Ciclocross

Su questo regno il sole non tramonterà tanto presto

16.02.2019 17:55

Mathieu Van der Poel vince l'ottava tappa su otto nel Superprestige: una stagione nel segno di un dominio disarmante, Aerts e Vanthourenhout fanno quel che possono


Ora che Attila ha raso al suolo anche l'ultimo filo d'erba del Superprestige 2018-2019, apponendo la propria firma sulla terza challenge a chiudersi in stagione, e che ha ribadito che lui lascia per strada (o "per sentiero", nel nostro caso) solo quel che decide di lasciare, tipo la Coppa del Mondo (che non ha conquistato avendo saltato le prime due gare in America), ora che le bocce sono quasi ferme, mancando solo poche gare residuali, potremmo pure azzardare un bilancetto di fine stagione.

Si tratta di un esercizio che esauriamo in quattro righe; ma basterebbero quattro parole: Mathieu, Van, der, Poel. Che altro potremmo aggiungere? Occorre dire che il ragazzo ha distrutto la concorrenza, che è un fantastico interprete della disciplina, che ha un talento fuori dal comune e una forza sovrumana, che guida la bicicletta come nessuno attualmente (sì, pure meglio di Sagan), che a soli 24 anni ha già segnato un'epoca? Ma non sono cose che sappiamo già benissimo? Non sono cose che dicevamo già "a soli 23 anni", o "a soli 22 anni", o "a soli 21 anni"?

Sì, in effetti una novità quest'anno c'è, e riguarda la pietra tombale che Mathieu ha messo sulla rivalità con Wout Van Aert: il belga è stato totalmente azzerato, viene davvero difficile ricordare un simile sberlone preso in piena faccia da uno tanto accreditato com'era WVA ancora alla vigilia della stagione. E invece è stato spazzato via dall'uragano olandese, che gli ha tolto pure l'ultima risorsa che poteva vantare, il titolo mondiale.

Un Mondiale che è tornato da Van der Poel (l'aveva vinto nel 2015) e che in un certo senso chiude il cerchio di un lustro nel quale il ciclocross ha cambiato pelle e protagonisti, passando dall'eterno Sven Nys al vorace Mathieu, che da tempo abbiamo ribattezzato "Fenomeno", e per il quale la ricerca di nuovi soprannomi è inesausta, visto che a uno così devi regalare uno/due titoli a settimana e non è facile non incorrere in ripetizioni...

Il nuovo ciclocross di Mathieu è però anche un bel po' noioso, con buona pace dei cultori a tutti i costi, quelli che il gesto atletico, la purezza del talento, la linearità di guida, il montaggio analogico, lo sguardo della madre... tutto vero, tutto giusto, ma se a una competizione sportiva togli la competizione sportiva, che rimane?

Ed è anche vero che Van der Poel attira parecchie attenzioni su di sé e quindi sull'intorno, ma se poi lo spettacolo proposto ai nuovi (come ai vecchi, peraltro) "avventori" si rivela ripetitivo, il gioco risulta alla lunga fine a se stesso. Ne riparleremo nelle prossime stagioni, perché il tema continuerà a essere caldo almeno quanto la gamba di Mathieu: o Van Aert si riprende, o Aerts e Vanthourenhout (per dire i più credibili rivali di quest'anno) fanno un ulteriore (ma sostanzioso) step, o emerge prepotente qualche giovane (Iserbyt? Pidcock?), oppure lo schema resterà il medesimo. Oppure, extrema ratio, gli organizzatori potrebbero cominciare a far partire Mathieu in coda, con 30" di ritardo rispetto agli altri. È una provocazione, certo. Ma neanche più di tanto, a pensarci bene.

 

Middelkerke chiude il Superprestige perfetto di Van der Poel
Tanto per restare in tema: 8 su 8 significa che Mathieu Van der Poel ha vinto tutte le tappe del Superprestige 2018-2019. Un'impresa che prima era riuscita solo a Sven Nys nel 2006-2007; il grande campione di Baal infilò, tra fine 2005-2006 e inizio 2007-2008, la bellezza di 13 prove SP vinte consecutivamente (2-8-3). Mathieuccio è già a 11, avendo conquistato pure le ultime tre tappe della scorsa stagione, quindi anche quest'altro record è a portata di mano: ne riparleremo nel prossimo autunno.

A Middelkerke la gara è durata due giri e mezzo, gittata abbastanza consueta per questo Van der Poel: un timido accenno di forcing di Toon Aerts nel primo giro, un più convinto allungo di Michael Vanthourenhout nel secondo, e poi Mathieu ha messo il suo carico a coppe a chiudere la contesa a fine tornata; con ulteriore allungo perentorio e definitivo all'inizio della terza. Titoli di coda.

Tra un bunny hoop e l'altro, Van der Poel ha controllato nella seconda metà di gara, dopo aver messo in cascina tre quarti di minuto di margine; gara asciutta, pallido sole a illuminare la scena, zero rischi per l'olandese in maglia iridata. Alle sue spalle si consumava la lotta per la piazza d'onore, coi Telenet che non sono riusciti, alla lunga, a mettere la museruola a un Vanthourenhout piuttosto ispirato: nel sesto giro Michael ha piantato in asso l'ensemble formato da Aerts, Quinten Hermans e Lars Van der Haar, e ha quasi provato a monetizzare il rilassamento nel quale era piombato là davanti il Mostro: da 42" a 24" e poi addirittura a 16" il distacco dell'inseguitore, che però nel giro conclusivo si è reso conto di non poter avvicinare ulteriormente Mathieu.

Nel finale anche Toon Aerts ha allungato sui suoi compagni di squadra, andando a cogliere il podio di giornata e a suggellare - col secondo posto finale nel SP - il ruolo di antiMathieu per eccellenza della stagione.

 

Ordini d'arrivo e classifiche finali
Ricapitolando, l'ordine d'arrivo vede Mathieu Van der Poel primo con 17" su Vanthourenhout, 32" su Aerts, 40" su Van der Haar, 48" su Hermans; al sesto posto, a 57", un Kevin Pauwels agli ultimissimi fuochi di carriera, applauditissimo dalla folla presente sul percorso del Noordzeecross; più indietro, a 1'39" Gianni Vermeersch, a 1'52" Joris Nieuwenhuis, a 2'07" Jens Adams, a 2'15" Thomas Pidcock. 18esimo a 4'24" Jakob Dorigoni (al miglior risultato stagionale nel SP), solo 35esimo Gioele Bertolini.

La classifica del Superprestige 2018-2019: Mathieu Van der Poel stravince con 120 punti, secondo è Aerts con 108, terzo Van der Haar con 86; giù dal podio il malinconicissimo Van Aert (66 punti), assente anche oggi, e poi a 59 troviamo Hermans, a 58 Vanthourenhout, a 53 Adams, a 52 Tom Meeusen, a 49 Vermeersch. Bertolini chiude 24esimo con 3 punti (frutto di un 15esimo posto a Boom e di un 14esimo a Gavere: bottino non esaltante).

Tra le donne oggi vittoria in solitaria di Denise Betsema con 45" su Ceylin Del Carmen Alvarado, 1'09" su Loes Sels, 1'16" su Sanne Cant, 1'51" su Laura Verdonschot e 2'04" su Eva Lechner, sesta; fuori dalle 10 (12esima a 4'09") Alice Arzuffi. Il risultato non intacca il successo di Sanne Cant nella challenge: 102 punti per l'iridata contro i 96 di Annemarie Worst, gli 83 della Betsema e i 79 della Del Carmen (vincitrice contemporaneamente nella categoria Under 23); quinta e sesta Arzuffi (73 punti) e Lechner (60).

Detto che tra gli Under 23 uomini (in gara coi "grandi") il titolo va a Pidcock (61 punti) davanti al connazionale Ben Turner (32) e a Eli Iserbyt (26), con Jakob Dorigoni ottimo quarto (20 punti per l'azzurro), chiudiamo con gli Juniores, categoria nella quale Witse Meeussen ha vinto la challenge onorandola fino alla fine col successo odierno a Middelkerke (davanti a Thibau Nys e Joran Wyseure): in classifica Meeussen chiude con 98 punti precedendo Ryan Cortjens (81), Lennert Belmans (76) e Nys (67).
Notizia di esempio
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!