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Van der Breggen campionessa del mondo dopo 39 km di fuga solitaria, gran bronzo Guderzo

29.09.2018 16:27

Il Campionato del Mondo era forse l'ultimo grande successo che ancora mancava alla straordinaria carriera di Anna van der Breggen che tra strada e cronometro spesso ci era andata molto vicina con ben quattro medaglie d'argento conquistate: la 28enne neerlandese, campionessa olimpica a Rio de Janeiro, non si è limitata a colmare la lacuna del proprio palmarès, ma ha letteralmente dominato la corsa con una fantastica fuga solitaria di 39 chilometri e infliggendo distacchi quasi d'altri tempi a tutte le rivali.

Ma dopo quattro edizioni senza podi, può sorridere anche l'Italia che è riuscita a conquistare la medaglia di bronzo grazie alla 34enne vicentina Tatiana Guderzo, protagonista di una prestazione di incredibile generosità. La convocazione di Guderzo era rimasta in dubbio fin quasi all'ultimo a causa di una stagione in cui problemi di salute l'hanno pesantemente condizionata, oltre alle difficoltà della squadra che l'hanno portata ad approdare alla BePink a metà anno: ma alla fine il commissario tecnico Edoardo Salvoldi che Tatiana Guderzo riesce a trasformarsi quando indossa la maglia azzurra e le ha dato fiducia nonostante negli ultimi 5 mesi il miglior risultato fosse appena un 15° posto di tappa al Tour de l'Ardèche.

La cronaca: Van Vleuten cade nella prima parte di corsa
Questo Campionato del Mondo era partita con una fuga della polacca Aurela Nerlo e della colombiana Ana Cristina Sanabria nel lungo tratto in linea che conduceva prima alla salita di Gnadenwald e poi al circuito finale di Innsbruck: le due hanno avuto fino a tre minuti di vantaggio sul plotone, mentre anche altre atlete cercavano di contrattaccare per affrontare con un po' di vantaggio le prime vere asperità. L'Italia, come anche le altre nazionali principali, ha lasciato fare.

Poco prima della salita di Gnadenwald il primo colpo di scena: come accaduto anche tra gli juniores, una caduta ha visto coinvolta la grande favorita Annemiek van Vleuten che, seppure un po' dolorante ad un ginocchio, si è rialzate e si è rialzata in un inseguimento alla Evenepoel che l'ha riportata nelle prime posizioni del gruppo già nel tratto di ascesa più impegnativo. Nel frattempo in testa alla corsa è rimasta solo la colombiana Sanabria, il gruppo principale si era ristretto a circa 25 unità con le italiane Longo Borghini, Guderzo, Magnaldi e Pirrone, ma successivamente da dietro sono rientrate molto di coloro che s'erano staccate.

Guderzo all'attacco al passaggio sotto al traguardo
In vista del primo passaggio sotto allo striscione d'arrivo e quindi dell'inizio del primo dei tre giri del circuito Olympia, in gruppo sono ripartiti gli scatti: la finlandese Lotta Lepistö è stata la prima a riportarsi sulla fuggitiva, poi a 77 chilometri dall'arrivo sono arrivate in testa anche Ellen van Dijk, Cecilie Uttrup Ludwig e proprio Tatiana Guderzo, mentre Sanabria è stata riassorbita dal plotone che subito ha provato a chiudere, poi ha desistito lasciando spazio a quest'azione.

Guderzo, Lepistö, Ludwig e Van Dijk hanno guadagnato fino a 1'25" sfruttando il fatto che nessuna squadra volesse tirare, poi è stata l'Australia a rompere gli indugi e ad imporre un ritmo sostenutissimo con Lucy Kennedy sulla prima ascesa di Igls. Davanti Lepistö è stata la prima a cedere, ma dietro c'è stata grande selezione e la fuga è stata annullata ai meno 63 chilometri: in cima alla salita il gruppo principale era composto ad appena una ventina di atlete con la statunitense Coryn Rivera che molto coraggiosamente ha provato ad allungare.

Si muove la debuttante Elena Pirrone
A circa 50 chilometri dall'arrivo, con Coryn Rivera in testa, dal gruppo sono ripartiti i contrattacchi e si sono avvantaggiare Ellen Van Dijk (Paesi Bassi), Emilia Fahlin (Svezia), Malgorzata Jasinska (Polonia), la pericolosissima Amanda Spratt (Australia) e la 19enne bolzanina Elena Pirrone, doppia campionessa del mondo l'anno scorso tra le juniores e subito lanciata nella mischia contro le più grandi dal ct Dino Salvoldi.

In un certo senso, in questa fase si è ripetuto lo scenario del giro precedente con il gruppo che è restato a guardare perché molte delle nazionali più forte erano rappresentate lì davanti, e così il vantaggio è salito rapidamente oltre il minuto. Questo attacco si rivelerà poi decisivo e potrebbe aver fornito uno spunto interessante per la gara di domani: attenzione alle fughe da lontano con gente forte, su un percorso duro non è facile gestire l'inseguimento.

Inizia lo show di Anna van der Breggen
Tra le sei atlete di testa la prima ad alzare bandiera bianca è stata Ellen Van Dijk che ha così costretto la nazionale in maglia arancione a sfruttare Lucinda Brand nelle vesti di gregaria, ben marcata dall'azzurra Erica Magnaldi. Lo scenario tattico diventava sempre più complicato e così a 43 chilometri sono dovute entrare in scena in prima persona le favorite: la prima ad attaccare è stata Annemiek van Vleuten, ben tallonata da Elisa Longo Borghini e dalle altre che erano considerate come in lizza per il podio.

Quando però Van Vleuten ha leggermente alzato il piede dall'acceleratore, è scattata Anna van der Breggen e nessuno ha più avuto la forza di seguirla dopo aver già risposto al primo allungo: la 28enne che corre nella Boels-Dolmans si è lanciata a caccia della fuga, nello spazio di un chilometro aveva già ripreso le prime e senza pensarci neanche per un secondo si è messa subito a fare il ritmo staccandole una ad una. L'ultima a resistere è stata Amanda Spratt, che al giro precedente era anche stata vittima di una piccola caduta in discesa, che dopo aver negato un paio di cambi, nulla ha potuto contro lo scatto secco di Van der Breggen: mancavano 39.1 chilometri alla conclusione e, almeno per l'oro, il Campionato del Mondo è finito lì.

Le big si annullano e Guderzo va a prendersi il bronzo
Nell'ultimo giro e mezzo tutte le altre favorite si sono praticamente annullate a vicenda: il gruppo era terribilmente selezionato, per la vittoria non c'era nulla da fare, di energie rimaste ce ne erano poche e nessuna ha voluto prendere l'iniziativa per inseguire col rischio di favorire le altre o, ancora peggio, un'altra tripletta olandese con Van Vleuten prova a cogliere ogni opportunità- Il vantaggio di Van der Breggen è quindi cresciuto a dismisura ed in cima alla penultima salita era già di 2'45".

A quel punto Elena Pirrone viaggiava in quinta posizione, staccata sia da Amanda Spratt che da Emilia Fahlin e Malgorzata Jasinska a cui per poco non è riuscita ad accodarsi: l'Italia doveva quindi inventarsi qualcos'altro per provare a salire sul podio e ci ha pensato Tatiana Guderzo che ha seguito la canadese Karol-Ann Canuel e la neerlandese Amy Pieters quando queste hanno allungato dal gruppo poco prima dell'inizio dell'ultima tornata. Sulla salita di Igls questo terzetto ha ripreso Fahlin e Jasinska e sul finire dell'ascesa Tatiana Guderzo è riuscita a trovare le forte per un altro che le ha permesso di staccare tutte e di involarsi verso la medaglia di bronzo.

Distacchi paurosi al traguardo
Al traguardo dopo 156.2 chilometri i gara i distacchi sono stati impressionanti: Anna van der Breggen ha staccato Amanda Spratt di 3'42", Tatiana Guderzo ha chiuso a 5'26", poi quarto e quinto posto a 6'13" per Emilia Fahlin e Malgorzata Jasinska, sesta Karol-Ann Canuel a 6'17" e poi Annemiek van Vleuten è riuscita a staccare il gruppetto delle altre favorite arrivando con Amy Pieters a 7'05". A 7'12" è giunto quindi un gruppo regolato da Lucinda Brand: sono stati quindi quattro le atlete dei Paesi Bassi nelle prime 10 posizioni dell'ordine d'arrivo.

Per l'Italia applausi a Tatiana Guderzo, al terzo posto in sedici partecipazioni ai Campionati del Mondo élite: era stata seconda nel 2004 a Verona, prima nel 2009 a Mendrisio e oggi terza a Innsbruck nove anni dopo. Elisa Longo Borghini ed Erica Magnaldi hanno chiuso rispettivamente tredicesima e ventesima nel gruppo principale giunto a 7'12": entrambe, soprattutto l'ossolana, sembravano avere una buonissima gamba in salita ma sono state un po' frenate dai vari giochi tattici; bravissima la giovane Elena Pirrone, anche superiore alle aspettative per quello che ha fatto vedere in gara. Ci si attendeva forse qualcosa di più da Sofia Bertizzolo che ha fatto un po' l'elastico tra i vari gruppetti che si staccato e rientravano sulle migliori mentre, nonostante il percorso durissimo, non hanno brillato Soraya Paladin ed Elena Cecchini.

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