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Ewan trolla tutti tra i trulli

12.05.2017 17:49

Giro d'Italia, ad Alberobello l'australiano supera di poco Gaviria e Bennett. Non cambia nulla in generale, domani arrivo a Peschici


È terminata la prima settimana del Giro d'Italia del Centenario. Finalmente. Perché, dal via di Alghero, sono stati davvero pochi i momenti da ricordare. Le ultime fasi delle volate, la sorprendente sparata di Pöstlberger, i bei ventagli cagliaritani, l'azione di Polanc sull'Etna, la beffa messinese per Pibernik, la tiratissima sfida calabrese fra Dillier e Stuyven. Per il resto, vuoto totale.

Considerando che alla vigilia questi sette giorni venivano indicati come intriganti, c'è da fare un generale mea culpa. Questi 1356 km sono trascorsi senza colpo ferire ai fini della classifica (ok, ha già fatto le valige Rohan Dennis, ma neppure i parenti credevano in uno suo exploit), smentendo la caratteristica esuberanza dei primi giorni di corsa della Corsa Rosa. Fra domani e domenica c'è, finalmente, terreno per dare una sterzata a questa passività generale.

Si arriva ad Alberobello, tre i fuggitivi
224 i km della frazione calabro-lucana-pugliese: da Castrovillari si risale tramite la costa ionica e la Valle d'Itria per giungere nell'inedito approdo di Alberobello, famosa in tutto il mondo per i trulli. Partenza alle 11.50 dalla città cosentina e via ufficiale giusto a mezzogiorno; già prima del km 4 nasce l'azione che caratterizza l'intera giornata.

Sono tre i corridori che riescono ad evadere. Si tratta del russo Dmitriy Kozonchuk (Gazprom-RusVelo) e degli italiani Giuseppe Fonzi (Wilier Triestina-Selle Italia) e Simone Ponzi (CCC Sprandi Polkowice). Quasi omonimi i due azzurri che, come l'esteuropeo, centrano la prima fuga di questa avventura rosa. Le tre formazioni Professional sono anche quelle più presenti nelle avanscoperte: sei giorni davanti per i russi, cinque per i polacchi e quattro per gli italiani.

Problema meccanico per Ponzi, davanti restano in due
Nessuna formazione diversa da queste tre si interessa a mandare un proprio elemento in libera uscita, così i tre di testa iniziano a guadagnare sin dalle prime battute. Ma non in maniera cospicua, perché è ancora fresca la ripassata di ieri, con il quintetto protagonista della tappa calabrese che si è preso gioco del tentativo di recupero del plotone.

I fuggitivi non riescono mai a possedere più di 4'30"; lo fanno in due, perché il terzo elemento ha nel frattempo perso contatto. Si tratta del bresciano Ponzi che, malauguratamente, è stato vittima di un problema meccanico attorno al km 30. Per il trentenne, una volta sistemato il danno, non è più stato possibile rinvenire sui due colleghi; l'ex Lampre, Liquigas e Astana si è così lasciato riprendere dal gruppo.

Giornata senza spunti, non c'è lotta nei traguardi parziali
Le formazioni dei velocisti esercitano un modesto controllo per tenere a tiro la coppia di testa, in una giornata non affrontata a tutta velocità (media finale di 40 km/h). Come detto, il picco di margine a quota 4'30" viene toccato attorno al km 100. Parlando di cronaca, non accade nulla di meritevole di venire citato per svariate decine di minuti.

Gli unici momenti di interesse sono dettati dai passaggi ai traguardi volanti e al gpm previsti nella tappa, tutti posti in territorio tarantino. Allo sprint di Massafra (km 138.7) è Kozonchuk che transita davanti a Fonzi, mentre in gruppo maggior lotta con Gaviria che conquista la terza posizione. Medesimo è l'ordine di passaggio al tv di Martina Franca (km 167.7). Nel mentre, al gpm di 4ª categoria di Bosco delle Pianelle (km 154.1), è Fonzi il primo a scollinare davanti a Kozonchuk.

Fuga ripresa, ci prova Koren. Anche oggi niente da fare per Nizzolo
Il gap scende progressivamente, toccando 3' ai meno 60 km, 2'20" ai meno 50 km, 1'50" ai meno 40 km, 1'30" ai meno 30 km e 1' ai meno 26 km. L'incedere di Lotto Soudal, Orica-Scott e Quick Step Floors. L'annullamento della fuga viene effettuato ai meno 18.7 km; per Fonzi e Kozonchuk circa 200 km di avanscoperta in una giornata in cui era decisamente più semplice rimanere nella pancia del gruppo.

Le formazioni dei velocisti e degli uomini di classifica iniziano la consueta lotta a tutto gas per tenere i propri capitani nelle posizioni buone e al riparo dagli imprevisti. Si arriva così negli ultimi 4 km, segnalati come particolarmente tortuosi. Dopo una svolta a sinistra si imbocca la salitella verso via Capacelatro; nei primissimi metri c'è da registrare l'attacco di Kristijan Koren. Lo sloveno della Cannondale-Drapac viene ripreso proprio in cima. Tra chi invece si stacca vi è Giacomo Nizzolo: il campione italiano è ancora alle prese con problemi asmatici che, sommati alla condizione non eccezionale, gli impediscono di lottare per le consuete posizioni d'avanguardia.

Tocca a Mezgec impostare la volata
A tirare il gruppo vi è anche Vasili Kiryienka (Team Sky), con il compito di tenere davanti Landa e Thomas; discorso simile per Daniele Bennati (Movistar Team), che ben controlla la situazione per Quintana. Sono più frammentate le compagini dei velocisti: la palma della peggiore va alla Lotto Soudal, che ha lasciato tutto solo un Greipel costretto a zigzagare per tornare davanti. Messe decisamente meglio Bora, Orica e Quick Step.

Sono i tedeschi ad entrare in testa nel km finale con Lukas Pöstlberger; una volta che l'austriaco si sposta tocca a Luka Mezgec prendere il comando, con Ewan alla ruota. Alle spalle del tasmaniano si sono posizionati Greipel, Stuyven e Gaviria, mentre alla loro destra fanno trenino parallelo i Bora Selig e Bennett.

Sprint lungo di Ewan, che vince col rischio
È Ewan che lancia per primo la volata attorno ai 250 metri, prendendo la testa e il centro della carreggiata. Alla sua destra si lancia anche Bennett, mentre Gaviria parte con qualche frazione di ritardo; il colombiano deve inoltre scansare prima Mezgec e poi, con una manovra estatica per gli appassionati della pista, Selig, dal quale evita con un guizzo l'involontaria tenaglia con le transenne.

Nel breve rettilineo Caleb Ewan ha una bici di margine su Bennett e oltre due su Gaviria; ma gli ultimi metri dell'australiano sono in piena sofferenza rispetto agli avversari. Però, per sua fortuna, la linea bianca arriva velocemente, permettendogli di conquistare la prima affermazione in carriera alla Corsa Rosa. Per l'Australia è la vittoria numero 30 al Giro, 35 anni dopo quella inaugurale conquistata da Michael Wilson.

Gaviria e Bennett sul podio, domani trappola a Peschici
Dietro al folletto della Orica-Scott si piazza, distante mezza ruota, il solito Fernando Gaviria (Quick Step Floors), che nel dopotappa appare assai arrabbiato per l'occasione persa, con tanto di pugno alla transenna rifilato in mondovisione. Terzo posto, il secondo in tre giorni, per Sam Bennett (Bora-Hansgrohe), in netta crescita dopo le fatiche iniziali.


Quarto posto per un André Greipel (Lotto Soudal) poi polemico per la pericolosità del finale, quinto il solito Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), sesto il giovanissimo ma sempre presente Ryan Gibbons (Team Dimension Data). A partire dal settimo, ossia Enrico Battaglin (Team LottoNL-Jumbo), è stato contabilizzato un distacco di 2″. Completano quindi la top 10 Rüdiger Selig (Bora-Hansgrohe), Aleksei Tsatevich (Gazprom-RusVelo) e un attento Vincenzo Nibali (Bahrain Merida).

Come lui non perdono terreno gli altri uomini di classifica, a cominciare da Bob Jungels. Il lussemburghese della Quick Step-Floors conserva la maglia rosa con 6" su Geraint Thomas (Team Sky) e 10" su buona parte del resto degli avversari.

Domani tappa insidiosa e che si presta a trabocchetti: da Molfetta a Peschici 189 km con la seconda parte costantemente movimentata. Per giungere nella località del Gargano gli ultimi 1000 metri saranno all'insù, con gli ultimi 200 metri al 12%. Giornata da fuga per nomi di valore, ma giornata in cui i big possono testare l'altrui condizione in vista del Blockhaus domenicale.
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