Annemiek van Vleuten e la sindaca di Utrecht Sharon Dijksma sotto la targa della strada a lei intitolata nel sobborgo di Vleuten © Annemiek van Vleuten
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La via di Annemiek: puntare a un altro triplete nei GT

Dopo l'irripetibile 2022, la neoquarantenne Van Vleuten conta di rivincere l'anno prossimo Giro, Tour e Vuelta, mentre nelle classiche avrà vita più difficile. E intanto al suo paese le intitolano una strada

24.11.2022 15:41

Del ciclismo è l'imperatrice e nessuno può osare mettere in discussione questo titolo, tantopiù dopo una stagione 2022 in cui ha vinto tutto quello che era umanamente possibile vincere: Giro, Tour e Vuelta, ovvero il progetto dei tre GT al femminile, e prima di essi già la Liegi (e la Volta Valenciana, e la Omloop het Nieuwsblad), e dopo di essi una corsetta come il Mondiale in linea, conquistato con un polso rotto in seguito a una caduta nella Mixed Relay iridata pochi giorni prima. E tutto questo Annemiek van Vleuten l'ha realizzato alle soglie dei 40 anni, fatidica età raggiunta lo scorso 8 ottobre.

Aveva detto che il 2022 sarebbe stata la sua ultima stagione nel ciclismo pedalato, poi strada facendo ha cambiato idea, e del resto non esibire la maglia arcobaleno nel 2023 avrebbe lasciato in tutti un senso di incompiutezza. A farle chiudere in bellezza questo indimenticabile anno ci ha pensato il comune di Utrecht, che qualche giorno fa le ha fatto un grande regalo intitolandole una strada, più precisamente un sentiero ciclabile nel sobborgo di Vleuten, in cui è nata e vissuta nei suoi primi quattro anni.

La targa della Annemiek van Vleutenpad, da lei stessa scoperta alla presenza della sindaca Sharon Dijksma, riporta un pezzo del suo curriculum: “Ciclista neerlandese, campionessa olimpica, campionessa del mondo e vincitrice di molte altre gare”. In una città che ha già in passato omaggiato altri sportivi (il judoka Anton Geesink, la velocista e lunghista Dafne Schippers, i calciatori Humphrey Mijnals, Wesley Snijder e ovviamente Marco van Basten), Van Vleuten è la prima a venire dal ciclismo.

E al ciclismo tornerà, pedalando sulle strade del mondo anche nella prossima stagione. In una recente intervista a ElPeloton.net, la fuoriclasse della Movistar ha rilanciato le proprie ambizioni, fissando gli obiettivi per il 2023, per quella che dovrebbe essere, stavolta davvero, l'ultima sua stagione: “Mi sento ancora una ciclista da gare in linea, ma mi sento sempre meno adatta alle classiche: la concorrenza è aumentata tanto in questi ultimi anni e le salite di queste corse sono troppo brevi per le mie caratteristiche. Non è pensabile poter fare la differenza sempre di potenza, vorrà dire che lavoreremo più di tattica”.

È un riferimento al mercato Movistar, dato che la squadra spagnola si è rinforzata alquanto con gli ingaggi di Floortje Mackaij e Liane Lippert, quest'ultima astro nascente anche in chiave gare a tappe. Annemiek ha però smorzato immediatamente qualsiasi possibile volo pindarico della giovane tedesca: “Mentre nelle classiche sarà utile avere più punte, e anch'io sarò contenta e gratificata di lavorare per le compagne quando necessario, per le gare a tappe penso sia il caso di continuare a puntare sulla strategia del capitano unico”. Ovvero su di lei. C'erano dubbi?

Ovviamente no, del resto la dominatrice di Giro-Tour-Vuelta proverà a ripetere il percorso netto del 2022. Con qualche problematica in più dettata dallo spostamento della corsa spagnola (che passerà peraltro da 5 a 7 tappe) da settembre a inizio maggio: “Ciò significa dover tenere un primo lungo periodo di picco dalle classiche alla Vuelta”, allungando quindi il blocco di un paio di settimane rispetto al passato, “e poi un secondo per Giro e Tour”.

La partecipazione alla corsa rosa non è in discussione: “Amo correre in Italia e senz'altro il Giro è tra i miei obiettivi principali”; anche perché, confessa, “è meno stressante delle classiche, così come la Vuelta: ci vuole costanza giorno per giorno più che essere a tutta in un unico appuntamento, è più adatto alle mie attuali caratteristiche”. Un concetto che però è stato rivoluzionato dall'arrivo del Tour de France: “Lì abbiamo dovuto essere a tutta tutti i giorni”.

E proprio per questo motivo, per ripetersi anche alla Grande Boucle dovrà riprendere con più costanza la bici da crono, da lei lasciata un po' da parte nelle ultime stagioni: “La principale motivazione che mi spinge è l'idea di poter migliorare. Da qualche anno mi sono resa conto che invece a crono non facevo più passi avanti, avevo raggiunto il mio limite, per cui mi sono un po' disinteressata dell'esercizio; anche perché vincere contro il tempo non mi dà le stesse emozioni di conquistare successi nelle gare in linea”. Una crescente idiosincrasia che le ha fatto abbandonare anche l'idea di tentare il Record dell'Ora, pur accarezzata in passato: “Un'impresa che necessiterebbe di sacrificare gli altri traguardi stagionali, e che mi obbligherebbe a girare molto in velodromo”, e si è capito che la cosa non le piace.

Preferisce andare per strada, allenandosi insieme ad amici e colleghi che condividono con lei anni di fatiche in bici. La crescente popolarità figlia anche dell'aumentata esposizione televisiva (grazie al fatto che le gare femminili finalmente vanno in diretta!) le fornisce però anche altri compagni di allenamento occasionali: cicloamatori che la riconoscono e si accodano. Ma a quanto pare l'Imperatrice non è del tutto a proprio agio con la celebrità: “Mi vedono come una star, mi parlano di ciclismo, ma io preferisco stare con chi mi conosce come Annemiek, persone con cui avevo a che fare già prima di diventare famosa e con cui posso chiacchierare anche di altre cose oltre che di corse e biciclette”. Tutto sommato, come darle torto?

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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!