Tadej Pogačar vince la crono di Perugia ©Giro d'Italia
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Il tempo è tiranno, Pogačar di più: lucchetto sul Giro nella crono di Perugia

La maglia rosa vola sulla salita finale, rimonta su Ganna e si prende cronometro e un bel pezzo di Giro. Martínez scavalca un deludente Thomas, Tiberi e Arensman risalgono

10.05.2024 18:35

Il Giro d'Italia 2024 è finito nel centro di Perugia? Difficile pensare il contrario, dopo la vittoria di Tadej Pogačar nella settima tappa, in una cronometro in cui la maglia rosa ha scavato un solco profondissimo nei confronti di tutti gli altri pretender per la classifica, che già erano stati distanziati sulla salita di Oropa. 

Niente meglio dei numeri può rendere meglio la misura di cosa è riuscito a fare oggi lo sloveno, soprattutto nel tratto conclusivo in salita: Pogačar era passato al secondo intermedio con 47 secondi di ritardo da Filippo Ganna, che fino a quel momento era saldamente al comando. Al traguardo, la situazione si ribalta completamente, e questa volta sono 17 i secondi di differenza, ma in favore della maglia rosa, che si è anche permesso di togliersi lo sfizio di esultare sul traguardo, con un gesto di profonda arroganza tecnica, nell'accezione più positiva del termine. 

Una prestazione ottima ma nel campo delle sue possibilità, come si era già potuto intuire ben prima di avere il riferimento cronometrico finale, ma che assume contorni ben più importanti facendo un bilancio finale. Circoscrivendo l'analisi alla salita, eliminando dunque il tempo guadagnato nei 34 chilometri in piano, dove il suo vantaggio su quasi tutti gli uomini di classifica era già eloquente, i dati sono ancora più lapidari. Pogačar ha coperto i 6.6 chilometri dal T2 al traguardo in 12'14", mentre il secondo e il terzo in questo segmento sono stati Daniel Felipe Martínez (12'46") e Ben O'Connor (12'49"). Cian Uijtdebroeks ha perso 59 secondi in questo tratto, Geraint Thomas addirittura 1'20"

Per le prime sei tappe di un Giro fin qui molto combattuto in ogni singolo, c'è stato addirittura spazio per credere che questo dominio Pogacariano non fosse poi così inattaccabile, nonostante le dimostrazioni già date a Oropa e nella prima tappa, o quantomeno non da subito. Perché la Ineos Grenadiers è un blocco solidissimo, e anche oggi nella crono lo ha ribadito, perché Thomas è il più esperto della compagnia e sembrava nei fatti e nelle intenzioni in grado di essere un valido contraddittorio, non solo il migliore della lotta per il secondo posto (posizione a sua volta messa in dubbio oggi). È stato un bel Giro finché è durato, e sicuramente lo sarà ancora a cominciare da domani a Prati di Tivo, ma con delle certezze molto più granitiche. In nessun esercizio come in una cronometro il tempo è tiranno, e oggi il Tiranno di questo Giro ha deciso di chiudere i giochi.

Giro d'Italia 2024, la cronaca della settima tappa

Nella prima ora si alternano al comando i diversi specialisti puri partiti nella fasi iniziali. 
Josef Černý (Soudal Quick-Step) lascia il posto sull'hot seat a Max Walscheid (Jayco AlUla), a sua volta battuto da Daan Hoole. Il 54.16 del passista della Lidl-Trek viene migliorato dal 53.56 di Lorenzo Milesi (Movistar), che recupera ben 44" nei 6.6 chilometri della salita finale verso Perugia. Il campione del mondo under 23 di specialità arriva proprio nei minuti in cui l'attenzione si sposta su Filippo Ganna, partito alle 14:37. 

Il campione italiano passa al primo intermedio con 24" sul miglior tempo di Černý, ancora il riferimento a Santa Maria degli Angeli, mentre il vantaggio su Milesi è già di quarantotto secondi. Poco prima di Ganna era partito anche Mikkel Bjerg, a cui la UAE Emirates ha dato via libera per cercare di fare il miglior risultato possibile. Il danese passa al T2 a 14" dal tempo di riferimento di Edoardo Affini, ma con un teorico vantaggio per la salita. Il suo vantaggio era di 10" su Milesi, su cui guadagna ulteriormente negli ultimi 6.6 chilometri, portandosi al comando col tempo di 53'40".

Bjerg è però destinato a rimanere al comando per pochi minuti, perché Ganna arriva ai piedi dello strappo di Casaglia con 1'28" di vantaggio. Il campione italiano va a riprendere e saltare diversi corridori partiti davanti a lui, per ultimi Luka Mezgec e Thomas Champion dentro l'ultimo chilometro, e ferma il cronometro a 52.01, a una media di 46.831. Una prestazione inavvicinabile per tutti gli altri specialisti puri e visivamente abbastanza convincente, sensazione però non confermata dalla stesso Ganna subito dopo l'arrivo.

Filippo Ganna a lungo al comando di questa crono ©Giro d'Italia
Filippo Ganna a lungo al comando di questa crono ©Giro d'Italia

 GC

Gli 11" guadagnati da Ganna su Bjerg nel tratto in salita diventano un primo riferimento interessante su quanto può mantenere il campione italiano della Ineos Grenadiers sugli uomini di classifica nel tratto finale più impegnativo. Altre indicazioni arrivano dai passaggi di un sorprendente Maximilian Schachmann e di Magnus Sheffield: il tedesco accusa 1'06" al T2 e recupera fino a 48" al traguardo, mentre il giovane americano passa da 49" a 32" di ritardo. Non guadagna invece Thymen Arensman, che dopo due intermedi promettenti si ferma al terzo posto a 52.43.

Tra i migliori in salita c'è Antonio Tiberi, che recupera fino a portarsi a 1'04" da Ganna, in attesa del confronto con gli altri scalatori a cui dovrà recuperare il tempo perso a Oropa. L'attenzione va però inevitabilmente alla partenza della maglia rosa, che inizia la sua prova alle 16:24. Pogačar, Thomas e gli altri uomini di alta classifica partono in condizioni di vento molto più sfavorevole rispetto alla prima parte, come conferma il riferimento del primo intermedio: lo sloveno paga 44" da Ganna, il gallese 52". Pogačar costruisce la sua prestazione in crescendo, e il suo distacco al secondo checkpoint è pressoché invariato: 47 secondi, 40" di vantaggio su Thomas.

Un segnale molto negativo per G, che si scompone definitivamente sulla salita verso Perugia, in cui paga dazio non solo da Dani Martínez, il migliore sulla salita fino a quel momento insieme a Ben O'Connor, ma anche dallo stesso Ganna, da cui perde altri sedici secondi al traguardo. Alle sue spalle invece arriva, e sarebbe riduttivo dire con un altro passo, una furia in maglia rosa. Tadej Pogačar porta via anche la vittoria di tappa con una salita finale fuori portata per chiunque altro. Lo sloveno ferma il cronometro a 51.44, con una media di 47.088, e ottiene la sua seconda vittoria di tappa, ancor più tonante della precedente.

Pogačar ha ora 2'36" di vantaggio su Martínez e 2'46" su Thomas in classifica generale, con O'Connor e Luke Plapp a completare la top five. Tiberi guadagna tredici posizioni ed è ottavo davanti a Filippo Zana e Lorenzo Fortunato, mentre Arensman ne risale quindici ed è undicesimo. Cambia nettamente il volto della classifica, che sarà rimescolata ancora domani a Prati di Tivo.

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