Pista

Su pista Italia fa rima con medaglia

30.11.2019 17:06

Nella seconda giornata di Coppa del Mondo a Hong Kong la spedizione azzurra sale sul podio nella madison femminile


Anche nella tappa di Hong Kong della Coppa del Mondo su Pista 2019-2020, l'undicesima tappa consecutiva spalmate tra tre stagioni diverse, arriva almeno una medaglia per l'Italia: se ieri i quartetti dell'Inseguimento a Squadre erano rimasti a bocca asciutta, oggi a dare una gioia ai colori azzurri ci hanno pensato le giovanissime Chiara Consonni e Vittoria Guazzini che hanno portato a casa la medaglia di bronzo nella Madison con una condotta di gara grintosa che ha permesso loro di attenuare gli effetti negativi dettati dall'inesperienza e da un feeling ancora non ottimale avendo gareggiato poco assieme. La caratteristiche delle due azzurre si sposavano però molto bene tra loro: la ventenne bergamasca Consonni più scaltra e veloce, la non ancora diciannovenne toscana Guazzini più potente e resistente; una colmava le lacune dell'altra, l'entusiasmo faceva il resto.

Certo, di errori ce ne sono stati tanti, soprattutto in fase di cambio, ma questa potrebbe essere una coppia molto interessante su cui lavorare in ottica futura. La gara è stata dominata dalla Danimarca di Julie Leth e Trine Schmidt che, senza guadagnare giri, ha totalizzato 31 punti contro i 24 della Nuova Zelanda, con quest'ultime brave a prendersi di forza la medaglia d'argento proprio all'ultimo sprint con le azzurre rimaste ferme a quota 18. Attorno a metà gara da segnalare una brutta caduta innestata da un errore della tedesca Lea Lin Teutenberg che poi ha coinvolto la russa Tamara Dronova: la giuria ha neutralizzato la prova per alcuni minuti a causa della delicatezza del punto in cui era avvenuto l'incidente, poi tutte le atlete sono ripartite regolarmente e addirittura la Russia ha sfiorato il podio chiudendo in quarta posizione con 14 punti.

Scratch troppo tattico per Martina Fidanza
Per quanto riguarda il settore delle gare di resistenza femminile, oggi a Hong Kong era in programma anche lo Scratch dove l'Italia schierava la bergamasca Martina Fidanza, atleta anche lei molto giovane ma che l'anno scorso s'era imposta nella Coppa del Mondo di specialità grazie ai successi a Cambridge e Hong Kong. Più che una leggera forma influenzale, che l'aveva un po' rallentata nell'Inseguimento a Squadre, a condizionare la gara odierna di Fidanza è stato un andamento tattico esasperato che ha finito con il favorire atlete di secondo piano che sono state un po' sottovalutate da un gruppo che non ha mai dato la sensazione di volersi impegnare a fondo per ricucire un gap non impossibile.

Ad esultare è stata così la norvegese Anita Yvonne Stenberg che è riuscita a guadagnare un giro di vantaggio e nel finale ha poi badato soprattutto a non farsi sorprendere; prestazione molto generosa anche per l'austriaca Verena Eberhardt che era stata la prima ad andare in caccia, poi non è riuscita a seguire la Stenberg fino in fondo alla conquista del giro, ma nel finale è riuscita a difendersi strenuamente per salvare la medaglia d'argento. La volata è stata così solo per il terzo posto ed ha visto prevalere la portoghese Maria Martins davanti alla neozelandese Michaela Drummond e alla messicana Yareli Salazar. Per Martina Fidanza alla fine è arrivata la settima posizione in uno sprint che, come detto, non metteva in palio la vittoria.

Male Francesco Lamon nell'Omnium
Nell'Omnium Maschile invece abbiamo avuto la giornata negativa di Francesco Lamon nell'Omnium con il venticinquenne veneto che ha probabilmente pagato un po' di stanchezza per i tantissimi impegni dell'ultimo periodo tra varie discipline, compresi i tre turni dell'Inseguimento a Squadre qui ad Hong Kong. L'unico segnale positivo di Lamon è arrivato dall'Eliminazione dove è stato sesto, per il resto non ha mai trovato le gambe necessarie ad incidente sulla corsa, ed in una competizione racchiusa in appena tre ore questo significa essere tagliati fuori da un risultato importante: ne è uscita fuori una diciassettesima posizione finale, forse troppo bene per essere vera per un corridore che a Glasgow era addirittura riuscito a salire sul podio.

Ad imporsi è stato il neozelandese Campbell Stewart, campione del mondo in carica e pronto per la tappa di casa a Cambridge del prossimo weekend. Grazie alla vittoria nell'Eliminazione, Stewart aveva potuto approcciare la Corsa a Punti decisiva dalla prima posizione: nella quarta ed ultima prova il neozelandese ha lasciato sfogare gli avversari nella prima parte dando vita ad una gara abbastanza anarchica, poi nella seconda metà è salito in cattedra andando a prendersi un giro di vantaggio e conquistando ben tre volate che lo hanno portato a 142 punti contro i 133 del tedesco Roger Kluge, comunque protagonista di una gara da applausi in particolar per un bel numero che gli era valsa la vittoria nella Tempo Race. Podio anche per lo svizzero Thery Schir davanti al bravo messicano Ignacio Prado, non bene anche il britannico Mark Stewart (da terzo a settimo della Corsa a Punti) ed il greco Christos Volikakis, addirittura squalificato per irregolarità nell'Eliminazione.

Wai Sze Lee esulta in casa, sorpresa Saunders nel Keirin
Chiudiamo con le due gare veloci previste oggi. Nel torneo della Velocità femminile grande affermazione della beniamina di casa Wai Sze Lee, iridata in carica, che è sembrata praticamente inattaccabile: già protagonista con il miglior tempo in qualificazione sui 200 metri lanciati, l'atleta di Hong Kong non ha avuto problemi negli scontri diretti superando l'ucraina Olena Starikova in semifinale e la tedesca Emma Hinze nella finalissima per la medaglia d'oro. Bronzo per la canadese Kelsey Mitchell che si era arresa 1-2 in semifinale contro Hinze e poi si è riscattata con lo stesso punteggio nella finale per il terzo posto contro Starikova. Per l'Italia c'era in gara Miriam Vece che aveva fatto segnare il tredicesimo tempo sui 200 metri, ma è poi stata eliminata subito ai sedicesimi dalla messicana Daniela Gaxiola.

Nel Keirin maschile invece sembrata tutto apparecchiato per il successo del campione del mondo Harrie Lavreysen che invece in finale si è fatto fregare dall'attendismo e nell'ultimo giro non ha trovato spazio per sfogare tutta la sua potenza e non è andato oltre alla quarta posizione. A festeggiare un po' a sorpresa è stato quindi il neozelandese Callum Saunders che in uno sprint molto incerto (quattro atlete in meno di un decimo) ha preceduto il britannico Jason Kenny e l'altro neerlandese Matthijs Buchli. L'Italia ha schierato il diciottenne Matteo Bianchi, eliminato ai ripescaggi dopo essere sembrato ancora un po' acerbo per questi livelli, ma intanto accumula un po' di esperienza che non potrà far male in ottica futura.
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