima. Guadato l'ultimo pezzo all'11% di media, l'Angliru si addolcisce negli ultimi 400 metri, tutti in discesa.

Collegamento su Discovery+ ed Eurosport 1 - per i clienti di DAZN, Prime Video Channels e TIMVision - dalle 14.30. 

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Carmine Marino

Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre '23.