
Il Tour di Four-gacar: Pogacar vince anche la cronoscalata di Peyragudes davanti a Vingegaard
Lo sloveno rifila altri 36" al capitano della Visma. Il miglior Roglič della Grande Boucle incassa 1'20" dal connazionale. Evenepoel (in lacrime dopo l'arrivo) tallonato da Lipowitz nella rincorsa all'ultimo posto sul podio
La sentenza definitiva sul 112° Tour de France: Tadej Pogacar ha definitivamente schiantato la concorrenza sulla strada verso la quarta maglia gialla della sua ineguagliabile carriera. Dopo aver vinto sul traguardo di Hautacam, il 26enne sloveno si è ripetuto anche nella cronoscalata di Peyragudes, in cui ha assestato un altro colpo al principale avversario, Jonas Vingegaard, che ha lasciato sulla strada altri 36". Il resto del mondo ciclistico è seduto due o tre gradini più in basso: a dispetto di una prestazione di altissimo profilo, Primož Roglič si è accomodato in terza posizione con un ritardo di 1'20". Il veterano della Red Bull-BORA-Hansgrohe potrebbe essere il vero ago della bilancia nella rincorsa del suo compagno di squadra Florian Lipowitz all'ultimo posto sul podio finale. Già, perché il tedesco (attardato di 1'56" dal campionissimo sloveno) ha ormai preso la scia di un irriconoscibile Remco Evenepoel - superato da Vingegaard a 50 metri dalla linea bianca - che ha incassato 2'39" in poco meno di 11 km. Per quanto possibile, Oscar Onley e Kévin Vauquelin hanno comunque limitato le perdite: entrambi potranno lottare fino in fondo per accompagnare Pogacar e Vingegaard sulla ribalta dei Campi Elisi.
La cronaca della 13ª tappa del Tour de France
A cinque anni dall'ultima volta, il Tour de France ripropone una (breve) cronoscalata sui Pirenei. Dopo aver lasciato l'abitato di Loudenvielle, i corridori affronteranno la salita di Peyragudes, un 1ª categoria che - nel suo insieme - misura 10,8 km. Tralasciando la parte iniziale, che prevede anche un tratto in discesa, la cronoscalata entrerà nel vivo negli ultimi 8 km, la cui pendenza media si attesta al 7,9%. Gli ultimi 2500 metri sono in assoluto i più duri: dopo aver attraversato La Sapinière, la strada sale al 9%. Un po' di respiro - si fa per dire - prima di affrontare l'interminabile rettilineo finale di 350 metri, che toccano una pendenza massima del 16%.
Il francese Matteo Vercher (TotalEnergies) inaugura la serie delle partenze poco dopo l'ora di pranzo. Per trovare un riscontro cronometrico degno di nota, bisogna attendere l'australiano Luke Plapp (Jayco-AlUla), che completerà la sua prova in 24'58". Ad eccezione del francese Lenny Martinez (Bahrain-Victorious), staccato di 23", nessuno riuscirà a limitare il distacco nell'ordine del minuto: un altro transalpino, Julian Alaphilippe (Tudor), concluderà a 1'04" da Plapp; il campione nazionale della specialità Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale) taglierà il traguardo di Peyragudes con un ritardo di 1'14". Tralasciando i migliori, l'unico a insidiare Plapp sarà il britannico Adam Yates (UAE Emirates-XRG), che fermerà le lancette sul tempo di 25'15. Da segnalare anche il 4° posto provvisorio al traguardo dell'altro australiano Harry Sweeney (EF EasyPost) in 25'53".

La cronoscalata entra nel vivo con la partenza degli uomini di classifica, capitanati dallo statunitense Matteo Jorgenson (Visma-Lease a Bike), 10° nella generale dopo l'arrivo in quota di Hautacam. Uno dopo l'altro, prenderanno il via l'austriaco Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale), il norvegese Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility), lo sloveno Primož Roglič (Red Bull-BORA-Hansgrohe), il britannico Oscar Onley (PicNic PostNL), il francese Kévin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels), il tedesco Florian Lipowitz (Red Bull), il belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), il danese Jonas Vingegaard (Visma) e la maglia gialla, lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Emirates-XRG). Partenze a intervalli di 2'.
I riscontri al primo intermedio (km 4) proiettano il leader del Tour al comando con il crono di 5'28". Vantaggio di 5" su Evenepoel, 8" su Vingegaard, 14" su Jorgenson e Roglič, 16" su Vauquelin e 17" su Lipowitz. L'ex saltatore sloveno - che ha scelto di montare le appendici al pari del più giovane compagno di squadra - emerge di forza nella fase centrale della cronoscalata, portandosi in testa al secondo riscontro cronometrico (km 7,6) con 15'15". Tuttavia, la sua prova sarà oscurata dai passaggi della maglia gialla (14'23) e del danese (14'46"). Lipowitz paga 1'01" al leader della generale, che rifila 1'19" a Evenepoel - penalizzato anche da un salto di catena - 1'23" a Lipowitz e 1'24" a Onley.
Dopo aver occupato il trono della classifica provvisoria per circa 3 ore, Plapp cederà il testimone a Roglič, che concluderà la sua prova con il tempo di 24'20", lasciandosi momentaneamente alle spalle Lipowitz (24'56") e Plapp (24'58"). In evidente affanno il campione olimpico e mondiale in carica della specialità, che sarà addirittura superato sulla rampa conclusiva da un competitivo Vingegaard. Il danese scalza Roglic con 23'36", ma dovrà inchinarsi a Pogačar, che vincerà la cronoscalata in 23' netti.
Ricapitolando: la maglia gialla conquista il suo 103° successo in carriera (il 14° del 2025) con 36" su Vingegaard, 1'20" su Roglič, 1'56" su Lipowitz e 1'58" su Plapp. Due parole, infine, sulla cronometro degli altri, che hanno incassato un ritardo superiore ai 2': Jorgenson rimedia a una partenza deludente, classificandosi 6° a 2'02". A seguire Onley (a 2'06"), Adam Yates (a 2'15"), Martinez (a 2'21") e Gall (a 2'22"). Vauquelin lascia sul terreno 2'35", ma limita i danni dagli altri corridori in corsa per la top 5 e - fatto non banale - si lascia alle spalle un deludente Evenepoel, seppure di soli 4".
Pogačar blinda il quarto Tour de France della carriera: il suo vantaggio su Vingegaard è ora salito a 4'07". Lotta serrata per l'ultimo gradino del podio: Lipowitz recupera 43" al belga della Soudal e si porta a soli 6" da Evenepoel, che occupa ancora la terza piazza con un distacco di 7'24". 5° Onley (a 8'11") davanti a Vauquelin (a 8'15") e Roglič (a 8'50").
L'ordine d'arrivo
Il trittico sui Pirenei si conclude a Superbagnères
La prima sortita sulle montagne si concluderà sabato con la Pau-Luchon/Superbagnères di 182,6 km. Dopo un lungo tratto di falsopiano, il menu propone uno dei giganti del Tour de France: il Col du Tourmalet (hors categorie, 19 km al 7,4% di media che si arrampicano al 10,1% in cima), cui è abbinato il Souvenir Jacques Goddet, patron per quasi mezzo secolo della Grande Boucle. A discesa finita, la carovana punta verso un altro classico dei Pirenei: il Col d'Aspin (2ª categoria, 5 km con una pendenza media del 7,6% e un breve settore al 9%). A proposito di evergreen: ai -43 dal traguardo, ecco il Col du Peyresourde (1ª categoria, poco più di 7 km al 7,8% medio, che toccheranno il 9% all'inizio e alla fine). Ancora una discesa prima di lanciarsi verso la salita finale, un hors categorie di 12,4 km che salgono costanti al 7,3% fino agli ultimi 2000 metri, la cui pendenza oscillerà tra l'otto e il 9%. L'andamento della 14ª tappa dipenderà dagli appetiti di Pogačar: se lo sloveno dovesse avere la pancia piena, la fuga potrebbe andare in porto.
Diretta integrale su Discovery+ e su Eurosport 1 - per gli abbonati a DAZN, Prime Video Channels e TIMVision - a partire dalle 11.45 circa. Collegamento su Raidue dalle 14.10.