Jacopo Mosca in testa al gruppo sulle strade del Giro d'Italia © GettyImages
Ciclismo e tv

Poco ciclismo tra gli eventi in chiaro: Giro, Mondiale e le tappe italiane del Tour

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la lista aggiornata delle corse che dovranno essere trasmesse obbligatoriamente sui network pubblici e privati. Ignorate le classiche monumento e le gare femminili

27.11.2025 23:14

Qualcuno potrebbe definirlo «effetto Sinner»: i trionfi del tennista altoatesino hanno allargato sensibilmente la platea degli appassionati della racchetta in Italia. E non è un caso che il tennis abbia trainato la revisione complessiva della lista degli eventi sportivi da trasmettere (anche) in chiaro, stilata dal Ministero delle imprese e del Made in Italy e pubblicata il 20 novembre sulla Gazzetta Ufficiale. Quanti e quali gli spazi per il ciclismo sulla tv generalista?

Eventi in chiaro, il ciclismo in retroguardia

Pochi, a leggere con attenzione l'articolo 2 del decreto ministeriale approvato a inizio ottobre dal MIMIT, che riporta tutte le manifestazioni (non solo sportive) considerate «di particolare rilevanza per la società»: in questo elenco, infatti, compaiono soltanto il Giro d'Italia, i campionati del mondo (senza specificare quali avranno il beneficio della copertura in chiaro) e le tappe del Tour de France che dovessero essere disputate in territorio italiano. 

Un segno dei tempi? Forse. In ogni caso, un dato è evidente: benché sia stato uno degli sport più popolari nella storia d'Italia, il ciclismo occupa una posizione marginale nelle preferenze del grande pubblico, a maggior ragione se consideriamo tutto quello che è stato escluso da questo elenco. È mai possibile che le classiche monumento - in testa la Milano-Sanremo e il Giro di Lombardia - non siano un appuntamento di richiamo per la platea generalista? Ancora: perché mai la Grande Boucle dovrebbe rivestire maggiore importanza solo e soltanto quando attraversa il nostro paese? Certo: i parametri stabiliti dal Ministero delle imprese non sono granché allineati alle preferenze degli appassionati delle due ruote, che riconoscono piena dignità anche a corse poco o per nulla seguite dai media generalisti. Tuttavia, se la cultura sportiva conta ancora qualcosa, è veramente doloroso constatare non soltanto l'assenza degli appuntamenti di punta del calendario, ma anche e soprattutto la più totale indifferenza verso l'attività femminile, che pure è cresciuta di livello negli ultimi anni e ha dato tante soddisfazioni al movimento italiano. Con buona pace della tanto invocata parità di genere

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Elisa Longo Borghini a segno in cima al Santuario di Oropa © Sito Internet GS Emilia

Un assist alle piattaforme a pagamento?

Il vero non detto di questo decreto, però, è la possibile espansione del mercato a pagamento. Fino a questo momento, gli organizzatori dei Grandi Giri e la stessa Unione ciclistica internazionale hanno sostanzialmente difeso il principio della visibilità dei grandi appuntamenti della stagione, in onda sia sulle reti televisive che aderiscono all'EBU (European Broadcasting Union), sia alle pay-tv, avvantaggiate dalla trasmissione integrale di tutte le tappe e delle principali corse in linea dal km 0. Tuttavia, questo difficile equilibrio si è già incrinato: come si ricorderà, il Giro delle Fiandre e l'Amstel Gold Race sono stati trasmessi in esclusiva per l'Italia su Discovery+ e su Eurosport (all'epoca ancora presente nella numerazione di Sky), a scapito di quei telespettatori che - per un motivo o per un altro - non possono o vogliono sottoscrivere un abbonamento alla tv satellitare oppure a una piattaforma streaming. Stesso discorso per le tappe italiane della Vuelta di Spagna, che pure erano state offerte gratuitamente alla RAI. Dunque, cosa accadrà in futuro? Almeno per il momento, lo scenario non dovrebbe cambiare: gran parte delle gare di cartello continueranno ad andare in onda sui network generalisti (com'è noto, Viale Mazzini trasmetterà le corse organizzate da ASO, a cominciare dal Tour de France, e i campionati del mondo di tutte le specialità fino al 2031). Tuttavia, cosa succederà se il governo del ciclismo internazionale e, di riflesso, le squadre World Tour dovessero imitare le scelte compiute da Liberty Media, la società che detiene il controllo della Formula 1 e del Motomondiale, che ha rinunciato ai grandi ascolti assicurati dalle reti in chiaro a tutto vantaggio degli operatori a pagamento? A dirla tutta, il tabù è stato già infranto in Gran Bretagna, dove il Tour de France sarà trasmesso in esclusiva da Max, il servizio on demand del gruppo Warner Bros. Discovery, che subentrerà a ITV dall'edizione 2026. E c'è da scommettere che questo non resterà un precedente isolato nel mercato televisivo europeo, i cui effetti si propagheranno anche alle nostre latitudini. A maggior ragione se il ciclismo italiano dovesse trovare un giorno il suo Sinner

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Carmine Marino

Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre '23.