Benjamín Prades indossa la maglia di leader della classifica a punti del Tour of Japan © Benjamín Prades
Mondo Continental

Benjamín Prades, lo spagnolo che ha fatto fortuna in Giappone

A quasi quarantadue anni, il fratello d'arte continua a essere una garanzia nelle corse asiatiche. Dopo aver dominato il Tour de Banyuwangi Ijen è salito a quota tre successi stagionali

06.08.2025 23:30

Ventitreesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Tour de Banyuwangi Ijen, Tour Alsace, Kreiz Breizh Elites e Benjamín Prades, ancora vincente a quasi quarantadue anni.

Le corse della settimana

Tour de Banyuwangi Ijen

Benjamín Prades vince la tappa regina del Tour de Banyuwangi Ijen
Benjamín Prades vince la tappa regina del Tour de Banyuwangi Ijen © Kabupaten Banyuwangi

Dopo essere tornato nel calendario UCI nel 2024, il Tour de Banyuwangi Ijen, corsa a tappe indonesiana di quattro giorni, è stato confermato anche quest’anno. Al via erano presenti venti squadre: quattordici Continental, quattro formazioni dilettantistiche e le selezioni nazionali di Thailandia e Arabia Saudita. 

La gara si è aperta con una tappa che, pur non essendo completamente piatta, strizzava decisamente l’occhio ai velocisti. Ciononostante, c’è stata grossa selezione e solo otto corridori hanno formato il gruppo di testa. La volata fra i battistrada ha premiato l’ex professionista Jeroen Meijers (Victoria Sports), che si è preso anche la prima maglia di leader. Alle spalle del trentaduenne si sono piazzati Benjamín Prades (VC Fukuoka) e Oliver Knudsen (Swatt Club).

La seconda frazione presentava una salita di 5 km in sterrato (che si concludeva ai -30) e uno strappetto non troppo impegnativo nel finale. Davanti sono rimasti diciotto corridori, che si sono giocati il successo allo sprint: il più veloce è stato Francesco Carollo (Swatt Club), che ha centrato la prima vittoria UCI in carriera. Il ventiquattrenne si è messo dietro Youcef Reguigui (Madar) e Jeroen Meijers, che ha conservato la testa della classifica.

La terza tappa prevedeva una salita di 10 km non troppo impegnativa, la cui cima era situata ai -25. Davanti sono rimasti venti corridori, tre dei quali hanno allungato all’ultimo chilometro, mettendo nel sacco il resto del drappello. Carter Bettles (Roojai Insurance) si è imposto davanti a Nicolò Pettiti (Swatt Club) e Lucas De Rossi (China Anta-Mentech). Jeroen Meijers è rimasto leader della corsa.

La gara si è conclusa con la frazione più dura: gli ultimi 35 km, infatti, salivano con un dislivello di oltre 1800 metri. Otto km costantemente sopra il 10% di pendenza (con alcuni tratti che raggiungevano addirittura il 23%). Terzo sullo stesso traguardo nel 2024, Benjamín Prades è riuscito a vincere. L’esperto corridore spagnolo ha staccato di 2” Adne van Engelen (Terengganu), che aveva percorso con lui quasi tutta la salita. Nicolò Pettiti ha completato il podio di giornata, con un ritardo di 47”.

Come prevedibile, l’ultima tappa è stata decisiva per la classifica generale: Benjamín Prades ha conquistato il successo finale, con 50” su Adne van Engelen e 1’22” su Nicolò Pettiti, miglior scalatore della corsa. Jeroen Meijers ha vinto la classifica a punti, mentre lo Swatt Club si è aggiudicato la graduatoria a squadre.

Tour Alsace

Markel Beloki intervistato sul podio del Tour Alsace
Markel Beloki intervistato sul podio del Tour Alsace © Tour Alsace

In Francia è andata in scena la ventunesima edizione del Tour Alsace, una corsa a tappe di cinque giorni che presentava occasioni sia per i velocisti che per gli scalatori. Al via si sono presentate ventisei squadre: due ProTeam (la VF Group-Bardiani e la Wagner Bazin WB), ventitré Continental e una selezione nazionale tedesca.

La gara si è aperta con un’insolita cronosquadre di poco più di 4 km (già proposta negli ultimi due anni), in cui le compagini al via sono state divise in due terzetti. A far segnare il miglior tempo è stato il trio della Arkéa-B&B Hôtels Continentale composto da Emmanuel Houcou, Lucas Janssen e Rémi Lelandais. Al secondo posto, con un ritardo di 4”, si sono piazzati Pietro Mattio, Elliot Rowe e William Smith (Visma|Lease a Bike Development). Federico Savino, Jasper Schoofs e Matijs van Strijthem (Soudal Quick Step Devo), anche loro staccati di 4”, hanno chiuso il podio di giornata. A indossare la prima maglia di leader è stato Rémi Lelandais.

La seconda tappa rappresentava la principale occasione per i velocisti: nel circuito di 23 km da ripetere sei volte non c’era nessuna difficoltà altimetrica. Il prevedibile sprint di gruppo ha premiato il pistard canadese Mathias Guillemette (Tudor U23), al primo successo internazionale su strada. Il ventitreenne ha battuto Jonathan Malte Rottmann (Nazionale Germania) e Romet Pajur (Red Bull-BORA Rookies). Il vincitore di tappa ha conquistato anche la maglia di leader.

La terza frazione era la più impegnativa, con l’arrivo posto a La Planche des Belles-Filles. L’attacco decisivo è stato messo a segno da Markel Beloki, corridore della EF Education-EasyPost in gara con il ramo Continental del team. Lo spagnolo, passato anche in testa alla classifica generale, ha staccato di 19” il colombiano Santiago Umba (XDS Astana Development) e il belga Kamiel Eeman (Lotto Development).

La quarta tappa prevedeva un percorso piuttosto ondulato (soprattutto nella prima parte), con l’ultimo chilometro che tendeva a salire. Non c’è stata molta selezione, ma il gruppo ha sbagliato clamorosamente i conti e non è riuscito a riprendere i tre fuggitivi di giornata. Silas Koech (Lotto Kern-Haus) ha attaccato i suoi compagni di avventura all’inizio dello strappo finale, ma è stato raggiunto e superato negli ultimi metri da Halvor Dolven (Wanty-ReUz). Simone Zanini (XDS Astana Development) si è piazzato terzo a 8”. Markel Beloki ha conservato la leadership in classifica.

L’ultima frazione era molto impegnativa, con diversi GPM di prima categoria e l’arrivo in cima a una salita di 10 km. La vittoria è andata ad Aubin Sparfel (Decathlon AG2R Development), che ha raggiunto Jasper Schoofs, avvantaggiatosi in precedenza, e lo ha battuto in volata (staccandolo anche di 1”). Jack Ward (Lidl-Trek Future) ha completato il podio di giornata, con un ritardo di 5”. 

Markel Beloki ha conquistato il successo finale (e la maglia di miglior giovane), con 23” su Kamiel Eeman e 29” sul primo dei francesi, Axel Mariault (CIC-U-Nantes). Halvor Dolven ha vinto la classifica a punti, Alexandre Kess (Lotto Kern-Haus) quella degli sprint del km70 e Quentin Bezza (Wagner Bazin WB) quella della combattività. Jasper Schoofs si è preso il titolo di miglior scalatore e alla Soudal Quick Step Devo, infine, è andata la graduatoria a squadre.

Kreiz Breizh Elites

I primi tre del Kreiz Breizh Elites prima di salire sul podio
I primi tre del Kreiz Breizh Elites prima di salire sul podio © Kreiz Breizh Elites

In contemporanea con il Tour Alsace si è disputata un’altra gara di categoria 2 in Francia: il Kreiz Breizh Elites, corsa a tappe di tre giorni giunta alla trentesima edizione. Al via erano presenti ventisette squadre: un ProTeam (il Team Novo Nordisk), diciassette Continental e nove formazioni dilettantistiche.

La gara si è aperta con una tappa dal profilo abbastanza ondulato, ma priva di salite particolarmente impegnative. I fuggitivi di giornata sono riusciti a mettere nel sacco il gruppo: Jean-Louis Le Ny (VC Rouen 76) ha staccato i compagni di fuga a 15 km dal traguardo e si è involato verso il successo (e la prima maglia di leader). Victor Loulergue (Bourg-en-Bresse Ain), riportatosi sugli inseguitori ai -5, ha vinto la volata per il secondo posto davanti a Emil Schandorff Iwersen (BHS-PL Beton Bornholm), con 9” di ritardo.

La seconda tappa presentava un percorso abbastanza ondulato, con il finale in un circuito di dieci chilometri (da ripetere nove volte) caratterizzato da due strappi. Finn Crockett (VolkerWessels) ha attaccato ai -16 ed è stato raggiunto da Niklas Larsen (BHS-PL Beton Bornholm) tre chilometri più tardi. I due si sono giocati la vittoria in volata e il danese ne è uscito vincitore. Matyáš Kopecký (Novo Nordisk) si è riportato davanti a meno di 500 metri dall’arrivo, ma non è riuscito a sprintare e ha chiuso con 2” di ritardo. Jean-Louis Le Ny ha salvato la maglia di leader per 1”.

Anche l’ultima tappa prevedeva un tracciato molto ondulato, con un circuito finale abbastanza impegnativo e gli ultimi 500 metri che tendevano costantemente a salire. Evaso a circa 30 km dal traguardo insieme a Hugo Théot (Paris Cycliste Olympique), Gari Lagnet (AC Bisontine) è riuscito a resistere alla rimonta del gruppo: Niels Vandeputte (Alpecin-Deceuninck Development) gli è arrivato in scia, ma non è riuscito a superarlo. Niklas Larsen ha completato il podio di giornata. 

Finn Crockett ha conquistato il successo finale, battendo Niklas Larsen per la somma dei piazzamenti. Matyáš Kopecký, miglior giovane della corsa, ha completato il podio con 2” di ritardo. Perso il comando della classifica nell’ultima frazione, Jean-Louis Le Ny si è dovuto accontentare di vincere la classifica a punti e quella riservata al migliore bretone. Tomáš Přidal si è preso sia la maglia dei GPM che quella della combinata, mentre la Alpecin-Deceuninck Development ha dominato la graduatoria a squadre.

Le Continental tra i big

Eric Brunner (a destra) con la maglia della Project Echelon © Project Echelon/Cassandra Donne
Eric Brunner (a destra) con la maglia della Project Echelon © Project Echelon/Cassandra Donne

Cinque Continental hanno partecipato al Circuito de Getxo: alla locale Illes Balears Arabay, si sono aggiunte la filippina Victoria Sports, la canadese XSpeed United, la statunitense Skyline e la malese Terengganu. Stefan de Bod è stato il miglior rappresentante del ciclismo di terza divisione: il sudafricano della Terengganu è arrivato nel gruppo principale, tagliando il traguardo in quindicesima posizione.

La principale novità di ciclomercato della settimana riguarda la Project Echelon: la formazione statunitense ha ingaggiato Eric Brunner. Il ventottenne è un grande specialista del ciclocross, disciplina in cui ha vinto due titoli nazionali e quattro panamericani. Quest’anno lo statunitense, che ha già fatto il suo esordio con il team al Kreiz Breizh Elites, è tornato a correre più frequentemente su strada e ha disputato un eccellente Tour of the Gila nel mese di aprile. Da segnalare anche i movimenti in entrata della May Stars: la formazione ruandese ha ingaggiato un italiano di ventisei anni, Andrea De Mei, e il campione albanese a cronometro Olsian Velia.

Il ritratto della settimana: Benjamín Prades

I fratelli Prades alla partenza dei Campionati Spagnoli 2024
I fratelli Prades alla partenza dei Campionati Spagnoli 2024 © Benjamín Prades

Dal 2013 in poi, tanti corridori spagnoli hanno corso in formazioni Continental giapponesi, cercando in molti casi una soluzione al basso numero di compagini di terza divisione in patria. Molti di loro hanno ottenuto risultati lusinghieri: un ottimo biennio in maglia Ukyo, per esempio, permise a Jon Aberasturi di tornare fra i professionisti nel 2018; se si scorre l’albo d’oro del Tour of Japan, invece, si possono trovare i nomi di Óscar Pujol e Marcos Garcia, che sono stati in grado di trovare nel paese del Sol Levante quelle soddisfazioni che non erano riusciti a togliersi negli anni da professionisti. Non è mai arrivato ai massimi livelli, ma è riuscito a farsi un nome in oriente anche Benjamín Prades.

Fratello maggiore del più noto Eduard, portacolori della Caja Rural-Seguros RGA che corre tra i professionisti dal 2015, il catalano ha scelto l’avventura nipponica nel 2014 e, fatta eccezione per l'epoca post pandemia, in cui il calendario asiatico era molto scarno, non si è mai spostato (pur cambiando squadra in un paio di occasioni). In questa stagione, all’alba dei quarantadue anni, si è dimostrato ancora super competitivo, aggiudicandosi la tappa regina e la classifica generale del Tour de Banyuwangi Ijen e una frazione del Tour of Japan

Oltre alle vittorie, il corridore della VC Fukuoka ha ottenuto anche tanti altri risultati di rilievo: ha iniziato la stagione in Turchia, centrando il quarto posto al GP Antalya, il terzo sia al GP Aspendos che al GP Syedra Ancient City e il secondo in una tappa del Tour of Mersin. In seguito si è spostato in Giappone, dove ha concluso in quarta posizione il Tour de Kumano (in cui è stato terzo nella prima frazione) ed è stato battuto solo in volata da Lorenzo Quartucci, professionista della Solution Tech Vini Fantini, alla Road Race Tokyo Tama.

Benjamín Prades non è arrivato certamente al ciclismo come un predestinato: da giovane, infatti, praticava sci di fondo e biathlon a livello agonistico e i primi riferimenti importanti sulle due ruote risalgono al 2007, quando già non era più under 23. Quell’anno esordì in una corsa UCI, disputando il Tour de Pyrénées e vinse una corsa dilettantistica, la Escalada al Montjuic dilettanti.

Nella stagione seguente ottenne i suoi primi risultati internazionali, concludendo al quarto posto una tappa del Tour de Pyrénées e centrando la top ten in due frazioni del Cinturó De L'empordà (settimo e nono). Nel 2009, invece, si concentrò sul calendario dilettantistico, con il secondo posto nella cronoscalata del Coll d’Ordino e il terzo nella Santikutz Klasika. Fu sesto, inoltre, nella classifica finale della Coppa di Spagna dilettanti.

L’anno successivo, lo spagnolo fu tesserato dalla Azysa-Cetya, formazione dilettantistica in cui correva anche suo fratello. A livello internazionale centrò quattro top ten fra Circuito Montañés. Tour de Pyrénées e Cinturó De L'empordà, mentre a livello dilettantistico si aggiudicò il Trofeu Abelard Trenzano. Nel 2011 passò alla Vitaldent-Aran e andò vicinissimo alla prima vittoria UCI: nel Cinturó De L'empordà, in cui fu ottimo sesto in classifica generale, chiuse l’ultima tappa al secondo posto, battuto solo dal fratello Eduard. Nel 2012 passò alla Mopesa-Campo Claro e disputò una sola corsa internazionale, la Vuelta a Léon, in cui concluse al quinto posto la prima tappa. L’anno successivo fu settimo in una tappa del Tour de Gévaudan Languedoc-Roussillon e ritrovò la vittoria in una corsa dilettantistica, aggiudicandosi la prima frazione della Volta a Galicia

Il 2014 fu l’anno della svolta: fu contattato da Yosuke Suga, un corridore giapponese che aveva gareggiato in Spagna, che gli chiese se fosse interessato a correre nel suo paese. Prades accettò la proposta e firmò, per la prima volta in carriera, con una squadra Continental, la Matrix Powertag. Centrò buoni piazzamenti di tappa in varie corse e chiuse al nono posto sia la classifica del Tour of Japan (con tre top ten di tappa) che il Tour de Okinawa.

Confermato dalla Matrix Powertag, nella stagione seguente riuscì a conquistare le prime vittorie internazionali: vinse una tappa (e la classifica a punti) del Tour de Banyuwangi Ijen, una del Tour of Japan e una del Tour de Kumano, in cui si aggiudicò anche la generale. Chiuse sul podio sia la corsa a tappe indonesiana (secondo) che il Tour de Okinawa, ma uno dei suoi migliori risultati fu l’ottavo posto alla Japan Cup, corsa di categoria HC in cui fu ampiamente il migliore fra i non professionisti.

Nel 2016 rimase in Giappone, ma cambiò squadra, accasandosi al Team Ukyo. Con la nuova maglia fece le cose migliori in Indonesia: vinse una tappa del Tour de Banyuwangi Ijen, poi chiuso al quinto posto, e una del Tour de Flores, in cui vinse la classifica a punti e si piazzò secondo nella generale. Ottenne il secondo posto finale anche al Tour de Kumano e fu ancora protagonista alla Japan Cup, che concluse in settima posizione.

L’anno successivo, il catalano conquistò un unico pesantissimo successo: si impose, infatti, nella classifica generale del Tour de Taiwan, corsa professionistica in cui si portò a casa anche la maglia dei GPM. In quella che, a livello di qualità, fu la sua migliore stagione, centrò la piazza d’onore in corse di alto livello come la Japan Cup, la Prueba Villafranca-Ordizia (in una delle trasferte spagnole del Team Ukyo) e il Tour of Hainan (in cui perse la generale per soli 3”). Chiuse in seconda posizione anche il Tour de Lombok e fece bella figura anche in altre gare iberiche come la Vuelta Asturias (un quarto e un sesto di tappa) e il Circuito de Getxo (decimo).

Nel 2018 non vinse alcuna gara, ma riuscì, comunque, a chiudere sul podio, in terza posizione, il Tour de Kumano. In Asia centrò buoni risultati anche all’Oita Urban Classic (quinto), al Tour of Hainan (sesto), al Tour of Japan (settimo) e al Tour de Tochigi (ottavo). Nelle corse spagnole, invece, replicò i piazzamenti dell’anno precedente, ma ottenne comunque un terzo e un settimo posto di tappa alla Vuelta Asturias e il quinto in una frazione della Vuelta Aragon.

Anche nella stagione seguente Prades rimase a secco di successi, ma ottenne diversi piazzamenti di spessore nelle corse a tappe: fu secondo al Tour of Japan, quinto al Tour de Banyuwangi Ijen, settimo al Tour de Kumano e ottavo al Tour de Korea. Nelle gare di un giorno, invece, centrò il podio al Tour de Okinawa (terzo) e, soprattutto, fu quinto nella prova in linea dei campionati spagnoli. Nel 2020 vinse una corsa dilettantistica spagnola, il Memorial Xavi Tondo, e fece in tempo a disputare il Tour de Taiwan, prima dello stop dovuto alla pandemia. 

Vista l’incertezza che perdurava nell’Asia Tour, lo spagnolo decise di tornare in patria e firmò con la Vigo-Rías Baixas, una formazione dilettantistica. Si laureò campione nazionale élite senza contratto, grazie al ventesimo posto nella gara riservata ai professionisti, e disputò soltanto un’altra corsa UCI, il Tour de la Guadeloupe. Nella corsa caraibica chiuse nono in classifica, con cinque top ten di tappa. Nel calendario dilettantistico fece sfracelli, vincendo ben sette corse.

Nel 2022 si trasferì alla Controlpack-Badia e continuò a conquistare vittorie a ripetizione nelle corse dilettantistiche spagnole. Nel mese di ottobre decise di tornare al Team Ukyo, con cui disputò alcune prove del calendario nazionale, centrando un successo, e una sola gara UCI, il Tour de Okinawa: nell’unica apparizione internazionale dell’anno staccò tutti e si impose in solitaria.

L’anno successivo, il catalano tornò a correre a tempo pieno nell’Asia Tour (sempre con il Team Ukyo) e dimostrò di avere ancora il livello per fare grandi cose: vinse una gara, la Mine AKIYOSHI-DAI Karst International Road Race, e concluse sul podio (in terza posizione) il Tour de Taiwan. Ottenne anche risultati di buon livello nelle corse a tappe nipponiche: fu quarto nel Tour of Japan e al Tour de Kyushu e sesto al Tour de Kumano.

L’anno scorso, con l’internazionalizzazione del Team Ukyo, ha deciso di cambiare squadra e di firmare con la VC Fukuoka, formazione passata fra le Continental solo nella stagione precedente. Si è confermato ad alto livello, con tre successi: una tappa del Tour of Mersin (quarto in classifica generale), una del Tour de Kumano e una del Tour of Bostonliq (nono nella generale). Ha terminato sul podio anche il Tour of Alanya (secondo), il GP Syedra Ancient City e il Tour de Banyuwangi Ijen (terzo).

A quasi quarantadue anni, è praticamente impossibile pensare che Benjamín Prades possa arrivare al professionismo, ma con questo livello, potrà continuare a togliersi grandi soddisfazioni nel calendario asiatico. Alla VC Fukuoka è la stella indiscussa, anche se quest’anno anche il suo giovane connazionale e compagno di squadra Gerard Ledesma è riuscito a vincere a livello UCI.

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