Ciclocross

Gli vedono solo le spalle. E da lontano

09.02.2019 16:22

Mathieu Van der Poel chiude in bellezza il DVV Trofee: suo il Krawatencross di Lille, oltre alla classifica generale della challenge. Sul podio con lui Vanthourenhout e Aerts


Flashback: Koppenbergcross, Oudenaarde, primo novembre. Avremmo detto, alla fine di quella pirotecnica gara, che Mathieu Van der Poel potesse ambire a vincere il DVV Trofee 2018-2019? Diversi dei suoi tifosi sì, l'avrebbero detto ugualmente, nonostante i 4'12" minuti lasciati sul campo a beneficio di Toon Aerts (che quel dì vinse) e i quattro - secondo più secondo meno - che pagava pure su Michael Vanthourenhout e Wout Van Aert?

Ma molti dubitarono - con buone ragioni - che il Fenomeno potesse ribaltare una situazione che dopo appena una tappa del Trofeo pareva già piuttosto compromessa: il DVV Trofee funziona coi tempi e non coi punti, il rovescio di un giorno in questa challenge può significare ciao classifica, e del resto gli avversari visti quel dì non erano certo arrendevoli, tutt'altro.

Poi però passano tre mesi, Mathieuccio ti vince tutte e sette le restanti gare dopo l'iniziale passo falso, ed eccolo oggi qui a Lille a festeggiare il second-in-a-row, il secondo di fila, intendendo quel DVV Trofee che prima dell'anno scorso non aveva ancora conquistato, mentre ora pare già appartenergli come indiscussa estensione dei suoi sempre più vasti domini.

Ha vinto il Krawatencross con un allungo piazzato al momento giusto: ovvero, al primo giro, dopo poche decine di secondi di gara, l'esagerato.  La sua vittoria non era già in discussione alla vigilia, figurarsi dopo lo scatto immediatamente decisivo, effettuato il quale non diciamo che si sia messo a gestire tranquillamente la situazione, ma insomma, il senso è abbastanza quello.

 

Van der Poel s'invola e lascia agli altri la lotta per il secondo posto
Mentre WonderPoel inanellava giri lisci su giri lisci, orgogliosamente fasciato nella sua nuova maglia iridata che ha appena cominciato a portare in giro per i fanghi di tutta Europa, alle sue spalle - meglio: dietro alla voragine apertasi alle sue spalle - non c'era grande presenza di spirito.

Wout Van Aert proprio era assente; Lars Van der Haar litigava come in ogni cross con gli ostacoli artificiali (se non cade almeno una volta a gara sulle tavole, non è mica contento); Toon Aerts dava l'impressione di essere piuttosto scarico, forse provato da una stagione così intensa (la prima per lui costantemente ad altissimi livelli); Laurens Sweeck proseguiva nel solco dell'insipienza che ne ha caratterizzato l'annata. E allora largo alle terze linee, prima è stato Joris Nieuwenhuis a tentare di avvantaggiarsi sugli inseguitori, poi ci ha provato Quinten Hermans, ma entrambi non hanno fatto la differenza.

Anzi, Hermans ha pure rinculato su un problema al cambio, nel corso della quarta tornata; il passaggio a vuoto di Quinten ha favorito un contropiede di Michael Vanthourenhout, che dopo metà gara ha mostrato decisamente il piglio giusto per la piazza d'onore. L'altra piazza, quella buona, risultava sempre più inavvicinabile, nonostante addirittura il Re del Mondo abbia a un certo punto saggiato la viscidezza del fondo stradale: già già, pure Van der Poel è caduto (quinto giro), in una gara in cui in tanti sono finiti per terra, qua e là.

 

Aerts ci prova alla fine, ma Vanthourenhout è più scaltro
Poco male, Mathieu non si è neanche ammaccato nel suo scivolino, e ha rapidamente ripreso il suo rullare. Vanthou, dal canto suo, ha provato per un paio di giri (scarsi) a difendere il secondo posto, ma poi pure lui s'è un po' ammosciato, sicché l'hanno ripreso; praticamente situazione di gruppo compatto alle spalle della lepre, pareva ciclostrada e allora Aerts ha pensato che quella maglia di campione nazionale belga andava onorata fino in fondo, s'è messo l'anima in spalla e ha provato a farla lui, la differenza.

Vanthourenhout, che quando si mette è davvero appiccicoso, ha seguito Toon, ed ecco qui, nel settimo degli otto giri totali, la coppia destinata a completare il podio alle spalle di MVDP. (A proposito: pure "loro" lo chiamano Em-Ve-De-Pe, non è una mania nostra quella degli acronimi; quando diciamo "loro" intendiamo i vati di Sporza, narratori ufficiali del cross internazionale).

Aerts ha forzato per un giro abbondante, ma non è riuscito a scrollarsi di dosso Michael, il quale ha aspettato l'ultima tornata per infilzare in contropiede Toon. Vanthourenhout ha chiuso secondo a 9" da un Van der Poel che aveva fatto il giro finale con una gamba sola, praticamente; Aerts è passato a 13" e se frenava un altro po' si faceva bruciare dai sopraggiungenti Lars Van der Haar e Laurens Sweeck, rispettivamente quarto e quinto a 14".

A seguire, David Van der Poel a 16", Corné Van Kessel e Nieuwenhuis a 17", Hermans a 31" e Jim Aernouts a 35". Classifica sigillata da Mathieu con 1'26" su Aerts e 5'50" su Vanthourenhout. La rivincita ve la prenderete l'anno prossimo... se ci riuscite!

 

Una serie di vittorie iridate anche nelle altre gare
Anche tra le donne la vittoria è stata iridata, con Sanne Cant che ha battuto praticamente in volata Denise Betsema e Loes Sels; decima Alice Arzuffi, undicesima Eva Lechner, 21esima Rebecca Gariboldi. Sanne ha controllato senza patemi la più vicina rivale in classifica (Sels), e ha condotto in porto il successo nella challenge, con 1'25" su Sels appunto, e 4'48" su Nikki Brammeier. Settima in classifica Lechner, ottava Arzuffi.

E maglia arcobaleno in grande evidenza pure tra gli Under 23, con la vittoria del Campione del Mondo Thomas Pidcock (battuti Niels Vandeputte e Ben Turner) il quale però in questo caso non fa festa doppia, visto che la classifica parla solo fiammingo, con Niels Derveaux a esultare davanti a Lander Loockx e ad Andreas Goeman.

Altra vittoria per Thibau Nys tra gli juniores, poi, ma questa storia la racconteremo probabilmente con molti più dettagli l'anno prossimo: di sicuro il figlio di tanto Sven sta facendo già sognare in tanti, nella patria del cross.
Notizia di esempio
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!