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Il ritorno dei transalpini

22.04.2022 18:24

Il Tour of the Alps si chiude a Lienz sotto la pioggia che ha reso durissima una tappa già frizzante; Pinot, ormai definitivamente sbloccato, si prende il successo di tappa, mentre la nemesi Bardet ribalta la classifica


Già ieri non si poteva non rimarcare come Thibaut meritasse un'occasione di rivalsa ed è per questo ancora più bello vederlo trionfare al termine di una giornata così intensa, che per un attimo lo ha visto avvicinarsi pure alla leadership virtuale in classifica. Il francese aveva ovviamente puntata sull'arrivo in salita di ieri, anche per ovviare alla sua proverbiale difficoltà in discesa; eppure nel momento del bisogno non si è tirato indietro dal riprovarci in una tappa tanto zeppa di discesa quanto bagnata dalla pioggia. Ma certo non siamo nuovi alla grande cattiveria agonistica di Pinot che un attimo prima del tracollo, al Tour de France del 2019, aveva messo in campo una delle azioni in salita più esaltanti dell'era ante-Pogacar sul traguardo di Pra d'Albis, con cui mise per la prima volta in difficoltà Alaphilippe in maglia gialla. E tutta quella cattiveria è finalmente tornata in superficie dopo essere stata sepolta per un paio di stagioni facendo sì che oggi fosse più forte della pioggia, delle discese, dei problemi meccanici e di De la Cruz.

Come un segno del destino, nello stesso giorno della rinascita di Pinot non può non mettersi in mostra l'eterno rivale Romain Bardet, oggi il più forte in salita, che si prende meritatamente il successo nella classifica generale dopo aver dimostrato una costanza invidiabile su tutte e 5 le giornate, visto che ha raccolto in ordine un 3°, un 2°, un 17° (ma con 7 fuggitivi davanti), un 3° e un 8° posto. Un Bardet che in questi 5 giorni ha destato un ottima impressione e va tenuto in seria considerazione per il prossimo Giro d'Italia, vista anche l'assenza di cronometro particolarmente lunghe che avrebbero potuto ostacolarne la classifica.

Veniamo alla cronaca della tappa di 114.5 km con partenza ed arrivo a Lienz, su un percorso infarcito di salite ripidissime. La pioggia favorisce ovviamente il caos e infatti ci vogliono circa 25 km prima che si riesca a portar via un'azione; tuttavia più che essere una fuga a partire è il gruppo a spezzarsi in vari tronconi per poi riappallarsi e lasciare spazio a 15 attaccanti: Abner Gonzalez (Movistar Team), Lennard Kämna (BORA - hansgrohe), Thibaut Pinot (Groupama - FDJ), Andrey Amador (INEOS Grenadiers), Jefferson Cepeda (Caja Rural - Seguros RGA), Igor Arrieta (Equipo Kern Pharma), Luca Covili e Jonathan Cañaveral (Bardiani-CSF-Faizanè), David de la Cruz (Astana Qazaqstan Team), James Piccoli (Israel - Premier Tech), Mikel Iturria (Euskaltel - Euskadi), Edoardo Zardini (Drone Hopper - Androni Giocattoli), Marco Brenner (Team DSM), Davide Bais (EOLO-Kometa) e Torstein Træen (Uno-X Pro Cycling Team). Provano invano a rientrare anche Logan McLain (Tirol KTM Cycling Team) e Estaban Chaves (EF Education-EasyPost), ma davanti si trova velocemente l'accordo e il vantaggio inizia subito a crescere.

La situazione comunque rimane caotica non appena si sale al Bannberg (5.5 km al 10.2%) che mette subito le ali ai corridori più forti; così, mentre il gruppo scivola ad oltre 5', si sgancia il sestetto destinato a giocarsi il successo di tappa formato da Træen (primo al GPM e vincitore della classifica riservata), Pinot, De la Cruz, Arrieta, Kämna e Amador. Sulla salita successiva verso Oberassling (4 km al 10%) si involano Pinot e De la Cruz, mentre la fuga si sbriciola una volta per tutte; intanto, anche a causa di un problema meccanico di Pello Bilbao che ha costretto il trenino della Bahrain-Victorious a rallentare per attenderlo, il vantaggio del gruppo continua ad aumentare vistosamente, superando addirittura i 10'.

Al secondo passaggio sul Bannberg (6.8 km al 6.6%) Kämna prova da solo a riportarsi sulla coppia di testa, senza ottenere alcun effetto lampante, eccetto mettere in difficoltà Amador; ormai i due al comando mantengono stabilmente un vantaggio superiore al minuto sugli inseguitori, mentre il gruppo -  che procede sfilacciato, ma tutto sommato compatto - arriva ad accumulare un ritardo che sfiora i 13': con Pinot 34° in classifica con 13'58" di ritardo da Bilbao, la situazione diventa preoccupante e infatti non si fa attendere una lieve accelerazione della Bahrain che per la prima volta dall'inizio della tappa da leggermente calare il margine. La situazione rimane più o meno costante fino all'imbocco della tremenda ascesa finale di Stronach (3.1 km al 12.4%); Pinot si ritrova in condizioni quantomeno tragicomiche, essendo attanagliato da problemi al cambio un attimo prima del tratto più impegnativo, e finendo pure per perdere gli occhiali nella concitazione.

Ma la cattiveria non la perde, così rinviene rapidamente su De la Cruz e gli scatta nei denti mettendolo in difficoltà. Lo spagnolo rientra in discesa, ma essendo l'arrivo posto nuovamente in salita, la volata va appannaggio di un Pinot entusiasta, che staccando il duellante di 7" si è palesemente tolto il peso insostenibile dell'irrilevanza. A 1'46" Kämna chiude il podio e conferma l'ottimo stato di forma; quindi arrivano il giovanissimo (e per questo molto promettente) Arrieta a 2'43", Træen a 3'26" e Amador a 8'09", un attimo prima degli uomini di classifica.

Questi ultimi, riavvolgendo il nastro, arrivano compatti ai piedi della salita decisiva, dove va in scena una vera e propria lotta per la sopravvivenza, un tutti contro tutti da cui emergono Michael Storer (Groupama), Romain Bardet e Thymen Arensman (Team DSM). In cima Bilbao accusa un ritardo di 23", già troppi, visto che Bardet deve recuperarne soltanto un paio al basco per vincere la corsa; completamente esplosa la INEOS, che dopo aver aperto le danze vede Pavel Sivakov colare a picco e Richie Porte tornare in dietro, probabilmente anche per colpa della discesa. Visti i distacchi risicati in classifica, i 3 attaccanti si prendono un posto sul podio a testa, con Storer che punta tutto sull'ultima rampa per superare Arensman e chiudere il TOTA in seconda posizione. L'australiana arriva così 7° di tappa a 8'36" davanti a Bardet (stesso tempo) e Arensman (2" più dietro). A 9'15" chiude la top10 Attila Valter (Groupama), regolando Felix Gall (AG2R Citroën Team) e Bilbao.

La classifica generale finale vede vincere Romain Bardet con 14" su Storer, 16" su Arensman, 37" su Bilbao, 29" su Valter, 53" su Gall, 1'00 su Porte, 1'57" su Santiago Buitrago (Bahrain), 2'08" su Hugh Carthy (EF) e 2'13" su Sivakov.
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Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.