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Aru disattento, Astana ancora di più

15.07.2017 19:34

Tour de France, il pagellino della 14a tappa: Colbrelli risponde presente, per Ulissi compleanno senza sorriso


Michael Matthews - 10
Vincere da favorito numero uno non è mai semplice. L'australiano trionfa sul traguardo di Rodez dopo aver inseguito il successo di tappa sin dall'inizio del Tour. Riporta sotto quota 100 il distacco da Kittel nella classifica a punti; ma tale obiettivo appare ancora ben distante dal realizzabile. Comunque una vittoria di tappa l'ha ottenuta ed il suo bilancio è fin qui ottimo. Impeccabile.

Christopher Froome - 9
Si riprende la maglia gialla nella tappa in cui meno te lo aspetti. Pilotato alla grande dal Team Sky riesce a guadagnare su Bardet e soprattutto su Aru. Portargli via il simbolo del primato ora sembra arduo in considerazione della sua forza e per la compattezza della sua squadra. Sa come si vince il Tour. Lucido.

Greg Van Avermaet - 9
Non è il Van Avermaet della Parigi Roubaix. Tuttavia si piazza al secondo posto in una tappa adattissima alle sue caratteristiche, nel medesimo traguardo in qui si era imposto nel 2015. La sua condizione è in crescita e potrà essere ancora protagonista nell'ultima settimana. Golden Greg è pronto a colpire.

Edvald Boasson Hagen - 7
Il norvegese non manca mai. Anche oggi è stato protagonista nel finale andando a conquistare un buon terzo posto, dando quanto poteva. Senza Cavendish è soprattutto lui a tenere l’alta la bandiera in casa Dimension Data.

Sonny Colbrelli - 7
In un finale convulso come quello odierno il bresciano conquista una buona sesta piazza. Tutti gli avversari che lo hanno preceduto nell'ordine d’arrivo sono stati aiutati dalle proprie squadre; più di quanto l'azzurro abbia potuto beneficiare, come si è lasciato scappare ai microfoni nel dopotappa. Questo evidenzia ancora di più il positivo risultato ottenuto a Rodez perché l’ha conquistato da solo. Ciò è tutto fieno da mettere in cascina per il futuro. Nella prossima settimana può dare continuità a questa prestazione. Sonny ti aspettiamo.

Rigoberto Urán - 6.5
Ennesima tappa in cui il colombiano pedala con grande attenzione. Guadagna qualche secondo su Aru e gli altri uomini di classifica, Froome e Martin esclusi. L’esperienza la si vede anche da queste giornate. E lui ne ha.

Philippe Gilbert - 5.5
In un finale del genere avrebbe potuto ottenere di più. Il quarto posto non lo rende di certo felice. Ha tentato di anticipare lo sprint ma poi è stato respinto. Da rivedere.

Fabio Aru - 5
Perdere 24" nel finale dal vincitore non è per nulla incoraggiante. Più che per i secondi lasciati può rivelarsi negativo il contraccolpo psicologico. Difficile ipotizzare che si sarebbe separato dalla maglia gialla. Per un corridore che punta alla vittoria finale l’assenza di una squadra all'altezza della situazione si fa sentire. Eccome se si fa sentire. Ora vietato demoralizzarsi; il prossimo passo è riprendere da dove si è lasciato ieri, con fiducia in vista della settimana conclusiva. Oggi è stato sconfitto ma il Tour è ancora lungo. E le Alpi devono ancora arrivare.

Diego Ulissi - 4.5
Aveva cerchiato questa tappa con particolare attenzione; ma il livornese, arrivato sessantesimo, non è mai stato nel vivo. Imporsi al Tour è più complicato rispetto al Giro. E anche oggi lo ha capito. Voleva farsi un regalo nel giorno del suo compleanno (auguri!) ma la festa gliel'hanno fatta gli altri.

Astana Pro Team - 4
Ieri è stato bocciato il Team Sky, oggi l'Astana Pro Team. Fabio Aru non ha dalla sua una squadra in grado di proteggerlo in corsa. Pesano i ritiri di Cataldo e Fuglsang ma dove erano nel finale i rimanenti sei componenti del team kazako? Come dichiarato in passato da Nibali, alla Grande Boucle l’aiuto dei compagni è fondamentale più che nelle altre corse se si vuole primeggiare. Oggi i corridori di si sono persi. Speriamo che ciò non accada più. Smarriti.
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