Donne Élite

Per Elisa è l'ora della maturità

02.05.2017 00:50

Intervista alla Balsamo: «I mondiali su pista una bellissima esperienza, dopo gli esami potrò allenarmi con più costanza»


Quando ti accingi ad effettuare il grande salto dalla categoria juniores a quella Èlite, dove gli sconti anche per i talenti più cristallini sono ben pochi, è comprensibile vivere il tutto con la tipica euforia mista a quel necessario timore che ogni grande cambiamento in un percorso di vita comporta. Se poi giungi nella nuova categoria portando in dote ben quattro titoli mondiali (uno su strada e tre su pista), un titolo europeo (sempre su pista), svariati titoli italiani ed un argento europeo su strada, si può ben comprendere quanto sia importante il non lasciarsi travolgere dalle pressioni e dalle aspettative. Consapevoli dei propri mezzi si ma senza quella fretta di voler ottenere tutto e subito e con l’umiltà d’imparare dai propri errori, carpendo tutti i segreti del mestiere possibili.

Elisa Balsamo è uno dei talenti più cristallini emersi nelle ultime stagioni da un settore femminile che pure di soddisfazioni e trionfi ne ha generati a iosa. Un talento che va oltre il semplice andare in bicicletta, se è vero che anche negli studi per raggiungere il diploma in una scuola impegnativa come il liceo classico il profitto è eccellente. Così come eccellente era anche il rapporto con la musica della giovane cuneese, costretta però ad interrompere gli studi in conservatorio per poter inseguire i propri sogni sportivi più grandi.

Nonostante sia da molte settimane sulla bocca di molti addetti ai lavori, Elisa appare serena e concentrata su tutto ciò che l’aspetta, con la consapevolezza di dover seguire il semplice corso degli eventi senza chiedere più del dovuto, visto che c’è pur sempre un esame di maturità ancora in ballo prima di poter pensare di dedicarsi con ancor più ardore e dedizione alla bicicletta. La incontriamo alla conclusione del Gran Premio Liberazione Pink di Roma, lei che solamente una decina di giorni prima aveva fatto il suo esordio ai mondiali su pista ad Hong Kong, mostrando una ragguardevole condizione soprattutto nell’inseguimento a squadre e nonostante una preparazione certamente non ottimale per via degli impegni scolastici.

Uno storico bronzo sfumato per poco e un battesimo dell’Omnium un po’ sfortunato ma importantissimo come lezione da apprendere hanno costituito il primo importante punto di partenza della primavera inaugurale nel mondo delle Èlite. Prima di salire sul pulmino e riprendere la via di casa, si sottopone con estrema calma alle domande (non troppo impegnative come quelle di una commissione d’esame) che andiamo a porle, in cui traspare tutta la semplicità di una ragazza che tradisce l’aspetto di una seria e posata studentessa modello.

Elisa, tu vieni da un periodo molto intenso che ti ha visto partecipare ai campionati del mondo su pista di Hong Kong. Partiamo subito con un bilancio di questa tua esperienza.
«Per me è stata una bellissima esperienza l’essere convocata ai campionati del mondo su pista nella massima categoria già al primo anno. Penso di aver imparato davvero tanto da questa trasferta e spero che mi sia utile per il futuro».
Hai inoltre già affrontato le tue prime gare tra le Èlite e ti abbiamo visto cavartela molto bene, ad esempio, a Cittiglio una delle gare del nuovo World Tour femminile. Come sono stati finora questi primi mesi di attività su strada?
«Sicuramente il salto di categoria è davvero molto duro, per cui sto cercando di ambientarmi e migliorarmi un poco alla volta. Attualmente per me è un periodo un po’ difficile, dovendo conciliare scuola e attività in bici, per cui non riesco ad allenarmi nelle migliori condizioni. Quindi soltanto dopo aver sostenuto l’esame di maturità potrò dedicarmi completamente al ciclismo».
Torniamo sul discorso inerente la pista: abbiamo visto che nell’Inseguimento a squadre eri veramente brillante, nonostante, come hai appena detto, tu sia arrivata ai mondiali con una condizione che per ovvie ragioni non poteva essere al top. Secondo te cosa c’è ancora da migliorare per portare finalmente il quartetto azzurro a questa tanto agognata medaglia?
«Io credo che sia necessario lavorare ancora più intensamente tutte assieme, allenandosi anche più volte nel corso della settimana in modo da riuscire a creare un bel gruppo. Quando si riesce in questo i risultati poi arrivano di conseguenza».
Oltre all’Inseguimento ti abbiamo visto protagonista anche nell’Omnium, nonostante la gara sia stata un po’ sfortunata per via della caduta nel corso dell’Eliminazione. A che punto ti senti in questo tipo di gara molto difficile da interpretare nella categoria Èlite?
«Come tipologia di gara l’Omnium mi piace moltissimo. Sicuramente sono stata un po’ sfortunata ma comunque, caduta o meno, la mia posizione finale sarebbe stata più o meno quella che ho ottenuto, anche perché come ho già detto la mia condizione non era al top e allo stato attuale non sono in grado di sopportare molti sforzi massimali con poco recupero. Sia io che i tecnici quindi sapevamo che sarebbe stata dura ma, nonostante la caduta, è stata una bellissima esperienza e penso di aver imparato davvero tanto».
Per quanto riguarda le gare Open su strada ci sono pareri contrastanti, nel senso che vi sono coloro che sono più favorevoli e quelli che ritengono che per un’atleta juniores del primo anno possano esserci delle difficoltà nell’ambientamento. Tu come valuti questa scelta per il movimento? Possono essere utili così strutturate oppure potrebbero essere gestite diversamente a tuo avviso?
«Secondo me sono gare molto utili e che fanno bene a tutte le atlete, sia alle ragazze più giovani che a noi che affrontiamo il salto di categoria da juniores ad Èlite e che, per ovvi motivi, non possiamo ancora andare a correre alcune delle gare più importanti, come ad esempio le classiche che si disputano al Nord in questo periodo. Per le juniores del primo anno si tratta quindi di un buon inizio ed un modo per allontanarsi un poco per volta dalla categoria ed integrarsi così in quella Èlite».
In proposito: cosa prevedono ora i tuoi prossimi appuntamenti, dopo aver affrontato un’altra bella esperienza con la partecipazione al Gran Premio Liberazione Pink?
«Come ho già detto ora cercherò di concentrarmi innanzitutto sullo studio in vista della maturità, comunque disputerò ancora qualche gara Open e al Nord con la Valcar, la mia squadra. Dopo aver sostenuto l’esame invece mi dedicherò ancora in maniera proficua alla pista».
Concludiamo con due quesiti: i campionati italiani quest’anno torneranno a disputarsi in Piemonte. Quali sono le tue ambizioni in merito? Inoltre, maturità permettendo, fai anche qualche pensierino ad una possibile partecipazione al Giro Rosa?
«Per quanto riguarda il campionato italiano correre in casa è sempre molto bello, per cui cercherò di dare il massimo quel giorno. Invece posso già dire con certezza che non parteciperò al Giro Rosa, sia per via della maturità, sia perché, per il percorso che sto seguendo, è ancora prematuro per me affrontare una gara così impegnativa».
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