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Un tiranno decreta la fine della Dumocrazia?

25.05.2018 20:18

Cambia il leader del Giro ma Tom Dumoulin è sempre in agguato. Ennesima prova di carattere per il capitano della Sunweb, per un finale non ancora scritto


Se la giornata di oggi ci ha insegnato qualcosa sul ciclismo e sulle corse a tappe, è che dare troppe cose per scontate e cementate non sempre è una buona idea. Questa mattina la lotta per la maglia rosa era realisticamente un affare a due tra Tom Dumoulin e Simon Yates, pur con la possibilità di qualche inserimento da dietro. Quello che è successo poi lo abbiamo visto tutti ed è stato leggendario.

Costretto a lavorare quasi sempre da solo, il gap è importante
Uno di questi due contendenti però è ancora in gioco per la maglia finale di Roma. L’olandese non si trova di certo nella situazione migliore: costretto a inseguire il più temibile degli avversari - che per giunta arriva da una giornata che lo ha certamente esaltato e ne ha lanciato il morale alle stelle -, dopo aver appena accusato un distacco di 3’23", con ancora montagne da affrontare e senza l’appiglio della cronometro. Va tutta via rimarcato che non lo si può di certo considerare escluso.

In una giornata che si preannunciava difficile già sulla carta, e che l’accoppiata Sky-Froome ha trasformato in un calvario per tutti, Tom Dumoulin si è trovato a inseguire dopo la sfuriata del britannico sul Colle delle Finestre, di fatto allo scopo di difendere una Maglia Rosa (virtuale) che solo pochi chilometri prima aveva accarezzato e che lentamente - ma nemmeno troppo - gli stava già sfuggendo dalle mani. Un inseguimento condotto con compagni di viaggio non sempre propensi a collaborare, con Pinot a mezzo servizio quando non doveva attendere Reichenbach, López e Carapaz decisamente troppo impegnati a marcarsi per la conquista della maglia bianca, che relega purtroppo per lui il nativo di Maastricht al ruolo di primo sconfitto della giornata.

Il solito Dumo, non si tira mai indietro e va su del proprio passo
Ridurre la prova messa in mostra da Dumoulin, a quella del primo sconfitto è però decisamente ingeneroso nei confronti di un corridore che oggi ha messo in mostra una mentalità vincente e un motore pazzesco, e se si è dovuto arrendere a Chris Froome è solo perché quest’ultimo è stato più bravo. La prima delle due caratteristiche Tom l’ha evidenziata in almeno due diverse circostanze: nei tratti in falsopiano in cui pur non ricevendo, se non in maniera sporadica, dei cambi dai sui compagni di viaggio, l’olandese si è assunto la piena responsabilità dell’infausto inseguimento, cercando collaborazione certo, ma senza perdere la testa quando non ne riceveva.

E ancora sulla salita finale verso lo Jafferau non rispondendo alle accelerazioni ma facendo di fatto una cronoscalata contro un avversario che non era a portata d’occhio. Che il suo motore invece fosse invece di livello sublime, non lo si scopre di certo oggi, ma quella odierna è una delle prestazioni in montagna migliori mai sfoderate: in una prova da circa 5000 metri di dislivello ha lasciato soli 23” a chi gli è stato a ruota per tutta la giornata. Peccato per lui che Froome oggi abbia fatto quello che ha fatto, ma sul pianeta terra la sua performance è stata eccellente.

Non è ancora finita, ma non sarà per nulla semplice scalzare Froome
Il risultato di questi due addendi – mentalità e gambe – è proprio che Tom si è guadagnato una possibilità di vincere questo Giro. È chiaro che gli elementi che devono convergere sono molteplici: recupero dopo le fatiche di una giornata che lo ha stremato, un Froome che paghi gli sforzi di oggi, una Sky meno dominante di quanto mostrato oggi sul Colle delle Finestre, se solo ne vogliamo nominare alcuni. Ma di tanti sconfitti di giornata, con un podio rivoluzionato nei 2/3 un punto fisso rimane: Dumoulin è un fattore in questo Giro. E seppur poche le sue possibilità di trionfare per due anni in fila, non sono ancora evaporate del tutto, nemmeno dopo una giornata campale come quella di oggi in cui tutto il resto della concorrenza è stato distrutto.

Se la giornata di oggi ci ha insegnato qualcosa sul ciclismo e sulle corse a tappe, è che dare troppe cose per scontate e cementate non sempre è una buona idea. Questo adagio vale per oggi quanto per la giornata di domani. Tanto deve cambiare in una sola notte perché Tom Dumoulin possa vincere questo Giro, ma ha una possibilità. Che per come sono andate le cose in questa tappa, è grasso che cola.
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